Questo è un messaggio popolare. Savgal Inviato 2 Marzo Questo è un messaggio popolare. Inviato 2 Marzo Il titolo è ripreso da un articolo che risale a gennaio del 2018, prima della pandemia, su “The Economist” intitolato intitolato "Come ci si sente davvero a essere soli?", che definiva la solitudine la lebbra del XXI secolo. Osserviamo quotidiamente persone che controllano compulsivamente e continuamente che non vi siano messaggio sullo smartphone, anche in luoghi come i ristoranti in cui si dovrebbe guardarsi negli occhi e parlare. Una ragione, probabilmente la fondamentale, è appunto “la lebbra del ventunesimo secolo”, la solitudine. Nel mondo virtuale dei social media si cerca un conforto alla solitudine del mondo reale. È un fenomeno che tocca tutte le età, non solo gli anziani, ma anche i nostri ragazzi. Chi lavora nella scuola osserva con preoccupazione il moltiplicarsi di disturbi psichiatrici e depressivi fra gli adolescenti, fenomeni marginali fino a poco più di un decennio addietro. Aristotele definì l’uomo un “animale politico”, scrivendo che “chi non è in grado di entrare nella comunità o per la sua autosufficienza non ne sente il bisogno, non è parte dello stato, e di conseguenza è o bestia o dio.” e che “La comunità esiste per rendere possibile una vita felice”. La riflessione filosofica e sociologica hanno prestato un’attenzione modesta a quali fossero le condizioni che consentissero la costituzione di comunità, ovvero spazi sociali in cui uomini e donne potessero incontrarsi e trovare la loro dimensione umana, delle relazioni in cui potessero identificarsi. La modernizzazione e la secolarizzazione hanno sostanzialmente eroso la “comunità”, sostituendola con la società. Ma la società è costituita da relazioni impersonali, dalla distinzione fra persona e ruolo, da norme formalizzate, da relazioni fondate su pratiche contrattuali, da rapporti fondati sullo status dei soggetti. Il processo ha dissolto al comunità e con essa i luoghi in cui uomini e donne avevano relazioni umane. Si è creata un’immensa folla solitaria (citando il titolo di un saggio di David Riesman), di uomini e donne disperatamente soli, privi di quelle relazioni umane che generano il confronto, il dubbio, il pensiero critico. Questa folla è la stessa che cerca un conforto alla solitudine nei social media e che potrebbe (o forse lo è già) di essere facilmente manipolabile da chi li controlla. Una folla quasi completamente eterodiretta, per utilizzare un concetto di David Riesman. La missione del futuro è di ridare senso all’idea di comunità, creando spazi e luoghi in cui uomini e donne possano ritrovare il senso di appartenenza ad una comunità spazi e luoghi che, riprendendo Aristotele, possano rendere possibile una vita felice, o almeno non infelice. In assenza avremo una società composta di in gran parte di monadi che fingono di comunicare con gli altri sui social media, disperatamente sole e facilmente manipolabili. 5
LUIGI64 Inviato 2 Marzo Inviato 2 Marzo Purtroppo una solitudine arida, alienante che sempre più diventa pervasiva e schiacciante I social rifugio da questo oblio della vera comunicazione, distrazione dal vuoto, triste e annichilente Tutto ciò lontano da una solitudine, sorgente di riflessioni profonde e pace mentale Speriamo che questo attuale poderoso disorientamento, possa essere leva e stimolo per riscoprire il vero dialogo con se stessi e gli altri
Akla Inviato 2 Marzo Inviato 2 Marzo 22 minuti fa, LUIGI64 ha scritto: Purtroppo una solitudine arida, alienante che sempre più diventa pervasiva e schiacciante I social rifugio da questo oblio della vera comunicazione, distrazione dal vuoto, triste e annichilente Tutto ciò lontano da una solitudine, sorgente di riflessioni profonde e pace mentale Speriamo che questo attuale poderoso disorientamento, possa essere leva e stimolo per riscoprire il vero dialogo con se stessi e gli altri La musica mi ha allontanato definitivamente dal mondo social. Anzi dissocial mentale. Non sono più schiavo dei like e va molto meglio Dedicavo in ora alla lebbra poi vedendo le mie apparecchiature anche di pregio impigrisi ....,i social pieni di panzane pubblicità donnine a pagamento ho lasciato perdere...... ora nell ora social mi trastullo tra audio note Cj e McIntosh marantz. Che in verità sono più attraenti.... delle belle donnine scammer. Ghanesi l...ormai non vale neanche perdere tempo...connettersi non servono a nulla zero imho 2
ascoltoebasta Inviato 2 Marzo Inviato 2 Marzo 8 minuti fa, Akla ha scritto: La musica mi ha allontanato definitivamente dal mondo social. La musica come qualunque altro sano interesse è una medicina contro molti mali e malesseri,io fequento solamente questo forum,non ho mai avuto facebook,né tiktok,instagram o altro,il mio smartphone (acquistato da pochissimo) non solo non lo controllo compulsivamente ma mi scordo spesso dove lo lascio,tra un paio di mesi riprenderà la stagione per il kayak sul lago di Mezzola,che aggiungendosi alle altre passioni aumenterà il rischio di farmi smarrire lo smartphone. Ho un parente psicologo che ha visto aumentare negli ultimi anni,il numero di pazienti molto giovani,mi dice che spesso la solitudine è proprio indotta da questa dipendenza dai social,con presenza attiva o meno,che porta ad escludere una socialità a portata di mano e possibilissima.
Akla Inviato 2 Marzo Inviato 2 Marzo 23 minuti fa, ascoltoebasta ha scritto: La musica come qualunque altro sano interesse è una medicina contro molti mali e malesseri,io fequento solamente questo forum,non ho mai avuto facebook,né tiktok,instagram o altro,il mio smartphone (acquistato da pochissimo) non solo non lo controllo compulsivamente ma mi scordo spesso dove lo lascio,tra un paio di mesi riprenderà la stagione per il kayak sul lago di Mezzola,che aggiungendosi alle altre passioni aumenterà il rischio di farmi smarrire lo smartphone. Ho un parente psicologo che ha visto aumentare negli ultimi anni,il numero di pazienti molto giovani,mi dice che spesso la solitudine è proprio indotta da questa dipendenza dai social,con presenza attiva o meno,che porta ad escludere una socialità a portata di mano e possibilissima. Negli usa patria social il trend e acquistare vecchi cellulari senza social. Vi e già in atto un rifiuto collettivo tra giovani boomer etc. Troppa fuffa on line troppa e incontrollata Virgin Radio sta ora trasmettendo i migliori brani hard rock AcDC vecchi brontosauro vero ma più interessanti di quello chi mi obbligavano a vedere i social pubblicità di cartomanti migntt..e panzane fake chi si fottano 1
garmax1 Inviato 2 Marzo Inviato 2 Marzo 19 minuti fa, Akla ha scritto: migliori brani hard rock AcDC vecchi brontosauro vero m Ottimo! Ci vediamo a Imola quindi?
Supertramp Inviato 2 Marzo Inviato 2 Marzo Anche il forum è un social. In quanti di voi hanno, nel quotidiano, amici coi quali condividere le passioni di musica e HiFi ? 🤔
mozarteum Inviato 2 Marzo Inviato 2 Marzo La solitudine per scelta e’ magnifica. Gli altri fanno perdere tempo nel 90 per cento dei casi 2
dariob Inviato 2 Marzo Inviato 2 Marzo Questo è il mio tel.e meno mi chiamano meglio è! Della serie c'è chi può (permetterselo) e chi no.. . E la "solitudine?" è magnifica quando la vuoi, altrimenti significa che non hai ancora compreso (e accettato) come sei fatto. 1
bungalow bill Inviato 2 Marzo Inviato 2 Marzo Con quello che costa il tempo è meglio stare soli e soffrire di solitudine . 1
Akla Inviato 2 Marzo Inviato 2 Marzo 4 ore fa, garmax1 ha scritto: Ottimo! Ci vediamo a Imola quindi? Può essere.. 1
Akla Inviato 2 Marzo Inviato 2 Marzo 14 minuti fa, bungalow bill ha scritto: Con quello che costa il tempo è meglio stare soli e soffrire di solitudine . Ma va la pensa alle vipere in giardino da loro la caccia
Coltr@ne Inviato 2 Marzo Inviato 2 Marzo @Savgal il thread mi sa che non procede bene, mi sa che il problema è più grosso di quanto preventivato. O no? 😂
mozarteum Inviato 2 Marzo Inviato 2 Marzo Ma no lui si riferisce alla solitudine indotta dalla realta’ virtuale dei social ecc. E’ una solitudine diversa. La solitudine bella e’ quella autosufficiente, che si appaga delle proprie fantasticherie, propensioni di lettura o ascolto, che e’ divenuta sorda alla blablazza d’intorno, compresa quella micropositivista o intelligentona. E che gode del fatto di non dover compromettersi e mediarsi con altri 1
Savgal Inviato 2 Marzo Autore Inviato 2 Marzo L'allarme dagli Usa: "Di solitudine si muore. È la nuova epidemia" di Vittorio Lingiardi 03 Maggio 2023 La massima autorità sanitaria degli Stati Uniti, Vivek Murthy: "Già colpita metà degli adulti americani". Ma individuare la cura non è semplice Vivek Murthy ha dichiarato che negli Stati Uniti, ma forse nel mondo, è in corso "un'epidemia di solitudine". Non un virus, questa volta, ma una condizione psichica e sociale. Murthy è un medico statunitense di origine indiana. Non uno qualsiasi, è Surgeon general of the United States, cioè il "Chirurgo generale", nominato dal Presidente e confermato dal Senato. La sua carica dura circa quattro anni e per lui è la seconda volta, nel 2014 e nel 2021. È il capo operativo del Public Health Service Commissioned Corps e quindi il principale portavoce in materia di sanità pubblica del governo federale degli Stati Uniti. Ha anche coordinato il comitato Covid-19 di Biden, il quale, lo scorso ottobre, lo ha nominato rappresentante Usa nell'esecutivo dell'Organizzazione mondiale della sanità. Perché parliamo di lui? Perché ha appena lanciato un allarme inconsueto. Ha dichiarato, all'interno di una "Strategia nazionale per promuovere la connessione sociale", che il Paese è colpito da "un'epidemia di solitudine e isolamento". Il tema gli è caro: è del 2020 un suo volume molto apprezzato intitolato (traduco): Insieme: il potere curativo delle connessioni umane in un mondo fatto di solitudine. L'ambizioso cri de coeur di Murthy vuole rientrare in un impegno più ampio dell'amministrazione Biden nei confronti dell'emergenza salute mentale. L'espressione "epidemia di solitudine" mi colpisce. Tocca il cuore, ma al tempo stesso suona quasi vuota. Chi è l'artefice della solitudine sociale? Che rapporto c'è tra solitudine e povertà? E tra solitudine ed emarginazione? In una relazione di circa ottanta pagine Murthy racconta cose che ben sappiamo: circa la metà degli americani adulti vive nella condizione psichica che lui denuncia. Nell'ultima metà del secolo i nuclei familiari single sono raddoppiati. E la pandemia di Covid-19 ha peggiorato la situazione. L'aspetto più interessante della relazione di Murthy, non è quello psicologico, arcinoto, quanto quello medico (anch'esso noto): le ricerche dimostrano che solitudine e isolamento innescano molteplici problemi al confine corpo-mente. Insonnia, alterazioni immunitarie, patologie cardiache, alimentari, algiche e ovviamente ansia, depressione, dipendenze da alcol e sostanze. Tanto che alcuni esperti stimano che il rischio di morte prematura può aumentare del 30%. "La solitudine", ha detto Murthy, "è come la fame o la sete. Una sensazione che il corpo ci invia quando qualcosa di cui abbiamo bisogno per la sopravvivenza viene a mancare. Ecco il motivo per cui ho lanciato l'allarme". Un appello che può avere presa mediatica, ma che rimane vago se non viene raccolto pragmaticamente dalla politica. Murthy sa che la solitudine che lo preoccupa è un sintomo del sistema che la produce. Riconoscere un sintomo è sempre un'ottima cosa, ma intervenire su un'epidemia di tale portata prevede azioni radicali e visioni politiche, economiche e sociali. A "dir poco" uno stanziamento di fondi gigantesco, capace di rivoluzionare i principi dell'assistenza sanitaria. Murthy illustra sei pilastri su cui basare la sua proposta di "cura". Vanno studiati e attuati. Psichiatri, psicologi, psicoterapeuti toccano ogni giorno con mano quanto l'isolamento, l'alienazione, il vuoto culturale e l'indebolimento del sistema individuo-comunità, esitino sempre più spesso in condizioni psicopatologiche e di sofferenza mentale, dai ritiri depressivi alle esplosioni antisociali. Appena letta la notizia dell'appello di Murthy, ho pensato, pessimisticamente, che l'allarme è più che giustificato, ma la casa ormai in fiamme. In più, "solitudine" è un termine ombrello, indica condizioni emotive e esistenziali variegate e complesse. Partirei dal differenziare la solitudine dall'isolamento, che è invisibilità sociale, disoccupazione, emarginazione, perdita di legame, vuoto di cultura. Per sfidare l'epidemia di solitudine, alla sensibilità di un appello devono seguire soldi e azioni. Azioni dettate da una visione del mondo.
LUIGI64 Inviato 2 Marzo Inviato 2 Marzo Confido che una bella chiacchierata con una empatica e comprensiva AI, possa risolvere brillantemente il problema L'evoluzione e il progresso tecnologico ci salverà dal vuoto di una solitudine sociale e valoriale 😑
Savgal Inviato 2 Marzo Autore Inviato 2 Marzo Riporto dati di ricerce fatte negli USA. Nel 1985 il numero di amici "veri" con cui confrontarsi e con cui confidarsi erano in media 2,94 a persona, nel 2006 erano scese in media a 2,08. In una ricerca del 2017 la metà della popolazione aveva un solo amico ed uno su quattro non aveva nemmeno un amico "vero". Hanna Arendt sosteneva che ci fosse un nesso tra la solitudine e la «politica dell’intolleranza». La filosofa scriveva: «L’esperienza del non appartenere in alcun modo a questo mondo è l’essenza dei governi totalitari».
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