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Riarmo UE: un dibattito infuocato tra intellettuali italiani


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appecundria
Inviato

Il tema del riarmo dell'Unione Europea ha scatenato un acceso dibattito nel panorama intellettuale italiano, con posizioni che spaziano dal sostegno convinto alla critica più severa.
Ecco come la gelida intelligenza artificiale vede la situazione.
 

Marco Travaglio (60 anni), noto per il suo stile pungente, ha espresso forte scetticismo riguardo a questa politica. In particolare, ha puntato il dito contro la posizione di Giorgia Meloni, definendola un "grave caso psicoanalitico di dissociazione", per aver approvato il piano di riarmo per poi criticarlo. Travaglio ha inoltre sollevato dubbi sull'efficacia di tale riarmo, soprattutto in relazione alla deterrenza nei confronti della Russia, sottolineando l'impossibilità per l'Europa di competere con l'arsenale nucleare russo. A suo avviso, prima di parlare di difesa comune, l'UE dovrebbe dotarsi di una politica estera comune. Infine, ha espresso preoccupazione per le spese militari, affermando che gli unici a trarne vantaggio sarebbero i fabbricanti d'armi.
 

Lucio Caracciolo (71 anni), direttore di Limes, adotta un approccio di realismo geopolitico, vedendo il riarmo come una risposta necessaria all'attuale scenario internazionale. Sottolinea l'importanza dell'autonomia strategica europea e analizza il riarmo nel contesto delle dinamiche globali, considerando le mosse di altri attori come Russia, Cina e Stati Uniti. Non ignora le criticità del processo, come la frammentazione delle capacità militari nazionali, ma lo considera una necessità strategica.
 

Umberto Galimberti (82 anni) e Antonio Scurati (55 anni) sostengono la necessità di un'Europa militarmente più forte. Galimberti afferma che "oggi il criterio della relazione fra gli Stati è la forza", mentre Scurati invoca "lo spirito combattivo" dell'Europa. Entrambi sottolineano l'importanza di una difesa europea autonoma nel contesto delle tensioni internazionali.


Massimo Cacciari (80 anni) invece, si pone in netta contrapposizione al riarmo, evidenziando la mancanza di una strategia comune e il rischio di uno spreco di risorse. A suo avviso, l'aumento delle spese militari senza un coordinamento europeo porterebbe solo a uno spreco di denaro e a tagli alle spese sociali. Esprime dubbi sull'efficacia del riarmo nel garantire la sicurezza e insiste sulla necessità di una politica estera comune. Cacciari critica aspramente la politica europea riguardo alla guerra in Ucraina e definisce il riarmo "soldi buttati".


Roberto Saviano (45 anni), pur non essendo un esperto di geopolitica come Caracciolo, ha espresso la sua opinione sul riarmo dell'UE, soprattutto in relazione alla guerra in Ucraina. La sua posizione può essere riassunta in questi punti: Saviano vede la necessità per l'Europa di rafforzare le proprie capacità di difesa, soprattutto di fronte alla minaccia rappresentata dalla Russia. Ritiene che l'Europa debba essere in grado di proteggere i propri valori e la propria sicurezza. Saviano sottolinea la necessità per l'Europa di ridurre la propria dipendenza dagli Stati Uniti in materia di difesa. Ritiene che l'Europa debba essere in grado di agire in modo autonomo sulla scena internazionale. Saviano esprime preoccupazione per il rischio di un'escalation del conflitto in Ucraina. Sottolinea la necessità di trovare una soluzione diplomatica alla crisi. Saviano ritiene che l'Europa necessiti di una politica comune in materia di sicurezza e difesa. Sottolinea come l'assenza di una politica comune renda l'Europa debole. Saviano sostiene la necessità di un'Europa più forte militarmente, ma è consapevole dei rischi e delle sfide che ciò comporta.
 

Romano Prodi (85 anni) ha espresso una posizione favorevole al riarmo dell'UE, considerandolo un passo necessario verso una difesa comune europea. Tuttavia, ha anche sottolineato alcune criticità e la necessità di un approccio più coordinato.
 

Inoltre, è utile aggiungere la posizione di Matteo Salvini (52 anni) che ha espresso una posizione critica nei confronti del riarmo dell'UE, concentrandosi principalmente su questi punti: Salvini ha sottolineato la necessità di dare priorità alle spese sociali, come sanità, istruzione e pensioni, rispetto alle spese militari. Ha espresso preoccupazione per il fatto che il riarmo dell'UE possa comportare tagli ai finanziamenti per questi settori. Si è opposto all'idea di utilizzare il debito europeo per finanziare il riarmo, sostenendo che tali risorse dovrebbero essere destinate ad altri scopi. Ha criticato l'idea che l'Europa si indebiti solo per armarsi. Salvini ha affermato che la sua priorità è difendere gli interessi nazionali italiani, e che il riarmo dell'UE potrebbe non essere in linea con questi interessi. Ha sottolineato l'importanza di investire nelle forze armate italiane. Si è dimostrato scettico verso l'idea di un esercito comune europeo. Ha ribadito il "No a eserciti comuni o riarmi europei". Salvini ha insistito sulla necessità di concentrarsi sulla ricerca della pace, piuttosto che sul riarmo. Ha espresso preoccupazione per il fatto che il riarmo possa alimentare ulteriori tensioni.
 

Coloro che si oppongono al riarmo dell'UE propongono diverse alternative per garantire la sicurezza europea, evitando l'escalation militare:

  • Diplomazia e cooperazione internazionale:

     Sostengono che la UE debba investire maggiormente nella diplomazia e nella cooperazione internazionale per risolvere i conflitti in modo pacifico.
     Propongono di rafforzare le organizzazioni internazionali come l'ONU e l'OSCE per promuovere il dialogo e la risoluzione pacifica delle controversie.

  • Politica estera comune:

     Sottolineano la necessità di una politica estera comune dell'UE, che permetta di agire in modo unitario sulla scena internazionale.
     Ritiene che una politica estera comune forte possa aumentare l'influenza dell'UE e contribuire alla risoluzione dei conflitti.

  • Investimenti in sicurezza civile:

     Propongono di investire in sicurezza civile, come la protezione delle infrastrutture critiche, la lotta al terrorismo e la gestione delle crisi umanitarie.
     Ritiene che questi investimenti possano rafforzare la resilienza dell'UE e ridurre la sua vulnerabilità alle minacce.

  • Disarmo e controllo degli armamenti:

     Sostengono la necessità di promuovere il disarmo e il controllo degli armamenti a livello globale.
     Propongono di rafforzare i trattati internazionali sul controllo degli armamenti e di promuovere la riduzione delle spese militari.

  • Rafforzamento della cooperazione con gli alleati:

     Riconoscono l'importanza della cooperazione con gli alleati, in particolare con la NATO, ma sostengono che l'UE debba diversificare le sue partnership e ridurre la sua dipendenza dagli Stati Uniti.
     Propongono di rafforzare la cooperazione con altri paesi e organizzazioni internazionali per affrontare le sfide comuni alla sicurezza.

  • Politiche di sicurezza che guardino alla cooperazione economica:

     Propongono politiche che rafforzino i legami economici con paesi con cui si rischiano tensioni, in modo da creare un tessuto di interessi che possa evitare o rallentare un eventuale conflitto.


In sintesi, chi si oppone al riarmo dell'UE propone un approccio alla sicurezza che privilegia la diplomazia, la cooperazione internazionale e gli investimenti in sicurezza civile, piuttosto che l'aumento delle spese militari.

  • Melius 1
Giu_seppe
Inviato

Da 71 anni in su dicono cose sensate.

 

Ma le loro generazioni sono quelle che non hanno saputo  evitare il riproporsi della questione (riarmo) e viene da chiedersi se non sarebbe ora che si mettessero in seconda fila, lasciando spazio a quelli che col futuro dovranno farci i conti di persona.

 

Sarebbe interessante sentire anche il parere di qualche intellettuale più giovane, se la IA fosse in grado di individuarne qualcuno.

Inviato

Interessante 3D, dal mio umile punto di vista (da uomo delle pulizie) manca un aspetto fondamentale per poter permettere a tutti di farsi una propria autonoma opinione in merito con il proprio sistema di priorità/bisogni/valori/visione del mondo:

a) una descrizione accurata di quali sono le parti in gioco/conflitto potenziale, ovvero partendo dalla Russia, interessi della leadership attuale russa (il capo/vertici come priorità hanno sempre gli interessi personali poi quelli della propria parte/tribù poi quelli della nazione di cui sono al vertice), interessi della parte/tribù: Putin/Dugin per semplificare, interessi della Russia

b) applicare il medesimo sistema di analisi a tutti i principali attori in gioco: Russia, Ucraina, paesi baltici/Polonia, Finlandia, altri paesi europei con particolare attenzione a Germania, Francia nell'UE e all'Inghilterra, per finire con gli USA attuali con il vertice Maga Trump/Vance/Musk

c) applicare il medesimo sistema all'interno delle forze politiche italiane :classic_biggrin:

Se si comprende bene cosa c'è in gioco tra i principali attori poi non ci si stupisce se per esempio due nostri noti forumer RobertoM e briandinazaret non proprio dal medesimo lato della barricata politica su questi aspetti Russia/Ucraina e riarmo UE sono stimo molto vicini

  • Melius 2
appecundria
Inviato
16 minuti fa, Giu_seppe ha scritto:

quelle che non hanno saputo  evitare il riproporsi


diciamoci la verità, ci è andata di lusso dal '45 fino al '91 perché la Guerra Fredda e la deterrenza nucleare ci hanno fatto gioco, anzi è tantissimo che l'effetto volano sia arrivato fino al 2025 in qualche modo.

Adesso vorrei tanto vedere gli intellettuali italiani mentre convincono gli attuali soggetti decisionali sulle loro alternative per garantire la sicurezza europea. Vorrei vedere Travaglio che convince Trump a non metterci i dazi mentre Cacciari spiega a Putin che non si attaccano i vicini.
 

3 minuti fa, indifd ha scritto:

(da uomo delle pulizie)


sei addetto a lucidare le valvole :classic_biggrin:

  • Melius 1
appecundria
Inviato
17 minuti fa, Giu_seppe ha scritto:

qualche intellettuale più giovane, se la IA fosse in grado di individuarne qualcuno.


ha individuato solo Saviano e Scurati... più Salvini ovviamente.

Inviato

Questi tempi ci stanno dicendo che la diplomazia, se non inutile, è una opzione praticabile nel momento in cui hai qualche portaerei che incrocia nei punti giusti, hai la possibilità di pattugliare il Mar Rosso e qualche strumento di dissuasione per l'attuale pirateria, qualche aereo per accompagnare all'uscita qualche aereo spia (vedi episodio di ieri), 10 mila soldati da presentare ai confini UE se le cose si complicano oltre alle necessarie strutture per la cyber security, uno Starlink denoantri ecc. ecc. 

L'unica mia perplessità (e se non ho capito male, tra il rumore inutile che viene fatto in questi giorni in cui il dibattito oscilla tra Ventotene e la vile aggressione prodiana, è la posizione di parte del PD) riguarda l'opportunità di riarmarsi a livello di singoli Stati quando forse sarebbe più utile partire con un progetto, magari ristretto ai quattro/cinque maggiori stati europei, GB compresi, di formare una forza di deterrenza unitaria che poi parteciperebbe a un meccanismo tipo Nato, con o senza gli americani. 

  • Melius 1
  • Thanks 1
Inviato
11 minuti fa, appecundria ha scritto:

sei addetto a lucidare le valvole

Non volevo ingenerare il dubbio che mi mettessi tra gli intellettuali italiani :classic_laugh:, poi avendo constatato il livello di chi si autocertifica intellettuale, guru, pensatore di livello elevato, influencer preferisco inserirmi nella nobile categoria dei "uomini di pulizia", la pulizia è un elemento che migliora/oggetti, la qualità degli ambienti è oggettiva/certa, altri contributi del terziario avanzato a volte ...:classic_biggrin:

jackreacher
Inviato
24 minuti fa, Giu_seppe ha scritto:

Da 71 anni in su dicono cose sensate.

Saviano no?

appecundria
Inviato
11 minuti fa, indifd ha scritto:

interessi della leadership attuale russa


interessi che possiamo solo ipotizzare rischiando di fare la replica di Chamberlain con Hitler. Ciò premesso, mia ipotesi:

1. Restaurare il prestigio della Russia zarista

2. Trasformare in stati satelliti gli ex Patto di Varsavia / URSS

3. Trovare un accordo stabile con la Germania

  • Melius 1
Inviato

Quello che manca molto IMHO :classic_biggrin: è la dichiarazione dei veri interessi in gioco nella parte ovest 

appecundria
Inviato
14 minuti fa, indifd ha scritto:

per finire con gli USA attuali con il vertice Maga Trump/Vance/Musk


anche qui possiamo solo ipotizzare rischiando di fare brutta figura. Per me è un patto Molotov-Ribbentrop vale a dire che si alleano momentaneamente per sistemare i terzi incomodi in modo da arrivare poi allo scontro finale. Ma può essere anche un semplice accordo spartitorio, in tal caso bisognerebbe sapere come hanno pensato di dividersi l'Europa.

Direi che nella politica trumpiana se l'Europa schiatta sono contentissimi.

  • Melius 1
appecundria
Inviato
55 minuti fa, appecundria ha scritto:

Lucio Caracciolo (71 anni), direttore di Limes, adotta un approccio di realismo geopolitico, vedendo il riarmo come una risposta necessaria all'attuale scenario internazionale.


interessante il caso di Caracciolo che qui al bar considerano contrario al riarmo mentre la IA lo vede favorevole, sia pure ob torto collo.

Giu_seppe
Inviato
5 minuti fa, jackreacher ha scritto:

Saviano no?

Saviano SI.

Non citato perché volevo argomentare sulle vecchie generazioni che predicano bene avendo razzolato male, ed hanno poca propensione a lasciare spazio ai più giovani.

 

 

 

Inviato

Manca sempre IMHO la parte che riguarda da vicino i principali paesi europei ovest, dato che il topic è sul riarmo UE

jackreacher
Inviato
Adesso, Giu_seppe ha scritto:

Saviano SI.

Non citato perché volevo argomentare sulle vecchie generazioni

Ok , capito 

  • Thanks 1
Inviato

Una cosa è chiara: a livello di Stato, se si entra in un meccanismo di mutua difesa tipo Nato, si ha un peso "politico" sulla base di quello che si pone sul piatto.

Se si entra con il maresciallo formaggiaro e i biplani CR32 quando gli altri hanno truppe scelte e lo Spitfire, si conterà poco.  

31canzoni
Inviato
10 minuti fa, appecundria ha scritto:

interessante il caso di Caracciolo che qui al bar considerano contrario al riarmo mentre la IA lo vede favorevole, sia pure ob torto collo.

Non so quale ia hai interrogato, ma giusto per fare una prova ho chiesto a Gemini: "qual è la posizione di lucio caracciolo sulla guerra in ucraina?"

Risposta:

 

Lucio Caracciolo, direttore della rivista di geopolitica "Limes", ha espresso più volte la sua posizione sulla guerra in Ucraina, offrendo un'analisi complessa e articolata. Ecco alcuni punti chiave:

Realismo geopolitico:

Caracciolo adotta una prospettiva realista, analizzando il conflitto nel contesto delle dinamiche di potere tra le grandi potenze, in particolare Stati Uniti, Russia e Cina.

Sottolinea l'importanza di comprendere le motivazioni e gli interessi di ciascun attore, al di là delle narrazioni ideologiche.

Critica all'Europa:

Caracciolo ha criticato l'incapacità dell'Unione Europea di agire in modo unitario e di avere una voce autonoma sulla scena internazionale.

Evidenzia la dipendenza dell'Europa dagli Stati Uniti in materia di sicurezza e la sua difficoltà a elaborare una strategia propria.

Necessità di negoziati:

Caracciolo ha più volte sottolineato l'urgenza di avviare negoziati per un cessate il fuoco e una soluzione politica del conflitto.

Avverte dei rischi di un'escalation incontrollata e delle conseguenze devastanti per l'Ucraina e per l'intera Europa.

Analisi delle dinamiche di potere:

Caracciolo analizza le dinamiche di potere che coinvolgono gli Stati Uniti, la Russia e la Cina, sottolineando come la guerra in Ucraina si inserisca in un contesto di rivalità strategica tra queste potenze.

Ha espresso preoccupazione per il rischio di una nuova guerra fredda e per la crescente instabilità del sistema internazionale.

La situazione militare:

In alcune sue analisi ha espresso una visione realista sulla situazione militare, affermando che militarmente l'Ucraina ha perso la guerra, e che è fondamentale trovare le condizioni per arrivare il più rapidamente possibile ad una pace.

In sintesi, Caracciolo offre un'analisi lucida e critica del conflitto, mettendo in guardia dai pericoli di un'escalation e sottolineando l'importanza di una soluzione politica basata sul realismo geopolitico.

 


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