UpTo11 Inviato 4 Aprile Inviato 4 Aprile Sul tema oggi c'è un'interessante articolo dei compagni de Il Foglio... Adesso torneranno gli illuminati del forum a narrarci le lodi dell'internazionale nera, raccontandoci che è giusto e sacrosanto il controllo statale sulle università stile minculpop, mentre invece la libertà delle stesse, la libertà di insegnamento, di ricerca, di opinione, ecc... sono pratiche naziste. . "Allinearsi o perdere i finanziamenti alla ricerca: il controllo ideologico di Trump sulle università . Gli Stati Uniti inviano questionari a istituzioni accademiche che ricevono fondi o collaborano con enti statunitensi, per valutare l’aderenza dei progetti scientifici ai “valori fondamentali americani” definiti dall’attuale governo. Una forma subdola di condizionamento: chi non si allinea rischia l’esclusione . La dichiarazione di J.D. Vance, senatore repubblicano e figura chiave della nuova amministrazione Trump, secondo cui “i professori universitari sono il nemico”, suonava inizialmente come una provocazione, ma oggi appare come l’espressione fedele di una linea politica. Gli Stati Uniti stanno infatti inviando questionari a università e centri di ricerca internazionali, per valutare l’aderenza dei progetti scientifici ai “valori fondamentali americani” definiti dall’attuale governo. I destinatari sono istituzioni accademiche che ricevono fondi o collaborano con enti statunitensi, e le domande si concentrano su temi ritenuti sensibili: identità di genere, ruolo della religione, cambiamento climatico, diritti sessuali e riproduttivi, giustizia sociale. Secondo quanto riportato da Nature, i questionari sono stati inviati da agenzie federali come la National Science Foundation (NSF) o il Department of Energy, sotto forma di survey non ufficiali ma dall’evidente valore politico. In Europa, molte università hanno risposto consigliando ai propri ricercatori di non compilare il modulo. Il timore diffuso è che la partecipazione possa implicare una sottomissione implicita a criteri ideologici che mettono a rischio l’autonomia scientifica. Le domande – secondo testimonianze riportate da rettori e amministratori accademici – mirano a identificare se le ricerche affrontano questioni potenzialmente “controverse” per gli standard politici dell’amministrazione statunitense, come l’impatto dell’uomo sul clima, la presenza di approcci non binari nelle scienze sociali, o l’uso di terminologie considerate “non neutrali”. In Svizzera, la presidente di swissuniversities Luciana Vaccaro ha confermato che l’ETHZ ha ricevuto i questionari e che i ricercatori si trovano sotto pressione, incerti sul comportamento da tenere. Vaccaro ha affermato che “non è accettabile che un finanziatore tenti di influenzare la direzione della ricerca o la libertà accademica”. Ha aggiunto che le università stanno ora riflettendo su come reagire,ma anche se le implicazioni giuridiche non sono ancora chiare, la libertà di ricerca in Svizzera è tutelata dalla Costituzione. I campi più colpiti sembrano essere le scienze ambientali e i progetti legati ai diritti umani e alle diseguaglianze. Nei Paesi Bassi, la TU Eindhoven ha confermato, attraverso un comunicato pubblicato da Cursor, di aver ricevuto un questionario relativo a un progetto finanziato in collaborazione con un ente statunitense. Il documento chiedeva di indicare se i contenuti della ricerca potessero risultare dannosi per la reputazione degli Stati Uniti o entrare in conflitto con i loro valori. La direzione dell’università ha dichiarato che sta esaminando attentamente la questione, ribadendo che l’indipendenza della ricerca e la libertà accademica sono principi non negoziabili per l’ateneo. Il caso ha suscitato preoccupazione tra i ricercatori, anche se non si registrano ancora prese di posizione ufficiali di rifiuto o interruzione dei progetti. In Canada, come riferisce GlobeNewswire il 18 marzo 2025, l’organizzazione Research Canada ha definito “allarmanti” le nuove direttive statunitensi e ha denunciato il rischio che la ricerca canadese venga condizionata da pressioni politiche. In particolare, l’attenzione si concentra su settori come l’ambiente, la salute pubblica e i diritti delle donne. Alcuni centri canadesi, secondo il comunicato, hanno già ricevuto comunicazioni che sollecitano una valutazione “etica” dei progetti in corso, ma le università stanno ancora cercando di chiarire la portata e il carattere vincolante delle richieste ricevute. Non sono stati pubblicati inviti ufficiali a non rispondere, ma si sottolinea la gravità della situazione. Il caso australiano, documentato da The Economic Times, mostra un panorama ancora frammentato. Le università del Group of Eight sono state tra le prime a ricevere i questionari. Diverse fonti interne riferiscono che alcune di esse hanno già risposto, anche se non è noto con quali contenuti e secondo quali criteri. La preoccupazione espressa riguarda il possibile blocco o riduzione dei fondi americani destinati alla ricerca se i progetti dovessero essere giudicati “inappropriati” dal punto di vista ideologico. Non risultano al momento prese di posizione pubbliche da parte delle università, ma alcune stanno rivedendo le loro politiche interne per gestire queste richieste in modo coordinato. Il disegno complessivo è ormai chiaro: attraverso una serie di pressioni formali e informali, la nuova amministrazione statunitense sta cercando di esercitare un controllo ideologico anche sulla ricerca sviluppata all’estero, sfruttando la leva dei finanziamenti. Non siamo davanti a una censura diretta, ma a una forma più subdola di condizionamento: ottenere l’autocensura preventiva delle istituzioni accademiche per continuare a beneficiare dei fondi. La strategia si muove su una soglia ambigua, ma le sue implicazioni sono tutt’altro che vaghe: chi non si allinea rischia l’esclusione. Il caso dei questionari imposti dall’amministrazione Trump non è un dettaglio tecnico né una controversia passeggera: è un precedente grave e rivelatore. Per la prima volta, un governo tenta di condizionare su larga scala la ricerca internazionale imponendo criteri ideologici attraverso la leva dei finanziamenti. Il messaggio è brutale nella sua semplicità: chi vuole accedere ai fondi americani deve allinearsi a una visione del mondo in cui l’identità di genere è un tabù, il cambiamento climatico una teoria discutibile, e la scienza sociale un terreno minato da “devianze culturali”. Non è una richiesta di trasparenza, ma una chiamata all’obbedienza. Che molte università europee abbiano reagito consigliando ai propri ricercatori di non rispondere è un segnale importante, ma ancora insufficiente. Servirebbe una posizione pubblica, coordinata, netta, capace di rifiutare non solo le domande, ma il principio stesso che le rende possibili: quello per cui la scienza è tollerabile solo quando non disturba. In Svizzera, in Canada, in Australia, la resistenza è ancora cauta, diplomatica, sotto traccia. Ma il tempo delle cautele potrebbe essere finito. La posta in gioco è altissima: se si accetta che i contenuti di una ricerca debbano essere compatibili con “i valori americani” (oggi ridefiniti su basi confessionali e nazionaliste), allora ogni università nel mondo rischia di diventare un’agenzia per l’approvazione morale delle proprie domande. Anche nel nostro paese, è necessaria una risposta forte anche dalle istituzioni scientifiche e dai parlamentari che abbiano a cuore la ricerca scientifica, se ancora ve ne sono. Perché, quando l’ideologia entra nei bandi per il finanziamento alla ricerca, la verità è già uscita dal laboratorio." 1
briandinazareth Inviato 4 Aprile Inviato 4 Aprile 1 ora fa, UpTo11 ha scritto: I destinatari sono istituzioni accademiche che ricevono fondi o collaborano con enti statunitensi, e le domande si concentrano su temi ritenuti sensibili: identità di genere, ruolo della religione, cambiamento climatico, diritti sessuali e riproduttivi, giustizia sociale. Secondo quanto riportato da Nature, i questionari sono stati inviati da agenzie federali come la National Science Foundation (NSF) o il Department of Energy, sotto forma di survey non ufficiali ma dall’evidente valore politico. In Europa, molte università hanno risposto consigliando ai propri ricercatori di non compilare il modulo. Il timore diffuso è che la partecipazione possa implicare una sottomissione implicita a criteri ideologici che mettono a rischio l’autonomia scientifica. Le domande – secondo testimonianze riportate da rettori e amministratori accademici – mirano a identificare se le ricerche affrontano questioni potenzialmente “controverse” per gli standard politici dell’amministrazione statunitense, come l’impatto dell’uomo sul clima, la presenza di approcci non binari nelle scienze sociali, o l’uso di terminologie considerate “non neutrali”. In Svizzera, la presidente di swissuniversities Luciana Vaccaro ha confermato che l’ETHZ ha ricevuto i questionari e che i ricercatori si trovano sotto pressione, incerti sul comportamento da tenere. Vaccaro ha affermato che “non è accettabile che un finanziatore tenti di influenzare la direzione della ricerca o la libertà accademica”. Ha aggiunto che le università stanno ora riflettendo su come reagire,ma anche se le implicazioni giuridiche non sono ancora chiare, la libertà di ricerca in Svizzera è tutelata dalla Costituzione. I campi più colpiti sembrano essere le scienze ambientali e i progetti legati ai diritti umani e alle diseguaglianze. Nei Paesi Bassi, la TU Eindhoven ha confermato, attraverso un comunicato pubblicato da Cursor, di aver ricevuto un questionario relativo a un progetto finanziato in collaborazione con un ente statunitense. Il documento chiedeva di indicare se i contenuti della ricerca potessero risultare dannosi per la reputazione degli Stati Uniti o entrare in conflitto con i loro valori. è incredibile, non pensavo che avrei mai visto una cosa del genere fuori dalla corea del nord...
UpTo11 Inviato 4 Aprile Inviato 4 Aprile 1 ora fa, briandinazareth ha scritto: è incredibile, non pensavo che avrei mai visto una cosa del genere fuori dalla corea del nord... Io ve l'ho detto con non stanno messi bene per niente e che la propaganda che incolpa i propal per la sottomissione delle università, dei centri di ricerca in generale, è appunto solo propaganda, un pretesto. Ne parlavo oggi con un paio di colleghi dicendo loro che, visto il delirio da putsch che stanno mettendo in piedi, non mi stupirebbe se arrivasse l'executive order per l'espulsione di tutti gli studenti e dottorandi stranieri borsisti e simili, che in campo tecnico/scientifico rappresentano almeno la metà dei dottorandi.
Savgal Inviato 4 Aprile Inviato 4 Aprile @UpTo11 Vance: “La più grande minaccia all’Europa oggi non è la Russia, non è la Cina, non è nessun altro attore esterno; è la minaccia dall’interno, l’allontanamento dell’Europa da alcuni dei suoi valori più fondamentali, valori condivisi con gli Stati Uniti d’America”. I leader europei che “hanno minacciato e bullizzato le aziende a cui fanno capo i social media per censurare la cosiddetta disinformazione”. “Appaiono sempre di più come vecchi interessi che si nascondono dietro le vecchie e squallide parole da epoca sovietica come disinformazione, persone che non amano l’idea che qualcuno con un punto di vista alternativo possa esprimere una opinione diversa, o Dio non voglia, votare in modo diverso, o ancora, vincere una elezione” ”La libertà di espressione e di parola viene minacciata in Europa. Ho sentito il suo (di Vance, ndr) discorso. Ha parlato di libertà di parola. E penso che sia vero” (Trump)
Questo è un messaggio popolare. briandinazareth Inviato 4 Aprile Questo è un messaggio popolare. Inviato 4 Aprile @Savgal oltre ogni immaginazione. Oggi mio padre, che ha vissuto in C America e tanti anni ha lavorato per la nato, parlando di questi temi mi ha detto:” mai nella vita avrei pensato di diventare antiamericano, ma adesso siamo loro nemici e hanno distrutto ogni valore che amavo” mi ha molto colpito 6
UpTo11 Inviato 4 Aprile Inviato 4 Aprile 28 minuti fa, Savgal ha scritto: @UpTo11 Vance: “La più grande minaccia all’Europa oggi non è la Russia, non è la Cina, non è nessun altro attore esterno; è la minaccia dall’interno, l’allontanamento dell’Europa da alcuni dei suoi valori più fondamentali, valori condivisi con gli Stati Uniti d’America”. I leader europei che “hanno minacciato e bullizzato le aziende a cui fanno capo i social media per censurare la cosiddetta disinformazione”. “Appaiono sempre di più come vecchi interessi che si nascondono dietro le vecchie e squallide parole da epoca sovietica come disinformazione, persone che non amano l’idea che qualcuno con un punto di vista alternativo possa esprimere una opinione diversa, o Dio non voglia, votare in modo diverso, o ancora, vincere una elezione” ”La libertà di espressione e di parola viene minacciata in Europa. Ho sentito il suo (di Vance, ndr) discorso. Ha parlato di libertà di parola. E penso che sia vero” (Trump) È la tecnica del nascondersi sotto la pelliccia da agnello e lanciare quella da lupo addosso al nemico. Puzza da anni '20-'30 del '900 anche solo il link alla notizia. Ma siamo sempre alla questione di fondo. Possono permetterselo grazie al loro elettorato che per la maggior parte è fatta di gente che si beve la qualunque e la parte restante a questi discorsi ha erezioni del braccino destro.
briandinazareth Inviato 4 Aprile Inviato 4 Aprile Solo il fatto che vance pensi che l’Europa sia un posto molto più pericoloso e con più criminalità dello USA spiega quanto sia scollegato con la realtà e l’ ignoranza totale diffusa
UpTo11 Inviato 4 Aprile Inviato 4 Aprile 16 minuti fa, briandinazareth ha scritto: quanto sia scollegato con la realtà Ma lo sa benissimo, qui siamo alla propaganda a livello di naso adunco, peraltro fatta in modo assai grossolano e ciò nonostante funziona benissimo perché si rivolge a decerebrati.
CarloCa Inviato 4 Aprile Inviato 4 Aprile 6 ore fa, UpTo11 ha scritto: identità di genere, ruolo della religione, cambiamento climatico, diritti sessuali e riproduttivi, giustizia sociale. vecchio porco nazista
UpTo11 Inviato 15 Aprile Inviato 15 Aprile Tanto per mettere in chiaro come stannoo le cose: . https://www.huffingtonpost.it/esteri/2025/04/15/news/trump_harvard-18956834/ . https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2025/04/15/amministrazione-trump-congela-22-miliardi-per-harvard_c2143951-a708-4bb1-9603-cdcb6474171c.html
ferdydurke Inviato 15 Aprile Inviato 15 Aprile Ma questo Trump l'ha dimenticato: “Congress shall make no law respecting an establishment of religion, or prohibiting the free exercise thereof; or abridging the freedom of speech, or of the press; or the right of the people peaceably to assemble, and to petition the Government for a redress of grievances.”
maurodg65 Inviato 15 Aprile Inviato 15 Aprile Il 04/04/2025 at 20:39, briandinazareth ha scritto: @Savgal oltre ogni immaginazione. Oggi mio padre, che ha vissuto in C America e tanti anni ha lavorato per la nato, parlando di questi temi mi ha detto:” mai nella vita avrei pensato di diventare antiamericano, ma adesso siamo loro nemici e hanno distrutto ogni valore che amavo” mi ha molto colpito La cosa paradossale è che oggi quelli che piangono di più per questa deriva estrema americana, oggettiva senz’altro e non certamente democratica, sono proprio quelli che fino ad ieri odiavano gli USA o quantomeno lo avversavano in ogni modo e non facevano nulla per nasconderlo. 1
appecundria Inviato 15 Aprile Inviato 15 Aprile 38 minuti fa, maurodg65 ha scritto: quelli che piangono di più per questa deriva estrema americana, oggettiva senz’altro e non certamente democratica, sono proprio quelli che fino ad ieri odiavano gli USA ma chi te l'ha detta questa cosa?
appecundria Inviato 15 Aprile Inviato 15 Aprile Tralasciando le acrobazie dialettiche, la sostanza è che un governo americano che taglia Harvard è come Rocco Siffredi che si evira. I cinesi staranno accendendo ceri a San Confucio per ringraziare del terno al lotto che è arrivato loro. Poi... contento lui... 1
iBan69 Inviato 15 Aprile Inviato 15 Aprile 7 minuti fa, appecundria ha scritto: Tralasciando le acrobazie dialettiche, la sostanza è che un governo americano che taglia Harvard è come Rocco Siffredi che si evira. I cinesi staranno accendendo ceri a San Confucio per ringraziare del terno al lotto che è arrivato loro. Poi... contento lui... Esatto, gli USA, si stanno tagliando i cojones da soli, senza rendersene nemmeno conto, da tanto che sono impegnati a leccare il culus a Trump. Vuoi che la Cina non ne approfitterà?
iBan69 Inviato 15 Aprile Inviato 15 Aprile Obama si schiera con Harvard contro Trump: «Ha dato l'esempio, c'è un tentativo di soffocare la libertà» https://www.corriere.it/esteri/25_aprile_15/obama-harvard-contro-trump-esempio-tentativo-soffocare-liberta-fdd6de7f-c266-4c71-8e3f-cf84b86daxlk.shtml
briandinazareth Inviato 15 Aprile Inviato 15 Aprile 55 minuti fa, appecundria ha scritto: Tralasciando le acrobazie dialettiche, la sostanza è che un governo americano che taglia Harvard è come Rocco Siffredi che si evira. I cinesi staranno accendendo ceri a San Confucio per ringraziare del terno al lotto che è arrivato loro. Poi... contento lui... pure gli inglesi e gli europei in genere... ad esempio già oggi cambridge si sostiene grazie al grande numero di studenti stranieri.
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