JureAR Inviato 17 Aprile Inviato 17 Aprile 28 minuti fa, appecundria ha scritto: Ma 'sti poveretti, uno Adolfo, un altro Benito, quell'altro Galeazzo... immaginiamo come li hanno combinati per tutta la vita, è normale che sono rimasti danneggiati. Nomen omen
maurodg65 Inviato 17 Aprile Inviato 17 Aprile 1 minuto fa, extermination ha scritto: Già emerge che questa era una gran balla!!! Nel 2021 erano 145 miliardi oggi siamo nel 2025, ma se a te Che i contributi INPS non coprano le pensioni per un centinaio di miliardi e complessivamente l’Ente abbia bisogno di oltre 150 miliardi, poi cercherò un dato più attuale, fai un po’ tu. Se poi un rapporto lavoratori pensionato 1,4:1,0 con il calo demografico ti lascia tranquillo bene, allora problemi per te non i sono, dormi sereno.
extermination Inviato 17 Aprile Inviato 17 Aprile @maurodg65 RIPETO : a quanto ammonterebbe : - la spesa pensionistica anno 2024 ( va bene anche il 2023 - - quanto al netto delle imposte ? -quanto coperta da entrate contributive? -quanto dalla fiscalità? tks
audio2 Inviato 17 Aprile Inviato 17 Aprile nel 2024 credo che tra tutte le pensioni di tutti i tipi stiamo poco sopra i 300 miliardi cioè circa il 15% del pil, non so quanto viene dalla fiscalità generale. però mi pare evidente che con questi numeri non si va da nessuna parte, perchè in teoria puoi anche avere altri servizi gratuiti e garantiti sulla carta, ma che in realtà restano nominali e non funzionanti. 1
maurodg65 Inviato 17 Aprile Inviato 17 Aprile https://www.liberioltreleillusioni.it/articoli/articolo/spesa-pubblica-focus-pensioni Questi risultati fanno parte di un trend ormai ventennale di esborsi allarmanti e non sostenibili delle finanze pubbliche, sottolineato nettamente dagli ultimi rapporti del MEF. Secondo il Ministero dell'Economia e delle Finanze infatti, dal 2030 il rapporto tra spesa pensionistica e PIL riprende ad aumentare dopo la leggera flessione legata alla chiusura del sistema di Quota 100, fino a tornare al picco del 17% nel 2042. Tale dinamica è essenzialmente dovuta all’incremento del rapporto fra numero di pensioni e numero di occupati indotto dalla transizione demografica. La precedente riforma Fornero riesce solo parzialmente a compensare questo incremento di spesa tramite l’innalzamento dei requisiti minimi di accesso al pensionamento e la sempre più estensiva applicazione del sistema di calcolo contributivo. Solo nel periodo successivo al 2045, secondo le previsioni, la spesa pensionistica torna a scendere e si assesta a livelli del 14% nel 2070. La rapida riduzione del rapporto è determinata sia dall’applicazione generalizzata del calcolo contributivo che dalla stabilizzazione, e successiva inversione di tendenza, del rapporto fra numero di pensioni e numero di occupati. Questo andamento, risultato della progressiva uscita dei “baby boomer” e degli effetti dell’adeguamento automatico in funzione della speranza di vita, si basa sul mantenimento della presente natalità. Il sistema pensionistico nel lungo periodo raggiunge stabilità solo se la crescita demografica non collassa, solo se il trend di natalità italiano mantiene questo andamento oppure, nel migliore dei casi, incrementa le nascite. Nel caso in cui questo non accadesse la struttura della previdenza non risulterebbe, nemmeno nel futuro, sostenibile e saranno necessari altri e più stringenti provvedimenti per renderla inter-generazionalmente equa.
extermination Inviato 17 Aprile Inviato 17 Aprile @maurodg65 ultimo appello ..poi mi arrendo!!a quanto ammonterebbe : - la spesa pensionistica anno 2024 ( va bene anche il 2023 - se possibile specificando quanto per previdenza e quanto per assistenza - quanto al netto delle imposte ? -quanto coperta da entrate contributive? -quanto dalla fiscalità? tks ps) non mi interessano stime di alcun genere sul lungo termine
maurodg65 Inviato 17 Aprile Inviato 17 Aprile Questo è completo, sono 22 pagine quindi si può leggere serenamente: https://www.camera.it/application/xmanager/projects/leg19/attachments/upload_file_doc_acquisiti/pdfs/000/009/996/Memoria-Audizione-Bicamerale-Enti-Gestori-2024-10-17-def.pdf L’incremento della spesa è confermato anche dai dati contenuti nel Rendiconto generale 2023 dell’INPS. Nel 2023 il risultato di esercizio è stato positivo, pari a 2 milioni di euro, e il totale delle entrate accertate dall’Istituto è stato pari a 536 miliardi di euro, di cui 269 costituiti da entrate contributive (+5,1% rispetto al 2022) e quasi 165 da trasferimenti correnti dalla fiscalità generale (+3,3% rispetto al 2022). L’aumento delle entrate contributive, pari a 13 miliardi, è in gran parte ascrivibile all’andamento del quadro macroeconomico, con un incremento della massa retributiva pari al 4,5% per l’intera economia quale effetto congiunto dell’andamento occupazionale alle dipendenze e dello sviluppo delle retribuzioni individuali. Nell’ultimo quinquennio, i trasferimenti correnti sono cresciuti del 44% passando dai 114 miliardi di euro nel 2019 ai quasi 165 del 2023. Tali trasferimenti garantiscono il finanziamento della Gestione Interventi Assistenziali (GIAS), che provvede a sostenere gli oneri di altre prestazioni di natura previdenziale e assistenziale, alcune delle quali rivolte alla universalità dei cittadini, nonché l’equilibrio finanziario delle altre Gestioni previdenziali. Sono anche a carico della GIAS gli oneri per le agevolazioni e decontribuzioni, nonché per i pensionamenti anticipati. Le uscite complessive sono state pari a 524 miliardi di euro, di cui 398 miliardi destinati alle prestazioni istituzionali (+4,6% rispetto al 2022). Il maggior onere è legato all’incremento della spesa per pensioni che ammonta complessivamente a 304 miliardi di euro, in crescita per le ragioni sopra esposte del 7,4%.
extermination Inviato 17 Aprile Inviato 17 Aprile 6 minuti fa, maurodg65 ha scritto: Spesa pensioni sfiora 270 miliardi Al lordo delle imposte! Al netto delle imposte ( partita di giro) la fiscalità raccolta dagli “altri”.. varrà sui 20 miliardi! Ad ogni modo molto diversa da come rappresentata qualche post fa!
Martin Inviato 17 Aprile Inviato 17 Aprile Tel chi le pensiùn... Ho fatto analizzare il grafico a ciàt-gipittì la quale osserva che la spesa sanità+LTC serve in buona parte a mantener in vita i percettori di pensione, quindi volendo risparmiare suggerisce cose che solo la fredda e anaffettiva mente di una macchina può suggerire... 1
audio2 Inviato 17 Aprile Inviato 17 Aprile è solo realismo, con questa demografia e questo andamento economico sono conti che non stanno in piedi. quindi se vuoi pagare le pensioni che in banca si vede se arrivano o meno, poi la sanità in pratica non copre più quello che dovrebbe. i pensionati votano tutti, mentre se sei senza sanità solo se la rogna capita proprio a te.
extermination Inviato 17 Aprile Inviato 17 Aprile 7 minuti fa, Martin ha scritto: suggerisce cose che solo la fredda e anaffettiva mente di una macchina può suggerire. La popolazione ultrasessantacinquenne ammonta a 14 milioni 177mila individui al 1° gennaio 2023, e costituisce il 24,1 per cento della popolazione totale. questi quanti dureranno!?
maurodg65 Inviato 17 Aprile Inviato 17 Aprile @extermination poco sopra ho postato i dati corretti e le analisi dell’inps
extermination Inviato 17 Aprile Inviato 17 Aprile Vabbè va. Preparo le valigie che domattina ho una levataccia che mi tocca star su dal letto alle 7:00
maurodg65 Inviato 17 Aprile Inviato 17 Aprile Adesso, extermination ha scritto: una levataccia che mi tocca star su dal letto alle 7:00 Una levataccia alle 07:00? 😁
extermination Inviato 17 Aprile Inviato 17 Aprile 12 minuti fa, audio2 ha scritto: solo realismo, con questa demografia e questo andamento economico sono conti che non stanno in piedi. I catastrofismi su pensioni e sanità ricorrono da decine di anni
Martin Inviato 17 Aprile Inviato 17 Aprile L'esame del fuso demografico italiano evidenzia la presenza di ben due recessi netti oltre a quello "fisiologico" del baby-boom. Il primo nasce circa 40 anni fa, in pieno edonismo anni '80, il secondo è probabilmente ancora in corso ed è in un certo senso "figlio" del primo in quanto riflesso della diminuzione della fascia di adulti in età fertile. La situazione è chiarissima: Recesso demografico pieno. In queste situazioni non c'è provvedimento che possa porre rimedio prima di 50 anni, e dovrebbe cmq essere un provvedimento significativo per intensità e di pressoché perfetta attuazione => è impossibile. L'ipotesi di rimediare tramite importazione di fasce di popolazione di età opportuna è anch'essa di difficilissima attuazione, e saremmo cmq in tremendo ritardo. 1
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