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Referendum 2025. Una grande possibilità al dunque


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Inviato

Aggiungo: più che fossilizzarsi su la tutela del posto di lavoro ad ogni costo, cosa improponibile, sarebbe opportuno concentrarsi su tutta una serie di categorie che hanno CCNL folli, con paghe base ridicole e condizioni di lavoro demenziali.

Anche la completa abolizione di determinate cooperative, che tradendo completamente l'idea originale di cooperativa, sono diventate un sistema di sfruttamente legalizzato.

 

  • Melius 1
maurodg65
Inviato
1 minuto fa, senek65 ha scritto:

Aggiungo: più che fossilizzarsi su la tutela del posto di lavoro ad ogni costo, cosa improponibile, sarebbe opportuno concentrarsi su tutta una serie di categorie che hanno CCNL folli, con paghe base ridicole e condizioni di lavoro demenziali.

Anche la completa abolizione di determinate cooperative, che tradendo completamente l'idea originale di cooperativa, sono diventate un sistema di sfruttamente legalizzato.

Questo te lo quoto tutto.

P.S. La questione cooperativa come la racconti è un problema di decenni fa.

Inviato
5 minuti fa, maurodg65 ha scritto:

u con la tua azienda, se non facessi utili, saresti costretto a ridurre drasticamente i costi, anche licenziare come eventualità, oppure chiudere i battenti, mi sbaglio? 

E' un'ovvietà, come giustamente dici.

D'altra parte non è nemmeno ammissibile che un'azienda, sia piccola ma sopratutto media o grande, abbia come unico faro, il moltiplicare l'utile a tutti i costi.

Perché abbiamo esempi lampanti di come esistano azienda con ottimi bilanci e ottimi utili che comunque delocalizzano .

Come sempre la realtà è complessa e necessiterebbe di equilibrio e non di slogan: da una parte e dall'altra.

4 minuti fa, maurodg65 ha scritto:

La questione cooperativa come la racconti è un problema di decenni fa.

Esistono tutt'ora

Inviato

Per finire: è assolutamente necessario il rispetto e la conservazione della dignità del lavoratore, ma è altresì necessario il rispetto verso il capitale di rischio e la sua remunerazione.

Mò vado a lavurà!:classic_biggrin:

Inviato

La Russa sui referendum: «Farò propaganda perché la gente resti a casa».
Il Pd: «Atteggiamento eversivo»

La dichiarazione del presidente del Senato a una iniziativa di Fratelli d'Italia a Firenze.

 

È inaccettabile che la seconda carica dello Stato faccia certe dichiarazioni. 

extermination
Inviato

I licenziamenti di natura economica nel 2023 raggiungono quota 523.656 con un calo del 6,86% sul 2022. Lo rileva l’Inps nell’Osservatorio sul precariato secondo il quale si riducono anche le dimissioni. Le cessazioni di contratto per scelta del lavoratore rimangono sopra i due milioni, sono state, infatti, 2.138.104 con un calo dell’1,95% sul 2022.

- licenziamenti di natura economica, vale a dire licenziamenti per giustificato motivo oggettivo (licenziamenti individuali motivati da esigenze di riorganizzazione aziendale, crisi, o altre ragioni che rendono impossibile la prosecuzione del rapporto di lavoro.

extermination
Inviato

Le procedure concorsuali fallimentari hanno ripreso a crescere: dai 7.848 casi del 2023 ai 9.194 del 2024. Quasi triplicati i fallimenti nelle PMI dal 2022, sotto stress le aziende con meno di 5 anni di vita.

Inviato
34 minuti fa, senek65 ha scritto:

Mò vado a lavurà

Bravo che è già tardi

  • Haha 1
extermination
Inviato

Fonte Cribis: Nel corso del 2024 sono circa 336.291 le imprese italiane che hanno cessato la loro attività (+7,1% rispetto al 2023 per una media di circa 921,3 realtà al giorno).

Gaetanoalberto
Inviato
56 minuti fa, maurodg65 ha scritto:

nessuno può impedire ad un’azienda di chiudere e spostare la produzione altrove,

Ai tempi sono perfino state incentivate a farlo con apposite agevolazioni a favore della "internazionalizzazione"

58 minuti fa, maurodg65 ha scritto:

le aziende non nascono per fare welfare

E non lo fanno, o meglio, quelle che lo fanno e che curano il benessere dei dipendenti (ce ne sono) sono le meglio posizionate anche in tema di produttività.

1 ora fa, maurodg65 ha scritto:

economista sottolinea essere il problema delle aziende italiane, la produttività.

Certo, che é un elemento distinto dal costo del lavoro, richiedendo capacità d'impresa ed investimenti.

Alle volte sembra che la miriade di incentivi e finanziamenti percepiti mantengano alti solo i compensi del management e i profitti della proprietà, e non si traducano in miglioramenti della produttività.

Detto questo, mi tiri dentro una polemica verso le imprese che non nutro affatto, e poi le norme su cui incideranno i quesiti non hanno a che fare né con minore produttività né con un aumento del costo del lavoro.

Ma stai tranquillo, non passeranno.

La mia è una provocazione per sostenere che chi dice di voler tutelare il lavoro e le classi più deboli e che questo è oggi appannaggio della destra non andrà a votare.

E la destra attualmente al governo, non ha la politica globale di riforma cui fai cenno e di cui si potrebbe discutere, eventualmente anche dopo una bacata al referendum.

Non si può sostenere un'economia solo comprimendo i redditi, riducendo le garanzie o facendo ricorso smodato al lavoro a termine, lasciando intoccate le pensioni ed anzi aumentando la rosa dei beneficiari o gli importi, e scaricando sullo Stato le gestioni  fallimentari.

maurodg65
Inviato
59 minuti fa, senek65 ha scritto:

Esistono tutt'ora

Certo, mi sono spiegato male io, intendevo che e un problema nato allora ed ancora attuale.

Gaetanoalberto
Inviato
1 ora fa, maurodg65 ha scritto:

che fare impresa non è come pensano quelli che nella vita hanno fatto solo i dipendenti

Dovessi per caso riferirti a me, ho avuto un'agenzia di assicurazioni e ho fatto l'avvocato 😀

Ho proprio il massimo rispetto di chiunque lavori, a qualunque titolo.

Peró un'anomalia italiana studiata nel mondo é la sopravvivenza della micro imprenditorialità.

Questa spesso nasconde inefficienza, che non è sempre dovuta, come sembra leggersi da alcuni tuoi interventi, al fatto che i lavoratori non producono.

Esiste una selva di norme su cui intervenire (permessi, 104, permessi studio etc), in particolare nel pubblico.

Posso garantirti che tutti, questo governo compreso, non potendo permettersi un aumento dei redditi, si limitano ad aumentare i benefici di altro tipo.

Ripeto: quando cominceremo ad occuparcene ?

Io sono seduto sulla riva del fiume, passerà il referendum come passó la riforma costituzionale. Presumibilmente si trasformerà in un autogol che farà da sponda a maggiore flessibilità. Sento già i commenti.

Il debito crescerà, lo Stato impugnerà qualche altra legge regionale sul fine vita e reintrodurrà l'obbligo del precetto pasquale, e saremo tutti felici e contenti, perché di ben altro ci si deve occupare.

extermination
Inviato

Come noto, le aziende entrano in crisi, chiudono, falliscono per molteplici ragioni; in tutto questo, il “capitale umano” gioca un ruolo fondamentale, ragion per cui, è fondamentale una buona gestione e sviluppo delle risorse umane ( a tutti i livelli) in un contesto in cui, di norma, il rapporto di forza è a favore dell’imprenditore che ci mette il capitale e che si assume i rischi.

maurodg65
Inviato
Adesso, Gaetanoalberto ha scritto:

Dovessi per caso riferirti a me, ho avuto un'agenzia di assicurazioni e ho fatto l'avvocato 😀

No, non mi riferivo specificamente a te, il mio era un discorso generale per tutti, quindi se vuoi interpretalo come anche per te come per tutti, così la visione sui problemi ed i vantaggi sarebbe più completa.

Se tu hai potuto provarlo direi che sei nella condizione migliore per giudicare le due diverse realtà.

3 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto:

Questa spesso nasconde inefficienza, che non è sempre dovuta, come sembra leggersi da alcuni tuoi interventi, al fatto che i lavoratori non producono.

Hai capito male o mi sono spiegato male, fai tu, perché la produttivà non indica sempre una responsabilità dei lavoratori, spesso è dovuta ad altro che non tocca l’impegno dei lavoratori, ma a causa di essa i lavoratori pagano spesso lo scotto ed alla fine la sostanza non cambia.

6 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto:

Posso garantirti che tutti, questo governo compreso, non potendo permettersi un aumento dei redditi, si limitano ad aumentare i benefici di altro tipo.

Il problema e che per poterti permettere un aumento dei redditi senza zavorrare le imprese dovresti agire sulla riduzione del cuneo fiscale, se ricordo bene qualcosina è stato fatto, ma è ovvio e scontato che la situazione dei conti pubblici non permette certo minori entrate fiscali a meno di tagli draconiani del welfare o di impennate del PIL sopra i dati attuali che però non nascono dal nulla.

29 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto:

Certo, che é un elemento distinto dal costo del lavoro, richiedendo capacità d'impresa ed investimenti.

Appunto, come sopra ho già scritto non era per indicare una mancanza dei lavoratori ma una conseguenza del tessuto manifatturiero nazionale composta da piccole e medie imprese non strutturare e spesso male capitalizzate.

 

Inviato
17 minuti fa, extermination ha scritto:

Come noto, le aziende entrano in crisi, chiudono, falliscono per molteplici ragioni; in tutto questo, il “capitale umano” gioca un ruolo fondamentale, ragion per cui, è fondamentale una buona gestione e sviluppo delle risorse umane ( a tutti i livelli) in un contesto in cui, di norma, il rapporto di forza è a favore dell’imprenditore che ci mette il capitale e che si assume i rischi.

Le aziende son fatte di persone. Puoi investire tutto quello che vuoi in macchinari, tecnologie e quant'altro, ma se non hai le persone giuste non vai da nessuna parte: almeno fino a quando non esisteranno aziende a "guida autonoma".

E sempre riferito agli utili: se è vero che un'azienda non sopravvive senza un congruo margine, è altrettanto vero che può non sopravvivere anche nel caso il margine venga generato in modo, per così dire, artificioso o "creativo" e sopratutto dove questo margine viene impiegato.

Gaetanoalberto
Inviato
22 minuti fa, maurodg65 ha scritto:

No, non mi riferivo specificamente a te, il mio era un discorso generale per tutti, quindi se vuoi interpretalo come anche per te come per tutti, così la visione sui problemi ed i vantaggi sarebbe più completa.

Se tu hai potuto provarlo direi che sei nella condizione migliore per giudicare le due diverse realtà.

Hai capito male o mi sono spiegato male, fai tu, perché la produttivà non indica sempre una responsabilità dei lavoratori, spesso è dovuta ad altro che non tocca l’impegno dei lavoratori, ma a causa di essa i lavoratori pagano spesso lo scotto ed alla fine la sostanza non cambia.

Il problema e che per poterti permettere un aumento dei redditi senza zavorrare le imprese dovresti agire sulla riduzione del cuneo fiscale, se ricordo bene qualcosina è stato fatto, ma è ovvio e scontato che la situazione dei conti pubblici non permette certo minori entrate fiscali a meno di tagli draconiani del welfare o di impennate del PIL sopra i dati attuali che però non nascono dal nulla.

Appunto, come sopra ho già scritto non era per indicare una mancanza dei lavoratori ma una conseguenza del tessuto manifatturiero nazionale composta da piccole e medie imprese non strutturare e spesso male capitalizzate.

Ecco, mi fa piacere.

Per essere proprio franco: sono per il NO riguardo al ripristino del reintegro e l'abolizione del contratto a tutele crescenti. Sicuramente per il SI sul quesito dell'estensione della responsabilità per gli incidenti all'appaltante. Mi pare ragionevole chiedere la motivazione nel contratto a termine, per evitare una rotazione di lavoratori a 12 mesi che aggira  la stabilizzazione (devo approfondire perché ultimamente sono meno aggiornato). Mi pare ragionevole equiparare le indennità tra grande e piccola impresa: lascerei al giudice di determinarla. 
In ogni caso, quale che sia la posizione, andrei a votare: un atto di civiltà ed un segnale dell'importanza dei temi.

La produttività da incrementare è quella del sistema paese.

Si procede per passi impercettibili e spesso contraddittori, e non c'è chiarezza nella comunicazione verso gli elettori.

Inviato
58 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto:

Certo, che é un elemento distinto dal costo del lavoro, richiedendo capacità d'impresa ed investimenti.

Secondo me il "costo del lavoro" non è il problema delle aziende italiane. Sono parole che ho fatto mie da quando le ho sentite pronunciare da Sergio Marchionne che, in pubblico disse, "il costo del lavoro è l'ultimo dei problemi".

Il problema più grande da risolvere è l'evoluzione del lavoro: voler "pretendere" di lavorare come si faceva negli anni 60, 70 o 80, ma anche 90.

A maggior ragione per le piccole e piccolissime imprese, che sono la stragrande maggioranza. Che hanno il vantaggio di poter fare diventare "centrale" il lavoratore, specializzandolo e facendolo diventare bravo a produrre a Y x 3 euro l'ora, dove Y è il valore di riferimento dei primi anni del secolo. È anche chiaro che è più facile dire che "il costo del lavoro è il problema", perché per fare quello che dico io mette in gioco tutto il sistema, a partire dalla scuola. Ma l'imprenditore lungimirante integra quanto non viene offerto dalla formazione di base, con programmi dedicati che danno gli stessi risultati, forse migliori e soprattutto fanno sentire il lavoratore integrato al massimo nel meccanismo produttivo. 

Oggi, anzi ieri, c'è la più grande opportunità data dalla possibilità di vedere "nuove" modalità di "produzione". Gli imprenditori che ci vedono meglio hanno già introdotto modalità di lavoro supportate dalla tecnologia, oggi si chiama AI e, contemporaneamente, industria (o agricoltura X.0), specializzando i propri addetti all'apprendimento ed all'uso di quanto disponibile. Chi rimane indietro dirà che il costo del lavoro è alto e, contemporaneamente, che non trova lavoratori.

Per i referendum, io andrò a votare e saranno tutti si, a parte Jobs Act sul quale devo riflettere. Le aziende, anche prima del Jobs Act hanno sempre avuto la possibilità di licenziare il lavoratore (che è una cosa drammatica), quindi di fatto, è inutile. Credo che, alla fine voterò si, per spazzare per sempre il ricordo di Renzi, l'uomo che ha danneggiato per (quasi) sempre la sinistra italiana

Ciao

D.

  • Melius 1
extermination
Inviato
32 minuti fa, maurodg65 ha scritto:

produttivà non indica sempre una responsabilità dei lavoratori,

 

 

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