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La libertà di opinione


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Inviato

@wow

hai già deciso, leggi stralci di altri e non il pensiero e le opere di uno che lavorava fianco a fianco con Carli e Ciampi ai tempi degli accordi, continui a ridicolizzare cose serie, gli hai pure dato del populista, non ha alcun senso dialogare cosi, non c'è interesse e otretutto non me ne frega un tubo di partecipare a questo modo.

italexit ultima spiaggia è un termine usato anche da Stigliz.

non è un caso che esistessero un piano A e uno B.

se vuoi leggere parti dal piano A.

se non te ne frega un tubo amen, non cambia nulla.

 

Inviato
36 minuti fa, nullo ha scritto:

se vuoi leggere parti dal piano A.

Conosco il piano A, ma stiamo parlando del B. 

Conosci la storia di quello che si tagliò i gioielli per fare dispetto alla moglie.

Minacciare l'uscita dall'euro, farneticando di intese internazionali, non si sa con chi, per consentire la monetizzazione del debito sovrano a uno Stato che pochi anni prima era sull'orlo del default e che sarebbe rimasto stroncato da ciò che è successo dopo, è una cosa ridicola che svaluta quanto di plausibile c'è nel piano A (che poi è in parte la strategia Draghi del whatever it takes e del quantitative easing). Non è detto che un grande economista, in quanto tale, affermi sempre cose, non dico intelligenti, ma realistiche, anche se lavorava con Carli.
Ma non lo dico io che sono uno qualsiasi che scrive su un forum, lo dicono i fatti che sono avvenuti dopo.

extermination
Inviato
56 minuti fa, nullo ha scritto:

devi leggere qualcosa al riguardo

Vedi che il piano B non era una minaccia!!

Inviato

@extermination

no dai, non è possibile, anche tu no.

piano A in sintesi visto che leggere proprio non interessa.

a parte che tutto è partito per dimostrare l'ovvio e direi che è stato dimostrato ampiamente.

ecco cosa volevano alcune persone sensate, almeno qui hai una traccia:

 

https://share.google/rEzllkMTnRI3Kad9f

 

extermination
Inviato

@nullo

“Ho condiviso e accettato tutte le proposte per i ministri, tranne quella del ministro dell'Economia. La designazione del ministro dell'Economia costituisce sempre un messaggio immediato, di fiducia o di allarme, per gli operatori economici e finanziari. Ho chiesto, per quel ministero, l'indicazione di un autorevole esponente politico della maggioranza, coerente con l'accordo di programma. Un esponente che al di là della stima e della considerazione per la persona non sia visto come sostenitore di una linea, più volte manifestata, che potrebbe provocare, probabilmente, o, addirittura, inevitabilmente, la fuoruscita dell'Italia dall'euro”

Inviato
2 minuti fa, extermination ha scritto:

@nullo

“Ho condiviso e accettato tutte le proposte per i ministri, tranne quella del ministro dell'Economia. La designazione del ministro dell'Economia costituisce sempre un messaggio immediato, di fiducia o di allarme, per gli operatori economici e finanziari. Ho chiesto, per quel ministero, l'indicazione di un autorevole esponente politico della maggioranza, coerente con l'accordo di programma. Un esponente che al di là della stima e della considerazione per la persona non sia visto come sostenitore di una linea, più volte manifestata, che potrebbe provocare, probabilmente, o, addirittura, inevitabilmente, la fuoruscita dell'Italia dall'euro”

non citarmi quello che so.

hai letto quella traccia? sai qualenposto abbia preso poi?

extermination
Inviato

Nel 2019, Paolo Savona ha ricoperto l'incarico di Ministro per gli Affari Europei nel governo Conte I fino all'8 marzo, quando ha rassegnato le dimissioni. Successivamente, è stato nominato Presidente della consob - organismo di vigilanza- Nella nostra azienda nell ODV ci mettono i vecchi dirigenti ad un passo dalla pensione affinché non disturbino 

Inviato

 

 

Perché il professor Paolo Savona è inadatto a fare il ministro

 scritto da Beniamino Piccone il 01 Giugno 2018

Draghi e gnomi

Finalmente il governo ha trovato la quadra, spostando Paolo Savona dall’Economia alle Politiche UE. L’insistenza con cui il professore ha preteso di essere nella compagine governativa lascia un po’ perplessi, soprattutto perché l’attività ministeriale è veramente dura. Sono necessarie tante energie in sovrappiù.

 

L’altro giorno un lettore pro-Savona ha fatto arrivare al “Corriere della Sera” una lettera di sostegno dove vi era anche il pensiero del prof, che definiva il proprio silenzio “sdegnoso”. Io ho sempre usato il termine “sdegnato”, per cui sono andato subito a documentarmi sul sito Treccani dove si legge che “sdegnoso” significa altezzoso, superbo, arrogante, sprezzante. Chi più di Savona poteva descrivere se stesso così bene? Savona prosegue nella mail così: “Mattarella non ha capito che ormai il popolo si è ribellato e deve dare una risposta…”.

 

Nella vita, per incarichi ministeriali non conta solo la competenza, deve pesare anche il carattere e l’atteggiamento verso gli altri. Chi si sente Dio in terra e cerca la fedeltà negli allievi (vedi episodi raccontati sotto) e non la competenza, non merita di ricoprire la carica di ministro.

 

Ribadiamo il nostro pensiero. Il professor Paolo Savona non è adatto a fare il ministro. Peraltro ha ragione l’economista Thomas Manfredi, che la mette a suo modo sul piano dell’ironia pungente: “Metterlo ai rapporti con l’Europa è come mandare Dracula a dirigere l’Avis”.

 

Paolo Savona, una carriera in Banca d’Italia con Guido Carli, è stato sempre un uomo dell’establishment (ma i grillini non ce l’avevano con l’establishment, considerato una casta assurda, con pensioni d’oro come quella di Savona?). Da anni è passato a contestare questa Europa, a criticare con verve i tedeschi, a considerare fallito l’esperimento dell’Euro. Nel momento in cui il nuovo governo – guidato da un emerito sconosciuto – dovrebbe conquistare la fiducia delle cancellerie mondiali e dei mercati finanziari, nominare un personaggio così controverso, e con ben 82 primavere, è un rischio che non possiamo correre.

 

La credibilità è tutto. E purtroppo per lui, a Savona la credibilità fa difetto. Come può essere credibile Savona, che sulle colonne del Sole 24 Ore, anni fa, auspicava un euro forte e ora vuole far parte di una compagine governativa che considera l’euro causa di tutti i nostri mali? Figuriamoci se l’euro, rafforzandosi, danneggia le nostre esportazioni! In un intervento a Cernobbio il 6 settembre 1996 (pre-euro) Savona disse che “le sorti dell’euro resteranno incerte sino all’ultimo momento: una bufera monetaria voluta da gruppi di potere ostili all’integrazione monetaria sarebbe infatti un grado di far naufragare il progetto anche il giorno prima della scadenza prevista”. Non è che stava parlando del suo progetto futuro di smantellare la moneta unica?

 

L’insigne giurista Arturo Carlo Jemolo scrisse: “Sono stati amati da Dio quelli che hanno chiuso gli occhi in tempo per non vedere l’Italia del 1978” (rapimento e omicidio di Aldo Moro, ndr)”. Lo stesso si potrebbe dire di Carlo Azeglio Ciampi, scomparso nel settembre 2016, che ha la fortuna di non assistere a questo pericolosissimo gioco da Paese dei Balocchi.

 

Ciampi scrisse più volte sul ruolo cruciale giocato dalla credibilità. In un passaggio di “Da Livorno al Quirinale” si legge: “La mia gestione dei rapporti con l’estero fu caratterizzata da una grande spinta europeista. Questo dipese molto dalla autorevolezza della Banca d’Italia e dalla stima che riscossi, in Europa e in seno alle istituzioni finanziarie mondiali. Non voglio lodarmi da solo ma l’efficacia della mia azione fu dovuta alla considerazione che riuscii a guadagnarmi e in cui ero tenuto nell’ambiente finanziario per eccellenza, quale la Banca dei Regolamenti Internazionali” (p. 134).

 

Come poteva Ciampi, laureato in lettere con una tesi su Favorino d’Arelate, amante di Goethe, non avere un rapporto d’oro con i tedeschi, che non a caso lo insignirono nel 2005 del premio Carlo Magno per “l’eccezionale contributo” dato alla causa europea nel corso della sua vita? Bastò l’accorato e commovente discorso di Ciampi la sera del 24 novembre 1996 per consentire il rientro della lira nel Sistema monetario europeo a 990 lire per un marco (la lira allora veniva trattata a 900 lire per un marco e Ciampi volle favorire l’export italiano, strappando 990, da qui la parità di 1936,27 lire per un euro): “Ciampi gave the performance of his life”, scrisse il Financial Times

 

Sempre Ciampi: “Io ho sempre goduto di un’alta credibilità in sede europea, in particolare in Germania, e nel mondo. Basti ricordare i miei colloqui da Presidente del Consiglio con il presidente Von Weizsaecker e con il cancelliere Kohl; poi i miei incontri con i colleghi ministri economici, il tedesco Waigel, l’olandese Zalm e con Tietmayer della Bundesbank. Mi ricordo ancora che Tietmeyer fu l’ultimo a cedere e dare luce verde all’Italia; diceva: “Io do luce verde se tu mi assicuri che per dieci anni rimani al Tesoro” (p. 162). Evidentemente l’esponente della Bundesbank temeva che dopo Ciampi sarebbero potuti arrivare ministri ben diversi dallo spessore dello statista livornese.

 

Savona dopo le dichiarazioni degli ultimi quattro anni contro questa Europa, è percepito – giusto o sbagliato che sia – dai mercati come una minaccia per la stabilità finanziaria dell’Italia. Se non si fa da parte lui, se Mattarella desse il via libera a Savona, ci penseranno i mercati a fuggire, a “votare con i piedi” (Albert Hirschman, cit.), a vendere le attività emesse dalla Repubblica italiana, con al seguito le emissioni corporate, come è giusto che sia. Se hai debiti, se vuoi indebitarti à gogo, devi sempre trovare qualcuno che i soldi te li presti. Se i creditori vengono considerati dei baluba con l’anello al naso e la sveglia al collo, Di Maio e Salvini ne vedranno delle belle. E noi, purtroppo, assisteremo allo scempio dei nostri risparmi.

 

Inviato
4 minuti fa, extermination ha scritto:

Nel 2019, Paolo Savona ha ricoperto l'incarico di Ministro per gli Affari Europei nel governo Conte I fino all'8 marzo, quando ha rassegnato le dimissioni. Successivamente, è stato nominato Presidente della consob

appunto ministro per gli affari europei.

quando ha consegnato il piano A?

cosa c'è di sbagliato nel piano A?

quali sono le derive politiche preciste cui abbiamo assitito?

quali sono gli attuali limiti della zona eruo?

 

briandinazareth
Inviato
2 ore fa, nullo ha scritto:

racconta dove starebbe la differenza fra le analisi e le conclusioni critiche di Stigliz e Savona


basta leggere prima di scrivere, é tutto pubblico.

 Impossibile discutere senza le informazioni di base e non é che ti si possa sempre fare il riassunto delle puntate precedenti :)

 

ma piacciono i guitti, perché danno soluzioni semplici a problemi complessi, cosa importa se non sono vere soluzioni?

 Vale per italexit, brexit, i dazi di trump e tutte le fesserie sloganistiche che tanto piacciono ad una certa categoria di quelli che non votano che però, casualmente, finiscono sempre sulla scia di personaggi di un certo tipo ;)

  • Melius 1
extermination
Inviato

@nullo Concepito nel 2015 se non erro!!!

Inviato
1 minuto fa, extermination ha scritto:

@nullo Concepito nel 2015 se non erro!!!

no, ben prima.

perché i limiti erano ben chiari fin da subito.

extermination
Inviato

 

@nulloDal Foglio - di allora. Opinions!!

Paolo Savona, messo nel cassetto per ora il piano B di uscita dall’euro, propone un “piano A” per “guarire i mali dell’Europa”; in realtà per finanziare le non promesse scoperte del governo gialloverde. Il primo, disvelato alla Verità, è puro come l’uovo di Colombo: utilizzare il surplus dell’export italiano, 50 miliardi, il 2,7 del pil, per attivare investimenti di pari importo. “Se ne ricaverebbe una crescita di ricchezza il cui gettito fiscale coprirebbe la quota parte di spese correnti per flat tax, salario di cittadinanza e revisione della legge Fornero”. Insomma, secondo il ministro degli Affari europei, l’Europa dovrebbe contabilizzare l’incidenza sul pil di proventi privati (l’export) per consentire investimenti pubblici in deficit le cui ricadute finanzierebbero le promesse leghiste e grilline. Problemi? Nessuno: “Solo la cadenza temporale dell’operazione non la capacità di attuarla”. Savona non arriva a dire che gli incassi da export, privati appunto, andrebbero direttamente impiegati per investimenti statali utili non per se stessi ma per coprire gli impegni pentaleghisti. Se lo dicesse “sarebbe un esproprio” dice all’HuffPost Francesco Daveri, economista della Bocconi, per il quale l’idea “resta da economia socialista, dove le imprese sono tutte dello stato”. Daveri nota comunque che Savona utilizza voci non commisurabili, gli avanzi di parte corrente e i finanziamenti in conto capitale, da cui ricavare altre coperture di parte corrente. “Ma soprattutto” dice Daniel Gros, direttore del Centre for European Policy Studies “a quali soldi si riferisce Savona? Italiani o europei? Pubblici o privati?”.

Se l’idea è invece che l’Italia dovrebbe azzerare il surplus commerciale facendo deficit, ci troveremmo in una situazione davvero paradossale, come ha notato Michele Boldrin, economista alla Washington University di St. Louis. Per anni si è detto che la ricca e perfida Germania doveva spendere di più per ridurre il suo surplus commerciale e trainare la domanda italiana, ora si punta a fare il contrario: l’Italia dovrebbe trainare l’export tedesco, e a debito!

C’è poi anche un’altra proposta, nel piano A, e prevede che la Bce venga dotata del potere di agire sui cambi svalutando l’euro, nonché di fare da prestatore di ultima istanza. Strano che il ministro Savona non veda che quest’ultimo lavoro l’Eurotower lo ha fatto con il Quantitative easing, mentre ha già la possibilità, con il piano Omt, di acquistare titoli a breve di paesi che non riescano a piazzarli sul mercato (l’Omt non è mai stato attivato, anche se Savona lo confonde con il Qe). Ma se l’idea è di mettere sul tavolo una riforma della Bce e dell’Eurozona che implichi garanzie e trasferimenti incondizionati e permanenti verso l’Italia, è verosimile che la risposta dei partner sarà negativa. A quel punto che si fa? Si ritorna al piano B, di Italexit. Per mandare a gambe all’aria un paese ad alto debito come il nostro non c’è bisogno di un cigno nero, basta questo gioco dell’oca

Inviato
2 minuti fa, extermination ha scritto:

@nulloDal Foglio - di allora. Opinions!!

Paolo Savona, messo nel cassetto per ora il piano B di uscita dall’euro, propone un “piano A” per “guarire i mali dell’Europa”; in realtà per finanziare le non promesse scoperte del governo gialloverde. Il primo, disvelato alla Verità, è puro come l’uovo di Colombo: utilizzare il surplus dell’export italiano, 50 miliardi, il 2,7 del pil, per attivare investimenti di pari importo. “Se ne ricaverebbe una crescita di ricchezza il cui gettito fiscale coprirebbe la quota parte di spese correnti per flat tax, salario di cittadinanza e revisione della legge Fornero”. Insomma, secondo il ministro degli Affari europei, l’Europa dovrebbe contabilizzare l’incidenza sul pil di proventi privati (l’export) per consentire investimenti pubblici in deficit le cui ricadute finanzierebbero le promesse leghiste e grilline. Problemi? Nessuno: “Solo la cadenza temporale dell’operazione non la capacità di attuarla”. Savona non arriva a dire che gli incassi da export, privati appunto, andrebbero direttamente impiegati per investimenti statali utili non per se stessi ma per coprire gli impegni pentaleghisti. Se lo dicesse “sarebbe un esproprio” dice all’HuffPost Francesco Daveri, economista della Bocconi, per il quale l’idea “resta da economia socialista, dove le imprese sono tutte dello stato”. Daveri nota comunque che Savona utilizza voci non commisurabili, gli avanzi di parte corrente e i finanziamenti in conto capitale, da cui ricavare altre coperture di parte corrente. “Ma soprattutto” dice Daniel Gros, direttore del Centre for European Policy Studies “a quali soldi si riferisce Savona? Italiani o europei? Pubblici o privati?”.

Se l’idea è invece che l’Italia dovrebbe azzerare il surplus commerciale facendo deficit, ci troveremmo in una situazione davvero paradossale, come ha notato Michele Boldrin, economista alla Washington University di St. Louis. Per anni si è detto che la ricca e perfida Germania doveva spendere di più per ridurre il suo surplus commerciale e trainare la domanda italiana, ora si punta a fare il contrario: l’Italia dovrebbe trainare l’export tedesco, e a debito!

C’è poi anche un’altra proposta, nel piano A, e prevede che la Bce venga dotata del potere di agire sui cambi svalutando l’euro, nonché di fare da prestatore di ultima istanza. Strano che il ministro Savona non veda che quest’ultimo lavoro l’Eurotower lo ha fatto con il Quantitative easing, mentre ha già la possibilità, con il piano Omt, di acquistare titoli a breve di paesi che non riescano a piazzarli sul mercato (l’Omt non è mai stato attivato, anche se Savona lo confonde con il Qe). Ma se l’idea è di mettere sul tavolo una riforma della Bce e dell’Eurozona che implichi garanzie e trasferimenti incondizionati e permanenti verso l’Italia, è verosimile che la risposta dei partner sarà negativa. A quel punto che si fa? Si ritorna al piano B, di Italexit. Per mandare a gambe all’aria un paese ad alto debito come il nostro non c’è bisogno di un cigno nero, basta questo gioco dell’oca

ohi, sempre scritti di altri.

manipolati e manipolatori.

non poco peraltro.

extermination
Inviato
1 minuto fa, nullo ha scritto:

sempre scritti di altri.

Perdonami! Il tuo contributo quale sarebbe? Qualche copia incolla che rispecchia la tua opinione? Ma poi che competenze hai per esser preso sul serio?

  • Melius 1
Inviato

https://www.ilfoglio.it/politica/2018/07/18/news/il-piano-a-di-savona-e-il-piano-b-206175/

 

 

 

 

Il Piano A di Savona è il Piano B

Redazione 18 lug 2018

     

Perché tutte le strade per uscire dall’euro partono dal ministro per gli affari europei

 

 

L'Italexit non è un “cigno nero”, ma può diventare una profezia che si autoavvera

 

Perché è cruciale continuare a parlare di euro per contenere il “savonismo”

Paolo Savona, messo nel cassetto per ora il piano B di uscita dall’euro, propone un “piano A” per “guarire i mali dell’Europa”; in realtà per finanziare le non promesse scoperte del governo gialloverde. Il primo, disvelato alla Verità, è puro come l’uovo di Colombo: utilizzare il surplus dell’export italiano, 50 miliardi, il 2,7 del pil, per attivare investimenti di pari importo. “Se ne ricaverebbe una crescita di ricchezza il cui gettito fiscale coprirebbe la quota parte di spese correnti per flat tax, salario di cittadinanza e revisione della legge Fornero”. Insomma, secondo il ministro degli Affari europei, l’Europa dovrebbe contabilizzare l’incidenza sul pil di proventi privati (l’export) per consentire investimenti pubblici in deficit le cui ricadute finanzierebbero le promesse leghiste e grilline. Problemi? Nessuno: “Solo la cadenza temporale dell’operazione non la capacità di attuarla”. Savona non arriva a dire che gli incassi da export, privati appunto, andrebbero direttamente impiegati per investimenti statali utili non per se stessi ma per coprire gli impegni pentaleghisti. Se lo dicesse “sarebbe un esproprio” dice all’HuffPost Francesco Daveri, economista della Bocconi, per il quale l’idea “resta da economia socialista, dove le imprese sono tutte dello stato”. Daveri nota comunque che Savona utilizza voci non commisurabili, gli avanzi di parte corrente e i finanziamenti in conto capitale, da cui ricavare altre coperture di parte corrente. “Ma soprattutto” dice Daniel Gros, direttore del Centre for European Policy Studies “a quali soldi si riferisce Savona? Italiani o europei? Pubblici o privati?”.

 

 

 

Se l’idea è invece che l’Italia dovrebbe azzerare il surplus commerciale facendo deficit, ci troveremmo in una situazione davvero paradossale, come ha notato Michele Boldrin, economista alla Washington University di St. Louis. Per anni si è detto che la ricca e perfida Germania doveva spendere di più per ridurre il suo surplus commerciale e trainare la domanda italiana, ora si punta a fare il contrario: l’Italia dovrebbe trainare l’export tedesco, e a debito!

 

 

 

C’è poi anche un’altra proposta, nel piano A, e prevede che la Bce venga dotata del potere di agire sui cambi svalutando l’euro, nonché di fare da prestatore di ultima istanza. Strano che il ministro Savona non veda che quest’ultimo lavoro l’Eurotower lo ha fatto con il Quantitative easing, mentre ha già la possibilità, con il piano Omt, di acquistare titoli a breve di paesi che non riescano a piazzarli sul mercato (l’Omt non è mai stato attivato, anche se Savona lo confonde con il Qe). Ma se l’idea è di mettere sul tavolo una riforma della Bce e dell’Eurozona che implichi garanzie e trasferimenti incondizionati e permanenti verso l’Italia, è verosimile che la risposta dei partner sarà negativa. A quel punto che si fa? Si ritorna al piano B, di Italexit. Per mandare a gambe all’aria un paese ad alto debito come il nostro non c’è bisogno di un cigno nero, basta questo gioco dell’oca

extermination
Inviato

@wow pure te! L’avevo postato poco sopra; cassato da nullo in un istante😭

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