Questo è un messaggio popolare. appecundria Inviato 22 Luglio Questo è un messaggio popolare. Inviato 22 Luglio Quando leggerete queste righe io non ci sarò più, perché avrò deciso di smettere di soffrire. Nonostante la mia scelta fosse ormai nota a tutti, questo mio gesto finale arriva nel silenzio e darà disappunto e dolore. Molti saranno dispiaciuti, altri soffriranno per non avermi potuto dare un ultimo saluto, un ultimo abbraccio. Vi chiedo di comprendere il perché di questo silenzio. Anche nella certezza della mia decisione si tratta del gesto più totale e definitivo che un essere umano possa compiere, ci vogliono sangue freddo e nervi d'acciaio. Una sofferenza in crescita giorno dopo giorno Come avrei potuto viverlo serenamente aggiungendo lutto a lutto anticipato, dolore al dolore, resistenze, lacrime reazioni e attaccamento? Vi chiedo anche uno sforzo aggiuntivo di comprensione.Cercate di immaginare quale strazio di dolore mi ha portato a questo gesto, giorno per giorno, ora per ora, minuto per minuto. Fate lo sforzo di capire che dietro una foto carina sui social, dietro il bel sorriso che potevate vedere giusto un'ora strappato alla routine e ai sintomi in una occasione pubblica, sempre più rara, dietro c'era lo sfondo di una quotidianità dolorosa, spoglia, feroce e in peggioramento continuo. Una sofferenza in crescita giorno dopo giorno. La situazione è stata in evoluzione per anni, poi in tempo reale gli ultimi mesi e settimane. Mio marito Stefano e le mie assistenti l'hanno vista, loro e solo loro e anzi, neppure loro, per forza di cose, potevano essere grado di capire cosa sentissi nel mio corpo, quanto male sentissi, quanta fatica sempre più totalizzante. Non riuscire più a compiere il minimo gesto. Non più godere della vita, non più godere delle relazioni sociali. Che è quello che fa per me una vita dignitosa. Qualsiasi vita resta degna di essere vissuta ma siamo noi a dover scegliere Ho avuto molto tempo per elaborare e maturare questa decisione, ho avuto molto tempo per capire quando era veramente il momento. Avevo quel famoso parapetto, quello di cui avete letto spesso, da cui affacciarmi. Ho avuto molto tempo anche per cambiare idea e rimandare la decisione. Mi sono consentita, in una situazione che ancora reggeva, di assaporare gli ultimi scampoli di vita e di bellezza. Di salutare ogni angolo, ogni luogo, ogni volto, ogni persona ogni situazione ogni cielo ogni colore, ogni minuscola passeggiata fuori. Vivi ogni giorno come se fosse l'ultimo, si dice. Si dice anche che sia impossibile, nei fatti. Ebbene, io l'ho quasi realizzato. Me ne vado avendo assaporato gli ultimi bocconi di vita in maniera forte e consapevole. Intendetemi: io penso che qualsiasi vita resti degna di essere vissuta anche nelle condizioni più estreme. Ma siamo noi e solo noi a dover scegliere. Alle persone che resteranno senza un saluto oltre che le mie scuse va un abbraccio fortissimo. È impossibile enumerare tutti i volti che hanno riempito la mia vita. Fate conto che io vi stia salutando e abbracciando. La mia vita è stata piena anche grazie a voi. La mia famiglia d'origine: papà Renato, mamma Gabriella, mia sorella Elena, mio nipote Matteo; tutti i parenti; Laura, Chiara e le amiche storiche di una vita, tutti gli amici, i colleghi e i conoscenti, i compagni di malattia, i compagni di attivismo, tutti coloro con cui ho condiviso un pezzo di strada. La mia amata Perugia. I miei medici, le mie palliativiste, i miei fisioterapisti, un grazie particolare a Daniela per avermi dato negli anni gli strumenti per combattere. Le mie assistenti, la mia seconda famiglia in quest'ultimo tratto. La politica quella buona, Fabio e Vittoria, i giornalisti amici, come le due Francesca; chi mi ha aiutato; il vescovo Ivan, un amico speciale col quale mi sono intrattenuta in più di una chiacchierata sulla vita e la morte. Diritti messi a dura prova, pretendete una buona legge Ho potuto vincere la mia battaglia solo grazie agli amici dell'associazione Luca Coscioni, seguiteli e seguite i diritti e le libertà individuali, mai così messi a dura prova come oggi. Sul fine vita sento uno sproloquio senza fine, l'ingerenza cronica del Vaticano, l'incompetenza della politica. Il disegno di legge che sta portando avanti la maggioranza è un colpo di mano che annullerebbe tutti i diritti. Pretendete invece una buona legge, che rispetti i malati e i loro bisogni. Esercitate il vostro spirito critico, fate pressione, organizzatevi e non restate a guardare, ma attivatevi, perché potrebbe un giorno riguardare anche voi o i vostri cari. Ricordatemi come una donna che ha amato la vita. 6 8
Questo è un messaggio popolare. RobertoBi Inviato 22 Luglio Questo è un messaggio popolare. Inviato 22 Luglio Ovviamente sono favorevolissimo al fatto che i cittadini possano disporre come credono della loro vita. Ma quando si parla di suicidio assistito c'è un gigantesco MA nel mio pensiero. Siamo sicuri (parlo in generale) che lo Stato abbia fatto di tutto per rendere accettabile la vita di chi si trova in condizioni difficilissime e decide di farla finita? Perché migliorare la qualità di vita di un malato è molto costoso, dare al paziente una fiala di veleno da autoiniettarsi costa pochissimo. Non vorrei diventasse una scorciatoia. 2 1
Questo è un messaggio popolare. mozarteum Inviato 22 Luglio Questo è un messaggio popolare. Inviato 22 Luglio Pero’ non credo sia questo il caso. In realta’, secondo me, la difficolta’ e’ concepire una legge generale e astratta rispetto ai mille casi, compresi quelli da te indicati. Questa difficolta’ pero’ non puo’ costituire il pretesto per non legiferare 2 1
what Inviato 22 Luglio Inviato 22 Luglio 3 ore fa, RobertoBi ha scritto: Perché migliorare la qualità di vita di un malato è molto costoso, dare al paziente una fiala di veleno da autoiniettarsi costa pochissimo. Anche l'accanimento terapeutico ha un costo,e non sempre volge a tenere in vita un malato. Posso farti degli esempi se vuoi.Nutrizione artificiale ad un malato di Alzheimer,Chemio in caso di tumori con metastasi in tutto il corpo ecc.ecc.,soldi buttati per cosa. Proprio di recente leggevo questa lettera del Professor Gianfranco Cappello che ha impiantato proprio a mio Padre davanti i miei occhi e senza anestesia il "kit" per l'alimentazione artificiale.Chi vuole può leggerla.Ovviamente la Chiesa non la pensa così. https://www.fededuepuntozero.com/2009/01/lamarissima-lettera-del-dott-cappello.html
Renato Bovello Inviato 22 Luglio Inviato 22 Luglio 1 ora fa, appecundria ha scritto: Quando leggerete queste righe io non ci sarò più, Impossibile restare indifferenti davanti a tanta consapevolezza .Dolore e dignita' . 1
what Inviato 22 Luglio Inviato 22 Luglio 1 minuto fa, Renato Bovello ha scritto: Impossibile restare indifferenti davanti a tanta consapevolezza .Dolore e dignita' . Da brividi,è da stamattina che ci penso.Soltanto un grande dolore per lei e suo marito che l'ha vista andar via.
Renato Bovello Inviato 22 Luglio Inviato 22 Luglio 5 minuti fa, what ha scritto: Da brividi,è da stamattina che ci penso. Davvero,ne parlavo ora con mia moglie. Dramma vero
best_music Inviato 22 Luglio Inviato 22 Luglio Riposi in pace. Quanto alla legge, cito da "Il Sole 24h" del 2/7 (online): Cita Tra i nodi più complessi c'è il ruolo del Servizio sanitario nazionale: per il centrodestra il suicidio assistito non può diventare una prestazione erogata dal Ssn. E infatti il Ddl recita che «il personale in servizio, le strumentazioni e i farmaci, di cui dispone a qualsiasi titolo il Sistema Sanitario Nazionale non possono essere impiegati al fine della agevolazione del proposito di fine vita». Questo significa che se il malato terminale si trova in un ospedale o in una Rsa pubblica potrà accedere al suicidio assistito - sempre se autorizzato dal Comitato - ad una condizione: che il paziente si attrezzi da solo con il “fai da te” pagandosi strumentazione, farmaco letale e medico (che potrà anche essere del Ssn, ma in “extra-orario”), a meno che non trovi “ospitalità” nelle strutture private. Insomma il percorso del fine vita negli ospedali pubblici rischia di diventare praticamente impossibile. Non posso che essere d' accordo al 100% con l' impostazione del decreto (non certo con la critica delle opposizioni): pago il SSN per curare la gente, ammazzare la gente è un mestiere che ha un altro nome, non quello di medico. : E, soprattutto, ho una cara amica anestesista, persona di grande sensibilità, tremo all' idea che possa essere costretta ad "assistere" qualcuno nel trapasso, perché vedrete, una volta sfondato il recinto del suicidio di stato la successiva campagna sarà per l'abrogazione dell' ovvio diritto all' obiezione di coscienza da parte dei sanitari. 2
what Inviato 22 Luglio Inviato 22 Luglio Tra i nodi più complessi,aggiungo io,c'è la politica e la chiesa,e non dovrebbero essere padroni del destino altrui.L'Eutanasia è legale in paesi più civili del nostro eppure la chiesa non interferisce,o se lo fa,senza legiferare. 1
andpi65 Inviato 22 Luglio Inviato 22 Luglio 2 ore fa, RobertoBi ha scritto: Ma quando si parla di suicidio assistito c'è un gigantesco MA nel mio pensiero. Siamo sicuri (parlo in generale) che lo Stato abbia fatto di tutto per rendere accettabile la vita di chi si trova in condizioni difficilissime e decide di farla finita? Perché migliorare la qualità di vita di un malato è molto costoso, dare al paziente una fiala di veleno da autoiniettarsi costa pochissimo. Non vorrei diventasse una scorciatoia. Dubbio legittimo il tuo, che ho anche io . Però si deve anche considerare che ci sono casi in cui è davvero impossibile, nonostante gli sforzi siano concreti, rendere accettabile continuare a vivere in perenne sofferenza . In quei casi specifici io sono favorevole che debba prevalere la determinazione del singolo che li vive a poter porre fine alle sue sofferenze e che questo non sia "fuorilegge" . 1
mozarteum Inviato 22 Luglio Inviato 22 Luglio Nel caso della Santi mi pare che la questione sia chiara: era lucidissima nella sua determinazione. Vi sono casi -ne abbiamo parlato spesso- in cui il malato o l’infortunato non hanno coscienza adeguata. In tal caso -si dice- dovrebbe farsi riferimento a un testamento (e gia’ immaginate un povero ragazzo che pieno di vita non l’abbia fatto)- o alla volonta’ di chi e’ vicino. Ma io posso anche testare una cosa e volerne un’altra senza avere modo e tempo di modificare le volonta’. E gli altri che sono vicino non possono avere questa responsabilita’.
gibraltar Inviato 22 Luglio Inviato 22 Luglio Ma è possibile che di fronte a una lettera e ad una tragedia umana simile si sia capaci di litigare dopo pochi post? E piantatela, per favore! 1
RobertoBi Inviato 22 Luglio Inviato 22 Luglio 4 minuti fa, andpi65 ha scritto: Dubbio legittimo il tuo, che ho anche io . Però si deve anche considerare che ci sono casi in cui è davvero impossibile, nonostante gli sforzi siano concreti, rendere accettabile continuare a vivere in perenne sofferenza . In quei casi specifici io sono favorevole che debba prevalere la determinazione del singolo che li vive a poter porre fine alle sue sofferenze e che questo non sia "fuorilegge" . Mi spiego meglio: per motivi difficili da spiegare (o troppo facili da spiegare) in Italia si usano meno oppioidi rispetto ad altri paesi. La vita di un malato terminale di tumore può essere veramente terribile e insopportabile; ma io vorrei essere certo che, se il poveretto decide di volere morire, questo non sia parzialmente dovuto anche a una "timidezza" del suo medico curante nel prescrivergli farmaci molto potenti e molto efficaci. Anche perché (vediamo la cosa dall'altro punto di vista) un medico che prescrive una dosa massiccia di morfina e si vede il malato terminale morire davanti rischia che i parenti decidano di denunciarlo (succede), mentre se non gliela prescrive e il malato decide che vuole suicidarsi sicuramente nessuno gli verrà a chiedere conto delle sue omissioni. Insomma, sul principio sono completamente d'accordo, sulla messa in pratica sono molto dubbioso e ho alcuni timori.
gibraltar Inviato 22 Luglio Inviato 22 Luglio @mozarteum è una tale molteplicità di casi tutti diversi l'uno dall'altro che riuscire a fare una legge che possa adeguatamente "soddisfarli" tutti è impresa ciclopica.
otellox Inviato 22 Luglio Inviato 22 Luglio esiste una parola oramai desueta che si chiama liberta' di fare scelte a volte dolorose e terrificanti. chi siamo noi per impedire che in particolari sistuazioni queste si che devono essre codificate e correttamente interpretate ti togliere la liberta' di scelta. Oggi questa liberta di scelta spetta solo a chi ha capacita economiche da potersi permettere queste scelte perche supportate da chi di dovere. ma pensate a cosa deve prestarsi un poveretto per potere accedere ad una sua scelta precisa. ecco la legge in faticosa discussione e che secondo me verra stravolta e vanificata nella sua approvazione deve tenere conto anche di questo importante aspetto economico. se hai i soldi vai in Svizzera se no ti stravolgi te e quelli che ti stanno intorno. Io sono per la liberta di scelta e ognuno in cuor suo sa quale e il limite.
CarloCa Inviato 22 Luglio Inviato 22 Luglio 50 minuti fa, best_music ha scritto: ammazzare la gente Ma che pēnis
Moderatori paolosances Inviato 22 Luglio Moderatori Inviato 22 Luglio Credo che un caso umano, prima ancora che scientifico,meriti il doveroso rispetto da parte di tutti. Rispetto significa anche,non litigare per affermare il proprio parere. Grazie.
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