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L'ultima lettera di Laura Santi


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3 ore fa, RobertoBi ha scritto:

Perché migliorare la qualità di vita di un malato è molto costoso, dare al paziente una fiala di veleno da autoiniettarsi costa pochissimo.

Anche l'accanimento terapeutico ha un costo,e non sempre volge a tenere in vita un malato.

Posso farti degli esempi se vuoi.Nutrizione artificiale ad un malato di Alzheimer,Chemio in caso di tumori con metastasi in tutto il corpo ecc.ecc.,soldi buttati per cosa.

Proprio di recente leggevo questa lettera del Professor Gianfranco Cappello che ha impiantato proprio a mio Padre davanti i miei occhi e senza anestesia il "kit" per l'alimentazione artificiale.Chi vuole può leggerla.Ovviamente la Chiesa non la pensa così.

 

https://www.fededuepuntozero.com/2009/01/lamarissima-lettera-del-dott-cappello.html

 

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best_music

Riposi in pace.

Quanto alla legge, cito da "Il Sole 24h" del 2/7 (online):

Cita

Tra i nodi più complessi c'è il ruolo del Servizio sanitario nazionale: per il centrodestra il suicidio assistito non può diventare una prestazione erogata dal Ssn. E infatti il Ddl recita che «il personale in servizio, le strumentazioni e i farmaci, di cui dispone a qualsiasi titolo il Sistema Sanitario Nazionale non possono essere impiegati al fine della agevolazione del proposito di fine vita». Questo significa che se il malato terminale si trova in un ospedale o in una Rsa pubblica potrà accedere al suicidio assistito - sempre se autorizzato dal Comitato - ad una condizione: che il paziente si attrezzi da solo con il “fai da te” pagandosi strumentazione, farmaco letale e medico (che potrà anche essere del Ssn, ma in “extra-orario”), a meno che non trovi “ospitalità” nelle strutture private. Insomma il percorso del fine vita negli ospedali pubblici rischia di diventare praticamente impossibile.

Non posso che essere d' accordo al 100% con l' impostazione del decreto (non certo con la critica delle opposizioni): pago il SSN per curare la gente, ammazzare la gente è un mestiere che ha un altro nome, non quello di medico.

:

E, soprattutto, ho una cara amica anestesista, persona di grande sensibilità, tremo all' idea che possa essere costretta ad "assistere" qualcuno nel trapasso, perché vedrete, una volta sfondato il recinto del suicidio di stato la successiva campagna sarà per l'abrogazione dell' ovvio diritto all' obiezione di coscienza da parte dei sanitari.

  • Confused 2
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2 ore fa, RobertoBi ha scritto:

Ma quando si parla di suicidio assistito c'è un gigantesco MA nel mio pensiero. 

Siamo sicuri (parlo in generale) che lo Stato abbia fatto di tutto per rendere accettabile la vita di chi si trova in condizioni difficilissime e decide di farla finita? Perché migliorare la qualità di vita di un malato è molto costoso, dare al paziente una fiala di veleno da autoiniettarsi costa pochissimo. Non vorrei diventasse una scorciatoia. 

Dubbio legittimo il tuo,  che ho anche io . Però  si deve  anche  considerare  che ci sono casi in cui è davvero impossibile, nonostante gli sforzi siano concreti, rendere accettabile continuare a vivere in perenne  sofferenza . In quei casi specifici  io sono favorevole  che debba prevalere la determinazione del singolo che li vive  a poter  porre fine alle sue sofferenze  e che  questo non sia "fuorilegge" .  

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mozarteum

Nel caso della Santi mi pare che la questione sia chiara: era lucidissima nella sua determinazione.

Vi sono casi -ne abbiamo parlato spesso- in cui il malato o l’infortunato non hanno coscienza adeguata.

In tal caso -si dice- dovrebbe farsi riferimento a un testamento (e gia’ immaginate un povero ragazzo che pieno di vita non l’abbia fatto)- o alla volonta’ di chi e’ vicino.

Ma io posso anche testare una cosa e volerne un’altra senza avere modo e tempo di modificare le volonta’. E gli altri che sono vicino non possono avere questa responsabilita’.

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RobertoBi
4 minuti fa, andpi65 ha scritto:

Dubbio legittimo il tuo,  che ho anche io . Però  si deve  anche  considerare  che ci sono casi in cui è davvero impossibile, nonostante gli sforzi siano concreti, rendere accettabile continuare a vivere in perenne  sofferenza . In quei casi specifici  io sono favorevole  che debba prevalere la determinazione del singolo che li vive  a poter  porre fine alle sue sofferenze  e che  questo non sia "fuorilegge" .

 

Mi spiego meglio: per motivi difficili da spiegare (o troppo facili da spiegare) in Italia si usano meno oppioidi rispetto ad altri paesi. La vita di un malato terminale di tumore può essere veramente terribile e insopportabile; ma io vorrei essere certo che, se il poveretto decide di volere morire, questo non sia parzialmente dovuto anche a una "timidezza" del suo medico curante nel prescrivergli farmaci molto potenti e molto efficaci. Anche perché (vediamo la cosa dall'altro punto di vista) un medico che prescrive una dosa massiccia di morfina e si vede il malato terminale morire davanti rischia che i parenti decidano di denunciarlo (succede), mentre se non gliela prescrive e il malato decide che vuole suicidarsi sicuramente nessuno gli verrà a chiedere conto delle sue omissioni. 

 

Insomma, sul principio sono completamente d'accordo, sulla messa in pratica sono molto dubbioso e ho alcuni timori. 

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esiste una parola oramai desueta che si chiama liberta' di fare scelte a volte dolorose e terrificanti.

chi siamo noi per impedire che in particolari sistuazioni queste si che devono essre codificate e correttamente interpretate

ti togliere la liberta' di scelta.

Oggi questa liberta di scelta spetta solo a chi ha capacita economiche da potersi permettere queste scelte perche supportate da chi di dovere.

ma pensate a cosa deve prestarsi un poveretto per potere accedere ad una sua scelta precisa.

ecco la legge in faticosa discussione e che secondo me verra stravolta e vanificata nella sua approvazione deve tenere conto anche di questo importante aspetto economico.

se hai i soldi vai in Svizzera se no ti stravolgi te e quelli che ti stanno intorno.

Io sono per la liberta di scelta e ognuno in cuor suo sa quale e il limite.

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