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Melius Club

Le teorie economiche neo-liberiste


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Inviato

Da "Morti per disperazione e il futuro del capitalismo" di A. Case e A. Deaton

 

 

La spesa sanitaria e i suoi effetti sulla salute

 

L'assistenza sanitaria americana è la più costosa al mondo, eppure la salute degli americani è tra le peggiori dei paesi ricchi, cosa che peraltro sappiamo da molto tempo, ben prima della recente epidemia di morti e del calo dell’aspettativa di vita. I costi dell’assistenza sanitaria costituiscono un pesante fardello per l'economia, contribuiscono alla stagnazione a lungo termine dei salari e sono un buon esempio di redistribuzione non alla Robin Hood ma all’inverso, ovvero quella che abbiamo definito redistribuzione dello sceriffo di Nottingham. L'industria, non molto brava nella promozione della salute, eccelle tuttavia nel promuovere la ricchezza degli operatori del settore, inclusi medici di successo che gestiscono studi privati estremamente redditizi. Essa inoltre fa guadagnare ingenti somme ai proprietari e ai dirigenti delle aziende farmaceutiche, delle fabbriche di dispositivi medicali, delle società assicurative, compresi gli assicuratori «senza scopo di lucro», e delle grandi aziende ospedaliere sempre più monopolistiche.

La figura 13.1 mostra in che cosa altri paesi differiscono dagli Stati Uniti e come la differenza si stia accentuando col tempo. Gran Bretagna, Australia, Francia, Canada e Svizzera fungono da termini di paragone e rappresentano quello che possiamo trovare nel resto del mondo ricco? Gli assi verticale e orizzontale mostrano l’aspettativa di vita e la spesa sanitaria pro capite, rispettivamente, e ciascuna linea mostra l'andamento annuale delle due grandezze tra il 1970 e il 2017 (le spese sono in dollari internazionali reali, per cui il dato Usa per il 2017 differisce dai 10.739 dollari prima citati).

Dagli Stati Uniti provengono i valori anomali della figura; il paese ha un’aspettativa di vita inferiore rispetto agli altri, ma spese sanitarie pro capite notevolmente maggiori.

Nel 1970, il primo anno considerato nel grafico, i paesi non erano molto distanti, con l’aspettativa di vita americana non molto peggiore e le spese poco più alte, ma altri paesi hanno fatto molto meglio da allora, in termini sia di miglioramenti più sostenuti della salute che di aumenti più contenuti dei costi. La Svizzera è la meno lontana dagli Stati Uniti, mentre gli altri paesi si collocano tutti l’uno vicino all’altro; se venissero aggiunti altri paesi ricchi, si collocherebbero più vicino ai paesi a bassa spesa che alla Svizzera o agli Stati Uniti.

Nel 2017 gli svizzeri vivevano 5,1 anni più degli americani, spendendo però il 30% in meno a persona; altri paesi conseguono una durata simile della vita spendendo cifre inferiori. La spesa per l’assistenza sanitaria nel 2017 è stata pari al 17,9% del Pil negli Stati Uniti; la seconda più alta al mondo è quella svizzera con il 12,3%. Se una fata madrina potesse magicamente ridurre la spesa sanitaria sul Pil americano non alla media dei paesi ricchi ma, meno ambiziosamente, solo al livello del secondo in graduatoria, la Svizzera, il 5,6% del Pil diventerebbe disponibile per altre cose, liberando più di 1.000 miliardi di dollari, pari a oltre 3.000 dollari l’anno per ciascun uomo, donna o bambino che vive negli Stati Uniti, o circa 8.300 dollari per famiglia. Nel 2017 il reddito mediano delle famiglie era di 61.000 dollari e la soglia di povertà per una famiglia composta da due adulti e due bambini era di 25.000 dollari. Se nel 2017 a ogni famiglia fossero stati dati 8.300 dollari, la crescita mediana del reddito negli ultimi trent'anni sarebbe stata doppia di quella realmente verificatasi.

E a rischio di spingere troppo in là la nostra fata madrina: se possiamo arrivare alla Svizzera, perché non al Canada? Ciò consentirebbe di risparmiare 1.400 miliardi di dollari, 4.250 dollari a persona o 11.000 a famiglia.

Un altro modo per quantificare lo spreco consiste nell’identificare direttamente le parti della spesa che non contribuiscono alla salute degli americani. Il calcolo più recente” è che vada sprecato circa un quarto della spesa totale, vale a dire più o meno quanto ricaviamo dal confronto con la Svizzera.

Questi numeri così grandi sono gli sprechi, non i costi totali. Questi sprechi hanno eroso i livelli di vita gradualmente ma progressivamente per quasi mezzo secolo. I lavoratori americani avrebbero oggi una vita molto migliore se non avessero dovuto sopportare questo enorme fardello.

Cosa ottengono gli americani in cambio di quello che spendono?

Dati i costi elevati, dovremmo sperare che gli americani conseguano risultati superiori in termini di salute, ma non è così. Come abbiamo visto, gli Stati Uniti non figurano ai primi posti in termini di aspettativa di vita, un importante indicatore dello stato di salute. Anche se molti fattori influenzano l’aspettativa di vita al di là dell’assistenza sanitaria, quest’ultima è importante e lo è diventata sempre di più negli ultimi anni. L’aspettativa di vita negli Stati Uniti era di 78,6 anni nel 2017, con gli ispanici notevolmente sopra la media nazionale (81,8) e i neri non ispanici notevolmente al di sotto (74,9). Questi numeri sono inferiori all’aspettativa di vita di altri 25 paesi Ocse. Tra questi, l'aspettativa di vita più bassa era di 81,1 anni in Germania, due anni e mezzo più degli Stati Uniti, e la più alta di 84,2 anni in Giappone. Qualsiasi cosa gli americani ottengano dal loro sistema sanitario, non si tratta di anni di vita in più.

È possibile che gli americani stiano ricavando qualcos’altro? L'America è un paese molto ricco e ha senso che gli americani pretendano e paghino un'assistenza sanitaria estesa e migliore. Eppure gli americani non fruiscono di gran parte dei servizi medici in misura maggiore di altri paesi, sebbene si sia verificata una grande espansione del numero di addetti del settore — 2,8 milioni tra il 2007 e il 2017, un terzo di tutti i nuovi posti di lavoro creati nel paese — finanziati principalmente dai «profitti» delle organizzazioni no profit! In effetti, gli Stati Uniti hanno un numero più basso di medici pro capite - l’American Medical Association ha svolto un’efficace azione di sostegno salariale riducendo il numero di posti nelle scuole di medicina e circa lo stesso numero pro capite di infermieri.

Le scuole di medicina sono costose, e spesso vengono citate per giustificare gli stipendi dei medici, ma costerebbero di meno se fossero aperte alla concorrenza senza numeri chiusi.

Se i medici stranieri qualificati non venissero sistematicamente esclusi, calerebbero sia gli stipendi che le tasse universitarie. In alcuni casi, il numero di prestazioni mediche eseguite negli Usa è simile a quello degli altri paesi ricchi, anche se negli Usa sono numericamente più abbondanti le prestazioni più redditizie. Quello americano sembra un sistema più lussuoso: classe business anziché base, per così dire, ma come i passeggeri a tariffa base o business, di solito tutti arrivano a destinazione contemporaneamente (o forse anche prima, in questo caso, se la loro destinazione è l’aldilà). Rispetto ai pazienti di alcuni altri paesi, gli americani devono attendere meno per gli interventi che sono loro prescritti (come la protesi dell'anca o del ginocchio) o per esami come le mammografie; le attese brevi sono possibili perché vi sono tanti macchinari costosi

 

  • Thanks 1
Inviato

Il neo-liberismo ha quale punto fermo che l'obiettivo delle imprese è la massimizzazione degli interessi degli azionisti. Da questo punto di vista le imprese in USA operano nell'ambito salitario stanno operando benissimo.

extermination
Inviato
4 minuti fa, Savgal ha scritto:

massimizzazione degli interessi degli azionisti

Tra le premesse, va detto, che molto dipende dalle strategie adottate dalle aziende per aumentare la redditività e l’efficienza; una cosa è tagliare i costi e lasciare a casa gente, altra cosa migliorare i processi operativi, altra ancora investire in ricerca e sviluppo per guidare l’innovazione ( prendi ad esempio Apple) 

briandinazareth
Inviato
27 minuti fa, Savgal ha scritto:

neo-liberismo ha quale punto fermo che l'obiettivo delle imprese è la massimizzazione degli interessi degli azionisti.

 

A cui aggiungerei il fatto che deve essere fatto con una prospettiva temporale molto breve, il che peggiora molto le cose

  • Melius 1
Inviato
10 ore fa, briandinazareth ha scritto:

cui aggiungerei il fatto che deve essere fatto con una prospettiva temporale molto breve, il che peggiora molto le cose

Che è la cosa più drammatica. Esasperato per le public Company che hanno il sacro timore di essere scalate.

La strategia si basa,.quasi esclusivamente, sulla previsione che fanno gli analisti quarto dopo quarto. Che poi si consuntiva sullo scostamento tra dati previsti e dati actual. 

Quindi l'analista dice: nel quarto che inizia oggi e finisce tra 90 giorni, l'azienda X produrrà ricavi per Y$, che daranno un dividendo di Z cent.

Se X, Y e Z sono soddisfacenti, entusiasmo alle stelle e palla al centro, se non lo sono, l'azienda è obbligata a reagire con annunci di tagli, ristrutturazioni, fusioni, lancio di meraviglie, tipo ponte dello stretto, e via andare. Altrimenti il titolo crolla e l'effetto si moltiplica.

È veramente sconvolgente ed, a volte, insostenibile.

E la politica tende, sempre di più, ad adeguarsi a questo meccanismo perverso.

Ciao

D.

 

  • Melius 1
extermination
Inviato
46 minuti fa, damiano ha scritto:

Se X, Y e Z sono soddisfacenti, entusiasmo alle stelle e palla al centro, se non lo sono, l'azienda è obbligata a reagire con annunci di tagli, ristrutturazioni, fusioni, lancio di meraviglie, tipo ponte dello stretto, e via andare. Altrimenti il titolo crolla e l'effetto si moltiplica.

Non necessariamente vero, in modo particolare per quelle Aziende con i fondamentali a posto che gli investitori ( quelli che contano) ben conoscono. i piani triennali hanno il loro peso, e forecast, budget di cassa, consuntivi trimestrali e quant’altro difficilmente segnano il destino di una multinazionale, tra crolli ed effetti moltiplicatori devastanti come da te affermato. Poi chiaramente ci sono le eccezioni.

Inviato
11 ore fa, Savgal ha scritto:

Essa ha trovato espressione politica in una frase del primo ministro inglese Margaret Thatcher: «La società non esiste; esistono solo gli individui». 

Il che è perfetto per il controllo dell'individuo medesimo.

Il singolo, di per se, non ha peso, non fa massa critica: che sia in abito pubblico o privato, la differenza la fa la massa non il singolo.

La spinta verso l'individualismo è fondamentale per poter operare con la maggior libertà possibile.

 

Divide et impera.

 

  • Thanks 1
briandinazareth
Inviato

Una delle cose più interessanti delle dottrine neoliberiste applicate è che non hanno portato a maggiore crescita, creando invece enormi problemi sociali. 

Così come le pesanti detassazioni conseguenti, molto più evidenti sui ceti più abbienti. 

 

Ma un misto di ideologia e del potere economico cancellano questi dati di base dalla memoria collettiva. 

 

E concentrarsi sull'individualismo è un ottimo modo di favorire solo alcuni, pochi, individui. 

 

Ha ragione Buffett 

  • Melius 1
  • Thanks 1
Inviato
6 minuti fa, briandinazareth ha scritto:

Una delle cose più interessanti delle dottrine neoliberiste applicate è che non hanno portato a maggiore crescita, creando invece enormi problemi sociali.

Ma non è certo quello lo scopo, quando favorire una concentrazione della richezza.

Molti, anche qui, tornerebbero volentieri ad una società di nobili e di servi della gleba.

Ovviamente pensando di essere tra i nobili....

Inviato
19 minuti fa, extermination ha scritto:

Non necessariamente vero,

Scusa ma non sono d'accordo. Se il quarto di dimostra debole è "obbligatorio' dire e/o fare qualcosa. Anche se i fondamentali sono a posto e l'azienda vanta storico esemplare. Poi ho fatto un riferimento, abbastanza specifico alle public company che hanno pacchetti azionari, più o meno consistenti, in mano agli istituti pensionistici, che se scappano mettono l'azienda in difficoltà.

Esperienza vissuta.....

Ciao

D.

extermination
Inviato
1 minuto fa, damiano ha scritto:

Scusa ma non sono d'accordo.

È nelle tue piene facoltà. 

2 minuti fa, damiano ha scritto:

alle public company che hanno pacchetti azionari, più o meno consistenti

Tipo Eni?! 

31canzoni
Inviato
21 minuti fa, briandinazareth ha scritto:

Ha ragione Buffett

There’s class warfare, all right, but it’s my class, the rich class, that’s making war, and we’re winning.

  • Melius 1
extermination
Inviato

Eni ( ed il suo gruppo) che vedo “bene” seppur nel pieno di una trasformazione che la vede fortemente impegnata da qui ( anzi già da qualche anno) al 2050!!!

ps) si eviti di menarla con l’ingresso di soci terzi sul capitale di Plenitude piuttosto che di Enilive che rientra in un ambizioso piano strategico!

loureediano
Inviato

Sempre complicato a mio avviso paragonare pere con mele.

Nella stessa Italia ci sono zone dove si vive di più e la spesa sanitaria non c'entra na mazza 

Dipende da come si vive

Per il solo fatto di vivere a Milano accorcia la vita, eppure hanno una buona sanita.

In altri posti con cattiva sanità si vive di più 

Dipende dagli stili di vita, bere, fumare, cosa si mangia etc

Questi studiosi non capisco mai se sanno di dire fregnacce come il pollo di Trilussa

 

 

Inviato

Capisco che non tutti hanno studiato statistica ma ogni tanto immaginare che chi fa certi studi non è un perfetto deficiente potrebbe essere di aiuto.

Inviato

@loureediano

Ho riportato solo un paragrafo, gli autori mostrano successivamente come le aspettative di vita siano sensibilmente differenti in USA in relazione alla classe sociale dei soggetti. Se si vuole la brevità, non si può poi entrare nei dettagli.

Resta il fatto che i dati aggregati sono indicatori assai importanti. Le scienze sociali sono molto più articolate di come appaiono a coloro che non le hanno studiate. Si opera per modelli (per idealtipi, per dirla con M. Weber), nella consapevolezza dei limiti degli stessi modelli.

Inviato

@Panurge

Pensa se avessero parlato di moda e mediana.


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