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Le teorie economiche neo-liberiste


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Inviato

Social Acceptance of Inequality 

a.k.a.

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Inviato
17 minuti fa, Jack ha scritto:

Social Acceptance of Inequality 

a.k.a.

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Esatto come fa lo STATO cinese.

Inviato

@Jack Come fa il rotolo di carta igienica ad avere due capi? E il titolo sul dorso differente?:classic_biggrin:

  • Haha 1
briandinazareth
Inviato

rimangono i fatti: 

1) non è vero che il bisogno fa trottare la vecchia, è una semplificazione infantile che non ha alcun riscontro nella realtà. I meccanismi della crescita economica sono molto diversi. 

2) dove sono stati applicati questi metodi (vedi reagan e tatcher) non si è avuta alcuna maggiore crescita economica. i dati sono chiarissimi e contemporaneamente sono peggiorati i servizi (vedi treni e sanità ad esempio) ed è cresciuta la disparità sociale. 

3) le teorie neo-liberiste sono popolari per via della grande frza mediatica posseduta dalle fasce più ricche della popolazione e servono essenzialmente alla giustificazione della sempre maggiore accumulazione di ricchezza e potere in poche mani e all'idea che sacche sempre maggiori di povertà siano non solo necessarie ma giustificate moralmente. se sei povero è colpa tua.

Inviato

@wow

manco le AI trottano bene… ci vuole MilAI !!

😂

Inviato
27 minuti fa, Jack ha scritto:

ci vuole MilAI

Quello lo trovi alla casa bianca capello in mano "tengo famiglia" style (e soprattutto elezioni imminenti)....

Inviato

@UpTo11 minckia ancora non hai studiato? vedi che ti metto due e ti rimando a settembre… ah no, è già settembre. Mi spiace devo bocciarti

briandinazareth
Inviato
18 minuti fa, Jack ha scritto:

minckia ancora non hai studiato? vedi che ti metto due e ti rimando a settembre… ah no, è già settembre. Mi spiace devo bocciarti

 

sembri un ragazzino delle medie innamorato della squadra del cuore... eppure basterebbe per una volta dare un'occhiata ai dati

Inviato

@UpTo11

Nei libri letti durante questa estate gli autori concordano sul fatto che le diseguaglianze nella distribuzione dei redditi si sono ampliate dalla fine degli anni Settanta del secolo scorso, in particolare negli Stati Uniti, dove i redditi della working class sono fermi da quel momento.

Sono modesti premi Nobel per l'economia e docenti universitari.

Mia figlia, magistrale in statistica, è in questo periodo a Varsavia nell'ambito del progetto Erasmus, ha conosciuto tanti altri studenti che sono lì per la stessa ragione. Ho pensato a come la sua visione del mondo sia inevitabilmente diversa rispetto ai suoi coetanei che si sono fermati alla scuola dell'obbligo, che raramente si sono allontanati dalla loro città e che svolgeranno probabilmente lavori a basso reddito. Sono due mondi diversi, che difficilmente si incontreranno. A. Case e A. Deaton in "Morti per disperazione e il futuro del capitalismo" mostrano quato grande è la differenza fra i laureati che lavorano nelle imprese ad alta tecnologia e i lavoratori manuali delle catene di montaggio o dei servizi ausiliari. Questi ultimi potranno impegnarsi quanto possono, ma i loro redditi continueranno ad essere prossimi alla sopravvivenza. Vi è un passaggio in "Il governo economico del mondo" di Martin Daunton che illustra bene le conseguenze politiche di questo divario. Se mi sarà possibile più tardi lo posterò.

Inviato
55 minuti fa, Savgal ha scritto:

mostrano quato grande è la differenza fra i laureati che lavorano nelle imprese ad alta tecnologia e i lavoratori manuali delle catene di montaggio o dei servizi ausiliari. Questi ultimi potranno impegnarsi quanto possono, ma i loro redditi continueranno ad essere prossimi alla sopravvivenza

E qual’è il problema?

l’han regalata la laurea a tua figlia? O si è impegnata partendo da un quoziente intellettivo adeguato?

ancora ai salari uguali stai?

il reddito è funzione di quello che si sa e ancora più si sa fare. Quello che si sa e si sa fare e funzione di livello intellettivo e dell’impegno che ci si mette nello sviluppare la propria persona. Chi nasce meglio farà meno fatica chi nasce peggio ne farà di più ma porterà la sua discendenza a partire meglio al giro successivo. 
ma come pretendete di venire votati se dite alla gente che vale che valere non conta niente, come può uno che nasce male venirvi dietro se gli raccontate che resterà sempre come è nato, lui e la discendenza. 
Piuttosto consiglia bene la figlia che se torna in Italia per lavorare  è fottuta per quanto brava senz’altro sarà 

Inviato

@Jack

La cosa che davvero mi preoccupa è che coloro che si sentono esclusi, che penseranno che sono stati loro negati le stesse opportunità, comincino a pensare di abbattere le democrazie liberali. Negli Stati Uniti si sentono i primi sentori, prontamente colti da Trump.

Sono per l'uguaglianza, per le massime opportunità per tutti, ma il liberalismo, ossia la teoria dei limiti del potere, il riconoscimento delle libertà individuali e lo Stato di diritto, non è negoziabile.

Inviato

@UpTo11

 

Tuttavia, anziché prestare attenzione a queste rivendicazioni progressiste per un capitalismo più equo, l'umore dell'elettorato delle città industriali in declino si è fatto catturare dalle sirene del populismo e dal nazionalismo dei «conservatori identitari». I cambiamenti economici hanno avuto non poche conseguenze culturali, che sono state intese come altrettante minacce ai modi di vita e alle identità tradizionali. I vincitori erano istruiti, disponevano di una visione del mondo cosmopolita ed erano a proprio agio con il multiculturalismo, i mercati globali aperti e l'immigrazione. I perdenti, al contrario, tendevano a non avere qualifiche formali, erano legati a città industriali in declino con minori prospettive, nonché a disagio con il multiculturalismo e adottavano una visione nativista. Allo stesso modo la classe media ormai schiacciata, che un tempo aveva avuto lavori da colletti bianchi sicuri e ben pagati, soffriva l'informatizzazione, la maggiore precarietà del lavoro e la perdita dei diritti pensionistici, tutti elementi che hanno contribuito ad alimentare la nostalgia per un passato socialmente conservatore. Invece, le società finanziarie della City e di Wall Street, i grandi studi legali e le aziende tecnologiche avevano una portata globale, con un personale multiculturale proveniente da ogni parte nel mondo. Ne è scaturita - come ha affermato un commentatore in modo alquanto riduttivo - una divisione tra gli «impegnati» e i «qualunquisti», ossia tra i «liberali convinti» - dotati di istruzione universitaria e di capacità di apprezzare la diversità – e i «conservatori identitari» - solitamente più anziani, privi di istruzione universitaria e tendenzialmente avvezzi ad atteggiamenti etnocentrici. Le vecchie divisioni di classe tra destra e sinistra, tra lavoro e capitale, stavano via via cedendo il passo a politiche culturali o dell'identità.

 

“Il governo economico del mondo” M. Daunton

 

Inviato
4 ore fa, Jack ha scritto:

E qual’è il problema?

Solo la  quantità di ovvietà che si riescono a dire mascherate da una prosa involuta e ridondante.

Ci vorrebbe la "Logica Simbolica" di Asimov.


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