extermination Inviato 6 Agosto Inviato 6 Agosto 45 minuti fa, Savgal ha scritto: Cerchiamo di rimanere nell'argomento del thread. Ok ma in un qualche libro ci sta scritto che il sistema bancario ( o se preferisci finanziario) può anche mettere in forte crisi il neoliberismo?
nullo Inviato 6 Agosto Inviato 6 Agosto 25 minuti fa, extermination ha scritto: Ok ma in un qualche libro ci sta scritto che il sistema bancario ( o se preferisci finanziario) può anche mettere in forte crisi il neoliberismo? dopo il 2008 quanto pensi che sia cambiato? e quale alternativa si può pensare realisticamente di proporre in questo quadro economico e politico? chi avrebbe la forza di farlo, è davanti a tutto questo che le analisi e le utopie lasciano il tempo che trovano. chiacchiere. ps se non l'hai visto al tempo, guardalo: "il capitalismo è un male e non si può regolamentare il male"
extermination Inviato 6 Agosto Inviato 6 Agosto 37 minuti fa, nullo ha scritto: chiacchiere Hai ragione; sono un super esperto in chiacchiere.
Savgal Inviato 6 Agosto Autore Inviato 6 Agosto @extermination Nel maggio 2009 Simon Johnson, capo economista del Fondo monetario internazionale nel biennio 2007-2008, affermò che un vero e proprio “colpo di stato silenzioso” delle principali banche era insito nelle risposte della politica alla crisi finanziaria globale. Johnson, che aveva lavorato per il Fondo in Russia, Corea del Sud e Thailandia, dove gli oligarchi imprenditoriali avevano stretto rapporti con i governi, intravedeva delle similitudini negli Stati Uniti, dove gli interessi commerciali d'élite i finanzieri, in questo caso hanno rivestito un ruolo centrale nella creazione della crisi, facendo scommesse sempre piú grandi, con il sostegno implicito del governo, fino all'inevitabile collasso. Cosa ancor piú inquietante, oggi stanno usando la loro influenza per impedire proprio quelle riforme che sono necessarie, e in urgenza, per risollevare l'economia dal suo crollo in picchiata. Il governo sembra essere impotente, oppure non vuole agire contro di loro. Secondo Johnson negli Stati Uniti c'era l'oligarchia più avanzata del mondo. Vedeva all'opera un processo ben più insidioso delle tangenti e della corruzione: «L'industria finanziaria americana ha acquisito potere politico accumulando una specie di capitale culturale un sistema di credenze [...l Ha beneficiato del fatto che gli addetti ai lavori di Washington erano già convinti che le grandi istituzioni finanziarie ei mercati dei capitali liberi fossero cruciali per garantire la posizione dell'America nel mondo». Prima della crisi finanziaria i regolatori riponevano la loro fiducia nella capacità delle banche di controllare il rischio. Tale regulatory capture, o «cattura del regolatore», come viene definita, si basava sul lobbismo e sull'influenza politica, con l'idea di fondo che la deregolamentazione sarebbe stata in grado di rendere il settore finanziario più competitivo. Wall Street e Washington erano legate a doppio filo, con un flusso circolare di dipendenti tra il Tesoro, la Federal Reserve e le istituzioni finanziarie, soprattutto Goldman Sachs. Johnson si disse convinto che «un'intera generazione di politici è stata ipnotizzata da Wall Street» e dai mercati finanziari non regolamentati, cosicché la risposta alla crisi era stata caratterizzata da «ritardi, mancanza di trasparenza e riluttanza a disturbare il settore finanziario [...] o a mettere in discussione la struttura di fondo del sistema che ci ha portati fin qui». Non ne era scaturita una forma di corruzione di minore entità, in cui delle regole fossero state infrante a fin di guadagno personale, ma si era invece trattato di corruzione in grande stile del sistema, con regole scritte da gruppi di interesse organizzati, influenti e ricchi che avevano danneggiato l'interesse pubblico. Dopo la crisi finanziaria l'amministrazione Obama sostenne le banche chiedendo ben poco in cambio. La reazione in termini di regolamentazione fu debole e contraddistinta da una marcata diversità di opinioni su come si doveva procedere … Da "Il governo economico del mondo 1933-2023" di Martin Daunton. Il sistema finanziario si regge sulle tesi neoliberiste, la crisi del 2008 è nei fatti una confutazione fattuale del neoliberismo, eppure poco è cambiato. E dubito che il "populismo plutocratico" di Trump (definizione di Daunton) modificherà lo stato delle cose. Il tema non è ovviamente solo economico, è inevitabilmente politico. Ripeto quanto ho già posttao. Nelle società vi è una frattura e questa diviene un importante elemento di identificazione politica che divide la stessa società in due. Vi sono coloro che temono più il potere dei singoli e sono propensi, per contenerlo, a che lo stato abbia strumenti per intervenire. Vi sono coloro che invece temono maggiormente il potere dello stato e sono più disposti a tollerare il potere dei singoli. Io mi colloco nel primo versante. E “Più mercato possibile e tutto lo Stato che occorre”.
nullo Inviato 6 Agosto Inviato 6 Agosto 1 ora fa, Savgal ha scritto: “Più mercato possibile e tutto lo Stato che occorre che vuol dire tutto e il suo contrario.... ma se mai si riuscisse a fare un sunto, cosa impossibile, quale sarebbe la sponda politica necessaria ad una riorganizzazione del sistema capitalistico che peraltro dovrebbe essere quantomeno continentale se non globale per essere praticabile. mai visto nulla con la sinistra che sostanzialmente ha portato fino qui, figiriamoci a destra. quindi si continuerà a parlarsi addosso, al limite promettere tanto ma, giocoforza, raccogliere pressoché nulla.
audio2 Inviato 7 Agosto Inviato 7 Agosto ma con la patrimoniale a che punto stiamo ? no perchè anche i ricchi debbono piangere, cribbio. 1
alexis Inviato 7 Agosto Inviato 7 Agosto Mi ricordo la lectio magistralis del rettore della Bocconi alla laurea di mio figlio.. i tempi sono cambiati così radicalmente che è profondamente anacronistico spezzare la dottrina economica in due tronconi, liberismo e dirigismo statale. Il fatto stesso che a scongiurare i peggiori fallimenti dei più grandi istituti bancari privati del mondo, siano intervenuti gli istituti centrali, cioè le banche pubbliche.. indica che il mondo economico, per essere compreso, oggi, ha bisogno non di due, sole, dottrine economiche, perché non ne basterebbero cento. ( e questo vale pure per la storiografia, dottrina sociale, filosofia, storia dell’arte, storia dell’architettura eccetera.. questa vera e propria accelerazione temporale dei fatti e degli accadimenti.. richiede una sforzo supplementare, quello di richiudere i nostri sacri testi formativi, cercando una forma d’equilibrio seppur precario, che ci garantisca la sopravvivenza in questo multisfaccetato caos dei valori. (Ecco.. forse andrebbe riletto con rinnovata attenzione il Zarathustra, sono passati cent’anni e passa, ma questo si che è un testo di stringente attualità.) 1
extermination Inviato 7 Agosto Inviato 7 Agosto Prima di tutto - Le banche tornino a fare le banche - svolgano, con diligenza, la funzione di tutela e valorizzazione del territorio, del risparmio, dell’ erogazione del credito alle famiglie ed alle imprese.
nullo Inviato 7 Agosto Inviato 7 Agosto @alexis vivaddio... ogni tentativo di formalizzare e riassumere una realtà così complessa risulta una limitazione della comprensione, piuttosto che una via di comprensione. oltretutto le variabili non sono gestibili in un piccolo sistema chiuso e ogni azione trova comunque un limite nel tempo, figuriamoci se inserite in un quadro di riferimento globale.
nullo Inviato 7 Agosto Inviato 7 Agosto 1 minuto fa, extermination ha scritto: svolgano, con diligenza, la funzione di tutela e valorizzazione del territorio le banche con quella funzione non ci sono più, le hanno fagocitate dopo averle fatte fallire o messe con le spalle al muro.
extermination Inviato 7 Agosto Inviato 7 Agosto 9 minuti fa, nullo ha scritto: vivaddio Siamo sulla strada giusta!
nullo Inviato 7 Agosto Inviato 7 Agosto 1 ora fa, extermination ha scritto: Siamo sulla strada giusta! molto più realisticamente stiamo correndo su una strada ignota e verso meta ignota. tocca adattarti con velocità inusitata, altrimenti vieni travolto da chi ti incalza da dietro nella corsa. qua pare che per qualcuno sia possibile fermare la corsa e il tempo per aggiustare il mondo a proprio gusto.
Panurge Inviato 7 Agosto Inviato 7 Agosto 1 ora fa, nullo ha scritto: ogni tentativo di formalizzare e riassumere una realtà così complessa risulta una limitazione della comprensione, piuttosto che una via di comprensione Non è così, fin dall'ottocento non c'è politica economica che non abbia avuto alla sue spalle i più grandi economisti delle varie epoche come consulenti a libro paga di banche centrali, ministeri e organizzazioni internazionali, poi i politici potevano più o meno aderire, ma il tentativo di dare una caratura scientifica alle decisioni c'è sempre stato e continua ad esserci. La complessità della materia non implica l'abbandonarsi a istinto e caso, il momento attuale è decisamente fuorviante e atipico, almeno così appare.
extermination Inviato 7 Agosto Inviato 7 Agosto In questo preciso momento storico il mondo è trascinato dai “deliri” di Trump.
nullo Inviato 7 Agosto Inviato 7 Agosto 1 ora fa, Panurge ha scritto: complessità della materia non implica l'abbandonarsi a istinto e caso, il momento attuale è decisamente fuorviante e atipico, almeno così appare. non ho scritto che si deve andare ad istinto. ho inteso scrivere parte di quello che hai detto nella seconda parte della frase. sopratutto quando non sei un attore in grado di coondizionare il gioco, tanto meno di seguire in velocita ciò che cambia repentinamente come scenario. un esempio in tal senso è la Ue.
Savgal Inviato 7 Agosto Autore Inviato 7 Agosto @Panurge Ma bisogna leggere e studiare, operazione faticosa.
Savgal Inviato 7 Agosto Autore Inviato 7 Agosto @extermination Se ti è possibile leggi "Il Grande Crollo" di John K. Galbraith. Rimarrai sorpreso di come si impari poco dagli errori del passato. A seguito della crisi del '29 fu emanata nel 1933 negli Stati Uniti. La Glass-Steagall Act, che prende il nome dai suoi promotori, il senatore C. Glass e il deputato H.B. Steagal che portò ad una profonda riforma del sistema finanziario. La riforma era incentrata sulla netta separazione delle banche in base all’attività svolta: banche commerciali autorizzate a svolgere esclusivamente attività bancarie, cosiddette attività commerciali, raccogliendo depositi tra il pubblico indistinto, e banche d’affari, autorizzate a svolgere esclusivamente attività di investimento, cui era vietata la possibilità di utilizzare come fonte di finanziamento i depositi raccolti presso il pubblico indistinto. La Glass-Steagall Act fu di fatto abrogata attraverso nel 1999 del Gramm-Leach-Bliley Act, che abolì la netta separazione tra le banche commerciali e le banche di investimento. Ciò che avvenne nel 1929 si è ripetuto nel 2008. 2
Savgal Inviato 8 Agosto Autore Inviato 8 Agosto Ho segnalato "Il grande crollo" di John K. Galbraith,un breve passaggio, per mostrae come poco sia cambiato in circa 100 anni ___ Sembra indiscusso, modificando un famoso luogo comune, che nel 1929 l'economia era fondamentalmente malsana. È una circostanza d'importanza primaria. Molte erano le cose che non andavano bene, ma cinque punti deboli devono avere esercitato un influsso particolarmente profondo sul disastro finale. Eccoli. 1) La cattiva distribuzione del reddito. Nel 1929 i ricchi erano indubitabilmente ricchi. Le cifre non sono del tutto soddisfacenti, ma sembra certo che il 5 per cento della popolazione con i redditi più elevati ricevesse quell'anno approssimativamente un terzo dell'intero reddito personale. [...] Questa distribuzione del reddito estremamente diseguale significava che l'economia era basata su un alto livello d'investimento o su un alto livello di spese in oggetti di consumo di lusso, o su entrambi. I ricchi non possono comprare grandi quantità di cibo. Se vogliono utilizzare quanto ricevono, devono impiegarlo in oggetti di lusso o, mediante l'investimento, in nuovi impianti e in nuove iniziative. Investimenti e spese di lusso sono entrambi soggetti, inevitabilmente, a influenze più capricciose e a maggiori fluttuazioni della spesa per vitto e alloggio dell'operaio che guadagna 25 dollari alla settimana. Questa coppia, spese di lusso e investimenti, era particolarmente sensibile, si può supporre, alle sconvolgenti notizie della borsa nell'ottobre 1929. [...] 2) Il mondo degli affari americano negli anni venti aveva aperto le sue braccia ospitali a un eccezionale numero di improvvisatori, concussionari, imbroglioni, impostori e truffatori. Era, nella lunga storia di tali attività, una specie di alta marea del furto societario. [...]
Messaggi raccomandati