LeoCleo Inviato 27 Agosto Inviato 27 Agosto Ho letto un preoccupante articolo sull’Avvenire, riguardante appunto il Piano strategico nazionale delle arre interne. Dalle sole considerazioni del redattore, si parla di suicidio assistito delle piccole comunità spopolate o in spopolamento. Forse per il bilancio dello Stato è un risparmio, ma per le comunità, il territorio, le microeconomie, sarebbe una tragedia. Ci sono informazioni più tecniche e meno opinionistiche?!
iBan69 Inviato 27 Agosto Inviato 27 Agosto https://politichecoesione.governo.it/media/yamnr5sl/piano-strategico-nazionale-delle-aree-interne.pdf
Velvet Inviato 27 Agosto Inviato 27 Agosto Nazione in calo demografico verticale che però non vuole immigrati. Poi uno si meraviglia che i borghi si spopolano e le comunità muoiono.
iBan69 Inviato 27 Agosto Inviato 27 Agosto 1 minuto fa, Velvet ha scritto: Nazione in calo demografico verticale che però non vuole immigrati. Poi uno si meraviglia che i borghi si spopolano e le comunità muoiono. È il cortocircuito di una certa ideologia.
LeoCleo Inviato 27 Agosto Autore Inviato 27 Agosto 12 minuti fa, Velvet ha scritto: Nazione in calo demografico verticale che però non vuole immigrati. Poi uno si meraviglia che i borghi si spopolano e le comunità muoiono. Da che mondo è mondo, città, culture e civiltà nascono, crescono, muoiono, in modo naturale. Anche in pieno boom demografico piccoli comuni, borghi e frazioni montane morivano per il forte potere attrattivo delle città. Ora però che scientemente si incentivi al trasferimento e spopolamento, mi pare una follia. Gli immigrati c’entrano poco: vanno dove c’è lavoro o sussidi a pioggia grazie a ISEE fantasiosi. 1 1
mom Inviato 27 Agosto Inviato 27 Agosto @LeoCleo per favore posta il link dell'articolo su Avvenire. Grazie.
otaner Inviato 27 Agosto Inviato 27 Agosto credo sia questo;https://www.avvenire.it/attualita/pagine/l-intervista-giovani-in-fuga-servono-prospettive
LeoCleo Inviato 27 Agosto Autore Inviato 27 Agosto @mom mi hanno girato un pdf. Spero di non violare nulla, copio incollo. Mer 27/08/2025 Pagina: A6 Le fragilità del Paese Sostegno a stranieri, anziani, reti sociali: così si evita l’eutanasia delle aree interne GIUSEPPE MUOLO Benevento Accoglienza degli stranieri, protezione degli anziani e reti contro l’individualismo. Passa da qui la sopravvivenza delle aree interne del nostro Paese. Per salvarle da un’’“eutanasia” provocata da un mix micidiale di spopolamento, inverno demografico e nuove solitudini. L’appello del cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, è il punto esclamativo della “Lettera aperta al Governo e al Parlamento”, sottoscritta a conclusione dell’annuale convegno dei vescovi delle aree interne. Il documento sarà consegnato all’Intergruppo parlamentare “Sviluppo Sud, Isole e Aree Fragili”. È stato firmato al momento da 139 tra cardinali, arcivescovi, vescovi e abati, ed è stato presentato ieri da monsignor Felice Accrocca, arcivescovo di Benevento, nonché promotore dell’incontro e primo firmatario. Si tratta di un testo nato nel solco di un cammino avviato nel maggio 2019 dalla Chiesa di Benevento. L’intento è avviare un «dialogo costruttivo», in risposta al Psnai, il Piano strategico nazionale delle arre interne, approvato a marzo dal governo. Una misura che ha suscitato diverse perplessità: i fari sono puntati soprattutto sull’obiettivo numero quattro, che per alcune aree parla di «accompagnamento in un percorso di spopolamento irreversibile». In sintesi, per i presuli, si tratterebbe di «un invito a mettersi al servizio di un “suicidio assistito”» di questi territori lontani da ospedali, stazioni, scuole e altri servizi essenziali. «Come vescovi e pastori di moltissime comunità fragili e abbandonate – si legge nel documento – non possiamo e non vogliamo rassegnarci alla prospettiva adombrata dal Psnai. In questi luoghi in cui la vita rischia di finire, essa può invece assumere una qualità superiore: guardarli con lo stesso spirito con cui ci si pone al capezzale di un morente sarebbe, oltre che segno di grave miopia politica, un torto fatto alla Nazione itera». Sono più di 13 milioni gli italiani che vivono nelle “aree interne”, che in 10 anni hanno perso quasi 700mila abitanti. In questo quadro, la lettera ricorda che «la comunità ecclesiale resta una delle poche realtà presenti ancora in modo capillare sul territorio nazionale». Come dimostrano i diversi interventi promossi con i fondi dell’8xmille e l’impegno della Caritas italiana, che sta avviando un coordinamento nazionale per le aree interne. Che «possono sembrare il passato – ha detto Zuppi –, ma in realtà ci indicano il futuro. Il nostro Paese non accetti un piano inclinato di rassegnazione, di denatalità e di mancanza di speranza, ma con attenzione scelga di costruire il futuro difendendo la vita e accogliendo la vita. La nostra riflessione – ha aggiunto – non è accanimento terapeutico. Siamo contrari all’eutanasia di questi territori. Servono le terapie opportune perché possano dare nuovi frutti. Bisogna guardare lontano, con un percorso che sia plurale e condiviso». Tra le strade indicate dal presidente della Cei, quella dell’accoglienza degli stranieri. «È una parte del futuro per tutto il Paese, non c’è futuro senza accoglienza », ha sottolineato Zuppi, che si è soffermato anche sul tema degli anziani. «La loro vita – ha esortato – sia protetta e garantita anche nei luoghi più piccoli». Citando la lettera, l’arcivescovo di Bologna ha quindi puntato il dito contro quei documenti e decreti governativi e regionali che nel corso dei decenni sono finiti in un «ingorgo di dispositivi legislativi per lo più inapplicati, non di rado utili solo a consolidare la distribuzione di finanziamenti secondo logiche politico-elettorali ». Nel documento si esorta dunque a sollecitare «le forze politiche e i soggetti coinvolti a incoraggiare e sostenere, responsabilmente e con maggiore ottimismo politico e sociale, le buone prassi e le risorse sul campo, valorizzando un sistema di competenze convergenti, utilizzate non più per marcare differenze, ma per accorciare le distanze tra le diverse realtà nel Paese». Da qui la richiesta di «avviare un percorso plurale e condiviso in cui gli attori contribuiscano a costruire partecipazione e confronto così da generare un ripopolamento delle idee ancor prima di quello demografico». E l’invito a favorire «esperienze di rigenerazione coerenti con le originalità locali e in grado di rilanciare l’identità rispetto alla frammentazione sociale». Così come a incoraggiare «il controesodo con incentivi economici e riduzione delle imposte, soluzioni di smart working e co working, innovazione agricola, turismo sostenibile, valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici, piani specifici di trasporto, recupero dei borghi abbandonati, co-housing, estensione della banda larga, servizi sanitari di comunità, telemedicina ». L’auspicio di Accrocca è che la lettera sia fatta «oggetto di attenta riflessione di Governo e Parlamento». Per questo, ha concluso, «saremmo lieti di poter esporre le nostre riflessioni in un dialogo sereno e costruttivo, qualora ciò si ritenesse opportuno. Il nostro non vuole essere un pressing, ma un contributo che offre una prospettiva diversa». 1
LeoCleo Inviato 27 Agosto Autore Inviato 27 Agosto 14 minuti fa, wow ha scritto: Il modello Riace poteva essere una soluzione Non credo proprio, anzi, costi sociali ed economici immensi, al netto del reato commesso a monte. 1
Panurge Inviato 27 Agosto Inviato 27 Agosto La soluzione è una tassazione spietata sui celibi e su chi non figlia per risollevare la demografia, è patriottica, profuma di ventennio e quindi può piacere, per l'oro alla patria ci pensiamo poi.
appecundria Inviato 27 Agosto Inviato 27 Agosto 5 minuti fa, LeoCleo ha scritto: costi sociali ed economici immensi Sì ma fossero profittevoli non andrebbero spopolandosi e il governo non pianificherebbe di abbandonarle.
Martin Inviato 27 Agosto Inviato 27 Agosto Nel documento PSNAI linkato non riscontro le preoccupazioni di Avvenire. Mi riferisco a questo articolo: https://www.avvenire.it/attualita/pagine/sostegno-a-stranieri-anziani-reti-sociali-cosi-s che riportando la "voce dei presuli" (Zuppi e Acrocca) parla di "suicidio assistito" delle aree interne. A mio parere l'obiettivo 4 del PSNAI è semplice e cruda presa d'atto di una realtà realisticamente non modificabile. Pensare di invertire una tendenza epocale riuscendoci in tutti i territori sarebbe infatti illusorio.
captainsensible Inviato 27 Agosto Inviato 27 Agosto Niente di cui meravigliarsi: spingere la gente ad ingrossare i soliti grossi contesti urbani, facendo guadagnare i palazzinari con l'aumento del costo delle case (ed anche i guadagni delle banche, di conseguenza) ovviamente con servizi urbani ridotti all'osso, giusto per far provare loro la bellissima vita alienante delle metropoli. Sono anni che va avanti sta faccenda, basta vedere la continua emigrazione dal sud verso le solite destinazioni, che non si è mai arrestata. CS
wow Inviato 27 Agosto Inviato 27 Agosto Senza calcolare i costi spaventosi che deriverebbero, in termini di dissesto idrogeologico, dal completo abbandono dei territori interni.
senek65 Inviato 27 Agosto Inviato 27 Agosto 56 minuti fa, Panurge ha scritto: Non toccatemi Sassaia. O Sassalbo 13 minuti fa, Panurge ha scritto: La soluzione è una tassazione spietata sui celibi e su chi non figlia Se con cane tassa aggiuntiva per aggravante 1
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