LUIGI64 Inviato 7 Settembre Inviato 7 Settembre 10 minuti fa, Savgal ha scritto: Ricordo anche un thread sulla presidente della commissione europea. Asserzioni perentorie fatte da chi ignorava le procedure con cui si giunge alla sua nomina e di quali sono le competenze della commissione e del suo presidente. Ho postato delle sintesi fatte a suo tempo per sostenere il concorso, se la persona fosse razionale avrebbe modificato le valutazioni, invece nulla. Non stento a crederlo Se dietro ci sono convinzioni ed ideologie radicate, l'aspetto razionale non è sufficiente Solitamente, mi guardo bene di affrontare argomenti che non conosco Anzi, non di rado, prendo spunto da thread e riflessioni altrui (anche tue) per approfondire autonomamente la questione
Savgal Inviato 7 Settembre Autore Inviato 7 Settembre @extermination In un altro thread, era relativo alle politiche di Trump, facevo osservare quale sia la difficile condizione della working class statunitense, delle enormi concentrazioni della ricchezza avvenute negli ultimi decenni, della sanità USA che è quasi un'associazione a delinquere, del divario tra i laureati con lavori ben pagati e coloro che hanno mansioni modeste, della necessità di una giustizia sociale. Le osservazioni sono cadute nel vuoto, della disperazione della working class USA interessava nulla. Le mie considerazioni sono state che le simpatie per Trump hanno motivazioni che non hanno alcuna relazione con la condizione della working class USA e che quindi sono confusamente personali più che sociali .
audio2 Inviato 7 Settembre Inviato 7 Settembre 9 minuti fa, Savgal ha scritto: Gli accordi di scambio sono fatti da professionisti professionisti che seguono gli input politici trasmessi da chi porta gli interessi veri. quando volete sentire qualcosa di agricoltura e che abbia anche un senso, poi che siate d' accordo o meno è un altro discorso, non dovete ascoltare il portavoce lollo, ma prandini, quello della coldiretti.
audio2 Inviato 7 Settembre Inviato 7 Settembre 3 minuti fa, Savgal ha scritto: le simpatie per Trump hanno motivazioni che non hanno alcuna relazione con la condizione della working class USA e che quindi sono confusamente personali più che sociali quando vedi che i demos mericani per la working class non hanno fatto un tubo anzi, almeno voti chi ti sta simpatico e/o ti fa più ridere. che poi viste le alternative non è che ci voleva poi molto.
Gaetanoalberto Inviato 7 Settembre Inviato 7 Settembre 14 minuti fa, audio2 ha scritto: non hanno fatto un tubo anz Si, però vale anche intuire dove ti portano le sparate del simpatico. Se la cura è peggiore del male, tagliarsi il pisello non fa ridere 1
audio2 Inviato 7 Settembre Inviato 7 Settembre magari la cura serve anche per eliminare certa gente, lo scopo è anche quello. se i demos mericani non sono capaci di fare autopulizia nemmeno così, meglio che si estinguano.
Gaetanoalberto Inviato 7 Settembre Inviato 7 Settembre 12 minuti fa, audio2 ha scritto: demos mericani non sono capaci di fare autopulizia nemmeno così, meglio che si estinguano. Ma deportare i piddì negli Usa e fare strike ?
Savgal Inviato 7 Settembre Autore Inviato 7 Settembre @Gaetanoalberto Tre ponderosi saggi di professori universitari e premi Nobel, in cui si analizzano le questioni che ho postato, ridotti a battute da bar dello sport. La giustizia sociale è un tema che interessa a pochi, al pari dell'uguaglianza.
Savgal Inviato 7 Settembre Autore Inviato 7 Settembre @extermination Ho terminato di leggere questo saggio, le mie preoccupazioni sono aumentate. Se avessi il potere di spegnere i social lo farei immediatamente. 2
LUIGI64 Inviato 7 Settembre Inviato 7 Settembre In genere la meditazione e la contemplazione godono di pessima fama in Occidente. Sono ritenute una forma particolarmente riprovevole di indolenza e narcisimo. Non abbiamo tempo per dedicarci a conoscere noi stessi, e non crediamo neppure che ciò possa servire a qualche ragionevole scopo. E poi non vale affatto la pena – lo si sa già in anticipo – di conoscere sè stessi, poichè è cosa da nulla sapere come siamo fatti. Crediamo esclusivamente all’azione e non ci interroghiamo mai sul soggetto che compie l’azione stessa; esso si giudica solo in base a determinate prestazioni valutate da norme collettive (C.G. Jung)
Savgal Inviato 8 Settembre Autore Inviato 8 Settembre L'anticipazione della società di adolescenti è stato il '68. Scriveva Hobsbawm ne Il secolo breve sul capitolo dedicato alla rivoluzione culturale del '68 .... "Nessuno che avesse un'esperienza sia pur minima del mondo reale, ossia nessuno che fosse autenticamente adulto, avrebbe potuto escogitare slogan fiduciosi ma palesemente assurdi come quelli scanditi nel maggio parigino del 1968 o nell'autunno caldo italiano del 1969: "Tutto e subito" (aggiungo "È vietato vietare" o "Prendo i miei desideri per la realtà, perché credo nella realtà dei miei desideri"). ..... Essa fu una cultura "demotica" (cioè di ispirazione popolare) e "antinomiana" (cioè avversa ad ogni tipo di regola) soprattutto in merito alla condotta personale. Ognuno doveva "fare quello che gli pareva", con il minimo di costrizione esterna ..." .... La rivoluzione culturale degli anni '60 e '70 può dunque essere intesa come il trionfo dell'individuo sulla società, o piuttosto come la rottura dei fili che nel passato avevano avvinto gli uomini al tessuto sociale.
Savgal Inviato 8 Settembre Autore Inviato 8 Settembre Scriveva Aurelio Lepre, sempre sul '68 in "Storia della prima repubblica". "Nello stesso tempo in cui chiedevano la distruzione dei poteri sociali, gli studenti rivendicavano il più assoluto potere nella sfera dei comportamenti individuali, ma in senso diverso dal tradizionale individualismo borghese. L'individualismo che nacque nel Sessantotto, e che ne fu poi l'eredità più duratura, ebbe caratteri molto specifici, con una netta cesura tra responsabilità e diritti individuali. Tutte le colpe furono attribuite alla società, di cui erano considerati simboli negativi i giudici e i poliziotti. Il sistema, l'ordine esistente, erano i responsabili di ogni male." 1
Savgal Inviato 8 Settembre Autore Inviato 8 Settembre Vi è molto di adolescenziale. Numerosi sono le corrispondenze tra il '68 ed il populismo. La differenza è che allora uno slogan molto diffuso era "Non fidarti mai di nessuno che abbia più di 35 anni", mentre i sessantottini di oggi sono nati tra gli anni Sessanta e Ottanta.
Gaetanoalberto Inviato 8 Settembre Inviato 8 Settembre Oserei dire che il tratto adolescenziale si è trasferito alla politica e dunque alle sue scelte, che appaiono volatili quanto l'adolescenzialità degli elettori, che difettano assai di prospettive significativamente generali. 1
Savgal Inviato 8 Settembre Autore Inviato 8 Settembre Ho recuperato alcuni slogan del '68, pare che il tempo si sia fermato per alcuni. Siamo realisti, pretendiamo l’impossibile. Professori, voi ci fate invecchiare. Solo l’individuo deve esistere. Il sapere deve essere libero e liberamente consentito. No alla mentalità libresca.
andpi65 Inviato 8 Settembre Inviato 8 Settembre 3 ore fa, Savgal ha scritto: Scriveva Aurelio Lepre, sempre sul '68 in "Storia della prima repubblica". "Nello stesso tempo in cui chiedevano la distruzione dei poteri sociali, gli studenti rivendicavano il più assoluto potere nella sfera dei comportamenti individuali, ma in senso diverso dal tradizionale individualismo borghese. L'individualismo che nacque nel Sessantotto, e che ne fu poi l'eredità più duratura, ebbe caratteri molto specifici, con una netta cesura tra responsabilità e diritti individuali. Tutte le colpe furono attribuite alla società, di cui erano considerati simboli negativi i giudici e i poliziotti. Il sistema, l'ordine esistente, erano i responsabili di ogni male." E che giudizio ne hai ricavato da queste letture , se lo trasli all'epoca odierna? E' cambiato qualcosa?
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