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Società e politica al tempo della morte di Dio


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Inviato
17 minuti fa, Savgal ha scritto:

L'autore citato nell'incipit rivolge la sua attenzione all'Occidente.

Ah, ma quale occidente ? quanto e' grande l 'occidente ?

Possiamo considerare i paesi dell' America Latina pseudo occidentali e quindi legati a una forma di fede che contempli il Cristianesimo ?

Inviato
7 minuti fa, Plot ha scritto:

colpa non puo' ricadere su un  "Dio" metaforicamente morto

Io sono d'accordo con le riflessioni, già esposte nel mio post precedente, da G. Reale

Purtroppo, non ho la possibilità di riportare altre citazioni, o meglio risulta molto difficoltoso, in quanto ho soltanto la versione cartacea e non ebook del testo di Reale

Inviato
15 minuti fa, nullo ha scritto:

quanti oggi sentono il bisogno di pregare Dio per mettere qualcosa in tavola.

Ce ne sono molti sparsi per il mondo, non possiamo di certo prendere ad esempio il posto in cui viviamo adesso io e te.

Quello che non funziona da noi non e' detto che sia la stessa cosa da altre parti, paesi poveri ve ne sono tanti e la preghiera non portera' a casa un piatto di minestra (dal nostro punto di vista)

O forse si, chi e' povero rimane tale anche se prega un suo "Dio" ma forse questo potrebbe essere un rafforzativo e farti pensare che le cose cambino, cercare di far studiare i propri figli o mandarli a lavorare da altre parti.

Inviato
17 minuti fa, LUIGI64 ha scritto:

Io sono d'accordo con le riflessioni, già esposte nel mio post precedente, da G. Reale

Scusa ma mi sono perso nei meandri dei posts e tra una telefonata ed altro :classic_sad:

Inviato
42 minuti fa, Plot ha scritto:
53 minuti fa, nullo ha scritto:

quanti oggi sentono il bisogno di pregare Dio per mettere qualcosa in tavola.

Ce ne sono molti sparsi per il mondo, non possiamo di certo prendere ad esempio il posto in cui viviamo adesso io e te.

Quello che non funziona da noi non e' detto che sia la stessa cosa da altre parti, paesi poveri ve ne sono tanti e la preghiera non portera' a casa un piatto di minestra (dal nostro punto di vista)

ma che discorsi, ovvio.

ma pensi che l'opener si riferisse al nostro mondo o all'africa nera ( esempio) quando lamentava che fossero saltate le gerarchie?

idem per altro.

 

 

Inviato
2 minuti fa, nullo ha scritto:

ma che discorsi, ovvio.

ma pensi che l'opener si riferisse al nostro mondo

...l' opener ha gia' precisato che il riferimento e' l 'occidente.

Inviato
20 minuti fa, Plot ha scritto:

...l' opener ha gia' precisato che il riferimento e' l 'occidente.

infatti, non credo ci fosse neppure il bisogno.

il riferimento allo sganciamento del bisogno primario era anch'esso esplicito.

come il rifermento al crollo dei vecchi valori per dar luogo a  nuove gerarchie.

il mondo antico di quelli che erano diseredati e piccoli borghesi ( che abbiamo avuto la fortuna di conoscere) segue altre strade da decenni.

in quanti hanno bisogno di Dio oggi per regolare il quotidiano?

Inviato

Tutto molto interessante dal punto di vista sociologico, o superficialmente psicologico, ma a mio modo di vedere, dicono molto poco sulla religione/spiritualità quando è vissuta realmente e praticata 😎

Ma va bene anche così 

Ma ormai siamo in pieno disincanto del mondo (M. Weber)

Inviato
41 minuti fa, LUIGI64 ha scritto:

dicono molto poco sulla religione/spiritualità quando è vissuta realmente e praticata 😎

ma le masse la praticavano e avevano una approfondita conoscenza in quei termini?

o eravamo molto più vicini alla mera superstizione per la gran parte degli individui?

Inviato
13 minuti fa, nullo ha scritto:

eravamo molto più vicini alla mera superstizione per la gran parte degli individui?

L'approccio è sempre individuale

Probabilmente, ci sono molto derive

L'ego fagocita tutto, spiritualità inclusa

Ma a chi piace il tennis, farà riferimento almeno ai top ten, non a quelli di bassa categoria

Non a caso e controcorrente, ho aperto un thread sulla good religion, sulla bad sappiamo tutto e di più 

😁

 

 

Inviato
1 ora fa, nullo ha scritto:

in quanti hanno bisogno di Dio oggi per regolare il quotidiano?

...in tanti, a cominciare dagli usa (e a strascico anche noi) se li consideriamo occidentali.

Basta vedere quanto successo giorni fa, che con la forza di Dio (presunta) credono di compensare le proprie debolezze.

Inviato
4 ore fa, LUIGI64 ha scritto:

Ma la fede o meglio la trascendenza, può essere limitata a strumento per superare il rancore che alberga nei meno fortunati dal punto di vista sociale...

E' una ipotesi, a dir poco riduttiva

E' una delle due ossessioni del tuo interlocutore, Luigi, l'altra è l'ignoranza da cui è circondato.

-

La sua visione (ripetuta) del terrore di precipitare all'indietro nella scala sociale (scala che vede solo lui peraltro)

ossia dell'impoverimento unito al rancore verso i più fortunati è una visione della vita

ben triste e irrimediabilmente priva di gioia.

  Ora, è pur vero che il Dio creduto giustificava e aiutava a sopportare la vita dei derelitti

di un tempo, ma vivaddio quelli di oggi (una minoranza della minoranza) hanno ben altre cose cui 'attaccarsi'.

Inviato
9 ore fa, nullo ha scritto:

o eravamo molto più vicini alla mera superstizione per la gran parte degli individui?

Anche ad una forma di conformismo sociale, accettazione del rito senza comprenderlo.

Mi vengono in mente i tanti che seguivano la messa in latino recitando e storpiando parole sconosciute come formule magiche.

Comunque ribadisco che per me la funzione coesiva delle religioni si fonda sulla ritualità comunitaria molto più che sulla fede in un premio ultraterreno, che non tutte assegnano ai meritevoli.

Inviato
8 ore fa, dariob ha scritto:

La sua visione (ripetuta) del terrore di precipitare all'indietro nella scala sociale (scala che vede solo lui peraltro)

ossia dell'impoverimento unito al rancore verso i più fortunati è una visione della vita

ben triste e irrimediabilmente priva di gioia.

Oltre alla razionalizzazione di tali ipotesi, supportate dagli autori citati, ritengo siano per lo più riconducibili al proprio vissuto personale

Inviato
1 ora fa, P.Bateman ha scritto:

Anche ad una forma di conformismo sociale, accettazione del rito senza comprenderlo.

Fede consuetudinaria, ovvero credi in ciò che crede il tuo vicino, c'è stato anche, in ambito germanico il cuius regio eius religio che ha plasmato il credo di parecchie popolazioni. In entrambi casi la fede come diretta ricaduta dell'indirizzo di residenza.

Inviato
31 minuti fa, Plot ha scritto:

..in tanti, a cominciare dagli usa (e a strascico anche noi)

ohibò, dici che si va oltre lo sventolare inutile di bandierine e simboli ( come, da noi, per la politica) per la percentuale residua che si indentifica ancora come credente?

i bisogni, gli affari, i mestieri, i rapporti umani, passano prima per il disegno divino?

non so come possa effettivamente andare negli Usa, realtà troppo variegata e per me di conseguenza sconosciuta, ma qui da me di certo le chiese sono generalmente praticamente vuote, di giovani legati alla religione in senso classico ce ne sono pochissimi, e i preti sono nero africani ormai in maggioranza, tale è la mancanza di vocazione in italia, e questo la dice lunga sul nostro paese.

1 ora fa, P.Bateman ha scritto:

Comunque ribadisco che per me la funzione coesiva delle religioni si fonda sulla ritualità comunitaria

non dico che siamo a livello dei cori dei tifosi allo stadio..., in ogni caso se provavi ad astenerti e comportarti diversamente, c'era l'enorme peso del giudizio negativo della comunità a costringerti a farti partecipare.

oggi, sopratutto per un giovane c'è il peso opposto.

conosco ad esempio diversi testimoni di Geova che non riescono a trattenere i loro figli dall'abbandonare la loro ritualità.

Inviato
8 ore fa, dariob ha scritto:

E' una delle due ossessioni del tuo interlocutore, Luigi, l'altra è l'ignoranza da cui è circondato.

-

La sua visione (ripetuta) del terrore di precipitare all'indietro nella scala sociale (scala che vede solo lui peraltro)

ossia dell'impoverimento unito al rancore verso i più fortunati è una visione della vita

ben triste e irrimediabilmente priva di gioia.

  Ora, è pur vero che il Dio creduto giustificava e aiutava a sopportare la vita dei derelitti

di un tempo, ma vivaddio quelli di oggi (una minoranza della minoranza) hanno ben altre cose cui 'attaccarsi'.

L'idea che Dio, o gli Dei, facessero tollerare tranquillamente il proprio destino e la mancanza di speranza, cozza con le continue rivolte, proteste,  rivoluzioni e perfino guerre civili, susseguitesi nei vari secoli, che portarono talvolta a progressi e talvolta, quando soffocate, a regressi.

tutto questo è stato una costante nella storia umana ed ha attraversato nei secoli varie forme di rivendicazione.

 

Inviato

La religione aveva senso per darsi un minimo di leggi, che poi fossero divine era un surplus per i Re e tutto il suo cucuzzaro.

Con esse si sottomettevano i plebei e tutti i poveracci.

Man mano che ci si accultura e ci si arricchisce il prete perde potere e la pagnotta o la casetta non serve più che te la trovi.

La religione cristiana non dico che sia nata con l'intento di sottomettere le masse ma di certo è stata usata per questi fini, il potere temporale della chiesa romana era presente, solo da un po' non più, resta il potere spirituale che per chi crede non è poca cosa.

Ma sempre di potere parliamo

La religione perde ogni senso nel momento in cui c'è un potere. 


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