mariovalvola Inviato 1 Ottobre Inviato 1 Ottobre Noi europei, continuiamo a commettere un errore marchiano. Sachs, americanissimo, ha affermato che la politica estera americana è largamente bipartisan: democratici e repubblicani condividono l’idea di mantenere l’egemonia USA e la leadership globale. le differenze tra i due partiti sono soprattutto di stile comunicativo o di priorità interne, ma la sostanza della politica estera (sanzioni, espansione NATO, rapporti con Cina e Russia) resta simile. Lui parla spesso di influenza delle lobby (finanziarie, militari, energetiche, tecnologiche) e di un “sistema” o establishment permanente che orienta le scelte, indipendentemente da chi vince le elezioni. Altri analisti dicono cose simili. Esiste una forte continuità bipartisan negli obiettivi geopolitici. C'è la difficoltà di distinguere la sostanza delle scelte strategiche fra democratici e repubblicani. Todd, per esempio, sostiene che gli europei tendono a vivere le elezioni USA come decisive per il destino del mondo — aspettandosi “la salvezza” se vince un democratico, o “la disgrazia” se vince un repubblicano. Secondo Todd questa è un’illusione, perché la continuità della politica americana è molto più forte delle differenze di facciata: l’impero americano persegue i suoi interessi strategici di lungo periodo, indipendentemente da chi siede alla Casa Bianca. Todd ironizza sul fatto che in Europa si seguano con un trasporto quasi emotivo le presidenziali americane, mentre poi, a livello sostanziale, gli orientamenti su guerra, NATO, commercio, dollaro non cambiano radicalmente. Già nel 2020 affermava “Gli europei non hanno capito che le elezioni americane non cambiano la struttura del potere a Washington. Si illudono che un presidente possa invertire la rotta, ma la macchina continua.”
briandinazareth Inviato 1 Ottobre Inviato 1 Ottobre 14 minuti fa, mariovalvola ha scritto: gli orientamenti su guerra, NATO, commercio, dollaro non cambiano radicalmente. Però è falso, i dati sulle esportazioni parlano molto chiaro. Così come tutta la politica estera di trump. E non dimentichiamoci che anche la politica interna usa ha impatti rilevanti in tutto il mondo
ferdydurke Inviato 1 Ottobre Inviato 1 Ottobre 21 minuti fa, Savgal ha scritto: Ripeto, gli USA che pensiamo di conoscere, che vivono sulle coste di Atlantico e Pacifico con buoni redditi, sono solo una parte del Paese. I tanti che vivono con redditi collocati sul salario minimo e chi vive tra le due coste è un altro paese, povero e rancoroso. Certo è tutto vero, però se permetti chi ha un reddito alto, fa un lavoro creativo e ha un percorso di studi importante avrà maggiore responsabilità e non potrà avere scuse se non si impegna in prima persona per ripristinare la democrazia negli USA. E' scusabile che i redneck non capiscano nemmeno i pericoli di questa deriva fascista, ma chi appartiene alle classi sociali più alte dovrebbe fare qualcosa.
iBan69 Inviato 1 Ottobre Autore Inviato 1 Ottobre 23 minuti fa, mariovalvola ha scritto: Todd ironizza sul fatto che in Europa si seguano con un trasporto quasi emotivo le presidenziali americane, mentre poi, a livello sostanziale, gli orientamenti su guerra, NATO, commercio, dollaro non cambiano radicalmente. Già nel 2020 affermava “Gli europei non hanno capito che le elezioni americane non cambiano la struttura del potere a Washington. Si illudono che un presidente possa invertire la rotta, ma la macchina continua.” Assolutamente falso, una previsione del 2020 bucata in pieno e la dimostrazione l’abbiamo proprio con il secondo mandato di Trump.
Savgal Inviato 1 Ottobre Inviato 1 Ottobre @ferdydurke L'elettorato della working class delle città industriali in declino e delle aree periferiche si è fatto catturare dal populismo e dal nazionalismo dei “conservatori identitari” e abbandonato le rivendicazioni di sinistra per un sistema economico più equo nella distribuzione dei redditi. I mutamenti del sistema economico hanno comportato enormi conseguenze, anche culturali. Mutamenti irrilevanti dal punto di vista economico sono viste come minacce alle sicurezze e alle identità tradizionali, che risalivano ad un passato recentissimo. Ciò ha toccato anche quella quota di classe media, priva di titoli di studio elevati, che fino a poco tempo fa aveva lavori da colletti bianchi relativamente sicuri e sufficientemente pagati. Anche costoro hanno sofferto i mutamenti del sistema economico, con una maggiore precarietà del lavoro e il ridursi dei redditi, elementi che anche in questa quota di colletti bianchi ha alimentato ed alimenta la nostalgia del passato, con una reazione non diversa dalla working class, divenendo anche essi nostalgici del passato, populisti e “conservatori identitari”. I “vincitori” sono invece in possesso di istruzione universitaria, con una visione del mondo cosmopolita, senza disagio dinanzi al multiculturalismo, i mercati globali e l’immigrazione. La conseguenza è che le divisioni del passato di destra e sinistra, fondate sulla classe sociale e sul conflitto tra capitale e lavoro, è stata sostituita a divisioni fondate sulle politiche culturali e sull’identità. Tutto ciò che è attribuito al presente, irrilevante per la loro condizione economica come la c.d. “cultura woke, è divenuto un simbolo del presente che si rifiuta. 1
gibraltar Inviato 2 Ottobre Inviato 2 Ottobre @mariovalvola 12 ore fa, mariovalvola ha scritto: democratici e repubblicani condividono l’idea di mantenere l’egemonia USA e la leadership globale. le differenze tra i due partiti sono soprattutto di stile comunicativo o di priorità interne, ma la sostanza della politica estera (sanzioni, espansione NATO, rapporti con Cina e Russia) resta simile. Questo è chiaro a chiunque sia un minimo informato: il ruolo di egemoni e gendarmi del mondo è scolpito nel DNA degli americani. Con questo buffone alla presidenza, però, si stanno toccando vette (o abissi) delle quali io almeno non ho memoria. E per la prima volta hanno un presidente che i maggiori danni, oltre che quelli evidenti agli altri Paesi, li sta facendo proprio al suo Paese, demolendone la struttura pezzo per pezzo.
Panurge Inviato 2 Ottobre Inviato 2 Ottobre Il capolavoro davanti ai militari, entusiasti come davanti ad una colonscopia, è stato dire che si possono mandare i soldati a fare esperienza nelle città pericolose, possibilmente dem.
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