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Perchè persone di sinistra non riconoscono più la sinistra?


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loureediano
Inviato

@audio2 come darti torto, purtroppo è la pura verità 

Siamo in questa situazione politica anche e soprattutto per una classe giornalistica che fa pena, per non dire che fa andare di corpo

Una democrazia vive se c'è informazione libera.

Gaetanoalberto
Inviato
10 ore fa, indifd ha scritto:

la maggioranza dei colletti blu italiani

Mah… la maggioranza dei colletti di ogni colore sembra ormai stare a casa. Tra le minoranze votanti, indagherei meglio la direzione dei colletti bianchi, finché esistono e  resistono, ovvero quelli che fanno andare la baracca evitando che affondi, mentre blu, gialli, verdi, neri e rossi giocano con le bandierine…

Inviato
1 ora fa, audio2 ha scritto:

perchè uno può supercazzolare all' infinito in stile parenzo, furbini, l' ominicchio, sechi, mieli, il galleggiante inaffondabile, la vescica umana, augello, cazzillo, servognino, il riotto in c. , l' oscurato, l' ommemerd ecc ecc ma i fatti stanno li pesanti ed inamovibili come macigni.

Tu non stai bene. 

Inviato
48 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto:

sembra ormai stare a casa.

Ovviamente intendevo votanti e questo per i sostenitori storici della sinistra da minimo riformista a quella più massimalista (una volta) o radicale ora dovrebbe far sorgere almeno una banale domanda perché sono diventati fasci?

Con il corollario della seconda domanda: "sono diventati stron** loro (colletti blu fasci) o siamo diventati str*** noi?"

Io le risposte le conosco bene :classic_biggrin:, ma non chiedermi di illustrarle altrimenti incorro nei seguenti problemi:

a) molta gente si incazz****** di brutto (non è il mio fine)

b) rischio sanzioni (vorrei evitarlo) conseguenze del punto "a"

c) e poi finirei per fare apologia dei fasci (non mi sembra il caso soprattutto in questo forum)

Gaetanoalberto
Inviato
17 ore fa, Savgal ha scritto:

Per le tante eterogenesi dei fini della storia l’effetto più grande del c.d. “comunismo reale” si manifestò dopo il 1945. Come osservava Hobsbawm ne “Il secolo breve” la presenza di un’alternativa all’economia capitalistica indusse i governi del secondo dopoguerra ad edificare il sistema dello stato sociale europeo e ad un incremento dei salari congiunta con la crescita della produttività.

Il potenziale politico ed ideologico del comunismo reale consentì ai partiti socialisti e comunisti dell’Europa occidentale di giungere al punto più alto di pressione politica anche se erano collocati all’opposizione. Ciò rese possibile l’accoglimento delle loro richieste anche da parte dei governi liberali o conservatori di redistribuzione della ricchezza e dell’edificazione dello stato sociale.

I partiti che rappresentavano i lavoratori dipendenti e i sindacati occidentali ebbero il massimo ascolto per via di una minaccia indiretta di lotta di classe, che riuscirono a fare fruttare nei rapporti con le controparti, anche senza bisogno di giungere allo scontro aperto. Era sufficiente far notare quanto avveniva oltre la “cortina di ferro” per far comprendere alla parte imprenditoriale che anche in Occidente la pace sociale aveva il suo prezzo. 

I costi della pace sociale in Occidente furono rivisti nel momento in cui la potenziale di minaccia dei partiti di sinistra e dei sindacati si attenuò in modo inarrestabile in ragione del fatto che l'Unione Sovietica, il “comunismo reale”, era sempre meno credibile. Si era perso il fattore di poter far leva sulla paura del comunismo.

Per il campo conservatore divenne evidente che il contraente che sedeva ai tavoli delle trattative salariali era fortemente indebolito.

Le conseguenze di ciò determinarono un nuovo clima politico già dai primi anni Ottanta. Non è un caso che i salari operai negli USA sono fermi da quel momento. Il neo-liberismo è stato nei fatti un ricalcolo dei costi della pace sociale interna ad iniziare dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna, con la Thatcher e Regan, per poi passare all’Europa occidentale causata dalla temporanea pressione politica e ideologica del “comunismo reale”. Negli stessi anni si assisteva al diffondersi di un “individualismo popolare” che toglieva il terreno sotto i piedi alla solidarietà di classe del proletariato.

In pochi anni si passò dalla priorità della piena occupazione a quella della dinamica imprenditoriale. Questa nuova situazione ha condotto a salari stagnanti da 40 anni, congiunti con il tentativo di ridurre lo stato sociale, tollerati senza reazioni e senza che ciò accendesse nuovamente il conflitto di classe.

I rapporti di forza erano cambiati. Le organizzazioni del lavoro dipendente non possedevano più strumenti con cui fare pressioni e, in ultima istanza, minacce. Anzi, il privilegio di poter fare minacce era passato quasi unilateralmente nelle mani delle imprese, che possono prospettare scenari peggiori nel momento in cui la controparte rifiutasse di condividere le nuove regole del gioco.

Non è del tutto infondato il timore che si sia in presenza di una svolta neo-autoritaria del capitalismo, con l’appoggio della stessa classe operaia sua antagonista nell’immediato secondo dopoguerra.

Lo “Stato sociale” ha molti padri, nello specifico italiano i “Popolari” sono agli albori della “dottrina sociale della Chiesa”, e da sempre hanno rappresentato la necessaria ed inevitabile mediazione delle istanze sociali, quella che ha permesso all’occidente europeo una crescita più equilibrata che altrove, accompagnandosi per lunghi tratti della storia, i migliori, ai socialdemocratici.

Il “noi”, per qualche tempo trasformatosi in “a noi!”, ha avuto bisogno di quella intermediazione per realizzarsi: il risultato senza intermediazione lo si è visto appunto nei paesi della cortina di ferro, ed è quello che in effetti il comunismo ha realizzato, in tutti i casi in cui ha avuto concreta applicazione in forme di governo.

Alcune esemplificazioni dei risultati ci sono anche oggi: Cuba, Venezuela, Nicaragua, Corea del Nord. La stessa Russia sta lì a ricordare le possibili evoluzioni di un “noi” che per esprimersi ha bisogno della soppressione anche fisica dell’io.

Meglio è andata in Oriente, ma solo adesso, attraverso un meccanismo che in realtà ha lasciato spazio agli “io” con ampie liberalizzazioni di impresa.

Quindi no, non sono molto d’accordo con una lettura partigiana e di colore ideologico del “noi”.
La realtà è piuttosto diversa: è vero che tra le classi povere la solidarietà ha permesso talvolta di attraversare le difficoltà, determinata dal bisogno più che da un’ispirazione politica. È poi vero che fenomeni eteroindotti dall’economia liberale, come la nuova organizzazione del lavoro, hanno creato le precondizioni di ricchezza ed istruzione per trasformare le istanze di miglioramento delle condizioni delle classi più povere in azione politica. Questa azione, lungi dall’essere un “noi” sociale nel senso utopistico che si legge tra le righe della ricostruzione citata, è stato inizialmente un movimento limitato agli operai della rivoluzione industriale, del tutto disinteressato, ad esempio, alla condizione del bracciantato.

Per la verità, la radice dell’attuale leghismo si trova proprio nella spocchiosa ostilità del mondo operaio di più antica data, lontanissimo dal noi cui romanticamente si accenna sopra e piuttosto concretizzatosi in una moltiplicazione di “io”, verso le nuove forze lavoro necessarie allo sviluppo industriale provenienti dalle campagne (“terroni”, ricordi?! La radice dell’io sta sempre lí, quale che sia il colore del fazzoletto, e spiega perchè il rosso si sia tramutato in verde).

Tornando al tema, il noi è stato reso possibile prima dalla creazione della ricchezza, presupposto di una migliore distribuzione della medesima, attraverso un processo storico economico complesso, e soprattutto dalla capacità di mediazione delle istanze sociali stemperando i conflitti, rappresentata altrove.

Per quel dubbio insito nell’umano, sul fatto che venga prima l’uovo o la gallina, non saprei se la crisi nasce dal venire meno del noi, sostituito dall’io liberale.

Mi viene piuttosto in mente che il noi sia stato possibile grazie al ruolo di redistribuzione della ricchezza da parte dello stato, che si è ritenuto possibile potesse farlo ad libitum e per sempre.
Cambiando il contesto economico e della demografia lavorativa, limitata la crescita, in una competizione internazionale sempre più difficile, il debito sovrano che ha permesso il “noi” sembra oggi doverne ridurre le pretese.

Ecco dunque che, di fronte alla mera e per il momento ipotetica prospettiva di un peggioramento, quel “ noi “, in realtà per molti figlio di una semplice addizione di “io”, è tornato alle radici.

La stessa bipolarizzazione del mondo politico è la dimostrazione del ritorno dell’io, per qualche tempo mediato da un “noi” che è stato merito della mia amata idea, che non cito per evitare il pomodoraggio.

 

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Gaetanoalberto
Inviato

Comunque, è veramente fastidioso che io debba scrivere gratis in questo luogo

mariovalvola
Inviato
7 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto:

Comunque, è veramente fastidioso che io debba scrivere gratis in questo luogo

Nessuno ti obbliga. 

Gaetanoalberto
Inviato
1 minuto fa, mariovalvola ha scritto:

Nessuno ti obbliga. 

Un altro "noi" emerge dalla nebbia 😝

Inviato
10 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto:

Comunque, è veramente fastidioso che io debba scrivere gratis in questo luogo

metti in calce l'iban.

in ogni caso, decisamente più lucido di antichi pensatori usati e citati per  comprendere i moderni accadimenti.

Inviato
10 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto:

Comunque, è veramente fastidioso che io debba scrivere gratis in questo luogo

Vedila così, non si può avere tutto.
io pagherei per non veder più scrivere certa gente in questo forum! 😄

  • Melius 1
mariovalvola
Inviato
13 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto:

Comunque, è veramente fastidioso che io debba scrivere gratis in questo luogo

Con una perla simile, che ti aspettavi?

Gaetanoalberto
Inviato
2 minuti fa, mariovalvola ha scritto:

che ti aspettavi?

Un abbraccio ?

Gaetanoalberto
Inviato
8 minuti fa, Panurge ha scritto:

come fosse Antani

Argomenta, argomenta, piuttosto, veteromarxista

che non sei altro,  e lascia il nostro amato Antani ai suoi lidi.... (che poi com'è che tanti fanno i commercialisti...mah)

Inviato
Il 05/10/2025 at 17:49, lampo65 ha scritto:

e perché no magari cresciuto come uomo, potremmo anche farcelo andar bene

Dici che sia cresciuto come uomo, nel senso alto del termine? Vedendo i suoi recenti excursus politici direi piuttosto che sia cresciuto in spregiudicatezza. Vedendo invece la cosa dal punto di vista pratico, ce lo vedi Renzi a tornare segretario del PD? A parte il fatto che decidono le primarie.

Inviato
Il 05/10/2025 at 18:57, briandinazareth ha scritto:

Niente di tutto questo è qualcosa che ha riscontro nella realtà

Sappiamo bene che la realtà non è quella che c'è là fuori, ma quella dipinta dai social e da altri media ormai secondari.

Inviato
Il 05/10/2025 at 19:13, audio2 ha scritto:

- salari fermi al palo da 30 anni

Infatti il salario minimo è un cavallo di battaglia di FDI, giusto?

mozarteum
Inviato

Il salario minimo dovrebbe essere assicurato dai sindacati. Se si occupano ancora di retribuzioni. Se ne parla da anni ma nessun governo o parlamento ha legiferato, e con ragione a mio avviso, visto che una controindicazione sarebbe quella dell’appiattimento delle retribuzioni al minimo una volta sottratte alla contrattazione


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