ediate Inviato Venerdì alle 11:30 Inviato Venerdì alle 11:30 @Jack Veramente, se dovessi comprare una Honda sportiva, mi fionderei sulla Civic Type-R.... per come vedo io le auto sportive, queste NON devono avere niente di elettrico. Giusto la batteria e i cavi per le candele... 1
Savgal Inviato Venerdì alle 13:04 Inviato Venerdì alle 13:04 @Jack Dove e quando avrei affermato di possedere la “verità”? Evito di far partire un c.d. pippone su gnoseologia o epistemologia. In estrema sintesi si cerca di ricondurre la complessità del reale ad un insieme di concetti gestibili, una mappa che indica un territorio. Ma la mappa non è il territorio, è una semplificazione. Come tale per alcuni aspetti è una forma di violenza alla complessità del reale, che peraltro cogliamo con categorie di cui spesso non siamo consapevoli. Quanto all’individualismo, è uno dei valori della destra conservatrice, della borghesia, quella borghesia che ha elaborato i diritti individuali del liberalismo, che ritengo non negoziabili e che temo siano oggi messi in discussione. L’individualismo senza i limiti posti dalla cultura e della razionalità borghese rischia di degenerare nel suo opposto, se tanti pensano di essere dio in terra l’esito è la sottomissione a chi detiene il potere. Se ho mancato di rispetto, chiedo scusa, non era nelle mie intenzioni. Nelle mie intenzioni vi è lanciare sottili provocazioni per osservare alcune reazioni. Le più curiose sono da parte di coloro che si dicono di destra. Le persone di destra ritengono "che siano più diseguali che eguali", la diseguaglianza è un valore e con essa la gerarchia sociale conseguente. Molti che si dicono di destra non appena si sottolineano le differenze, di status, di ceto, culturali (con le citazioni) insorgono come attivisti di una sezione del Pci degli anni Sessanta. Di destra sì, ma siamo tutti uguali, con il rischio che poterlo diventare sottomessi ad un unico capo, di cui sopra. Penso sia chiaro che ritengo debba essere garantito a tutti l’equa eguaglianza delle opportunità e affinché ciò sia possibile deve essere garantito l’accesso ai beni sociali primari: libertà, diritti, reddito, opportunità, rispetto di sé. Vi è poi una moralità vicina al cristianesimo di cui non sono stato in grado di sbarazzarmi. Infine, i due Michele e Riccardo non sono più tra noi da tempo, ma ricordo nei discorsi fatti nelle cabine dei camion che non consideravano quella fatica che condividevamo come una condanna, con il conseguente risentimento. Non soffrivano di una paura del futuro e spesso confrontavano il passato con il presente, che consideravano migliore. Questo ricordo, se non è la nostalgia dell’ultra sessantenne per l’adolescenza e la prima giovinezza.
Savgal Inviato Venerdì alle 15:01 Inviato Venerdì alle 15:01 La mappa dell’imperatore di Jorge Luis Borges C’era una volta un imperatore avido e crudele. Aveva fatto costruire un’altissima torre in cima alla quale c’era una stanzetta con quattro finestre aperte ai quattro venti. L’imperatore si richiudeva nella stanzetta e passava le giornate a contare. Affacciato ad una delle quattro finestre, l’imperatore contava i campi, gli alberi, le case, i fi umi che c’erano nel suo regno sterminato. Dopo aver contato, l’imperatore annotava ogni cosa in certi suoi libriccini unti e pieni di orecchie per il troppo uso che ne aveva fatto. Un giorno passò sulla sua testa uno stormo di passeri e l’imperatore si mise a contarli. “1337 o 1338? Maledizione, ho sbagliato il conto!” Il solo pensiero che ci fosse qualcosa nel suo regno che non fosse segnato nei suoi libriccini lo faceva impazzire. Aprì la porta della stanzetta e scese a precipizio le ripide scale della torre. Giunto nella sala del trono chiamò attorno a sé i suoi ministri ed ordinò loro che si facesse subito un inventario di tutto ciò che, vivente o inanimato, abitasse nel suo regno. I ministri si grattarono la testa perplessi. Da dove avrebbero incominciato a contare? E quanto era grande il regno? Molti di loro non avevano mai messo il naso fuori del portone del palazzo imperiale. E se una cosa veniva contata due volte? C’era da diventare matti. Un ministro più scaltro degli altri disse che ci voleva una carta sulla quale fossero disegnati tutti i monti, i fiumi, le valli, i boschi, le città del regno. Allora sarebbe stato facile contarli. Gli altri ministri approvarono: che si facesse subito una carta geografica! A nord del paese, in un antichissimo monastero, vivevano dei monaci che sapevano disegnare delle carte geografiche. Quattro di essi furono chiamati a corte e subito si misero al lavoro. Sette anni dopo, la prima carta geografica dell’impero era pronta. La carta, spiegata sul pavimento, occupava una sala intera del palazzo imperiale. Sulla carta erano disegnate tutte le montagne, le valli, i fiumi, le città e le strade del regno. Per la prima volta i ministri dell’imperatore videro dove si trovavano i freddi paesi del nord e le scoscese montagne delle nevi, dove nasceva il fiume che scorreva nella valle e dove cresceva il grano che dava la farina per gli spaghetti delle loro mense. Ma l’imperatore non era soddisfatto. Sulla carta c’erano le città, i paesi, ma non c’erano tutte le case delle città, tutte le capanne dei villaggi, tutti gli alberi dei boschi. I monaci risposero che ciò non era possibile perché la carta che avevano disegnato era troppo piccola per contenere quelle cose. “Fate allora una carta più grande!” rispose l’imperatore. “Che si faccia subito una carta più grande!” fecero eco i ministri in coro. I monaci ripiegarono pazientemente la carta geografica e si misero nuovamente al lavoro. Quattordici anni dopo la nuova carta geografica dell’impero era pronta. Per mostrarla all’imperatore la carta fu spiegata sul selciato della piazza più grande della città. Tutti erano meravigliati per l’accuratezza e la precisione del disegno. Sulla carta c’erano disegnate tutte le case, tutte le fattorie, tutte le stalle, tutti i porcili ed i pollai del regno. Si vedeva in quali terreni cresceva il grano, in quali il lino e la canapa: dove crescevano i boschi e selve e dove pascoli e brughiere. L’imperatore arrivò a mezzogiorno, in sella al suo cavallo. Di lassù guardò la carta in lungo ed in largo. “Dove sono tutte le tegole dei tetti, tutte le foglie degli alberi, tutte le galline dei pollai? Su questa carta non si vedono”. Uno dei quattro monaci rispose timidamente che non c’era posto sulla carta per tutte quelle cose. “Che sia fatta una carta più grande!” rispose l’imperatore e andò via. Questa volta i monaci persero la pazienza e tornarono sulle loro montagne. I ministri erano disperati. Se la carta non si faceva le loro teste sarebbero finite sotto la mannaia del boia. Pensa e ripensa alla fine ebbero un’idea: che si ordinasse a tutti i sudditi, pena la morte, di ricoprire di carta i loro campi, i boschi, le case, insomma ogni angolo del regno. Poi mille squadre di disegnatori avrebbero disegnato sulla carta tutto quello che c’era sotto: i tetti con tutte le loro tegole, i prati con tutti i fili d’erba. Per fabbricare tutta la carta necessaria furono tagliati tutti gli alberi del regno. Gli uccelli non sapevano più dove posarsi e sulla carta non c’era nulla da mangiare. La terra non dava più frutti perché ovunque uno strato di carta la ricopriva. Nel paese arrivò la carestia e la gente moriva di fame. Un giorno il popolo del regno si ribellò. Tutta la carta fu strappata e fu raccolta in un mucchio enorme intorno al palazzo imperiale. Poi qualcuno accese un fiammifero e dette fuoco alla carta. Subito si alzarono fiamme altissime. Dell’imperatore e dei suoi libriccini unti e pieni di orecchie non rimase che cenere. 1
Jack Inviato Venerdì alle 19:16 Inviato Venerdì alle 19:16 7 ore fa, ediate ha scritto: queste NON devono avere niente di elettrico ma se sono ibride anche le formula uno! 😁
nullo Inviato Venerdì alle 19:55 Inviato Venerdì alle 19:55 6 ore fa, Savgal ha scritto: Penso sia chiaro che ritengo debba essere garantito a tutti l’equa eguaglianza delle opportunità e affinché ciò sia possibile deve essere garantito l’accesso ai beni sociali primari: libertà, diritti, reddito, opportunità un sogno, una utopia. non puoi garantire nulla di simile e non riesco capire manco cosa serva pensarlo.
appecundria Inviato Sabato alle 07:27 Autore Inviato Sabato alle 07:27 11 ore fa, nullo ha scritto: un sogno, una utopia. Che partecipi a fare al thread degli elettori di sinistra non si capisce. Non sei il solo, in verità, sembra che chi non è di sinistra senta l'esigenza di giustificarsi con post lunghi, insistenti e a volte arroganti. Lo fanno per lo più vantando le proprie doti supereroiche... esercitate in una società civile che è il risultato di 200 anni di sinistra senza la quale eravamo ancora tutti servi della gleba. 1
Savgal Inviato Sabato alle 08:49 Inviato Sabato alle 08:49 @appecundria Più che dare un contributo al tema del thread, pare che si debba giustificare il percorso personale, positivamente o negativamente. Come nessun vincitore crede al caso, nessun sconfitto attribuisce la sconfitta a limiti personali. 1
Gaetanoalberto Inviato Sabato alle 08:58 Inviato Sabato alle 08:58 19 ore fa, Savgal ha scritto: Le persone di destra ritengono "che siano più diseguali che eguali", la diseguaglianza è un valore e con essa la gerarchia sociale conseguente. Molti che si dicono di destra non appena si sottolineano le differenze, di status, di ceto, culturali (con le citazioni) insorgono come attivisti di una sezione del Pci degli anni Sessanta. Di destra sì, ma siamo tutti uguali, con il rischio che poterlo diventare sottomessi ad un unico capo, di cui sopra. Tuttavia il fenomeno non è nuovo. Alla destra (moderata) del parlamento sedevano i liberali, ai quali si possono ascrivere i principi che citi. Da quelle parti si é seduta ad un certo punto una destra diversa, che ha sposato valori che potremmo definire con un po' di fantasia, di "egualitarismo gerarchico", esaltando il ruolo autoritario dello stato e della sua guida al fine di realizzare un rovesciamento degli status. Un rinnovamento nel quale, attraverso il plebiscito, uno, del popolo, salta la mediazione sociale per farne gli interessi. Bisognerebbe capire se i sentimenti odierni assomiglino a quelli che esprimeva quella nuova e diversa destra, che in realtà abbatté lo stato liberale.
ediate Inviato Sabato alle 11:35 Inviato Sabato alle 11:35 @Jack 16 ore fa, Jack ha scritto: ma se sono ibride anche le formula uno! 😁 Infatti non mi piace più. Però siamo OT, chiedo scusa a tutti.
nullo Inviato Sabato alle 11:43 Inviato Sabato alle 11:43 4 ore fa, appecundria ha scritto: Che partecipi a fare al thread degli elettori di sinistra non si capisce. Non sei il solo, in verità, sembra che chi non è di sinistra senta l'esigenza di giustificarsi con post lunghi, insistenti e a volte arroganti. Lo fanno per lo più vantando le proprie doti supereroiche... esercitate in una società civile che è il risultato di 200 anni di sinistra senza la quale eravamo ancora tutti servi della gleba. se parli seriamente sul partecipare a questa discussione, sono preoccupato per te, di soltio si dialoga e si fanno considerazioni sul quel che si legge. parlare di realizzare pari opportunità per tutti e nei termini citati da @Savgalcredi sia qualcosa di anche lontanamente realizzabile? manco pensare ad una simile opportunità, figuriamoci realizzarla. destra, sinistra o altro, si parte col pensare che i piedi vadano apponggiati in terra. ps in mi caso mi riferivo ad altra persona e non a te.
Savgal Inviato Sabato alle 12:53 Inviato Sabato alle 12:53 @Gaetanoalberto Mi piace l'ossimoro "egualitarismo gerarchico". Ritengo che una questione sociale aperta e importante è che l'accettazione del ruolo nella società non avvenga come in passato. Troppi in cuore loro ritengono di avere qualità pari, se non superiori, alla persona più capace che conoscono. È relativamente facile notarlo attraverso le reazioni che hanno di fronte alle manifestazioni di vanità degli altri, reazioni di intolleranza perché quella vanità ferisce la propria. Confesso che è una debolezza che talvolta cerco di provocare. Della sensibilità nei confronti di coloro che hanno lavori precari e a bassa retribuzione non ne percepiscono molta, delle difficoltà che deve affrontare chi parte da una situazione di svantaggio. Le parole di don Milani oggi sono viste come delle bestemmie dette in chiesa. Invece ricordo bene nelle chiacchierate con gli operai durante l'adolescenza e la prima giovinezza, seconda metà degli anni Settanta e inizio anni Ottanta. Sono persone non più tra noi, ma non traspariva in alcun modo che quel lavoro fosse una condanna. Questa settimana mi è capitato per qualche minuto di guardare i quiz televisivi, sono distanti anni luce da Rischiatutto della prima metà degli anni Settanta che ricordo come preadolescente. Forse aprirò un thread sui quiz televisivi e lo spirito del tempo.
audio2 Inviato Sabato alle 13:11 Inviato Sabato alle 13:11 argh, no i quiz no per favore. invece dovresti aprire un bel tread per capire come adesso funziona il match domanda offerta riferito ai diplomati scolastici e alle aziende locali. per capire se oggi è come una volta oppure è cambiato.
extermination Inviato Sabato alle 14:53 Inviato Sabato alle 14:53 5 ore fa, Savgal ha scritto: Come nessun vincitore crede al caso, nessun sconfitto attribuisce la sconfitta a limiti personal Che i successi e le sconfitte “della vita” dipendano solo da noi è una cosa che non si deve pensare e che non si deve dire- i fattori esterni possono influenzare anche pesantemente sia l’uno che l’altro - Tra l’altro l’idea di cosa sia un successo e di cosa sia una sconfitta è molto soggettiva - da ultimo ma non per ultimo, dietro ai successivi ci stanno spesso anche sconfitte. 2
Fabio Cottatellucci Inviato Sabato alle 19:36 Inviato Sabato alle 19:36 4 ore fa, extermination ha scritto: da ultimo ma non per ultimo, dietro ai successivi ci stanno spesso anche sconfitte. Per non parlare di quelle che sembrano sconfitte ma poi si rivelano essere grosse botte di fortuna, e viceversa.
LUIGI64 Inviato ieri alle 07:53 Inviato ieri alle 07:53 16 ore fa, extermination ha scritto: Che i successi e le sconfitte “della vita” dipendano solo da noi è una cosa che non si deve pensare e che non si deve dire- i fattori esterni possono influenzare anche pesantemente sia l’uno che l’altro Parlavo con un dirigente di poste italiane (credo un top 10) Mi ha confidato che pur avendo studiato in America ed essendo ingegnere informatico, non sarebbe mai giunto dove è arrivato se non avesse conosciuto le persone giuste, ammettendo che, da neolaureato, non fosse certo il più brillante e che di più bravi di lui ce ne fossero parecchi....
Gaetanoalberto Inviato ieri alle 09:30 Inviato ieri alle 09:30 20 ore fa, audio2 ha scritto: come adesso funziona il match domanda offerta Pare non funzioni benissimo. Però la realtà della produzione è molto cambiata, come i livelli di specializzazione necessari. Tra l'altro, faccio un esempio, per creare un laboratorio scolastico servono anni, difficilmente un vero specialista viene ad insegnarci, e dopo poco tutto ridiventa obsoleto. L'impresa dovrebbe accettare il ruolo di formazione che ha sempre esercitato, facendo crescere il personale nella carriera interna. Questo è sempre avvenuto, ha un costo, che oggi si pretenderebbe di esternalizzare allo Stato. Non si può pretendere il lavoratore perfetto, e qualcosina agli inizi gli si deve pur dare, ma senza fermarlo lì.
audio2 Inviato ieri alle 09:41 Inviato ieri alle 09:41 ok capisco una volta qua da me c'erano gli itis e gli ipsia ( ci sono ancora ) all' inizio delle quinte o allora delle terze le aziende locali chiamavano la scuola e chiedevano i nominativi di quelli più decenti, prima di fine anno i migliori se volevano erano già tutti piazzati, poi toccava agli altri a scorrere. adesso l' industria va meno ma immagino che ci saranno pure altri indirizzi più moderni e attuali funziona ancora che chiamano o si vive nello spera iddio.
Savgal Inviato ieri alle 09:50 Inviato ieri alle 09:50 @LUIGI64 Il percorso di vita è fatto di qualità personali e del caso (o fortuna). Come ho scritto, nessun vincitore crede al caso (Nietzsche). tutti dovrebbero avere un'equa eguaglianza delle opportunità e ciò implica che chi parte in svantaggio dovrebbe avere di più. Mi rendo conto che sono temi che toccano la morale e questa è diventata un valore obsoleto. Ma non è solo una questione morale, persone potenzialmente di valore perse sono una perdita per l'intera comunità. Infine, una vita con il coltello tra i denti e con il perenne timore di essere pugnalato alle spalle è più simile ad una morte rinviata giorno per giorno. 1
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