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Affitti alle stelle Antico Caffè Greco chiude.


Messaggi raccomandati

Inviato
27 minuti fa, sandinista ha scritto:

A Buenos Aires, vi è un caffè dove Marquez

 

Forse Borges...

Inviato

Ad ogni modo quello che determina gran parte dell'affitto è la potenzialità della location e non il suo uso effettivo. Che nel locale si insedi un attività "di bandiera" di un grosso gruppo disposto anche a perdere pur di stare lì, oppure un gestore "virtuoso" e intenzionato a rispettare la storicità del luogo e della sua vocazione di pubblico esercizio, purtroppo conta poco. Saranno i primi a determinare l'altezza dell'asticella, salvo particolari e rarissimi accordi con le proprietà.

 

 

 

 

 

 

 

Inviato
2 ore fa, Xabaras ha scritto:

Che aridità di pensiero, mamma mia. 

dove sarebbe il grande arrovello interiore con fulgido esempio di anelito all’elevazione dello spirito papparappapà nel farsi i c… eeehm fatturati ed affitti degli altri?

Sentiamo.

Inviato
1 ora fa, Martin ha scritto:

ogni modo quello che determina gran parte dell'affitto è la potenzialità della location e non il suo uso effettivo. 

Ni.... Fai un giro sotto alle procuratie e conta quanti negozi sono sfitti, moribondi o in cerca di gestione. 

Tanti, tantissimi. Segno evidente che domanda (di affitto) e offerta del mercato non si incrociano più. 

Nonostante la location fra le più prestigiose del pianeta. 

  • Melius 1
Inviato
1 ora fa, mozarteum ha scritto:

Niko Romito

non sono così entusiasta (è questione di gusti) ma va rimarcato che Romito è autodidatta… il che, dato il livello raggiunto, è semplicemente impressionante. Se non si ha avuto occasione di capire/sapere dall’interno come si arriva a piatti - ma soprattutto gestione del servizio nel suo intero che parte giorni prima - non si immagina cosa ci sia dietro ad un piatto di eccellenza. 

A mia conoscenza nessun tristellato è in attivo… è la vetrina per altre fonti di business. Spesso nemmeno i bi-stellati.

 

Inviato

La domanda e l’offerta prima o poi si incontrano al netto del tempo occorrente alla presa d’atto e al riposizionamento

Inviato
21 minuti fa, mozarteum ha scritto:

La domanda e l’offerta prima o poi si incontrano al netto del tempo occorrente alla presa d’atto e al riposizionamento

Per quanto riguarda i locali commerciali la questione, oggi, è un filo più complessa. Possiamo osservare il fenomeno in ogni città del pianeta. Location un tempo redditizie e di conseguenza con richieste di mercato soddisfatte in breve, oggi restano sfitte.

Da un lato il commercio fisico si è praticamente dimezzato negli ultimi 10 anni, dall'altro vi è una scarsa propensione da parte dei proprietari immobiliari ad adeguare i canoni alla scarsa richiesta. A questo si aggiunge, per i conduttori, la vertiginosa ascesa dei costi di gestione che rendono molto difficile l'intrapresa redditizia anche in luoghi apparentemente lucrosi.

Nei proprietari dei muri oggi spesso prevale il sentimento del "piuttosto lo lascio vuoto".

Il che a breve porta degrado, calo ulteriore di valore e morte sociale di intere vie.

Insomma, il classico tagliarsi gli attributi per fare dispetto alla consorte.

Inviato
35 minuti fa, mozarteum ha scritto:

La domanda e l’offerta prima o poi si incontrano

 

Cosa c’è dietro i negozi di calamite e souvenir dei bengalesi che hanno invaso Napoli

Ondata di negozi di souvenir nel centro di Napoli, gestiti da cittadini del Bangladesh. “Chi ci lavora deve ripagare i debiti agli sfruttatori, che coi negozi riciclano denaro”

 

continua su: https://www.fanpage.it/napoli/cosa-ce-dietro-i-negozi-di-calamite-e-souvenir-dei-bengalesi-che-hanno-invaso-napoli/#

Inviato

@appecundria Da anni, ormai, anche i negozi di giocattoli, abbigliamento e articoli da mare che si trovano nella Riviera romagnola, sono in mano a bengalesi. Tutti. 

Inviato

Venezia idem: negozietti di paccottiglia, bancarelle in Strada nuova e dopo San Marco, caldarrostai, pizze al taglio ... Tutto in mano a bengalesi. 

Di quello che era il vivissimo tessuto commerciale ed artigianale della città (città nata appunto sul commercio) è rimasta solo l'ombra, per lo più confinata in zone di scarso passaggio. 

Qualcosa esiste ancora (durante la mia ultima permanenza nella serenissima ho scoperto un piccolo e storico panificio artigianale a conduzione familiare strepitoso per qualità dei prodotti) ma sono gli ultimi residui di un mondo in via di cancellazione. 

Da notare che questi fanno una vita da disperati, dentro a bugigattoli 14 ore al giorno, dall'alba fino a tarda sera. Praticamente vivono lì, un giorno dopo l'altro come schiavi incatenati ai souvenir o a monnezza più o meno commestibile. 

Anche qui stupisce (ma non più di tanto) la mancanza totale di verifiche e controlli su questa "filiera" ormai gonfia come un bubbone. Tutti zitti e muti compresa la solerte GdF e i NAS che evidentemente fingono di non vedere la merce contraffatta, il cibo in condizioni di somministrazione disperate, il personale ridotto in schiavitù ecc ecc.

 

Inviato
51 minuti fa, Enrico VIII ha scritto:

Riviera romagnola, sono in mano a bengalesi

8 minuti fa, Velvet ha scritto:

Venezia idem: negozietti di paccottiglia

 

Funziona così:

1 aprono una partita iva forfettaria ad un bengalese residente in Italia nullatenente

2 aprono il negozio e assumono bengalesi non residenti

3 il nostro consolato a Dacca firma il permesso di ingresso per lavoro

4 il bengalese vola in Italia con un debito di 20 mila euro che pagherà andando in giro a vendere rose

5 nel frattempo il "negozio" versa in banca 1500 euro alla settimana senza imposte perché i primi due anni per i forfettari sono franchi.

6 passati i due anni, altro giro altra corsa

Inviato

ovviamente quello dei bengalesi non è il caso in topic, era per dire domanda e offerta che si incontrano

  • Melius 1
Inviato
4 minuti fa, appecundria ha scritto:

dire domanda e offerta che si incontrano

E s'incontrano chiaramente facendo danno al tessuto economico sano che soccombe .

Inviato
13 minuti fa, appecundria ha scritto:

nel frattempo il "negozio" versa in banca 1500 euro alla settimana

sono 78mila euro l’anno.

100 negozi per riciclare 7,8 milioni. 

1000 negozi 78 milioni

Se le cifre son queste mi paiono ladri di polli

Inviato
45 minuti fa, Jack ha scritto:

Se le cifre son queste mi paiono ladri di polli


più 20mila euro per ogni permesso di lavoro. Btw è la mafia bangladina mica wall street :classic_biggrin:

Inviato
4 ore fa, Velvet ha scritto:

Segno evidente che domanda (di affitto) e offerta del mercato non si incrociano più. 

Appunto, le proprietà non intendono cedere e possono permetterselo => le locazioni si mantengono alte.

 

(Sul sito specifico c'è anche chi sostiene, con più di qualche ragione, che la Piazza non sia poi più una lochescion così prestigiosa, sta diventando più che altro un selfie-set. La scelta scellerata di favorire in ogni modo il turismo massivo e pezzalculato inizia  a manifestare gli effetti a medio-lungo termine anche in questo) 

 

Inviato
2 ore fa, Velvet ha scritto:

Anche qui stupisce (ma non più di tanto) la mancanza totale di verifiche e controlli su questa "filiera" ormai gonfia come un bubbone. Tutti zitti e muti compresa la solerte GdF e i NAS che evidentemente fingono di non vedere la merce contraffatta, il cibo in condizioni di somministrazione disperate, il personale ridotto in schiavitù ecc ecc.

E i pochi controlli che fanno in gran parte vengono demoliti dal TAR.   

 

Inviato

il titolo è fuorviante, si tratta di ‘’affitto’’ di impresa …. dall’articolo citato da @appecundria:

….Il contenzioso andava avanti dal 2017. Scaduto il contratto d’affitto, l’Ospedale aveva avanzato il diritto di rientrare in possesso dei locali. La Cassazione, nel luglio dell’anno scorso, ha confermato la disdetta del contratto….

Adesso, si attenderà una nuova offerta. Il Caffè Greco resterà chiuso fino a quando subentrerà un nuovo gestore con una gara pubblica. Pellegrini, come riporta il Corriere, avrebbe proposto 800mila euro all’anno. Il commissario dell’Ospedale, Antonio Maria Leozappa, dice di «iniziare a lavorare per riaprire il caffè», ma che «per prima cosa verranno fatti i lavori di manutenzione».…

Al momento la stortura maggiore è imho che dalla scadenza del contratto nel 2017 siano occorsi 8 anni per rientrare in possesso di attività e locali…e non vedrei motivi per solidarizzare  con  il gestore uscente visto che negli 8 anni di cui sopra ha pagato canoni in quel contesto ‘’irrisori’’

 


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