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Melius Club

L’astonomia, l’inesistenza di Dio, la morale e la tecnica


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Inviato
3 ore fa, mozarteum ha scritto:
12 ore fa, wow ha scritto:

Le società che si sono dotate di una morale umana e solidale sono quelle che meglio sopravvivono e nelle quali i componenti meglio tramandano il proprio patrimonio genetico

Quindi ebrei tramandano patrimonio genetico scarso. E meno male se no sai che ulteriori successi in ogni campo oltre a quelli notevolissimi gia’ conseguiti nella scienza, arte, economia e intrapresa.

i musulmani hanno grande tasso di fertilita’ coesione e capacita’ di vivere in contesti difficili.

Non mi pare una spiegazione convincente.

Comunque il tema non e’ Dio e il rammarico che non esista. Il tema e’ tecnica ed etica (religiosa o umana che sia).

Facevo anche qualche esempio.

Non c'entrano nulla gli ebrei e i musulmani.

Sto partendo da più lontano: sto affermando (in realtà lo afferma l'evoluzionismo) l'evidenza che la materia vivente tende a costituirsi, per ovvie, ragioni in forme organizzate.

A spiegare questa cosa, ci sarebbe una spiegazione termodinamica, di migliore sfruttamento dell'energia e di inversione locale dell'entropia che parte addirittura dalla materia molecolare ma non mi pare il caso.

Queste forme viventi si sono evolute (e quindi hanno tramandato il loro patrimonio genetico) con più successo organizzandosi in strutture sociali solidali e cooperative rispetto a forme di individualismo o di forte competizione tra esemplari dello stesso ceppo genetico (specie, famiglia, tribù ecc ).

Sempre in un meccanismo evoluzionistico, hanno avuto maggiori possibilità di sopravvivere, rispetto ad altre, quelle organizzazioni sociali nelle quali si è avuto lo sviluppo del pensiero e della coscienza, della narrazione (le culture) e successivamente, attraverso l'incessante ricerca di eternità e verità, dei miti, delle religioni (che hanno avuto, dal punto di vista evolutivo, una grandissima funzione aggregativa e identitaria), delle arti, oltre che, naturalmente delle scienze e delle tekné.

Insomma non è necessaria appunto la presenza di un Dio, società etiche e solidali sono tutt'altro che zoppicanti, nel bene e nel male e non discendono da questa presenza.

 

Inviato
1 ora fa, mozarteum ha scritto:

Nesso etica tecnologia?

non c’è

servono a cose diverse.

una è per la mente e - in alcuni - lo spirito e l’altra è per la panza (e derivate prime e seconde)

la tecnologia serve a vivere meglio, l’etica a morire soddisfatti e sereni di se stessi 

Inviato
12 ore fa, briandinazareth ha scritto:

La vittoria non è della tecnica, ma dello strapotere oligarchico di chi la possiede che, complice l'influenza sulla politica, media, social e la sostanziale indolenza di molta dell'opinione pubblica, può spadroneggiare senza contrappesi. 

L'accumulo smodato

Perfetto 

ferrocsm
Inviato
18 minuti fa, Jack ha scritto:

Ancora co sta fòla

Ancora con sto modo scortese di porti? E smettila con sta fòla del so tutto io faccio tutto io perché solo io so il come si fa. Vola più basso e schiva i sassi, e se non i sassi almeno schiva i miei post se devi rispondere da sapientone. 

extermination
Inviato

La tecnologia non può diventare l’assoluto; più è avanzata, maggiore è il bisogno di “contatto umano”.

l’Etica deve affiancare il progresso tecnologico; il progresso tecnologico non deve ignorare i principi morali ed i principi morali non devono ignorare il progresso. 

L’ etica è in grado di fornire i “mezzi” necessari a migliorarci; la tecnologia, dal canto suo, è in grado di offrire strumenti utili al progresso civile e sociale ma, al tempo stesso, può arrecare danni incommensurabili per una scorretta applicazione che ne viene fatta. 

Inviato
5 minuti fa, ferrocsm ha scritto:

sapientone

 

Dire che quella affermazione è una favola parla dell’affermazione stessa e non di te, dare del sapientone a me - con tutto il resto - non dice un bel nulla sulle affermazioni bensì tenta solo di offendere me. Tentativo piuttosto inefficace giacchè a me piace sapere cose e piace ancor di più chi ne sa più di me

briandinazareth
Inviato
29 minuti fa, wow ha scritto:

Non c'entrano nulla gli ebrei e i musulmani.

Sto partendo da più lontano: sto affermando (in realtà lo afferma l'evoluzionismo) l'evidenza che la materia vivente tende a costituirsi, per ovvie, ragioni in forme organizzate.

Ci sarebbe una spiegazione termodinamica e di inversione locale dell'entropia che parte addirittura dalla materia molecolare che spiega questa cosa, ma non mi pare il caso.

Queste forme viventi si sono evolute (e quindi hanno tramandato il loro patrimonio genetico) con più successo organizzandosi in strutture sociali solidali e cooperative rispetto a forme di individualismo o di forte competizione tra esemplari dello stesso ceppo genetico (famiglia, tribù ecc ).

Sempre in un meccanismo evoluzionistico, hanno avuto maggiori possibilità di sopravvivere, rispetto ad altre, quelle organizzazioni sociali nelle quali si è avuto lo sviluppo del pensiero e della coscienza, della narrazione (le culture) e successivamente, attraverso l'incessante ricerca di eternità e verità, dei miti, delle religioni (che hanno avuto, dal punto di vista evolutivo, una grandissima funzione aggregativa e identitaria), delle arti, oltre che, naturalmente delle scienze e delle tekné.

 

questo ha molto a che fare con l'autodomesticazione, fenomeno che ha diversi effetti:
l'aggressività reattiva molto bassa dell'uomo che permette di avere gruppi ampi e alto livello di collaborazione e solidarietà, estremamente rari altrove ( questo anche legato al fenomeno della caccia grossa cooperativa) 

la neotenia, ovvero i tratti infantili dell'uomo (evidentissima rispetto a tutti i primati) che si presentano anche dove la domesticazione l'abbiamo fatta noi

poi la menopausa, la trasmissione culturale e, importantissima, la reputazione, sia motore che effetto in loop con l'autodomesticazione.

dalla reputazione viene molta dell'etica e, fun fact, l'evoluzione l'ha messa nel cervello proprio dove sta l'olfatto... da qui il concetto di disgusto etico e anche l'interazione fra i due fenomeni.

ma in tutto questo discorso c'è un importante però:

per quanto l'uomo sia andato moltro oltre la kin selection, quind la solidarietà solo all'interno dei nuclei collegati geneticamente, le cose fi cui parliamo sono per la maggioranza funzionanti intragruppo. 

quindi verso il gruppo considerato in qualche modo "altro" oppure ostile si affievolisce molto il discorso. 

questo è il motivo per il quale i vichinghi, gengis khan e i suoi fratelli assieme a tanti altri, hanno sparso tantissimi dei loro geni usando altri strumenti, fondamentalmente lo stupro e il ratto. 

quindi si sono sparsi molto anche questi tratti di personalità e lo vediamo distintamente nelle guerra con la disumanizzazione dell'altro, ma anche nell'olocausto, il razzismo ecc.

ma anche questo non è assoluto, hobbes aveva ragione per metà, perché nelle giuste condizioni siamo capaci di solidarietà universale e, tornando al discorso etico, questa è aiutata molto dalla consapevolezza del destino comune dell'uomo e quindi da una cultura che tende ad evitare le eccezionalità, i tribalismi ecc. che purtroppo in questo momento non mi pare stia vincendo

ferrocsm
Inviato
20 minuti fa, Jack ha scritto:

Tentativo piuttosto inefficace giacchè a me piace sapere cose e piace ancor di più chi ne sa più di me

Ed ecco evidenziato il motivo per cui dovresti schivare i miei post, io non ho proprio nulla da insegnarti, sono un ignorantone patentato, potrei forse solo insegnarti qualche fungaia e come fare una decente marmellata di prugne senza usare la pectina che con quella son buoni tutti. Bon con due soli argomenti abbiamo esaurito quel poco che io potrei umilmente provare ad insegnarti. 

widemediaphotography
Inviato
3 minuti fa, briandinazareth ha scritto:



questo è il motivo per il quale i vichinghi, gengis khan e i suoi fratelli assieme a tanti altri, hanno sparso tantissimi dei loro geni usando altri strumenti, fondamentalmente lo stupro e il ratto. 

quindi si sono sparsi molto anche questi tratti di personalità e lo vediamo distintamente nelle guerra con la disumanizzazione dell'altro, ma anche nell'olocausto, il razzismo ecc.

 

Attenzione ad associare i tratti di personalità alla genetica, finiremo per postulare, come è noto per alcuni animali,  l'esistenza di  razze aggressive ed altre docili, indipendentemente dall'ambiente in cui si cresce.
Forse ho mal compreso a causa del  jet lag.. :classic_biggrin:

briandinazareth
Inviato
Adesso, widemediaphotography ha scritto:

Attenzione ad associare i tratti di personalità alla genetica, finiremo per postulare, come è noto per alcuni animali,  l'esistenza di  razze aggressive ed altre docili, indipendentemente dall'ambiente in cui si cresce.

 

i tratti della personalità sono associati in modo molto forte alla genetica, e un fatto non un'opinione. tutte le caratteristiche umane lo sono. a partire dall'intelligenza fino all'altezza.

oltre la genetica però ci sono anche fattori epigenetici, quindi come i geni vengono regolati, a partire dalla gestazione.

rimanendo la parte innata fondamentale ed il fattore più rilevante, il contesto e la cultura contano nel come questi si esprimono, questo significa anche quando possono essere considerati devianti oppure no. 
 

  • Melius 1
Inviato
1 minuto fa, ferrocsm ha scritto:

Bon con due soli argomenti abbiamo esaurito quel poco che io potrei umilmente provare ad insegnarti

sei tu che ti sei messo a parlare di me… non io di te,

io parlavo del fatto, dell’affermazione,

Bastava confutare, se possibile, quanto dicevo io anziché inalberarsi confondendo il chi con il cosa. Fossi tu riuscito a confutare avrei imparato anche da te, perché no?

se però la si mette sul piano: l’ha quello allora è ok, l’ha detto quell’altro allora è una cog-lionata, si fa un pessimo servizio soprattutto a se stessi.

Io posso avere tranquillamente torto ma se confuti non se mi dai del sapientone e derivati.

Vabbeh santo non sono nemmeno io… mettiamola così 

mozarteum
Inviato
2 ore fa, Jack ha scritto:

Ancora co sta fòla…

A proposito, anche Jago esclama al termine del terrificante monologo dell’Otello “e’ vecchia fola il Ciel” irridendo Dio e ogni forma di religione.

Risultato: trama inganni, non teme nulla, realizza i propri crimini.

 

Pero’ passando al vero tema, non credo che non vi sia nesso fra tecnologia ed etica. 
Ho fatto un esempio: se un giorno -possibilissimo- si potesse disegnare a tavolino un figlio, e molti genitori osservando al mattino allo specchio recchie a sventola e il naso di famiglia che si tramanda dagli avi, decidessero per un up grade, sarebbe morale immorale o neutro?

Si possono fare tanti esempi. Il giorno che si rendesse disponibile un elisir di lunghissima vita, sarebbe etico avvalersene, ingolfando il globo se cio’ non si accompagnasse a una riduzione delle nascite? E’ accettabile questo? Avrebbe ricadute positive o negative. E cosi’ via 

 

briandinazareth
Inviato
25 minuti fa, mozarteum ha scritto:

non credo che non vi sia nesso fra tecnologia ed etica. 
Ho fatto un esempio: se un giorno -possibilissimo- si potesse disegnare a tavolino un figlio, e molti genitori osservando al mattino allo specchio recchie a sventola e il naso di famiglia che si tramanda dagli avi, decidessero per un up grade, sarebbe morale immorale o neutro?

Si possono fare tanti esempi. Il giorno che si rendesse disponibile un elisir di lunghissima vita, sarebbe etico avvalersene, ingolfando il globo se cio’ non si accompagnasse a una riduzione delle nascite? E’ accettabile questo? Avrebbe ricadute positive o negative. E cosi’ via 

 

non mi pare che qualcuno abbia detto che non ci sia un nesso tra tecnica ed etica. 
io sostengo che non è vero che la tecnica uccide l'etica.

nuove cose possibili necessitano di una nuova specifica parte di etica. 

c'è anche da considerare che pochissimo di quello che riteniamo morale o immorale in un particolare momento e luogo può essere considerato immutabile. 

in qualunque ambito cose considerate immorali sono divenute morali e accettabili e viceversa. 

quindi l'etica è continuamente in cambiamento e si estende alle nuove possibilità ogni volta che si presenta.

sulle ricadute siamo fuori dal concetto della morale ed entriamo in quello utilitaristico. 

extermination
Inviato

Tra le altre, occorre una forte spinta verso una umanizzazione della tecnologia! 

Inviato
1 ora fa, mozarteum ha scritto:

Si possono fare tanti esempi. Il giorno che si rendesse disponibile un elisir di lunghissima vita, sarebbe etico avvalersene, ingolfando il globo se cio’ non si accompagnasse a una riduzione delle nascite?

Mi torna in mente quello che affermò Richard Dawkins: "Partorire un bimbo down è immorale".

https://www.repubblica.it/esteri/2014/08/21/news/richard_dawkins_aborto_figli_down_polemica-94219330/

Inviato
57 minuti fa, extermination ha scritto:

umanizzazione della tecnologia!

Oppure, umani robotizzati

Inviato

 

Il tentativo di delineare una morale che non si regge in ultima istanza sulla punizione divina ritengo l’abbia tracciata Kant nella “Critica della ragion pratica”.

Kant parte dall’assunto che una morale incondizionata implica necessariamente la libertà dell’agire, ossia la capacità dell’uomo di autodeterminarsi rispetto alle sollecitazioni dell’istinto, di decondizionarsi dalla sensibilità. Egli colloca la morale nel conflitto fra razionalità e sensibilità, che sono i due poli della natura umana, nel conflitto permanente fra la ragione e gli impulsi egoistici. La morale si manifesta nella ragione che chiede all’uomo di reprimere gli impulsi sensibili. La capacità dell'uomo di autodeterminarsi rispetto alle sollecitazioni dell'istinto e della sensibilità è ciò che fa di lui qualcosa di totalmente diverso dal resto della natura, l'uomo è libero.  

Kant sostiene che il fondamento dell’agire morale debba essere necessariamente posto direttamente nell’uomo, perché solo così è possibile salvaguardarne l’autonomia, la libertà. L’insistenza di Kant sulla “legge” non è affatto estraneo alla volontà dell'uomo, anzi nell’obbedienza ad essa altro non faremmo che obbedire a noi stessi, che è la massima libertà possibile.

Egli respinge le morali c.d. eteronome, che pongono il fondamento dell’agire etico al di fuori dell’uomo e della sua ragione. Per Kant se si agisce correttamente per timore della punizione, umana e divina, non si agisce moralmente.

L'uomo è un'eccezione della natura, per cui: “Agisci in modo da trattare l’umanità, sia nella tua persona sia in quella di ogni altro, sempre anche come fine e mai semplicemente come mezzo”.

E' una delle ultime forme di utopia.

 

Inviato

Empiricamente e banalmente, sarebbe sufficiente osservare quanta sofferenza possano procurare azioni non etiche.

Per il soggetto che le perpetra e per chi, ovviamente, le riceve. 


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