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L’astonomia, l’inesistenza di Dio, la morale e la tecnica


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briandinazareth
Inviato
4 minuti fa, LUIGI64 ha scritto:

Empiricamente e banalmente, sarebbe sufficiente osservare quanta sofferenza possano procurare azioni non etiche.

 

non è banale per nulla, perché non esiste una condivisione ampia e duratura di cosa siano le azioni non etiche

Inviato
2 ore fa, mozarteum ha scritto:

Il giorno che si rendesse disponibile un elisir di lunghissima vita, sarebbe etico avvalersene, ingolfando il globo se cio’ non si accompagnasse a una riduzione delle nascite?

Etico no, demenziale sì! 

Chiarisco: se mai ci fosse questo elisir, traformerebbe gradualmente e a pezzi la nostra identità: trapianti, protesi, ritocchi cardiaci e celebrali ci ridurrebbero a un fantoccio spersonalizzato e inutile. I sentimenti evaporerebbero con il tempo per noia e abitudine, e non riconoscremmo  più  i nostri amici e parenti che magari anch'essi hanno subito una trasmigrazione. Tutto sommato ciò che ci tiene vivi è sapere che siamo effimeri. Allora la domanda che mi pongo è: cui prodest? Io dovrei rinunciare ad essere io e sarei un altro io comunque vecchio: ritengo ciò una forma di egoismo non etica e preferisco immaginare di proseguire il mio cammino datomi dagli antenati e passare ai miei posteri il testimone senza interrompere la catena naturale.

Demenziale: sorrido pensando alla canzone di Venditti che recita:

"E quando penso che sia finita
È proprio allora che comincia la salita.... " 

😅

(IMHO)

Inviato

@mozarteum Non vedo molto contrasto con quello che dicevo io...

la tecnologia è lì, la uso per cose migliori riguardo al tran tran della vita, se questo è eticamente non affine al mio sentire per non morire nel rimorso non uso la tal miglioria... se la uso comunque ne pagherò pegno interiore ma magari no, ma anche chissenefrega... scatta il compromesso tra materiale ed interiori...

Intendo che non c'è nesso nel senso che - senza il timor di dio...mettiamola così - una non impedisce l'altra, non basta. Fosse così basterebbe l'etica a render l'uomo meno bestia, in realtà manco il "timor di Dio" lo limita a sufficienza.. spesso nemmeno si considera: accoppiamo bambini in grembo, avendone la tecnologia sicura, pur di goderne vantaggi materiali... l'etica puuuffff, via, weg, ciaopepp... salvo che poi, a volte, riemerge appunto nel tormento del rimorso... e nel pensiero che magari in qualche modo, da qualche parte, chi lo sa, lo dovrai pure incontrare il bimbo... 

detto un po' a pane e salame, ma non così tanto :-)

ferrocsm
Inviato
39 minuti fa, Savgal ha scritto:

Agisci in modo da trattare l’umanità, sia nella tua persona sia in quella di ogni altro, sempre anche come fine e mai semplicemente come mezzo”.

E' una delle ultime forme di utopia.

Praticamente un'anarchia Sabino? Ad esempio quell'anarchia di Malatesta che sosteneva essa dovesse avere come base di partenza l'eguaglianza delle condizioni, come faro la solidarietà e come metodo la libertà, arrivando poi a concludere paragonando lo Stato ad una religione che vale solo se la gente ci crede.    

briandinazareth
Inviato
20 minuti fa, mom ha scritto:

Allora la domanda che mi pongo è: cui prodest? Io dovrei rinunciare ad essere io e sarei un altro io comunque vecchio: ritengo ciò una forma di egoismo non etica e preferisco immaginare di proseguire il mio cammino datomi dagli antenati e passare ai miei posteri il testimone senza interrompere la catena naturale.

 

non riferito a te ma in generale, penso che pochissimi alla prova dei fatti rinuncerebbero a qualcosa che rallenta in modo sostanziale o ferma l'invecchiamento. 
di fronte ai dolori, al declino e alle malattie penso che pochi sarebero così eroici di affrontarle per rispetto di un cammino presunto naturale. 

forse lo vedremo in atto. 

Inviato

@ferrocsm

Perché un'anarchia? 

Per Kant la "santità" non è possibile, la moralità è qualcosa a cui si tende. 

Citando Kant «Da un legno così storto come quello di cui è fatto l’uomo, non si può costruire nulla di perfettamente dritto»

Inviato
2 ore fa, mozarteum ha scritto:

se un giorno -possibilissimo- si potesse disegnare a tavolino un figlio,

Metto la politica nel mezzo solo per evidenziare che il futuro è già iniziato. La nuova frontiera delle start up Usa (dietro le quali ci sono i tecno oligarchi maga, che ossessionati dalla loro fine, si sottopongono ai trattamenti) è quella della ricerca di tecniche, anche genetiche, di prolungamento della vita, con il corollario di relative sette che profetizzano la colonizzazione di altri pianeti da parte di questa nuova umanità, dando ormai la Terra per irrimediabilmente perduta.

Da ricordare anche la famosa famiglia pro natalista Collins che, nel concepimento programmato dello sfortunato figlio all'anno, tecniche di eugenetica.

.

.

 

 

mozarteum
Inviato
51 minuti fa, mom ha scritto:

E quando penso che sia finita
È proprio allora che comincia la salita.... " 

I cantautori no eh, mestizie rifilate ad anime semplici, assetate di piccola filosofia di vita. 

Inviato
36 minuti fa, briandinazareth ha scritto:

penso che pochissimi alla prova dei fatti rinuncerebbero a qualcosa che rallenta in modo sostanziale o ferma l'invecchiamento. 
di fronte ai dolori, al declino e alle malattie penso che pochi sarebero così eroici di affrontarle per rispetto di un cammino presunto naturale. 

Intendiamoci: una cosa è la medicina che permette di affrontare senza sofferenze o quasi l'ultima parte del nostro turno di esistenza, altro è vivere ad interim : per me sono due cose ben diverse!

Inviato
8 minuti fa, mozarteum ha scritto:

cantautori no eh, mestizie rifilate ad anime semplici

😂😂😂 E proprio a te pensavo sfruguliandoti ( o come si dice da Roma in giù) con la mia voluta conclusione antitrombonesca! 😂😂😂

mozarteum
Inviato
46 minuti fa, briandinazareth ha scritto:

penso che pochissimi alla prova dei fatti rinuncerebbero a qualcosa che rallenta in modo sostanziale o ferma l'invecchiamento.

A me piacerebbe eccome prolungar la bisboccia. 

Inviato

L'attuazione del sommo bene nel mondo è l'oggetto necessario di una volontà determinabile dalla legge morale. Ma, in questa volontà, la perfetta adeguatezza dell'intenzione alla legge morale è la condizione suprema del sommo bene. Essa dev'essere, dunque, altrettanto possibile quanto il suo oggetto, essendo contenuta nel medesimo comando di promuoverlo. Ma la perfetta adeguatezza della volontà alla legge morale è la santità: una perfezione di cui nessun essere razionale del mondo sensibile è capace, in nessun momento della sua esistenza. Poiché, tuttavia, è egualmente richiesta come necessaria dal punto di vista pratico, essa potrà trovarsi solo in un processo all'infinito, verso quell'adeguatezza completa; e, secondo i princìpi della ragion pura pratica, è necessario assumere un tal progredire pratico come l'oggetto reale della nostra volontà

....

Nell'intelligenza perfettissima giustamente ci si rappresenta l'arbitrio come incapace di una massima che non possa essere, al tempo stesso, legge oggettiva, e il concetto della santità, che per questo le compete, non la pone al di sopra di ogni legge pratica, ma certo al di sopra di ogni legge pratico-costrittiva, e pertanto di ogni obbligo e di ogni dovere. La santità del volere è, nondimeno, un'idea pratica, che deve necessariamente servir da modello: avvicinarsi ad essa all'infinito è la sola cosa che tutti gli esseri razionali finiti debbano fare ( (Kant)

briandinazareth
Inviato
16 minuti fa, mom ha scritto:

Intendiamoci: una cosa è la medicina che permette di affrontare senza sofferenze o quasi l'ultima parte del nostro turno di esistenza, altro è vivere ad interim : per me sono due cose ben diverse!

 

ma nella pratica accadrà che questi farmaci rallentando o fermando l'invecchiamento rientreranno nel primo caso, poi la conseguenza sarà un grande allungamento della vita che, se la velocità di fuga dello sviluppo tecnologico sarà adeguata, significherà vivere se non ad libitum qualcosa di simile. 

ma chi deciderà realisticamente di smettere di prendere i farmaci o quello che sarà per poi invecchiare? 

Inviato
18 minuti fa, briandinazareth ha scritto:

ma chi deciderà realisticamente di smettere di prendere i farmaci o quello che sarà per poi invecchiare? 

Il prezzo selezionerà i soggetti per cui, tenendo conto delle qualità necessarie per accumulare grandi fortune, ci saranno un po' di eterne, vecchie, fortunate carogne in giro.

mozarteum
Inviato

Vedete? Donde il quesito

Inviato

@briandinazareth Forse sono condizionata dalla mia pesante esperienza: io in 6 mesi ho perso una sorella, mio marito e la mia più cara amica geriatra, poco più che sessantenne. Con lei, persona squisita e intelligentissima, tu non sai quanto abbiamo parlato e discusso in proposito soprattutto nell'ultimo anno delle loro vite: credo di aver  già raccontato  di G.: una sera mi ha invitato a cena e, mentre prendevamo il caffè, mi ha detto che, dagli esami fatti, risultava di essere affetta dal peggior tipo di Parkinson che, rapidamente, sarebbe andato a confluire con una gravissima forma di  SLA.  Non ci volevo credere, dicevo che lei, così  vitale, appena rientrata da una serie di congressi in Giappone in cui aveva relazionato proprio sulle malattie degenerative, si era stancata troppo. Ma lei, prendendomi una mano mi ha detto che mi sbagliavo. Mi ha raccontato passo passo quello che sarebbe stato il suo terribile decorso, e mi ha assicurato di aver preso tutte le precauzioni possibili per non soffrire anche quando, arrivata all'ultimo stadio, si sarebbe avvalsa dell'eutanasia. E così è stato. Solo un anno prima di quella brutta sera io le avevo consegnato una mia lettera in cui la pregavo, nel caso fosse dovuta capitare una malattia simile a me, di aiutarmi a fare quello che, poco dopo, ha fatto lei. Allora ci avevamo riso e scherzato su ma io ero tranquilla per questa sua promessa, certa che l'avrebbe mantenuta.  Non pensavo che qualche anno dopo ci sarebbero stati tre lutti così importanti per me e che lei  sarebbe stata tra questi.  Di medicina, etica, morale e tecnologia ne abbiamo parlato fino a quando lei ha avuto la voce. L'ultimo suo messaggio di commiato, tradotto da una logopedista poche ore prima della fine, già decisa da lei, era sereno, tutto sommato era riuscita a tener testa al male e sosteneva di stare per chiudere il suo capitolo con dignità e senza troppe sofferenze. 

Questo io intendo. 

Francamente non so se siamo tutti preparati a un lungo prolungamento della vita indipendentemente da problemi economici, sociali ed etici. Una bisboccia pro paucis credo sia amorale. Il mondo comprende una tale diversità di persone e culture da rendere la cosa improponibile. 

Conclusione: Ci sono già tante medicine che ci preservano dai malanni dell'età: leggevo su un giornale francese che un sessantenne prende mediamente almeno 5 compresse al giorno e ora stanno mettendo a punto una compressa che servirà per tutto da prendere con scadenze sempre più  lontane (mese/anno). La medicina non deve fare soffrire ma soprattutto non deve esagerare mantenendo in vita a tutti i costi prolungando sofferenze che, alla fine, risultano inutili. ( v.Franz ). Mia sorella, a seguito intervento chirurgico, è entrata in coma e non si è più  svegliata. Lei non ha sofferto, per fortuna. 

p.s.: ora ho passato la stessa lettera che avevo dato a G. a un' altra mia amica medico, svizzera che, nell'accettarla,  ha incrociato le dita! 😁

  • Thanks 1
Inviato

L'evoluzione e il progresso (alimentazione, ambiente, strutture sociali, lavoro, tecnologie, medicina ecc.) migliorano costantemente (nel complesso) le condizioni di vita da migliaia di anni. L'uomo sapiens viveva una ventina d'anni, al tempo dei romani, con le dovute eccezioni, l'età media era di 40 anni, un secolo fa a sessanta anni si faceva testamento, i modelli attuali ci mostrano settantenni - ottantenni che fanno sport.

La mia idea è che il lento invecchiamento del corpo non è sempre seguito da quello altrettanto lento della del cervello. 

Comunque, tra protesi (anche i dispositivi elettronici con gli usi facilmente immaginabili ormai lo sono), pacemaker, diavolerie varie, la tendenza a diventare specie di cyborg metà esseri umani e metà hardware e software è in atto.

 

Un altro discorso sono le forme di selezione genetica. Il problema etico è sempre relativo alle modalità di uso di queste tecniche, non ultima la capacità di renderle sostenibili per il pianeta e per l'umanità.

Inviato
1 ora fa, mozarteum ha scritto:

Vedete? Donde il quesito

Non capisco perchè la tecnica dovrebbe uccidere l'etica. Porrà nuovi quesiti, ai quali si risponderà come sempre, adattando i propri convincimenti alla mutata situazione. Ma se uno si regola secondo i principi che lo hanno guidato fin lì, penso che continuerà a farlo. Se il tuo riferimento è Kant non credo che d'un tratto diventerai Malthusiano


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