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Melius Club

L’astonomia, l’inesistenza di Dio, la morale e la tecnica


Messaggi raccomandati

Inviato
25 minuti fa, mom ha scritto:

non so se siamo tutti preparati a un lungo prolungamento della vita

Maria Teresa, definiamo il concetto di vita: il prolungamento dell'eta biologica non ha senso se non è accompagnato dal miglioramento delle condizioni al contorno che ci permettono di vivere più a lungo decente.

La medicina e l'etica dovrebbero forse avere ben presente questo dettaglio perché, oggi, per un equivocato concetto di vita da prolungare con accanimento, mi pare che ci si accontenti del basta che respiri, magari attaccato a una macchina.

Penso che alla nostra amica geriatra avrebbe fatto piacere sottoporsi ad una cura risolutiva e poter continuare a vivere in modo soddisfacente, così come oggi si cura una influenza che una volta era letale nella maggior parte dei casi. 

Inviato
22 ore fa, mozarteum ha scritto:

2) Senza Dio una morale -umana e solidale- sarebbe ancora possibile anche se azzoppata dall’assenza di trascendenza

 
Bastrebbe ritrasferirla nella dimensione umana/umanistica dalla quale scaturisce. D'altra parte non sono ancora riuscito a concepire nessun tipo di divinità così come proposte dalle religioni: emulando il mio maestro di tutto: "sono ateo grazie a Dio" non già  "per grazia di Dio" come erroneamente interpretato e scritto sulle t-shirt modaiole... ,

 

A tutto quanto stia andando via via in disuso di cui al tuo chiaro elenco delle valorialità frustate in un mondo rigirato, io cerco di sopperire con lo spirito dell'arte che è un po' la mia religio, il mio valore, la mia ideologia, il mio amore supremo mentre all'etica ed alla morale contrappongo l'estetica liberata dalle sovrastrutture passeggere. 
 

22 ore fa, mozarteum ha scritto:

comanda chi dispone della tecnica e se ne giova.

 

Sui danni di questa "facilità" Luis Bunuel si soffermò circa mezzo secolo fa

Da un po' di tempo a questa parte le trombe dell'Apocalisse suonano alle nostre porte e noi ci tappiamo le orecchie. Questa nuova Apocalisse, così come la vecchia, arriva al galoppo dei quattro cavalieri: sovrappopolazione (il primo di tutti, il capintesta, quello che sventola lo stendardo nero), scienza, tecnologia e informazione. 
 Scienza e tecnologia perchè secondo Bunuel - autore dell'autobiografia "Dei miei sospiri estremi" - da un'inchiesta recente su settecentomila scienziati altamente qualificati a lavoro nel mondo cinquecentoventimila stanno cercandom di migliorare gli strumenti di morte, di distruggere l'umanità. Solo centomila cercano un modo per dalvaguardarci ... Circa l'esplosione demografica:  sogno una catastrofe planetaria in grado di elimimare duemila milioni di abitanti, me compreso ... avrebbe senso e valore ai miei occhi solo se provenisse da una forza naturale... flagello devastatore e invincibile. Rispetto e ammiro le forze naturali. Ma non sopporto i miserabili fabbricatori di disastri che scavano ogni giorno la nostra fossa comune dicendoci, criminali ipocriti: <non si può fare diversamente>. 

 

Ho condensato lo scritto dei Bunuel, varrebbe la pena leggere l'integrale dall'autobiografia sopra citata per scoprire cosa scrive anche a proposito dell'informazione e della pubblicità. 

Si potrà condividere o meno ma sono questioni di stretta attualità sulle quali dovremmo interrogarci oggi più che ieri. 
Ho scritto al "buio" quello che quoto è l'unico post della discussione letto fino ad ora.  

Inviato
58 minuti fa, mom ha scritto:

un sessantenne prende mediamente almeno 5 compresse al giorno

Il modo migliore per peggiorare la propria salute intossicandosi.

Sono tutte indispensabili?

Inviato
4 ore fa, briandinazareth ha scritto:

perché non esiste una condivisione ampia e duratura di cosa siano le azioni non etiche

Io penso che una buona coscienza sia giudice etico piu’ di mille codici.

Il sentimento d’aver fatto una scelta sbagliata verso qualcuno, di aver offeso altri, di aver tramato per il proprio benessere (non solo materiale, penso ai divorzianti disinvolti) in danno d’altri, tutto cio’ opera come un sottile veleno, che attosca la persona e anche la possibilita’ d’una felicita’ che esiste solo in purezza o e’ qualcos’altro.

Secondo me.

Ma quando ci si interroga sui rapporti fra tecnica ed etica non si pensa all’atteggiamento individuale, ma alla costruzione graduale di una etica collettiva che e’ subordinata alla tecnica.

Io da individuo posso rifiutare di programmare un figlio piu’ alto, bello e preferire al modo antico l’ennesima replica dei tratti di famiglia mischiati fra uomo e donna come sono sono.

Ma se si fa strada “collettivamente” l’accettazione di questa possibilita’ le conseguenze possono essere ingovernabili (eugenetica, neorazzismo ecc.)

Inviato
20 minuti fa, mozarteum ha scritto:

Io penso che una buona coscienza sia giudice etico piu’ di mille codici.

Il sentimento d’aver fatto una scelta sbagliata verso qualcuno, di aver offeso altri, di aver tramato per il proprio benessere (non solo materiale, penso ai divorzianti disinvolti) in danno d’altri, tutto cio’ opera come un sottile veleno, che attosca la persona e anche la possibilita’ d’una felicita’ che esiste solo in purezza o e’ qualcos’altro.

Secondo me.

Ma quando ci si interroga sui rapporti fra tecnica ed etica non si pensa all’atteggiamento individuale, ma alla costruzione graduale di una etica collettiva che e’ subordinata alla tecnica.

Io da individuo posso rifiutare di programmare un figlio piu’ alto, bello e preferire al modo antico l’ennesima replica dei tratti di famiglia mischiati fra uomo e donna come sono sono.

Ma se si fa strada “collettivamente” l’accettazione di questa possibilita’ le conseguenze possono essere ingovernabili (eugenetica, neorazzismo ecc.)

Ah, se parliamo di morale collettiva allora sono d'accordo, la tecnica può cambiarla. In ogni caso, quando mai c'è stata una morale condivisa decente?

Inviato

Il problema è che i detentori della tecnica sono gli stessi che possiedono anche le comunicazioni che direzionano la "coscienza collettiva". Si fa presto a determinare nuovi confini alla morale. Non c'è scampo. E neanche calamaretto.

Inviato

Se per coscienza si intende la "voce interiore" che richiama ai doveri morali, questa è legata indissolubilmente all'anima. Ma se Dio è morto, anche l'anima si dissolve. Se la morale non può più richiamarsi alla voce dell'anima, le resta solo la ragione.

Inviato

Per quanto riguarda l'astrologia, non credo nell'oroscopo ma mi diverte il lato letterario ed immaginativo, gio(i)(c)oso e (ri)creativo delle fantasie astrali. Piuttosto l'astronomia va detto che ha pretese scientifiche, giustamente, ma non sa proprio nulla dell'ignoto spazio oscuro ed infinito mentre fino ad ora i migliori risultati utili per l'umanità, benchè effimeri, sono le invenzioni come quelle satellitari per i navigatori e le assicurazioni, la ricerca degli oggetti smarriti e degli obiettivi militari e civili da distruggere: l'astonomia al servio della tecnologia, ci potrà essere interrelazione? 

Inviato
6 minuti fa, Savgal ha scritto:

le resta solo la ragione.

La ragione non coincide con la coscienza. Quante volte una decisione razionale pesa poi sulla coscienza.

La coscienza e’ l’ultimo baluardo dell’umanesimo “libero” non imprigionato nella ragione.

La ragione misura la giustezza pratica di una soluzione ma non va molto oltre.

questo anche nelle relazioni. Le persone razionali du palle. Con Bruckner guardano le mosche per aria in sala e ho detto tutto

Inviato

Se la morale è esclusivamente ragione, si rischia fortemente di essere intrappolati in egoici e strumentali fini utilitaristici 

Qualcuno disse di amare i nemici e che tutte le cose che voi volete che gli uomini vi facciano di farle anche voi a loro

Sarò io in errore, ma non mi sembra il massimo dell'equilibrio meramente raziocinante

Inviato

@mozarteum

Cosa intendi per coscienza?

La consapevolezza di chi sa di sapere e di chi si rende conto di ciò che fa?
Il "senso di responsabilità", ossia equilibrio e controllo della situazione?
Ii raccogliersi in se stesso e nella propria interiorità allo scopo di raggiungere verità profonde?
Il percorso per scoprire la propria intima personalità, la propria natura spirituale?

Inviato
32 minuti fa, Savgal ha scritto:

Se la morale non può più richiamarsi alla voce dell'anima, le resta solo la ragione.

Dissento, la mancanza dei paletti religiosi lascia spazio non alla razionalità, ma al suo contrario.

Inviato

si beh, come purtroppo abbiamo ben visto dipende anche da quale religione.

Inviato
41 minuti fa, mozarteum ha scritto:

La ragione non coincide con la coscienza. Quante volte una decisione razionale pesa poi sulla coscienza.

La coscienza e’ l’ultimo baluardo dell’umanesimo “libero” non imprigionato nella ragione.

La ragione misura la giustezza pratica di una soluzione ma non va molto oltre.

questo anche nelle relazioni. Le persone razionali du palle. Con Bruckner guardano le mosche per aria in sala e ho detto tutto

Tu con la ragione ce campi, però, e con l'umanesimo libero giustifichiamo pure i cantautori e la musica che è bella perchè mi da emozione

ascoltoebasta
Inviato

Ritengo che tra etica e tecnologia non solo ci sia un nesso ma una interazione strettissima e ineludibile, lo sviluppo delle tecnologie può essere inizialmente neutro e successivamente utilizzato e sfruttato con o senza etica,così come una nuova tecnologia ispirata da pregevole moralità e etica, potrà in seguito venir sfruttata con finalità totalmente opposte agli iniziali scopi della sua nascita,in conclusione ritengo che non potendo viaggiare su binari,che seppur paralleli,non potranno non influenzarsi vicendevolmente,sarebbe auspicabile sempre un giusto,ma spesso illusorio,equilibrio.

Inviato

Teoricamente l'etica dovrebbe guidare lo sviluppo e l'uso delle tecnologie e fare in modo che contribuiscano al benessere e che non siano contro di esso. 

briandinazareth
Inviato
4 ore fa, mozarteum ha scritto:

Il sentimento d’aver fatto una scelta sbagliata verso qualcuno, di aver offeso altri, di aver tramato per il proprio benessere (non solo materiale, penso ai divorzianti disinvolti) in danno d’altri, tutto cio’ opera come un sottile veleno, che attosca la persona e anche la possibilita’ d’una felicita’ che esiste solo in purezza o e’ qualcos’altro.

Secondo me.

Ma quando ci si interroga sui rapporti fra tecnica ed etica non si pensa all’atteggiamento individuale, ma alla costruzione graduale di una etica collettiva che e’ subordinata alla tecnica.

Io da individuo posso rifiutare di programmare un figlio piu’ alto, bello e preferire al modo antico l’ennesima replica dei tratti di famiglia mischiati fra uomo e donna come sono sono.

Ma se si fa strada “collettivamente” l’accettazione di questa possibilita’ le conseguenze possono essere ingovernabili (eugenetica, neorazzismo ecc.)

 

Mi pare che tu stia parlando della golden rule, quindi quella parte di morale empatica che alla fine è il non fare agli altri quello che non volessi fatto a te. Con conseguente senso di colpa. tutto molto cattolico.
 

 

Ma andando alla tecnica e quale possa essere l'etica applicata alle cose nuove che possiamo fare,  la dimensione personale, come viene fuori dal tuo discorso, diviene secondaria.  Sono d'accordo con questo.


 

Per non avere un etica plasmata, esclusivamente dai pochi che hanno in mano le redini della tecnica l'unica strada possibile è limitarne il potere. 

Ma è ormai talmente straripante che la politica non vuole ma, soprattutto noi non vogliamo. Questo anche grazie al controllo mai visto nella storia, sia mediatico che economico. 


 

ma non riusciamo neppure a fare dei regolamenti per limitare i social per i più giovani... cosa che ormai sappiamo con certezza estremamente dannosa... 
neppure l'amore per i figli è abbastanza forte da creare un'opinione pubblica che lo pretende.


 

in generale ogni qualvolta si parla di limitare potere e ricchezza di questi nuovi monarchi e le loro schiere di remore, c'è l'alzata di scudi collettiva. 

 

 

 

quindi se lasciamo tutto il potere ai padroni della tecnica e al loro entourage (piccolo ma potentissimo), saranno loro a stabilire i limiti, che significa che non ci sarà alcun limite che possa minimamente intaccare i loro interessi economici e di potere. 
 

 

ci stiamo consegnando volontariamente a questi  satrapi con evidenti deliri di onnipotenza e che non hanno alcun riguardo per la democrazia,  l'umanesimo e qualunque concetto di bene comune. 


 

Si sentono superuomini grazie a noi che lo permettiamo. 

anche perché tanti purtroppo pensano davvero che lo siano e quindi, arrendevoli,  si rendono sudditi volontari. 

 

 

 

analogico_09
Inviato
6 ore fa, mozarteum ha scritto:

Il modo migliore per peggiorare la propria salute intossicandosi.

Sono tutte indispensabili?

 

Dunque, su tale aspetto e in generale, resto curioso di sapere cosa ne pensi delle affermazioni di Luis Bunuel (dimentichiamo il regista, fu inoltre uomo di pensiero e di "politica", di esperienze di vita e di azione fortemente sur-real(uman)ista. Mi riferisco al mio post nel quale quotavo il tuo intervento di apertura, nel caso lo avessi letto e fossi interessato a commentare quanto asserito da Bunuel il quale aveva in uggia la pedanteria accademica e gergale ritenuta fenomeno tipicamente parigino che fa danni e rovine nei paesi sottosviluppati chiarissimo segno di colonizzazione culturale (riconducendo tali osservazioni alle più o meno analoghe o corrispondenti realtà odierne)


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