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Melius Club

Il Presidente del Senato Ignazio Benito Maria La Russa auspica che Garofani lasci...


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Inviato

''Fosse stato uno di destra oggi lo vedremo appeso ai lampioni di qualche città o cattolicamente crocifisso.''

 

''Si tratta dei suoi personali desideri, che non sono degni di uno che fa il Consigliere del Presidente.''

 

Non commento solo per non incorrere nel reato di vilipendio.

 

Inviato

''Da che pulpito!'' non lo scrive nessuno?

Lo aggiungo io...

Inviato

Il pulpito è basso.

Inviato

la terza carica dello stato con i busti della buonanima in casa?

  • Melius 1
Inviato

Seconda, ancora peggio

Inviato
2 ore fa, PL-L1000 ha scritto:

Non commento solo per non incorrere nel reato di vilipendio.

La Russa si vilipendia da solo. 

Inviato

Io mi aspetterei che Ignazio La russa lasci la presidenza del Senato ,per motivi di incompatibilità democratica 

Roberto M
Inviato

Sinceramente non so come faccia lui a restare.

 

 

Inviato

Il pulpito è basso:

.

"Il paradosso ulteriore, si ripete in ambienti d’opposizione, è che proprio Fratelli d’Italia oggi decida di ergersi a paladina dell’essere e apparire istituzionali in tutti i contesti, impartendo lezioni di contegno a un consigliere di Mattarella il cui nome è noto agli addetti ai lavori ma non certo di grande risonanza mediatica. Proprio in casa meloniana, infatti, alberga la maggiore contraddizione e a incarnarla è Ignazio La Russa, seconda carica dello stato e supplente del presidente della Repubblica in caso di suo impedimento. Proprio lui è stato da subito il grande teorizzatore che l’istituzione la si incarna nell’esercizio della funzione nell’aula di palazzo Madama ma, sceso dallo scranno foderato di rosso, La Russa ha sempre orgogliosamente rivendicato il suo diritto a essere di parte. Una filosofia applicata sin da subito: già nel dicembre 2022, a due mesi dalla sua elezione, l’esponente di FdI ha pubblicamente celebrato il settantaseiesimo anniversario della nascita del Movimento sociale italiano, ribadendo la sua appartenenza alla tradizione post-fascista. Pochi mesi dopo, si è lanciato in dichiarazioni revisioniste sulla strage nazi-fascista delle fosse Ardeatine, definendo le SS presenti in via Rasella come «non nazisti, ma una banda musicale di semi pensionati». Addirittura, in occasione dei referendum sul lavoro e sulla cittadinanza promossi dai sindacati, ha pubblicamente preso posizione dicendo che si sarebbe «impegnato per l’astensione» perché «dalla sinistra c’è una campagna d’odio» e «il campo largo è morto». Di recente, infine, è entrato a gamba tesa nell’inchiesta sull’edilizia a Milano, che ha toccato anche la giunta di Giuseppe Sala. La Russa ha pubblicamente detto che «la giunta deve dimettersi» e così anche il sindaco Beppe Sala, «che non ha la maggioranza». In seguito a ogni pubblica presa di posizione sono poi arrivate le sue precisazioni, mezzi passi indietro ma anche rivendicazioni del suo diritto ad avere una opinione politica – e ad esprimerla giocando un ruolo attivo – perché il contegno istituzionale è circoscritto alla direzione dell’Aula. Tanto che La Russa ha continuato a partecipare a iniziative politiche. L’obbligo di apparire sempre imparziale vale quindi per un consigliere del Quirinale, altrimenti FdI si sente legittimata a credere a retroscena su presunti golpe del Quirinale. Lo stesso obbligo, invece, non grava sul presidente La Russa, che fuori da palazzo Madama può orgogliosamente tornare a indossare la casacca di partito. A distanza di sicurezza dal caso si sono tenuti gli altri partiti di maggioranza. La Lega ha commentato solo ieri, riprendendo il giudizio di «inopportunità» delle chiacchiere tra amici di persone che «per il ruolo che ricoprono, per delicatezza e rango, dovrebbero limitare» le conversazioni conviviali. Anche Antonio Tajani di Forza Italia si è limitato a parlare di crisi «rientrata», mentre i rispettivi parlamentari si sono trovati nel definire «incaute» (Francesco Paolo Sisto e Maurizio Gasparri) ed «evitabili» (Massimiliano Romeo) le esternazioni di Garofani. Solo FdI, fedele alla linea iniziale, ha proseguito nel difendere Bignami e solo uno, il senatore Marco Scurria, si è spinto a dire che il consigliere «potrebbe pensare a fare un passo indietro». Schermaglie o poco più, che però contribuiscono a non far spegnere il conflitto che Meloni ha cercato di mettere sotto la cenere. Il vero obiettivo della destra è tacitare il nostro garante Mattarella"

Roberto M
Inviato
57 minuti fa, UpTo11 ha scritto:

La Russa ha sempre orgogliosamente rivendicato il suo diritto a essere di parte

Questo non solo è benaltrismo, è anche incredibile doppiopesismo della SX, sempre più allergica alla democrazia.

Da un lato criticano La Russa perché, in maniera non ipocrita, ha ammesso di essere “di parte”, pur non sognandosi di teorizzare, ad esempio, “spallate” contro governatori di regioni o sindaci del PD.

Dall’altro difendono a spada tratta un consigliere del Quirinale in una delicatissima posizione istituzionale (alto consiglio di difesa) che tra amici si dispera della possibilità per la Meloni di essere rieletta ed auspica provvidenziali “spallate”.

E che sta ancora lì.

Non c’è niente da fare, non ce la fanno proprio.

Inviato
17 minuti fa, Roberto M ha scritto:

auspica provvidenziali “spallate”

Ancora con le balle?

Non trattarci continuamente come fossimo il club dei lettori de la verità, il giornale, libero, il secolo, ecc... è svilente.

Vogliono chiedere dimissioni? Lo facciano.

Ma lui è l'ultimo della banda che può farlo.

Semplice.

briandinazareth
Inviato
2 minuti fa, UpTo11 ha scritto:

Vogliono chiedere dimissioni? Lo facciano.

 

C'è una grande mancanza di palle fra i camerati, si inneggia a hitler, mambro e fioravanti, ma in segreto. 

 

Lo stesso vale per i naggiorenti, insinuano, dicono a metà,  mandano avanti i kamikaze alla belpietro, ma chiarezza e coraggio mai...

Inviato
53 minuti fa, Roberto M ha scritto:

non ce la fanno proprio

Anche Voi, Dottore, non ce la fate proprio.

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