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Pedofilia, rapporto choc in Francia


Muddy the Waters

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briandinazareth
Inviato
12 ore fa, keres ha scritto:

Anzi direi che qualche passo avanti seppur con difficoltà e annessa mea culpa lo sta facendo.

 

pare che bergoglio abbia cambiato decisamente rotta.

GianGastone II
Inviato

@melos62 Certo che a mescolare le carte alla tua maniera sei ben bravo, pure a deviare dal benaltrismo espresso in diversi interventi. E hai pure la minaccia piu' o meno velata facile, non e' la prima volta.

 

GianGastone II
Inviato
21 minuti fa, briandinazareth ha scritto:
12 ore fa, keres ha scritto:

Anzi direi che qualche passo avanti seppur con difficoltà e annessa mea culpa lo sta facendo.

pare che bergoglio abbia cambiato decisamente rotta.

Infatti e' insopportabile a un bel po' di cattolici.

Inviato
45 minuti fa, GianGastone II ha scritto:

E hai pure la minaccia piu' o meno velata facile, non e' la prima volta.

Se ti dico che se vai a 120 all'ora su di una strada di montagna rischi l'incidente,  è una minaccia o è soltanto un avvertimento? Lo conosci il regolamento del forum? Lo sai che il gestore rischia fastidi se tollera con negligenza contenuti potenzialmente diffamatori? Qui non stiamo al bar Sambuca.  Non devi temere solo il provvedimento della moderazione del forum, ma piuttosto le eventuali iniziative legali dei diffamati. Esiste già  diversa giurisprudenza che ha bruciato più di un sederino di chi usa la tastiera a vanvera...

GianGastone II
Inviato

  @melos62 Scrivimi in privato da dove discendono le tue minacce e pure le preoccupazioni per il gestore, grazie.

Benaltrista resti in questo thread, in un alcuno posts ne dai conferma.

Inviato
Adesso, GianGastone II ha scritto:

Scrivimi in privato da dove discendono le tue minacce, grazie.

Ma quando mai, tu già prendi lucciole per lanterne, né devo né voglio aggiungere niente a quel che dico in pubblico, se lo comprendi, bene, se non lo capisci, amen.

Inviato

Una testimonianza ... ma tanto non conta , chissà quali acidi avrà preso questo ragazzo .

 

 

 

 

 

 

Carlo Acutis, il beato che insegna a vivere da originali

 

09-10-2021

A un anno dalla beatificazione di Carlo Acutis, avvenuta il 10 ottobre 2020, esce “Originali o fotocopie?” (ESD), basato sugli appunti del giovane morto di leucemia fulminante e sulle parole dei testimoni ascoltati per la sua causa. Scritto da padre Giorgio Carbone, il libro ricostruisce i tratti salienti della vita terrena del beato, dalla sua carità per il prossimo all’amore per l’Eucaristia e la Madonna, fino alla consapevolezza che la via per il Paradiso passa dalla Croce.

La santità è sempre originale. Non esiste santo uguale a un altro, nessuna fotocopia, poiché ciascuno è invitato da Dio a realizzare la propria originalità nel Figlio. Lo ha compreso e testimoniato il beato Carlo Acutis con la sua giovane esistenza spesa interamente nell’amore a Cristo e al prossimo.

A un anno dalla beatificazione, avvenuta lo scorso 10 ottobre (il 12 ottobre ricorre invece la sua memoria liturgica), nel libro Originali o fotocopie? (ESD 2021, pp. 216) padre Giorgio Carbone ripercorre la vita del giovane cresciuto a Milano, ridando voce alle sue parole e ai numerosi testimoni che lo hanno conosciuto e che sono stati ascoltati durante l’inchiesta aperta dall’arcivescovo della diocesi meneghina.

Padre Carbone conosce Carlo in occasione della “Festa del Timone” del 27 maggio 2006 mentre, «raggiante come una Pasqua», gli testimonia la gioia di «aver potuto parlare della presenza attiva e reale di Gesù nell’Eucaristia» durante quella giornata attraverso una mostra sui miracoli eucaristici molto ben documentata. Una mostra curata personalmente proprio da quel «ragazzo creativo e geniale», per dirla con le parole della Christus vivit di papa Francesco, che «ha saputo usare le nuove tecniche di comunicazione per trasmettere il Vangelo, per comunicare bellezza e valori».

Per non morire come fotocopie inseguendo le mode del tempo, «Carlo aveva ben compreso e ne avevamo parlato tante volte che l’uomo rischia sempre di andare fuori strada, di allontanarsi dalla via tracciata da Gesù per ognuno di noi. Aveva sotto i suoi occhi molti esempi di come si possa facilmente sbagliare strada e trascorrere i giorni lontani dal Signore. Credeva fermamente che per non morire come fotocopie fosse importante ricorrere ai sacramenti», ricorda sua madre Antonia Salzano.

Educato alla fede principalmente dalla tata polacca Beata, è consapevole sin da piccolo che ogni uomo sia amato da Dio nella sua unicità come un «fuori serie», per dirla col cardinal Caffarra, e che «Dio è sempre con noi e non ci abbandona mai». D’altra parte, sottolinea l’autore, «Carlo è santo perché ha percorso la sua vita alla presenza di Gesù risorto. Non ha mai camminato solo». Un’amica, Vanessa, alla quale regala una Bibbia mentre la consola per la sofferenza che sta vivendo a causa della separazione dei genitori, così ricorda il suo giovane amico: «Carlo parlava di Dio come se fosse il più Bello. Ricordo che mi diceva che voleva essere luminoso e raggiante come Gesù e se avessimo tutti messo in pratica gli insegnamenti di Gesù saremmo tutti stati più belli e radiosi».

«Non io, ma Dio», ripete spesso, esortando a ricercare «non l’amor proprio ma la gloria di Dio», perché «Dio mi faccia diventare santo». Nonostante la giovane età Carlo, matura gradualmente la ferma convinzione di voler vivere per Cristo nella semplicità della quotidianità. Perciò al suo amico annoiato ribadisce con forza che «la vita è un dono che Dio ci ha fatto troppo prezioso e bisogna apprezzarne ogni istante». Certo, egli sa bene che siamo «tutti invitati a salire sul Golgota e a prendere la nostra croce» e nello stesso tempo che «una vita sarà veramente bella solo se arriverà ad amare Dio sopra ogni cosa e il prossimo come noi stessi, e che per fare questo abbiamo bisogno dell’aiuto di Dio che ci viene dato attraverso i sacramenti, in modo speciale l’Eucaristia». Di qui egli ammette con semplicità: «Ogni tanto vengo a raccontare le mie cose a Gesù».

La fede di Carlo si radica nell’amore all’Eucaristia, definita «la mia autostrada per il cielo», la «medicina dell’anima per eccellenza», «il cuore di Cristo», che gli fa preferire quotidianamente la Messa a tante cose superflue, nella consapevolezza che «il Santissimo Sacramento non opera completamente e una volta per tutte in ciascuno di noi. La frequenza è uno degli effetti principali. Sette volte a settimana nutre più che sette volte a intervalli». Carlo vuole «essere sempre unito a Gesù». Perciò, mentre si prepara a riceverlo nella Santa Comunione per «aumentare la nostra capacità di amare», gli dice: «Gesù, accomodati pure, fa come se stessi a casa tua». «Tutti siamo chiamati ad essere come Giovanni discepoli prediletti, uniti al suo Cuore eucaristico», ripete ai genitori. E prega il Padre: «Dacci oggi anche l’Eucarestia quotidiana».

Consapevole che «il Sacro Cuore di Gesù è l’Eucaristia», Carlo ritiene «Gesù molto originale, perché si nasconde in un pezzetto di pane, e solo Dio poteva fare una cosa così incredibile». Di qui egli ritiene che «il momento decisivo per chiedere al Signore le grazie è quello della consacrazione durante la celebrazione eucaristica, quando il Signore Gesù Cristo si offre al Padre. Chi più di Dio che si offre a Dio può intercedere per noi?».

«Maria l’unica Donna della mia vita» esprime la devozione di Carlo alla Madonna, alla quale si consacra aderendo alla Compagnia di Maria Riparatrice. Il giovane testimonia tale legame alla Madre e al Figlio sin da piccolo quando, fiero di indossare una medaglietta che la sua bisnonna gli aveva donato in occasione del suo Battesimo, che da un lato raffigurava il Sacro Cuore di Gesù e dall’altro la Vergine, afferma con gioia: «Così Gesù e la Madonna li avrò sempre vicini al mio cuore».

Come la sua fede, anche la sua carità è umile. Carlo cede la merenda ai compagni di classe e ne scusa la furbizia, dicendo: «Tanto oggi non avevo fame». Allo stesso modo, l’amica Vanessa ricorda che, «quando uscivamo insieme per una passeggiata e lui aveva con sé la sua paghetta, se vedeva qualche povero, gli dava i soldi senza tenere nulla per sé. Lo faceva anche con i suoi giochi: me ne dava molti, io che non ne avevo nessuno». Giovane liceale, “scienziato informatico”, si spende con i compagni soprattutto contro l’aborto, «uccisione di un innocente», e nella difesa della castità contro il dilagare della pornografia e dell’autoerotismo.

Egli comprende il vero segreto per essere felici già qui sulla Terra in vista del Cielo: «La tristezza è lo sguardo rivolto verso sé stessi e la felicità è lo sguardo rivolto verso Dio». Lo ribadisce espressamente: «Il mio amore vero è per Gesù». Un amore che si premura di contribuire alla salvezza delle anime, pregando per i peccatori. Egli stesso si meraviglia del fatto che «se veramente le anime rischiano la dannazione, non si parli quasi mai dell’Inferno».

«Il Signore mi ha dato una sveglia» è il suo pensiero all’indomani della diagnosi di leucemia fulminante. E con una serenità disarmante, mentre da una parte presagisce la morte imminente nelle parole «Mamma, da qui non esco vivo», dall’altra pensa «alla gente che soffre più di me». Per loro offre tutto quello che soffre: «Offro la mia vita per il papa, per la Chiesa, per non fare il Purgatorio e per andare diritto in Paradiso».

«Carlo nella sua esistenza ha incontrato più volte l’agnello nella sua simbologia», rileva infine padre Carbone. Il pasticciere gli aveva preparato per il Battesimo una torta a forma di agnello; i genitori gliene avevano regalato uno di peluche e, una volta, un agnellino gli tagliò la strada mentre era in auto con i genitori. Insomma: «Cristo l’ha afferrato e Carlo si è lasciato conquistare» per cui, conclude l’autore, «ora sta con l’Agnello nella sua reale consistenza, cioè partecipa alle nozze dell’Agnello im

 

Inviato

 

Il miracolo di Carlo Acutis: ecco come è diventato beato

La Chiesa, nel caso di Carlo Acutis, ha ritenuto miracolosa la guarigione di Matheus

IL MIRACOLO – Ai fini della beatificazione, la Chiesa cattolica ritiene necessario un miracolo per intercessione: nel caso di Carlo Acutis

, ha ritenuto miracolosa la guarigione di Matheus, un bambino brasiliano di sei anni affetto da una grave malformazione del pancreas.

Il 12 ottobre 2010, nella chiesa brasiliana di San Sebastiano, di cui era parroco padre Marcelo Tenorio, era in corso la benedizione con una reliquia di Carlo Acutis, molto conosciuto già allora.

Il miracolo della beatificazione di Carlo Acutis

Matheus, a causa della sua malattia, rimetteva sia gli alimenti solidi che le bevande e il deperimento organico conseguente faceva temere per la sua vita.

Quando fu il suo turno di toccare la reliquia chiese, su suggerimento del nonno che lo accompagnava, la grazia di non rimettere più: da quel momento il fenomeno cessò.

Nel febbraio 2011, il bambino fu sottoposto a una serie di esami, dai quali risultò che la malattia era scomparsa e il suo pancreas era tornato normale. La guarigione “istantanea, completa e duratura” è stata ritenuta inspiegabile alla luce delle attuali conoscenze mediche.

Redazione Papaboys

 

 

Inviato

Parlando del tema della  pedofilia  in Francia al momento vi sono discussioni tra la Chiesa e lo Stato Francese riguardo al fatto che 'la confessione possa essere o meno un segreto inviolabile'

A mio avviso rimarrà tale.

Un plauso ai Vescovi Francesi,che a quanto pare hanno insistito molto per far avviare l'indagine.

( fonte 'La Repubblica' articolo di 4 giorni fa )

Inviato

@luimas

 

La regressione spontanea è un fenomeno ben conosciuto e capita pure ad atei e comunisti vari, solo che non lo accreditano a Stalin.

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Inviato

A Stalin al massimo puoi attribuire la rogna o qualche altra sfiga.

  • 7 mesi dopo...

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