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Melius Club

La questione ucraina


newton

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Inviato
7 minuti fa, emaspac ha scritto:

ma state davvero discutendo se la russia non ha un esercito per vincere questa guerra, cioè radere al suolo tutta l'Ucraina palazzo per palazzo?

Non mi pare si stia discutendo di questo ma di scenari piu' vasti 

Inviato
9 minuti fa, emaspac ha scritto:

a realtà è che il mondo delle idee, middle europeo, occidentale, aveva pensato per decenni di reggersi sui solidi principi neo-platonici di democrazia, libertà, etc. e invece si regge sugli arsenali nucleari.

putin ha ribadito il concetto.

si doveva evitare salisse al potere. ora si deve evitare di fargli lanciare una bomba. l'ucraina è già persa.

Spietatamente realistico. 

Inviato
8 minuti fa, emaspac ha scritto:

si doveva evitare salisse al potere

Già dillo ai Russi, oppure spiega come che io non ci arrivo.

appecundria
Inviato
24 minuti fa, akla ha scritto:

arsenali di obsolescenza perfettamente funzionante

Vintage

Membro_0017
Inviato
5 minuti fa, keres ha scritto:

Già dillo ai Russi, oppure spiega come che io non ci arrivo.

 

ammazzandolo.

Inviato
4 minuti fa, appecundria ha scritto:

Vintage

 

Il 90% ha il motorino di avviamento rotto.

Inviato
2 minuti fa, emaspac ha scritto:

ammazzandolo.

Certo il Covid, un regalo mai...sarebbe stata la nemesi perfetta, visto che ne è terrorizzato.

Inviato
16 minuti fa, Martin ha scritto:

riuscirà l'occidente a resistere alla tentazione ?

Per eterogenesi dei ca##i (cit.) la UE sta accelerando la conversione energetica, diversificando e ripensando la geografia dei fornitori di energia.

Il colpo ci sarà per noi ma soprattutto per loro.

Se poi, finita l'emergenza, torniamo alle solite significa che siamo totalmente cretini e che alla fine dei conti ci meritiamo l'atomica.

(in tutto questo ho il sospetto che quelli che ci guadagneranno (sic) da questa situazionesaranno gli USA) 

 

 

Ti propongo questo:  

 

 

L’Italia, l’energia Subito tre scelte

Ridurre il gas per alimentare le centrali, diversificare, migliorare le tecnologie e spinta ai gassificatori

Corriere della Sera

1 Mar 2022

Di Francesco Starace

 

La crisi innescata dal precipitare degli eventi in Ucraina suggella un anno di tensioni sui mercati del gas che ricorda crisi energetiche del passato in cui a tensioni geopolitiche si sono sommate quelle sui mercati delle commodity fossili (petrolio, carbone e gas), evidenziando in maniera anche brutale l’utilizzo strumentale dell’energia come arma di pressione tra aree di influenza.

È quasi paradossale ricordare che nel 2014 l’Unione Europea aveva capito di dover ridurre la dipendenza dal gas, senza agire in maniera convinta, ritrovandosi ora in una situazione peggiore. Una società che non abbia accesso a energia abbondante, sicura, a buon mercato e pulita è in difficoltà nel progresso economico e sociale, e questa preoccupazione oggi tocca tutta l’Europa. Dalla fine della seconda guerra mondiale i singoli Stati di quella che oggi è l’UE hanno definito singole politiche energetiche sulla base delle differenti risorse a disposizione e delle diverse visioni del futuro economico da parte dei governi.

Nel tempo alcuni Stati hanno cambiato le loro politiche adattandole a situazioni in evoluzione nel mondo o a cambiamenti di visione politica e pressioni dell’opinione pubblica, altri le hanno mantenute più costanti. Il risultato di questi mutamenti ha però determinato, a livello europeo, un parco di generazione di energia tra i più differenziati e bilanciati al mondo, con una interconnessione energetica tra le più articolate e densamente magliate.

Una situazione quindi buona, anche se raggiunta in maniera abbastanza casuale.

Le risorse fossili europee sono state ormai abbondantemente sfruttate, provocando una sempre maggiore dipendenza da zone extra europee per il crescente fabbisogno di petrolio e gas. Negli ultimi dieci anni si è poi assistito, prima in Europa e poi nel mondo, all’incredibile ascesa della competitività delle rinnovabili, grazie proprio ai programmi di svilup2) po europei che hanno portato queste tecnologie a soppiantare a livello globale per motivi economici le fonti fossili in maniera irreversibile.

La dipendenza dalle importazioni di gas è il principale problema energetico e di conseguenza anche geopolitico che oggi l’Europa si trova ad affrontare, così come nel 1973 lo shock petrolifero mostrò per la prima volta la fragilità di un sistema eccessivamente dipendente dalle fonti fossili.

I singoli Paesi membri dell’UE dipendono dal gas in maniera molto differente, ma l’interconnessione dei mercati è ormai tale da far riverberare l’eccessiva dipendenza di alcuni Paesi su tutta l’eurozona.

Quale in questo contesto la posizione dell’Italia? Dopo la Germania l’Italia è il Paese europeo che importa più gas ed è quindi un punto debole nella generale esposizione europea a questa commodity fossile. In comune con la Germania c’è anche l’eccessiva dipendenza da gas che arriva via tubo da paesi extra europei (per l’Italia da Russia, Libia, Algeria, Azerbaijan via Turchia) e la scarsa capacità di rigassificazione di gas naturale liquefatto (GNL). Capacità che invece permette alla Spagna di diversificare i propri approvvigionamenti con maggiore flessibilità e sicurezza.

Questa situazione è figlia di scelte (o non scelte) del passato, a cui ora si cerca di rimediare. Cosa può fare l’Italia per essere meno “fragile” e contribuire a rafforzare la politica energetica europea?

1) Ridurre la dipendenza dal gas, diminuendo drasticamente quello che si brucia per generare energia elettrica.

Ridurre il quantitativo di gas per usi civili con tecnologie oggi disponibili che rendano più efficiente e sicuro l’utilizzo dell’energia.

3) Diversificare l’approvvigionamento del gas per usi industriali e civili residui realizzando almeno altri due terminali di rigassificazione di GNL che permettano di gestire in maniera più efficace e preventiva le eventuali crisi che potrebbero originarsi nei Paesi dai quali giunge il gas via tubo.

Quali i tempi, gli investimenti (non i costi, i costi sono quelli che si sopportano oggi per comprare il gas a caro prezzo) e le ricadute di queste possibili scelte?

1) Per ridurre drasticamente la dipendenza da gas per produrre elettricità, la scelta è accelerare la conversione del parco di generazione verso le energie rinnovabili. La proposta avanzata dall’Associazione confindustriale Elettricità Futura mostra come realizzare circa 60 GW di capacità rinnovabile nei prossimi tre anni sia una possibilità alla portata del Paese, che ha in questo settore una leadership mondiale e un’imprenditorialità diffusa che già in passato ha dimostrato di poter realizzare balzi simili proprio in questo campo. Si noti che questa cifra è una frazione della capacità oggetto di sviluppo da parte di tantissimi operatori che da anni hanno lavorato a portare progetti allo stato di finanziabilità e costituisce quindi un obiettivo conservativo e raggiungibile. Lo sblocco delle autorizzazioni in tempi rapidi (analogamente a quanto fatto 15 anni fa con i decreti “sblocca centrali”) può far partire un ciclo di investimenti di circa 80 miliardi, non legati al Pnrr, ma in aggiunta, nel pieno rispetto della Tassonomia europea e quindi con diritto di accedere a tassi agevolati.

Il consumo di gas nazionale si ridurrebbe così in tre anni di circa 18 Bcm (Billion cubic meters) e di ulteriori 5 Bcm nei due anni seguenti, di fatto quasi azzerando la necessità di gas a fini di generazione di energia entro il 2030.

2) Per ridurre il consumo di gas per usi civili una soluzione esistente e del tutto competitiva è la sostituzione graduale delle caldaie a gas per il riscaldamento con sistemi a pompe di calore.

Qui i tempi di implementazione sarebbero più graduali, ma in un periodo di circa dieci anni si andrebbe a ridurre il consumo di gas per usi civili di circa 10 Bcm.

Questa misura rafforzerebbe la presenza industriale italiana nel mercato delle pompe di calore, tecnologia che in Europa sta già trovando spazi di crescita molto importanti.

3) La realizzazione di due terminali di rigassificazione richiederebbe tre anni per il primo, che ha già tutti i permessi, e probabilmente cinque per il secondo, che dovrebbe avere una procedura autorizzativa semplificata. Questo potrebbe svincolare dalle forniture via tubo circa 16 Bcm , dando grande flessibilità di approvvigionamento di GNL da Paesi diversi (USA, Qatar Australia, Canada). Un investimento di circa 1,5 miliardi a fronte di questa libertà di approvvigionamento. Una scelta che l’Italia ha già fatto è invece il rafforzamento e la digitalizzazione di seconda generazione delle reti elettriche, già partita anche sulla spinta dei programmi inseriti nel Pnrr. Diversamente da altri Paesi, l’Italia può contare su un’infrastruttura capace di reggere l’evoluzione veloce del suo parco di generazione nella direzione qui indicata e questo costituisce un punto di forza da tenere ben presente. In conclusione, l’Italia può muoversi presto e bene. Nel farlo attrarrebbe investimenti, migliorerebbe la bilancia dei pagamenti, tagliando drasticamente i costi di acquisto di gas dall’estero, riducendo e stabilizzando in maniera sostanziale quelli dell’energia. Nel farlo creerebbe posti di lavoro e rafforzerebbe filiere industriali già esistenti, stabilendo e consolidando un primato in settori importanti nel mondo.

Nel “farlo” diventerebbe un punto di forza e non più di debolezza nel sistema energetico europeo, contribuendo a costruire un futuro più libero, oltre che più competitivo e sostenibile per il proprio sviluppo economico nel contesto di una Europa più sicura.

La riconversione

Per ridurre la dipendenza da gas per produrre elettricità si deve accelerare la conversione del parco di generazione verso le energie rinnovabili

Il gas per usi civili

La via per limitare il consumo per usi civili è una sostituzione graduale delle caldaie per il riscaldamento con sistemi a pompe di calore

 

  • Haha 1
Inviato

Russia Today qui dice che dobbiamo arrenderci all'evidenza della supremazia russa in ogni campo e appendere il ritratto di zio baffone nel tinello.

Compagni rimettiamoci la maglia i tempi stanno per cambiare.

Inviato
3 minuti fa, emaspac ha scritto:

ammazzandolo

Sei per soluzioni semplici.

Membro_0017
Inviato
Adesso, Velvet ha scritto:

Russia Today qui dice che dobbiamo arrenderci all'evidenza della supremazia russa in ogni campo e appendere il ritratto di zio baffone nel tinello.

Compagni rimettiamoci la maglia i tempi stanno per cambiare.

 

per me puoi andare volontario.

se invece trascini l'italia in una guerra mondiale, per me devi andare in galera.

briandinazareth
Inviato
19 minuti fa, Jack ha scritto:

L’Europa avrebbe dovuto assolutamente trovare un compromesso con Putin.

 

Putin non cercava un compromesso... Questa illusione di trovarsi di fronte alla ragionevolezza Mina ogni ragionamento successivo. 

 

Ma quelli che adesso sono saggi col senno di poi sono gli stessi che sostenevano che Putin non stesse preparando l'invasione e che fosse solo una provocazione americana...

  • Melius 1
Inviato
21 minuti fa, emaspac ha scritto:

armare i civili e chiamarla resistenza senza aiutarli con el truppe, cosa che non possiamo fare perchè vogliamo evitare la terza guerra mondiale, è davvero di un cinismo senza precedenti.

ce le chiedono loro

Inviato
16 ore fa, veidt ha scritto:

Le guerre di oggi si vincono con l'aviazione, pertanto Putin ha già vinto.

Dillo agli americani, non si sono accorti di aver vinto in Vietnam e Afghanistan.

Inviato
1 minuto fa, emaspac ha scritto:

per me puoi andare volontario.

Chi io?  Sono inabile.

Figuriamoci, ci lascio andare i valorosi figli di Putin a sostegno della gloriosa armata sovietica.

Membro_0017
Inviato
4 minuti fa, keres ha scritto:

Sei per soluzioni semplici.

 

gli USA quando ha vinto la guerra fredda e il comunismo è caduto, poteva garantire un futuro diverso alal Russia e non alsciarla nelle mani del KGB, limitandosi a inglobare i nuovi territori della NATO, in una logica di potere esplicita.

i russi stile putin si sentono defraudati.

hanno un arsenale nucleare che può distruggere il mondo e hanno accettato una resa così incondizionata.

in nome di che?

di fatto, in nome idee platoniche a cui lui non crede. crede siano fondate sulle bugie, come buona metà della russia.

ora è tornato a rimettere le cose apposto.

non lo fermi abbaiando.

3 minuti fa, wow ha scritto:

ce le chiedono loro

no, ci chiedono di scendere in campo.

non lo possono dire apertamente.

Inviato
22 minuti fa, Jack ha scritto:

L’Europa avrebbe dovuto assolutamente trovare un compromesso con Putin. 

Dai, ancora?

Come doveva farcelo capire che aveva da anni in testa questo "progetto" (per centinaia di motivi, megalomania, pazzia, Grande russia, nostalgie imperialiste, non ultima, secondo alcuni, l'esigenza  di consolidare una leadership traballante)? 

Inviato
7 minuti fa, briandinazareth ha scritto:

e che fosse solo una provocazione americana...

Non hanno stati gli ammeridogs sta volta?

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