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Melius Club

La questione ucraina


newton

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Ivo Perelman
Inviato

Si può fare di tutto, quando i mezzi della politica non sono più sufficienti. L'importante è avere la forza per imporre i propri interessi. 

Inviato
49 minuti fa, wow ha scritto:

sto vedendo soprattutto la7 e sinceramente non la vedo putiniana. Mentana, Formigli, Floris, Gruber, Fabbri sono abbastanza filo ucraini.

A parte Mentana sono tutti putiniani, talk show fogna che fanno a gara a chi assume più putiniani (Canfora, Orsini, Grimaldi, Decesare, Montanari, Vauro, Santoro, Purgatori, Cremaschi, Travaglio, Amurri, oltre agli immancabili giornalisti e oligarchi russi).

Uguale Rete 4 con Borgonovo (sempre più’ simile a Travaglio), Belpietro, Giordano, Porro ecc. ecc., inguardabili.

Peggio ancora Cartabianca e Report, uno schifo totale che paghiamo pure con le nostre tasse.

Gli unici talk show decenti sono quelli di Fazio e Bruno Vespa.

Secondo la mia opinione.

Inviato
12 minuti fa, Roberto M ha scritto:

(Canfora, Orsini, Grimaldi, Decesare, Purgatori, Cremaschi, Travaglio

Si, ma questi sono ospiti che chiamano per par condicio e fanno delle figuracce, ma i giornalisti che ho citato non sono filo putinisti, anche se non fanno una informazione faziosa. Per esempio a la7 ho visto Mieli asfaltare un Santoro ormai leggermente bollito. 

Guarda per esempio, adesso, Piazza Pulita... 

Inviato
35 minuti fa, wow ha scritto:

E te pareva... 

e se fai gli assist uno poi va in gol 😁

Inviato
11 minuti fa, Jack ha scritto:

se fai gli assist uno poi va in gol

Scuola iuventina, l'importante è vincere, il resto non conta. Infatti non hai sentito cosa ha detto Letta.

😄

 

 

Inviato
4 minuti fa, wow ha scritto:

non hai sentito cosa ha detto Letta.

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che mi sono perso 😩 

Ivo Perelman
Inviato

https://www.ilfattoquotidiano.it/live-post/2022/05/12/guerra-in-ucraina-diretta-draghi-tutti-a-un-tavolo-biden-chiami-putin-zelensky-crimea-mai-russa-ma-per-ora-non-discutiamone-mosca-minaccia-di-chiudere-il-gas-a-helsinki/6588826/

 

il presidente ucraino chiarisce: “I russi se ne devono andare dai territori occupati dopo il 24 febbraio, è il primo passo per poter parlare di qualcosa. Zelensky sembra smentire anche la disponibilità a cedere sulla Crimea pur di porre fine al conflitto: “Non sarà mai russa – dice – ma la questione può essere accantonata, se questo può aiutare il dialogo”.

Ivo Perelman
Inviato

Si continua. Alla fine uno dei due imporrà il suo punto di vista. 

Inviato

finirà prima la guerra di sto 3ad 😁

  • Haha 2
Inviato

ma la Russia può installare missili ipersonici a Cuba/Messico naturalmente con consenso del governo cubano/messicano ... o deve ottenere il "nulla-osta"  da qualche vicino   ?

Inviato
6 ore fa, Ivo Perelman ha scritto:

Quando gli USA avranno altri interessi ed abbandoneranno il campo, come fatto in Afganistan, se ne riparla. Si imposta un sistema di governo e quando si va via si ritorna come e peggio di prima. Almeno i collaborazionisti o i profughi li si poteva portare con sé.

Certo, perché il problema in Afghanistan i talebani lo hanno creato solo ai “collaborazionisti”? Che poi cosa significherebbe “collaborazionisti” nel caso specifico? Le donne che svolgono ruolo come l’insegnante o che possono studiare come le classifichiamo?

Nello svolgere un qualsiasi lavoro “normale” retribuito rientra tra le azioni da “collaborazionista”?

Certo che per riuscire ad affermare che sotto gli USA in Afghanistan stessero messi peggio che sotto i talebani bisogna proprio avere i paraocchi. 

Inviato

https://www.rainews.it/amp/articoli/2022/02/sei-mesi-fa-la-presa-di-kabul-lafghanistan-oggi-tra-povert-e-speranze-620be715-0334-4771-bb2e-3106b512645e.html
 

Povertà estrema, poca scuola e un'epidemia: l'Afghanistan a sei mesi dalla presa di Kabul

 

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Ansa/ EPA/AKHTER GULFAM


Milioni di persone non hanno cibo, l'istruzione e i servizi sociali sono in condizioni disastrose, il morbillo si diffonde velocemente. Il segretario generale delle Nazioni Unite Guterres ha detto che il Paese è "appeso a un filo"

Sono trascorsi sei mesi da quando i talebani hanno preso il potere in Afghanistan a due settimane dalla data prevista per il completamento del ritiro delle truppe Usa,dopo una guerra iniziata 20 anni fa all'indomani dell'attacco terroristico alle Torri Gemelle di New York. 

Mentre i talebani entravano a Kabul, il presidente Ashraf Ghani lasciava il Paese dicendo che aveva scelto di andarsene per evitare ulteriori spargimenti di sangue e le forze di sicurezza addestrate ed equipaggiate da Stati Uniti e alleati si dissolvevano. Le immagini di migliaia di persone in fuga verso l'aeroporto della capitale, la folla che sulle piste prendeva d'assalto gli aerei in partenza hanno fatto il giro del mondo.

 

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Afghani evacuati su un aereo C-17 Globemaster III dell'aeronautica degli Stati Uniti dall'aeroporto internazionale Hamid Karzai il 15 agosto 2021 a Kabul, Afghanistan


 

Nonostante l’impegno a garantire la sicurezza di tutti i cittadini, a "formare un “governo inclusivo” e a voler dialogare con l’Occidente, le decisioni prese dai talebani vanno in una direzione opposta. 

Oggi l'Afghanistan è un paese sull'orlo del fallimento in cui l'economia si è ridotta in sei mesi del 40 per cento. Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha detto il mese scorso che l'Afghanistan è "appeso a un filo": milioni di persone soffrono la fame, l'istruzione e i servizi sociali sono in condizioni disastrose, e la mancanza di liquidità, con le code davanti alle banche per ritirare contanti, limita anche la capacità delle Nazioni Unite e delle organizzazioni umanitarie di raggiungere le persone in difficoltà.

In tutto questo sono ancora molti gli afghani che avevano collaborato con il precedente governo bloccati nel Paese e a rischio di ritorsione. Nonostante il tentativo dei talebani di rassicurare la comunità internazionale che l'esperienza dei primo regime, rovesciato nel 2001 dall'intervento militare guidato dagli Usa, non verrà ripetuta, rimane intatta la preoccupazione per il mancato rispetto dei diritti umani e delle donne in particolare.


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Poster pubblicitari per le vie di Kabul

 

Dopo aver ripreso il potere in Afghanistan, i talebani hanno promesso di essere più flessibili nei confronti delle donne rispetto al passato quando furono private di quasi tutti i loro diritti. Il governo è stato attento a non emanare regole troppo rigide a livello nazionale. Ma sono subentrate le autorità provinciali, per definire gli obblighi da rispettare. 

Oggi, a differenza degli anni '90, è consentito alcune donne possono lavorare. Accade per esempio nei campi della salute e dell'istruzione, così come all'aeroporto internazionale di Kabul, spesso accanto agli uomini. Ma migliaia di posti di lavoro sono andati perduti e le donne sono state le più colpite. 

Le bambine che frequentano le elementari sono tornate a scuola, ma altre ancora aspettano. I talebani hanno promesso che tutte le ragazze andranno a scuola dopo il capodanno afghano alla fine di marzo. Le università pubbliche stanno gradualmente riaprendo. Come quelle delle province di Nangarhar e Kandahar dove gli uomini frequentano le lezioni al mattino e le donne al pomeriggio, in linea con un sistema di segregazione di genere.

Abdul Baqi Haqqani, il ministro dell'Istruzione nominato dai talebani, ha dichiarato che le università pubbliche in altre parti dell'Afghanistan, compresa l'Università di Kabul, riapriranno per uomini e donne il 26 febbraio. "Si consiglia a tutti gli istruttori e funzionari di concentrarsi sulle proprie responsabilità e fornire le strutture necessarie per gli studenti", ha detto.

Mercoledì, il ministro della cultura e dell'informazione nominato dai talebani, Khairullah Khairkhwa, ha visitato l'Università di Kandahar e ha affermato che "l'istruzione moderna e islamica contemporaneamente possono portare un paese alla prosperità”. Poche settimane fa però una manifestazione di una ventina di donne che protestavano per chiedere il diritto al lavoro e all'istruzione è stata dispersa con l'uso di spray al peperoncino.


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Manifestazione per i diritti delle donne a Kabul


Un decreto prevede poi che le donne debbano essere accompagnate da un uomo della loro famiglia per viaggiare. E i tassisti non possono far salire sulle auto donne con la testa non coperta.

I saloni di bellezza e le boutique di modaerano estremamente popolari ma sono in gran parte chiusi. Nei negozi di Herat gli abiti sono esposti su manichini senza testa e non ci sono più cartelloni pubblicitari con volti perché ritenuti non rispettosi della legge islamica. I canali televisivi non sono più autorizzati a trasmettere serie che includono donne e le giornaliste devono indossare l'hijab se vanno in onda.

Un alto funzionario talebano ha affermato che "non è necessario" che le donne pratichino sport. Ma gli islamisti sono stati attenti a non formalizzare questa regola per non perdere i fondi delle federazioni.

Questa volta però le donne non stanno a guardare. Una giovane di 24 anni racconta di come ha dovuto tenere testa alla sua famiglia conservatrice, incluso uno zio che ha buttato via i suoi libri per impedirle di imparare. "Non voglio lasciare che la paura mi controlli e mi impedisca di esprimere il mio parere", dice. 

Shala, ex dipendente del governo, ha paura di essere confinata in casa. A volte, di notte, questa madre di quattro figli sgattaiola fuori per dipingere sui muri di Kabul slogan sull'uguaglianza. "Voglio essere un esempio per le giovani donne, mostrare loro che non rinuncerò a combattere", dice, a bassa voce. 


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Si raccomanda di usare il burqa, Kabul


Quello che segna maggiormente il Paese oggi è la povertà. Anche chi ha soldi fa fatica ad accedervi. Davanti alle banche, si formano lunghe code per poter ritirare al massimo 200 dollari alla settimana. Dal ritorno dei talebani i finanziamenti internazionali all’Afghanistan sono stati sospesi e miliardi di dollari che erano depositati all’estero, principalmente negli Stati Uniti, sono stati congelati. In particolare, nel sistema bancario statunitense sono stati congelati 7 miliardi di dollari di fondi afghani, soldi della Banca Centrale afghana depositati negli Stati Uniti dall’ex governo afghano.

Ora il presidente Biden ha annunciato che di questi 7 miliardi, metà verranno usati per aiuti umanitari e metà verranno ridistribuiti tra le famiglie delle vittime dell’11 settembre, per aiutarle nei procedimenti legali.

I talebani chiedono agli Stati Uniti di rivedere la decisione ed evitare "altre azioni provocatorie". Nella capitale afghana, secondo Tolo News, "in centinaia hanno protestato". "Se gli Stati Uniti non cambiano rispetto alla loro posizione e continuano con le azioni provocatorie, l'Emirato islamico sarà costretto a riconsiderare la sua politica rispetto al Paese", affermano le autorità di fatto di Kabul in un comunicato diffuso nelle ultime ore di cui dà notizia l'agenzia Dpa. La richiesta agli Usa è di sbloccare gli asset senza condizioni.


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Manifestazione a Kabul


Negli ultimi sei mesi circa un quinto delle famiglie in Afghanistan è stato costretto a mandare i propri figli a lavorare, a causa del crollo dei redditi, e sono circa un milione i bambini ora coinvolti nel lavoro minorile: Secondo un rapporto di Save The Children, dopo anni di guerra, paura e sofferenza, dallo scorso agosto le condizioni dei bambini afghani sono ulteriormente peggiorate.

Due milioni di minori già soffrivano di malnutrizione e nel giro di poche settimane centinaia di migliaia di loro sono stati costretti anche a fuggire dalle loro case. Tantissimi si sono ritrovati a vivere per le strade, senza cibo, protezione e in condizioni igienico-sanitarie terribili, mentre sempre più famiglie sono costrette a gesti estremi pur di sfamare i propri figli. Anche a cederli per fame. Oggi la situazione è gravissima. 5 milioni di bambini sono sull'orlo della carestia e la grave crisi economica minaccia di lasciare più del 95% della popolazione in condizioni di povertà e con un sistema sanitario al collasso.

Le cliniche in tutto il Paese sono state costrette a chiudere poiché non c'è più denaro per pagare i salari degli operatori sanitari. Il crollo dei servizi sanitari è una delle conseguenze dirette del congelamento delle risorse globali e della sospensione degli aiuti allo sviluppo. Quando i bambini malati hanno bisogno di cure, trovano solo porte chiuse e farmacie vuote. Per far fronte a questa drammatica situazione, Save the Children lancia una petizione per chiedere al Fondo Monetario Internazionale e alla Banca Mondiale di sbloccare i finanziamenti vitali per il Paese.

La situazione, già precaria, è adesso aggravata da un'epidemia di morbillo che ha contagiato decine di migliaia di persone. L'allerta arriva dall'Oms, che teme un ulteriore aumento vertiginoso delle vittime. In Afghanistan, la malattia, molto virale, è diventata un flagello soprattutto sui bambini, già indeboliti dalla malnutrizione. La migliore protezione contro il morbillo è una copertura vaccinale molto alta - l'Oms raccomanda il 95% - ma questo è un obiettivo fuori portata nell'attuale contesto afghano. A dicembre, una campagna di vaccinazione ha immunizzato 1,5 milioni di bambini nelle zone più colpite. L'obiettivo è di arrivare entro maggio ad almeno tre milioni di somministrazioni.

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La neve a Kabul, Afghanistan

  • Thanks 1
Inviato
8 ore fa, Roberto M ha scritto:

Un giubbotto antiproiettile !!

Ah i bei tempi quando usciva il Viagra!

Inviato
7 ore fa, Roberto M ha scritto:

A parte Mentana sono tutti putiniani

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Inviato

Tutta gente che ha votato e vota per Berlusconi, lega, fdi ora dà dei putiniani a quelli che mai hanno avuto nemmeno vaghe simpatie. Quelli che sì che la Russia è un paese serio dove non si dà retta a buffoni come la Greta e i suoi gretini, ai gay pride, là c'è gente seria. Ecco tutti sti fenomeni oggi rispolverano, con salti mortali che nemmeno percepiscono ma sempre  molto paraculi il cadavere dell'URSS ed è un fiorire di putiniani a sinistra. La realtà come sempre è più lineare e semplice: fasci con fasci e guerrafondai con guerrafondai poi c'è il PD ma lì è tafazzismo.

  • Melius 1
Inviato
14 ore fa, Roberto M ha scritto:

Ladri, stupratori, assassini, come l’esercito tedesco nella seconda guerra mondiale, ma non la wermacht, le SS.

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Civili ucraini che sfidano i carri russi con le armi fornite loro dalla Nato.

Alcuni carri russi non portano la Z ma una sorta di Lambda.

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  • Melius 2
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