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Perché la ricchezza non fa la felicità.


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briandinazareth
Inviato
18 minuti fa, wow ha scritto:

Si categorizza, teorizza, parametrizza e sefamounapizza un discorso complessissimo, influenzato da mille e mille fattori. 

Sia concordando con Gilbert che non.

 

Sulle interpretazione si, sui dati molto meno.

 

L'opinione è un conto, le risultanze di 20 anni di studi no.

Gilbert è solo uno degli scienziati che hanno dedicato la vita a questo, e neppure l'avevo citato io 🙂

Inviato

Continuiamo a farne un problema di denaro. Avevo uno zio, molto ricco, ex imprenditore, viveva di rendita, scapolo, brillante, ottima cultura, liceo classico, ingegnere, Porsche. Tutto potrei dire, meno che fosse una persona felice. 

Inviato
16 ore fa, briandinazareth ha scritto:

comunque anche qui, in questo thread,  siamo tornati a parlare solo di soldi... 

 

E certo, c'è sempre qualcuno che spinge in tale direzione, magari avendone qualcuno in più nelle tasche, trova le sue gratificazioni e magari è anche parecchio soddisfatto e compiaciuto di se stesso. Ma, come ho già detto, secondo me la felicità è ben altra cosa

Inviato

Sarebbe interessante sapere se questo reddito netto oltre il quale scatta infelicità,  presumo statisticamente individuato, tiene conto del costo della vita dei luoghi di rilevazione.

Una cosa sono 8000 dollari a Londra o Zurigo altra cosa sono a Palermo o Napoli.

Inviato
4 minuti fa, wow ha scritto:

Continuiamo a farne un problema di denaro. Avevo uno zio, molto ricco, ex imprenditore, viveva di rendita, scapolo, brillante, ottima cultura, liceo classico, ingegnere, Porsche. Tutto potrei dire, meno che fosse una persona felice. 

 

Io che ho fatto l' ITIS, senza laurea, senza Porsche e altri ammennicoli, avrei dovuto suicidarmi già da molto??

Inviato
20 minuti fa, briandinazareth ha scritto:

le risultanze di 20 anni di studi no.

Mica ho capito quali sono ste risultanze alla fine.

Comunque i dati in se’ non significano mai nulla. E’ nella connessione dei medesimi il senso. E li’ si entra nella interpretazione dei dati, che e’ confutabile, soprattutto quando si pretenda di ricavarne una rigida indicazione.

Che significa milioni di casi studiati? Dove, citta’, campagna, famiglie monopersonali, con figli, con quali passioni autentiche (molte di queste costano), con quali propensioni di spesa?

E come si e’ valutata la riduzione della felicita’? Dal numero delle separazioni, dal tasso di alcolismo, dal muso appeso, dal ricorso agli psicofarmaci?

Inviato
44 minuti fa, mozarteum ha scritto:

Il tutto va a me piace molto 

Situazione statica che dà serenità e tranquillità a una certa età. Ma non è obbligatoria per far provare quegli stati di eccitazione, quel desiderio perché qualcosa a cui si tiene molto si realizzi e che quando si riesce a realizzare fa esplodere dentro una grande felicità.  (che comunque non può essere duratura proprio per la sua univoca forte intensità).

Hai presente quel carme di Catullo che sintetizza quanto ho scritto sopra? “…Si quicquam cupido optantique optigit umquam insperanti, hoc est gratum animo proprie. Quare hoc est gratum nobis quoque carius auro quod te restituis, Lesbia, mi cupido. …”

Ecco a me piace molto.

🙂

Inviato

Si quello del tutto va e’ l’altopiano

su cui ogni tanto si staglia il cono del monte (quello che dici tu).

il tutto va non e’ una situazione statica comunque. Al contrario e’ il sentimento che la vita scorre bene per i nostri desideri e la nostra indole, che siamo amati da chi ci interessa, che sappiamo gustare con profondita’ (non e’ per niente scontato) un romanzo, un quartetto; che godiamo di  una passeggiata nei boschi ma anche di una scorribanda in spider sul lungomare di Sabaudia o in Costiera fuori stagione, un pranzo o una cena speciale, una bisboccia con gli amici ecc.

il tutto va si alimenta anche del raccordo mentale fra questi momenti, l’ho fatto ieri, oggi faccio quest’altro domani mi aspetta forse quest’altra cosa ancora, in un continuum.

In tutto cio’ anche un buon lavoro aiuta anche se in tutta sincerita’ i migliori

momenti non appartengono a questo

 

Inviato

Poi c'è da dire che ciò che soddisfa a 30 anni, molto probabilmente cambierà a 60

Inviato

Si dice che di debiti non e' morto mai nessuno, e i creditori ti augurano buona salute 😁

State molto a sottilizzare, ma Brian dice solo che esser troppo ricchi incide negativamente sulla felicità, inutile cercare di quantificare, e' un discorso generico di per sé.

Inviato

Ma come generico ci sono fior di studi😁

Inviato
10 minuti fa, keres ha scritto:

inutile cercare di quantificare, e' un discorso generico di per sé.

Giusto

Mediamente valido, niente di più 

 

P.s.

Ero arrivato alle stesse conclusioni, senza scomodare fior fiore di scienziati accreditati, certificati e con pedigree

:classic_smile:

 

Inviato

Appe mo dicci la ricetta perche’ la

legatura pare perfetta

Inviato

Essenziale per la felicità è passare un ragionevole periodo con un ragionevole numero di palle che vanno in buca al primo colpo.

Quando non accade si entra nello stato di "impotenza appresa", che per la felicità è devastante.

 

Inviato
Il 5/1/2022 at 13:25, briandinazareth ha scritto:

secondo gli studi più ampi, che si riferiscono agli usa, si parla di 70/75.000 dollari come apice. 

intorno ai 90.000 la felicità decresce. 

E cosa accade con quei $ 15000,00 in più dai $ 75000,00 ai $ 90000,00 che rendere quei soggetti meno felici? 


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