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Melius Club

Perché la ricchezza non fa la felicità.


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briandinazareth
Inviato
1 ora fa, audio2 ha scritto:

li prendo dalla vita reale, basta che infatti guardi le orde di camerieri tedeschi e inglesi che impestano

le nostre pizzerie. altro che le palle delle statistiche, non farloccano solo quelli sulle nascite

perchè turlupinare con l' anagrafe è effettivamente un pò troppo.

 

ok, anche l'eurispes è nel grande complotto mondiale del noncelodicono 😂

Inviato

"Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo" (cit. Anna Karenina)

  • Melius 1
Inviato

Una riflessione sulla precarietà della vita e della infelicità che inevitabilmente genera. Chi ha studiato seriamente storia sa come precaria fosse la vita di tutti, anche dell'alta nobiltà e della borghesia. Un cittadino italiano con un reddito nella media dei nostri giorni ha prospettive di vita che non aveva neppure un monarca del '700. Può viaggiare e spostarsi in tempi che fino all'inizio del secolo scorso erano impensabili, ha una disponibilità di cibo che nell'Ottocento potevano permettersi solo famiglie particolarmente benestanti. Eppure tutto ciò non rende queste persone particolarmente felici.

Inviato

Allora? Nessuno che mi bonifichi una qualche milionata? Su, fatemi infelice ! 😁

briandinazareth
Inviato
6 minuti fa, Savgal ha scritto:

Eppure tutto ciò non rende queste persone particolarmente felici.

 

positional treadmill, il contesto fa tutto perché ci paragoniamo con gli altri.

Inviato

Si e no. La precarieta’ del vivere dei tempi andati e la durata breve della vita erano formidabili acceleratori di maturita’ e -nei grandi talenti artistici- di profondita’.

L’infelicita’ precoce era accolta come parte integrante della vita e della sua alea.

La modernita’ ha invece generato

maggiore sicumera, non vuole sentir parlare di tristezza e infelicita’, che vengono viste come accidenti inaccettabili da curare immediatamente. Si tende a rimuovere o rinviare le domande escatologiche, e questo genera nevrosi di vario genere: chi si butta sul gaudeamus igitur de noantri , chi nel salutismo ad oltranza, chi nelle altre dedizioni  oblianti.

 

 

2 minuti fa, briandinazareth ha scritto:

contesto fa tutto perché ci paragoniamo con gli altri.

Ma non tutti non ad ogni eta’ non in ogni condizione culturale e sociale

  • Melius 2
briandinazareth
Inviato
1 minuto fa, mozarteum ha scritto:

Ma non tutti non ad ogni eta’ non in ogni condizione culturale e sociale

 

tutti, perché siamo animali sociali ed è inevitabile e neppure una cosa negativa (non parlo di invidia naturalmente).

mi sembra un po' ingenua l'idea di essere indipendenti dal contesto.

Inviato

Si ma le elaborazioni di queste relazioni sono molto personali e non necessariamente condizionate.

Dove sarebbe il paragonarsi? Non capisco

Inviato

accidenti ti scappa un tread per 5 giorni e ... 26 pagine 

Comunque per me l'argomento felicità è un pensierino della sera ...

Facendo un esempio, pensate che io sia più felice ora che posso ascoltare, come tutti volendo, qualsiasi musica esistente sulla terra, e meno male mi vien da dire, rispetto a che ne so, "scoprendo", dai 10 anni in poi  Caterina Caselli poi Battisti, De Andrè, gli anni 67-77 e poi la new wave, il punk, il folk italiano e internazionale, la new music, la world music, il Jazz, la classica da De Machaut a Ligeti ... fine(e son passati ormai vent'anni dal fine) e come vedete sono stato anche selettivo, no Sanremo, no disco music, no grunge, no new age, no rap, no lirica e forse dimentico qualcosa. 

Se poi questo esempio banale che riguarda una passione lo trasliamo alle cose più importanti della vita spero che renda l'idea di ciò che intendo.

Piacerebbe anche a me, hai voglia ..., potermi permettere ristoranti, concerti, spendere per il piacere di spendere, ma tutto questo non ha niente a che vedere con il concetto di felicità, ecco perché parlavo di pensierino della sera.

Scusate la punteggiatura, non ho fatto il classico e nemmeno lo scientifico.🙂

  • Melius 2
Inviato
13 ore fa, Savgal ha scritto:

Eppure tutto ciò non rende queste persone particolarmente felici.

In estrema sintesi: enorme massa di strnz che non si accontenta mai di quello che ha, per quanto "tanto" abbia.

 

Inviato

Ci sarebbe, secondo me, anche un distinguo che non è stato debitamente considerato: la differenza tra gioia e felicità.  Per me la gioia è uno stato d’animo che coinvolge anche un prossimo più o meno numeroso. La gioia che si prova nel fare qualcosa per altre persone e riuscire a renderle felici e gioire nel vedere brillare il loro sguardo. La felicità è uno stato d’animo intimo, personale e, a seconda delle situazioni, più o meno egoista. 
Insomma, si gioisce nel dare e si è felici nell’avere. 🙂 
 

Inviato

Della gioia degli altri, a parte poche persone che mi stanno a cuore amici compresi, non mi importa molto devo essere sincero. Si perde tempo a suscitarla anche perche’ arriva -se arriva- da un sentiero diverso da quello che noi immaginiamo e per cui ci siamo impegnati (tipo portiamo a cena una tizia facilitandole il ricordo piacevole d’un amore che fu: ntuculu)

Inviato

Sto ascoltando la 5^ Čajkovskij e sono moderatamente felice.

Inviato

Aggiungo una ulteriore riflessione sulla precarietà della vita e della percezione che di questa avevano le passate generazioni e i nostri avi. La quasi totalità dei nostri progenitori è vissuta con la fiducia che la vita su questa Terra fosse solo un momento di passaggio verso l'eternità e ciò consentiva loro di accettare un'esistenza perennemente in bilico fra vita e morte, salute e malattia, abbondanza e privazione. La grandissima parte di uomini e donne in Occidente, fino a quando la vecchiaia vera non giunge, vive il disincantamento dal mondo e la convizione che Dio è morto.

Aggiungo che la rimozione dei no vax del COVID e dei rischi ad esso connessi sia una forma di rimozione ad un rinnovato senso di prearietà della vita. Una mia valutazione personale, i no vax che ho conosciuto mi pare che vivano una infelicità profonda.

Inviato

@senek65

In alcuni momenti, quando ascolto Bach, mi viene il dubbio che Dio possa esistere.

Inviato
8 minuti fa, senek65 ha scritto:

Sto ascoltando la 5^ Čajkovskij e sono moderatamente felice.

Spetta spetta le ultime battute falsamente festose, la folle corsa verso il precipizio come in tanti finali del Russo

  • Haha 1
Inviato
2 minuti fa, Savgal ha scritto:

quando ascolto Bach, mi viene il dubbio che Dio possa esistere.

Oggi e’ l’anniversario del Clavicembalo ben temperato: una cappella sistina

 


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