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Back in time… col Monopoli


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Inviato

E' inutile girarci attorno, l'italiano medio considera l'istruzione tecnico-professionale al più come un'opzione B dal futuro chiuso verso i ruoli cravattati. 

 

 

Inviato

@wow quando sei così macho fascio mi apri il cuore si speranza 😁😝

Fabio Cottatellucci
Inviato

 

 

3 ore fa, wow ha scritto:

mi pare che i nostri studenti vengano sottoposti, in modo passivo, ad una massiccia quantità di informazioni destinata alla formazione di una coscienza sociale, salutista, ambientale e alla legalità ma che non vengano forniti loro gli indispensabili strumenti critico - logico -  cognitivi per fare invece autonomamente questo percorso.

Fatto sta che, a maggior degli studenti conclude il percorso scolastico senza saper formulare un discorso corretto grammaticalmente, di senso compiuto e senza saper risolvere una proporzione o una equazione di primo grado.


Impeccabile.

La prima parte fa scopa con il fatto che qualsiasi cosa bisogni che il capretto sappia, viene demandata alla scuola. 
La buona educazione, il rispetto del prossimo, tutto si deve imparare a scuola.

Così a casa il caprone e la capra genitori del capretto possono dire sempre e solo "Sì tesoro" senza sobbarcarsi oneri educativi.

Fabio Cottatellucci
Inviato
2 ore fa, Martin ha scritto:

l'italiano medio considera l'istruzione tecnico-professionale al più come un'opzione B dal futuro chiuso verso i ruoli cravattati. 

Eh ma è una via maestra per l'imprenditoria, se sei bravo.

Inviato
2 ore fa, Martin ha scritto:

E' inutile girarci attorno, l'italiano medio considera l'istruzione tecnico-professionale al più come un'opzione B dal futuro chiuso verso i ruoli cravattati. 

Ed oggi pagano il fio dei loro peccati. Persino i bancari beccano stipendiucci da “non si va da nessuna parte”. L’idraulico e/o l’elettricista che ci sa fare fanno ben più carriera “in banca” 😆

  • Melius 1
Inviato
5 minuti fa, Fabio Cottatellucci ha scritto:

La buona educazione, il rispetto del prossimo, tutto si deve imparare a scuola.

Hai ragione, però considera anche che oggi a casa i ragazzi non hanno mai nessuno… i genitori lavorano entrambi. E se non lavorano entrambi hanno problemi ben più impellenti che accorgersi di certi doveri 

Fabio Cottatellucci
Inviato
18 minuti fa, Jack ha scritto:

Ed oggi pagano il fio dei loro peccati. Persino i bancari beccano stipendiucci da “non si va da nessuna parte”. L’idraulico e/o l’elettricista che ci sa fare fanno ben più carriera

 

Proprio questo intendevo quando dicevo che le scuole tecniche aprono la porta dell'imprenditoria.
Però per tanti è meglio fare una mediocre università e collocarsi in qualche buco perché mammà e papà vogliono il figlio dottore per dirlo alla vicina di casa e perché poi, diciamocela tutta, il tipico italiano non cerca 'un lavoro' ma 'un posto'.


PS caso interessante: ho un amico che ha "la fabbrichètta" (detto alla milanese) e ha fatto l'ITI, però poi a un certo punto gli è venuta la voglia matta e, lavorando, si è laureato in filosofia, ed è pure molto bravo 🙂. Se il materiale umano è buono, tutte le combinazioni sono praticabili.

Inviato

Bene l'istruzione tecnico-professionale, anzi benissimo. A patto che la facciano i figli degli altri...

Inviato

@Fabio Cottatellucci @Martin

da “lavoratore straniero” ex ormai, trovo che anche la formazione universitaria Italiana tecnica soffra delle stesse problematiche. Le università professionali sono state da poco istituite e spero non facciano la fine delle lauree brevi. Non che gli italiani non siano preparati, anzi il contrario, ma sono spesso over qualified per il nanismo aziendale tipico
Anche il “titolame” vario rende l’idea. In Germania e Svizzera per essere chiamati Dott. devi avere il PhD. ed è un vero riconoscimento di vero valore.

  • Melius 1
Inviato
6 ore fa, qzndq3 ha scritto:

In quattro mesi non scrisse una riga di codice che fosse una, non una pagina di documentazione

Ad ingegneria informatica non insegnano a scrivere codice, a fondamenti 1 il prof disse: "visto che siete iscritti ad ingegneria informatica la programmazione è data per assodata".

Ti ripetono ad ogni esame che l'ingegnere non è un programmatore, per quello basta un diplomato itis.

Il ragazzo ci deve aver creduto in quello che gli hanno ripetuto mille volte.

Non hanno tutti i torti. Magari adesso sono tutti più orientati al machine learning quello si che non lo fanno all'itis.

Però le aziende italiane sono indietrissimo e non sanno che farsene di un data analyst piuttosto che di un data scientist.

PS Documentazione? Visto che parli di Uno direi che è roba anni 80 max 90. 

Fabio Cottatellucci
Inviato
1 ora fa, Jack ha scritto:

In Germania e Svizzera per essere chiamati Dott. devi avere il PhD. ed è un vero riconoscimento di vero valore.

Doktor 🙂 

Inviato

A Roma per non essere chiamato dotto' devi avere un Nobel e una medaglia Fields... 😁

Inviato
2 ore fa, Jack ha scritto:

quando sei così macho fascio mi apri il cuore si speranza

Sai benissimo che questo non è essere macho fascio 😉

Inviato
4 ore fa, Jack ha scritto:

Persino i bancari beccano stipendiucci da “non si va da nessuna parte”.

E con la chiusura delle agenzie e il passaggio all'home banking ce ne saranno sempre meno.

Una curiosità: quando ero studente, il mio destino era segnato: "diventi ingegnere e vai a lavorare in banca, sei a posto per tutta la vita".  Così dicevano i miei genitori, parlando di enormi computer in stanze popolate di camici bianchi, come apparivano nei film di allora.

L'idea del lavorare in banca non mi attirava un gran ché. Anzi, diciamo che proprio non faceva per me.

Poi le cose sono cambiate da sole, tutte, e in qualche caso anche troppo.

 

 

Inviato

@tomminno

7 ore fa, tomminno ha scritto:

Però le aziende italiane sono indietrissimo e non sanno che farsene di un data analyst piuttosto che di un data scientist.

Per implementare moduli in C++ e scrivere device driver, dei data analyst e data scientist cosa te nei fai? Oltretutto nella prima metà degli anni '90 (era scritto nella prima riga del post) per trovare qualcuno che avesse almeno una infarinatura della programmazione ad oggetti era gioco forza rivolgersi ai laureati.

Poi sono d'accordo che la scienza dell'informazione é altro.


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