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La Casa.. la più alta forma di rappresentazione sociale ?


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Inviato

La casa… se vuoi rappresentare su scala sociale il tuo standard socioeconomico, il tuo grado di consapevolezza estetica  e culturale.. rimane ad oggi l‘ultimo baluardo verso le barbarie del mondo circostante. Tutti ormai possono casamonicamente imbarcarsi in auto in suburra Style, imbardarsi di pellicciume firmato, ornarsi di gioellazzi da rapper, ostentare sui social improbabili livelli di tammarraggine laifstail in luoghi esotici.. a bordo di barcume scintillante.

ma la Casa, la propria Casa non mente. ..  la casa, (specie se da te concepita ex Novo) è la cartina di tornasole di CHI sei, CHI sei diventato e CHI vuoi rappresentare agli occhi di chi ti circonda.

Per cui grande o piccola che sia, non ci sono scampi e gamberi, La tua casa, ornata, minimal, nuova o vissuta, stracarica di libri o ipertecnologica, sei tu… tu sei la tua casa. 
 

  • Melius 3
  • Sad 1
Inviato

Achtung Panzer!  

11 ore fa, alexis ha scritto:

La casa… se vuoi rappresentare su scala sociale il tuo standard socioeconomico, il tuo grado di consapevolezza estetica  e culturale..

Fiuto pericolo! Potrebbe essere un argomento molto interessante anche per certi risvolti affettivi e famigliari, io però preferisco astenermi per evitare le stucchevoli e fastidiose critiche del solito. Magari prossimamente altrove. Buona discussione agli altri forumer! Leggerò con attenzione.  🙂 

  • Haha 2
Inviato

@mom hai pienamente ragione, tema pericoloso… con mille desinenze possibili 😊

Inviato

Hai hai... in questo periodo la mia casa è incasintissima... che vorrà dire???!!

 

 

 Anni fa avevo un loft strafigo...vicino al mare... Venivano i gruppi a suonarmi il campanello e chiedermi se potevano visitarla... Veramente! E' successo... Troneggiavano le JBL4350!!!

 

 Ora ho una casa in collina ma da molti mesi non riesco piu a curarla.. adeguatamente...

Non me ne frega una cippa...

 Che vorrà dire??? Mi sto trasformando in un asceta?? 

C'è uno strizzacerverlli  che ci legge???🙃🙃🤔😊

Inviato

Ho messo un tetto a più di 200 famiglie, la casa in effetti dice molto di come sei, ma non so se dica anche chi sei. È una questione molto complessa, difficile estrapolarla nelle righe di un forum, troppe sfaccettature legate al lavoro, al culto, alla famiglia, hobby, passioni.

La casa direbbe chi sei se vivessi da solo.

È un argomento talmente vasto che rischia di perdersi

Inviato

La mia è una casa dove è evidente a chiunque che ci vive qualcuno.

  • Melius 1
Inviato
9 ore fa, redhot104 ha scritto:

È un argomento talmente vasto che rischia di perdersi

Come molti altri temi, anzi probabilmente non esiste un solo tema così circoscritto da poter essere sufficientemente trattato in uno spazio come questo.

ma la sintesi è figlia del pensiero critico.. per cui vale la pena tentare..

Inviato

Lascerei perdere il tema della casa come bisogno primario, zuerst das Brot, dann die Moral, come chiosava Brecht.

ma superato lo stadio primario, appunto, nulla come la nostra casa illustra la nostra persona, i nostri orizzonti immaginari, le nostre aspirazioni, i nostri codici estetici.

 

Inviato
1 ora fa, alexis ha scritto:

ma superato lo stadio primario, appunto, nulla come la nostra casa illustra la nostra persona, i nostri orizzonti immaginari, le nostre aspirazioni, i nostri codici estetici.

 

 

Pienamente d'accordo. Io mi sento come la mia casa nella quale ho disseminato i segni dei miei appetiti estetici e culturali, organizzandola in modo "comodo" per le cose pratiche... Non mi interessa rappresentare con essa il mio standard socioeconomico affatto modesto, tutt'altro che esemplare, affezionato tuttavia al risaputo ma saggio refrain popolare:   casa mia casa mia per piccina che tu sia tu mi sembri una badia...  ☺️

 

 

 

  • Melius 1
  • Thanks 1
Inviato

Figurati la mia, completamente riempita a random di libri e dischi e giocattoli… ma essendo architetto posso permettermi il lusso del ciabattino con le scarpe rotte…

  • Haha 1
Inviato
9 ore fa, alexis ha scritto:

nulla come la nostra casa illustra la nostra persona, i nostri orizzonti immaginari, le nostre aspirazioni, i nostri codici estetici.

... mi butto nel pelago. A mio avviso andrebbe contestualizzato alla caratterialita e all'ambizione individuale, all'età anagrafica, alla carriera lavorativa, agli affetti, alle opzioni e rinuncie che la vita impone...  Sovente non si può aver tutto nella vita... ma quantomeno ci si prova almeno nell'immaginazione. 

Inviato
Il 12/2/2022 at 10:06, alexis ha scritto:

se vuoi rappresentare su scala sociale il tuo standard socioeconomico,

Il problema non è "come" rappresentare il proprio standard socioeconomico ma "perché".

.

A parte i sostanziali dubbi sul piano ideologico (stiamo facendo l'elogio di una vita basata sulla esibizione di uno status sociale?) e la auto condanna sul piano culturale (l'idea stessa del piacere di esibire uno status economico è di per sé una auto-condanna per manifesta inconsistenza culturale), storicamente l' esibizione di presunto buon gusto nelle proprie scelte (vestire, abitare e quant' altro) è tipica del parvenu, come ci insegna il rinascimento italiano, quando mercanti e banchieri assurti con il denaro e gli intrighi alle cariche nobiliari cittadine facevano a gara a contendersi grandi artisti per esibire nel campo del buon gusto ciò che non potevano esibire come retaggio dinastico o conquiste militari.

.

Sul piano sociale poi la partecipazione al "grande gioco dell' esclusione" (quello con cui i ricchi consolidati si fanno beffe dei nuovi arrivati) non richiede tout court buongusto ma scelte "in", cioè in sintonia con la moda del momento, come quando negli anni '80 per essere "fighi" nel giro dei ragazzi "bene" occorreva avere quel dato piumino o quel modello di scarpe, averne anche di più belle o di più care significava semplicemente essere fuori dal giro.

.

Ringraziando il Cielo (o la Fortuna dovrei dire) non ho di questi problemi, nulla mi manca (sul piano materiale s' intende) ma vivo in un contesto sociale e culturale in cui qualsiasi tentativo di esibizione di uno status è semplicemente fuori discussione, pena la esclusione sociale (della serie: "ma quello che si è messo in testa?").

.

Ben diverso è invece voler entrare in certi "salotti" per necessità di fare affari o comunque di stabilire relazioni utili - senza peraltro assillare gli altri o facendolo troppo scopertamente, cosa che porterebbe alla immediata emarginazione sociale.

D' altro canto è "ovvio" che se voglio fare affari devo conoscere delle persone e che le persone giuste non le incontro certo in parrocchia o alla mensa dei poveri.

.

Ma avere un simile scopo è umano finché si mantiene il disgusto di sé e la consapevolezza (se non la vergogna) di ciò che si sta facendo ben sapendo che i rapporti umani autentici e l'autentica stima reciproca si basano su ben altri parametri.

Perché, sia ben chiaro, gli "altri" quelli nel cui giro si sta cercando di entrare, al di sotto della scorza esterna la pensano anche loro così. 

.

Poi, per carità, in questo mondo di contraddizioni un fesso ricco resta pur sempre un ricco ed un fesso povero resta un fesso e basta. 

 

Inviato

Stanno uscendo spunti interessanti… ma usiamo il fioretto:

la Casa ci rappresenta comunque, sia nella nostra voglia di esibire, che nella nostra reticenza di mostrarci al mondo. Qualsiasi atto organizzativo o decorativo, all’interno di una casa… ha un linguaggio formale strutturato ( appena abbandonato il livello dell’addizione caotica, tipo quella, sfortunata,dei senzatetto, per intenderci )

Nel momento stesso in cui iniziamo a organizzare le nostre funzioni all’interno della nostra casa.. noi iniziamo a abitare il mondo, come chiosava martin heidegger.

Ed è per questo che la questione che ne nasce.. è senza scampo, la casa, nolens o volens… ci rappresenta sempre, è lo specchio perfetto e visibile della nostra interiorità.

Non per nulla molti pensatori come Sarte per esempio avevano eletto a dimora una stanza d’albergo.. conoscendo i rischi della stanzialità.. 😁

Inviato

Lo spunto per questa riflessione nasce puntuale quando mi chiedono come sarebbe la Mia casa ideale… e io me la cavo con la solita casa bianca liscia & glabra per permettere alla mia testa, 🤯, già troppo ingombra, di spaziare no Limits nelle praterie del full white.. ma é una risposta fin troppo comoda, lo so.. 😌

Inviato

Come progettisti di case.. incontriamo spesso l’aspetto più intimo e vulnerabile dei committenti, che quando costruiscono una casa nuova si espongono, la loro vita le loro storie il loro mondo interiore viene inevitabilmente e fortemente scosso dall’evento importante della nuova casa, una specie di palingenesi che sconvolge e travolge tutto.

Specie da noi, nel radicato mondo europeo… mentre il mondo anglosassone, in particolare quello americano, ramingo per natura.. qui ha un atteggiamento molto più distaccato e cool.

la casa è un mezzo, tra un periodo e un altro successivo della vita, una specie di veicolo anonimo, da sostituire con un altro, al massimo deve durare 15 anni, con tutto il bagaglio di arredi e ricordi. Una società, nomade, senza radici.. non so se per questo più o meno felice… (propenderei per la seconda ipotesi)

 

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