loureediano Inviato 12 Dicembre 2023 Inviato 12 Dicembre 2023 Il comico dice che se non gli danno soldi e armi Putin non si fermerà alla sola Ucraina. Ora che di fessi ne troviamo in quantità non significa che anche loro sono totalmente deficenti. Uno che manco è riuscito a conquistare tutti i territori che intendeva annettersi in oltre 2 anni di guerra dove volete che vada a fare altre guerre con tutte le perdite che ha avuto? Il disco è ormai rotto.
vizegraf Inviato 12 Dicembre 2023 Inviato 12 Dicembre 2023 7 ore fa, loureediano ha scritto: oltre 2 anni di guerra Sono meno di due anni, non "oltre". Comunque lo capisci che, Polonia a parte, gli altri Paesi non hanno le stesse capacità di resistenza dell'Ucraina?
tigre Inviato 12 Dicembre 2023 Inviato 12 Dicembre 2023 3 ore fa, vizegraf ha scritto: Sono meno di due anni, non "oltre". Comunque lo capisci che, Polonia a parte, gli altri Paesi non hanno le stesse capacità di resistenza dell'Ucraina? E perché mai? I Paesi a cui ti riferisci non sono per caso sotto l'ombrello della Nato? Che a dir di quasi tutti qui ha armi decisamente piú tecnologiche di quelle di quei pezzenti russi (per come son dipinti qui). Che cosa dovrebbe temere Paesi come l'Italia, secondo la tua visione, dallo Stato russo?
vizegraf Inviato 12 Dicembre 2023 Inviato 12 Dicembre 2023 18 minuti fa, tigre ha scritto: I Paesi a cui ti riferisci non sono per caso sotto l'ombrello della Nato? Non tutti e lo sai. Non mi far fare l'elenco.
tigre Inviato 12 Dicembre 2023 Inviato 12 Dicembre 2023 33 minuti fa, vizegraf ha scritto: Non tutti e lo sai. Non mi far fare l'elenco. I 26 Stati membri della Nato: Belgio, Bulgaria, Canada, Danimarca, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Islanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovenia, Slovacchia, Spagna, Stati Uniti, Turchia, Ungheria. Non vedo dove possa sbucar la Russia lato Occidente senza pestar su territorio Nato. 😅 Che intendevi? L'attacco alla Mongolia? Al Nepal? Al Buthan?
maurodg65 Inviato 13 Dicembre 2023 Inviato 13 Dicembre 2023 La Casa Bianca ha declassificato nuove informazioni di intelligence sull’Ucraina per sostenere la richiesta al Congresso di supportare ulteriormente Kyiv. Tali informazioni mostrano che la Russia ha subito un numero impressionante di perdite. All'inizio della guerra l'esercito russo contava 360.000 uomini. Di queste truppe, la Russia ne ha perse 315.000, costringendo Mosca a reclutare e mobilitare nuovi soldati e liberare detenuti dal sistema carcerario per mandarli a combattere in Ucraina come carne fresca. Secondo la valutazione di intelligence, anche l'equipaggiamento di Mosca ha subito pesanti danni. All'inizio della guerra, la Russia disponeva di 3.500 carri armati, ma ne ha persi 2.200, costringendo i russi a recuperare dai magazzini carri armati T-62 vecchi di 50 anni per mandarli in battaglia. Secondo l’intelligence americana, le così alte perdite russe hanno chiaramente ridotto la capacità tattica delle recenti operazioni militari della Russia in Ucraina. "La guerra in Ucraina ha fatto arretrare di quasi 15 anni gli sforzi russi per modernizzare le proprie forze di terra", si legge nella valutazione di intelligence declassificata. "Alla fine di novembre, la Russia ha perso più di un quarto delle sue scorte complessive di equipaggiamenti militari per le forze di terra precedenti al 2022 e ha subito dure perdite tra i soldati professionisti più addestrati". La forze di difesa ucraine supportate dall’Occidente, hanno ottenuto un certo successo anche di recente, secondo l’informatica di intelligence. Più di 13.000 soldati russi sono stati uccisi o feriti e oltre 220 veicoli da combattimento sono stati distrutti lungo l’asse Avdiivka-Novopavlivka nell’Ucraina orientale da ottobre ad oggi. Questi dati sono stati forniti da Watson. Tuttavia, nonostante le perdite subite, la Russia è determinata a proseguire la sua offensiva in Ucraina. Questa valutazione è stata espressa da Adrienne Watson, portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti. Le forze russe continuano a colpire obiettivi nell’Ucraina orientale, comprese le aree intorno a Avdiivka, Lyman e Kupyansk. Questo evidenzia che, nonostante le alte perdite, la Russia mantiene un’offensiva attiva in queste regioni. Questa decisione coincide con la visita a Washington del Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Biden sta cercando di far approvare dal Congresso un pacchetto di aiuti da 111 miliardi di dollari, di cui almeno 60 miliardi destinati all’Ucraina, nonostante la resistenza dei Repubblicani. Le informazioni di intelligence potrebbero aiutare Biden e Zelenskyy a far approvare più velocemente la proposta, per convincere i membri del Congresso scettici sull’approvazione dei fondi, sottolineando l’importanza dell’assistenza per la vittoria dell’Ucraina. L’intelligence americana indica anche che la Russia si sente avvantaggiata dallo stallo militare con l’Ucraina, che indebolisce il sostegno occidentale a Kyiv. La verità è che non ci sono alternative alla approvazione della legge per finanziare ulteriormente l’Ucraina. Se non sarà approvata dal Congresso, gli USA incontreranno sempre maggiori difficoltà nel fornire armamenti all’Ucraina. Il Pentagono ha scarse risorse rimanenti per il sostegno diretto all’Ucraina e sottolinea sempre di più la necessità di fondi supplementari per supportare l’Ucraina durante l’inverno. 🔗 Fonte: https://www.nytimes.com/2023/12/12/us/politics/russia-intelligence-assessment.html
loureediano Inviato 13 Dicembre 2023 Inviato 13 Dicembre 2023 @tigre lascia perdere, sono dischi rotti.
maurodg65 Inviato 13 Dicembre 2023 Inviato 13 Dicembre 2023 https://www.corriere.it/esteri/23_dicembre_12/ragazzi-ostello-putin-storie-russi-fuggiti-asia-centrale-ae7ec8d4-9861-11ee-b6b4-ebf3d7fed83d_amp.html I ragazzi dell’ostello Putin: viaggio nei dormitori dell’ex repubbliche sovietiche dell’Asia di Clara Valenzani «Lunedì mi sono laureato, martedì sono fuggito». Anatolij ha accantonato la corona di alloro, infilato i suoi vestiti in una valigia e preso in fretta un volo di sola andata. Quella valigia si trova ora al Wanderlust Hostel Riverside di Almaty, Kazakistan, in un dormitorio misto da dieci persone in cui la sera fa caldo, ed entra anche qualche zanzara. Quando inizia a raccontare la sua storia Anatolij è in sala, su una poltroncina di velluto color antracite, il viso inaspettatamente sereno. «Da studente, non potevo essere reclutato. Per questo sono partito quando ho terminato la facoltà di informatica». Il reclutamento di cui parla è la mobilitazione parziale indetta da Putin il 21 settembre 2022: tutti i cittadini tra i 18 e i 60 anni che hanno prestato servizio militare devono andare in Ucraina, a combattere. Un decreto vago, che sommato allo scoppio della guerra ha generato il più grande esodo russo dai tempi della Rivoluzione d’Ottobre: da 200 mila a forse un milione di espatriati, solitamente sotto i 40 anni. La maggior parte si è diretta nei Paesi russofoni dell’ex Urss, riempiendo gli ostelli per settimane, mesi: gli appartamenti costano troppo, o vengono chieste garanzie. Si è costretti a convivere con coinquilini che non si scelgono, a condividere le cucine, a bussare prima di entrare nei bagni. Tra questi ragazzi, Anatolij, partito senza il supporto del padre. «Per lui non era necessario: diceva che la guerra non è una gran cosa». I genitori vivono ancora a Uchta, nel nord della Russia. Dietro casa loro c’è un cimitero di prigionieri tedeschi: la città ospitò un gulag sotto Stalin; ora è tenuta in vita da un sottosuolo nelle cui arterie scorre metano. «Diventerà un paese fantasma: le condutture sono state bombardate, nessuno verrà più a lavorarci». Al Wanderlust c’è anche Vladimir: alto 1.90, biondo, due occhi così azzurri che mettono quasi soggezione. Sorride poco e parla ancora meno: lo stereotipo del moscovita. Eppure, ogni sera prepara il tè per tutti, premuroso. «Per me no, grazie, fa troppo caldo», esclama qualcuno. Vova lo gela con un’occhiata e gli piazza una tazza fumante tra le mani: impossibile rifiutare. Ha portato le bustine da Mosca, dove è rimasta la famiglia. «Ti manca, vero?» Fa spallucce: «I miei non capivano perché volessi partire, ma io non approvo quello che sta succedendo». Tra poco scadranno i suoi primi tre mesi in Kazakistan; dopodiché, se sarà ancora senza lavoro e senza visto, dovrà tornare in Russia per 90 giorni: una misura introdotta a gennaio 2023 per regolarizzare i numerosi ingressi in un Paese che condivide 6.800 km di confine, sei volte l’Italia, con l’ingombrante vicino. Il Kirghizistan è invece più permissivo: visto richiedibile ogni sei mesi, a 3 euro. Dmitry c’era già stato in vacanza, con la sensazione che sarebbe tornato: «Voglio andarmene da San Pietroburgo da tanto: la vita in Russia non è mai stata una passeggiata», dice quando lo incontriamo la prima volta nell’agosto 2022, al SilkRoad Hostel della capitale Bishkek. Fuori dall’ostello, bazar vocianti e cani randagi; dentro, letti a castello come testimoni del suo racconto, e un libro di Gabriel Garcia Marquez in cirillico sul comodino. A un anno di distanza Dmitry vive in Kirghizistan, fuggito dopo aver ricevuto la cartolina di reclutamento a casa dei genitori. «Il cambiamento è stato stressante, ma non troppo doloroso: lavoro da remoto come programmatore, e i kirghizi sono adorabili. Sento sempre la famiglia e gli amici: l’80 per cento di loro ha lasciato la Russia». Alcuni potrebbero essere vicini di casa di Artiom: giocatore professionista di beach volley, si sta ricostruendo una vita dall’altra parte del Mar Caspio, in Azerbaijan. In attesa di ricongiungersi con la moglie e i due figli piccoli si racconta dalla sala comune del Travel Inn Hostel di Baku, un pomeriggio in cui i 36° rendono impossibile stare all’aperto. Intorno, nessuno gli presta attenzione, tutti chini su MacBook e cellulari. «Io non odio Putin. Odio la sua scelta di entrare in guerra. Vengo dal lago Chanka, vicino Vladivostok, al confine con la Cina. Quando ero piccolo e il presidente era Eltsin una volta siamo rimasti sei mesi senza stipendio. Putin ha migliorato molte cose, ma ora non voglio rimanere e contribuire all’economia del mio Paese». E quelli che invece restano? C’è chi non ha un passaporto internazionale, chi ha motivazioni economiche, familiari, o non parla inglese. Tanti sono lobotomizzati dalla propaganda, concordano i ragazzi. E, aggiunge Artiom, «I russi sono come Ivan Durak (lo scemo protagonista di una fiaba di Tolstoj, ndr.) Non si fanno problemi. Quando sono arrivati i droni sul Cremlino la gente non era nemmeno preoccupata». - A Tbilisi ci sono ovunque scritte anti-Putin Lui, mentre lo ricorda, solleva il braccio e mostra la pelle d’oca. Aleksandr invece fa vedere la sua macchina fotografica, maneggiandola con mani delicate, da professionista. Ha una cicatrice sul lato sinistro della bocca e lo sguardo dolce. In totale, ha passato sei mesi in ostelli come il Fabrika Hostel di Tbilisi, Georgia: un edificio postindustriale alla moda, da 400 posti letto. In una tavola calda della capitale offre a tutti i kinkaliprima di addentarli; il sugo gocciola sul piatto. «Mi sento come un pellegrino senza punto di appoggio: tutto ciò che possiedo sta in una valigia, e la porto sempre con me. Mi ripeto: va tutto bene, non è l’Ucraina, non cadono le bombe». Ma forse bisogna avere pazienza, forse quando Putin non ci sarà più potrai tornare in Russia, Aleksandr. «No. È un paese malato, non voglio più farne parte». Oggi, la mobilitazione è ancora ufficialmente in corso. Un milione di esistenze sospese, compresse in valigie trascinate in giro per il centrasia: fuggiaschi lungo la Via della Seta, là dove un tempo c’erano mercanti e carovane. . Clara Valenzani si è diplomata al master della RcsAcademy «Scrivere e fare giornalismo oggi. Il Metodo Corriere». L’articolo che pubblichiamo è stato premiato come migliore della settima edizione. Per informazioni e iscrizioni: RcsAcademy
Jarvis Inviato 13 Dicembre 2023 Inviato 13 Dicembre 2023 @maurodg65 Sai che novità. Difficile trovare persone contente di andare a combattere. È sempre stato così ovunque. Si rischia la vita è umanamente comprensibile. Parla anche degli ucraini reclutati con la forza dagli scagnozzi di Zelensky!
claravox Inviato 13 Dicembre 2023 Inviato 13 Dicembre 2023 Da "per Putin è finita" a "Putin è vicino ad una vittoria devastante" è stato un attimo. “La Russia di Putin è vicina a una vittoria schiacciante. Le fondamenta dell’Europa tremano. La controffensiva di Kiev si è conclusa con un fallimento. Questa potrebbe essere una nuova crisi di Suez per la NATO." Questo e' il titolo e il sottotitolo dell'articolo allarmista del britannico Lord Daniel Hannan sul Sunday Telegraph. La cosa divertente è che questo pomposo signore solo 5 mesi fa scriveva sullo stesso giornale: “Putin è finito e il suo Paese presto andrà in pezzi”. Incredibile l'improvviso cambiamento di umore a Londra! Ciò che è anche degno di nota è che anche in questa rubrica allarmista in stile “Capo, tutto è perduto!” l’autore non ha mancato di criticare il “dittatore” Zelensky, come stanno facendo adesso tutti i suoi colleghi. “All’improvviso” questo signore ha notato che l’Ucraina “è lungi dal soddisfare i nostri standard”. “All’improvviso” ha notato che lì i partiti russofili dell’opposizione erano banditi. E ora, scrive, “si teme che la repressione possa estendersi ai politici dell’opposizione filo-occidentale”. In particolare, Hannan scrive di essere stato a una conferenza dove non è arrivato Petro Poroshenko, che Zelensky non ha lasciato uscire dall'Ucraina. Ma anche sullo sfondo di questi dettagli “improvvisamente” notati, il Signore continua a insistere sul fatto che in Ucraina l’“autocrazia” combatte contro la “democrazia”...
claravox Inviato 13 Dicembre 2023 Inviato 13 Dicembre 2023 https://www.reuters.com/world/european-lawmakers-send-plea-congress-ukraine-aid-2023-12-11/ La festa è finita e nessuno vuole pagare il conto. Più di cento esponenti politici europei invieranno martedì una lettera congiunta alle loro controparti negli Stati Uniti, chiedendo al Congresso di sbloccare ulteriori aiuti militari all'Ucraina in un momento in cui i legislatori statunitensi hanno lottato per trovare un accordo. La lettera aperta, esaminata da Reuters, è stata firmata dai politici di almeno 17 Paesi, tra cui Francia, Germania, Italia, Polonia e Irlanda, ed è un segno delle crescenti preoccupazioni in Europa per la continuità del sostegno statunitense all'Ucraina. Il documento giunge proprio mentre il Presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy si reca a Washington per esporre le proprie ragioni. "Sentiamo le preoccupazioni espresse dai nostri amici americani. Per anni i leader americani, democratici e repubblicani, hanno chiesto agli europei di assumersi maggiori responsabilità per la propria sicurezza. Concordiamo con questa legittima richiesta", affermano nella lettera i legislatori, guidati da Benjamin Haddad, deputato francese del partito del Presidente Emmanuel Macron. I legislatori europei, che comprendono anche il tedesco Michael Roth, presidente della commissione Affari esteri del Bundestag, e Giulio Tremonti, suo omologo italiano, hanno affermato che gli europei hanno contribuito quanto gli Stati Uniti all'Ucraina dall'invasione della Russia. "Inoltre, le spese militari sono aumentate in tutta Europa", hanno dichiarato. "Gli aiuti militari americani, tuttavia, sono di importanza critica e urgenti". La prossima tranche di aiuti all'Ucraina è stata bloccata dalla richiesta del presidente della Camera dei Rappresentanti Mike Johnson e di altri repubblicani di non inviare altri fondi se prima non vengono prese misure per rafforzare il confine degli Stati Uniti con il Messico.
tigre Inviato 15 Dicembre 2023 Inviato 15 Dicembre 2023 @maurodg65 marò quante frottole che posti. Stai surclassando tutti in sti ultimi anni. Ricostruzione della storia a caz, ovviamente ciò che sta anteriormente al 17 febbraio 2022 lo diamo al gatto, e a ciò aggiungi n'infinita serie di altre gabelle. Se lo scopo é convincere dei trogloditi con la clave, imho, a sto punto, manco loro convinci piú..
claravox Inviato 18 Dicembre 2023 Inviato 18 Dicembre 2023 In Ucraina nuova crisi dí munizionamento Il Generale dell'AFU Tarnavskyi riferisce che vi è carenza di munizioni lungo "l'intera linea del fronte". Parlando con l'agenzia di stampa Reuters, ha detto che il paese non dispone di proiettili di artiglieria, in particolare per le armi dell'era sovietica. "I volumi di cui disponiamo non sono sufficienti, date le nostre esigenze", ha affermato. "Quindi li stiamo ridistribuendo. Stiamo riprogrammando i compiti che ci eravamo prefissati e riducendoli perché dobbiamo provvedervi." Ha aggiunto che la diminuzione degli aiuti militari stranieri stava già avendo un impatto sul campo di battaglia e costringendo a un cambiamento di tattica. https://www.reuters.com/world/europe/ukrainian-troops-face-artillery-shortages-scale-back-some-operations-commander-2023-12-18/
Uncino Inviato 18 Dicembre 2023 Inviato 18 Dicembre 2023 8 minuti fa, claravox ha scritto: In Ucraina nuova crisi dí munizionamento Il Generale dell'AFU Tarnavskyi riferisce che vi è carenza di munizioni lungo "l'intera linea del fronte". Parlando con l'agenzia di stampa Reuters, ha detto che il paese non dispone di proiettili di artiglieria, in particolare per le armi dell'era sovietica. "I volumi di cui disponiamo non sono sufficienti, date le nostre esigenze", ha affermato. "Quindi li stiamo ridistribuendo. Stiamo riprogrammando i compiti che ci eravamo prefissati e riducendoli perché dobbiamo provvedervi." Ha aggiunto che la diminuzione degli aiuti militari stranieri stava già avendo un impatto sul campo di battaglia e costringendo a un cambiamento di tattica. https://www.reuters.com/world/europe/ukrainian-troops-face-artillery-shortages-scale-back-some-operations-commander-2023-12-18/ Troverai certamente qualcuno che sosterrà un hackeraggio della Reuters ad opera dei Servizi russi 😂 Però è molto interessante che le agenzie statunitensi battano adesso queste notizie che in realtà non sono affatto nuove. 1
Uncino Inviato 18 Dicembre 2023 Inviato 18 Dicembre 2023 1 ora fa, claravox ha scritto: In Ucraina nuova crisi dí munizionamento Il Generale dell'AFU Tarnavskyi riferisce che vi è carenza di munizioni lungo "l'intera linea del fronte". Parlando con l'agenzia di stampa Reuters, ha detto che il paese non dispone di proiettili di artiglieria, in particolare per le armi dell'era sovietica. "I volumi di cui disponiamo non sono sufficienti, date le nostre esigenze", ha affermato. "Quindi li stiamo ridistribuendo. Stiamo riprogrammando i compiti che ci eravamo prefissati e riducendoli perché dobbiamo provvedervi." Ha aggiunto che la diminuzione degli aiuti militari stranieri stava già avendo un impatto sul campo di battaglia e costringendo a un cambiamento di tattica. https://www.reuters.com/world/europe/ukrainian-troops-face-artillery-shortages-scale-back-some-operations-commander-2023-12-18/ Una cosa che spesso si evita di far sapere è il prezzo di queste munizioni, che unitamente alla scarsa capacità produttiva è la ragione per cui sono stati tirati i remi in barca. Una granata ordinaria da 155 per un M777 (la granata base per gli obici NATO) costa circa 2000 dollari. Una granata a grappolo per lo stesso costa invece 5000 dollari. La cosa interessante è che le medesime granate russe costano 500 dollari quella base e 1000 quella a grappolo (che ovviamente hanno iniziato ad usare anche loro). Quindi non solo fra Russia e Corea del Nord la capacità produttiva è cinque volte maggiore, ma ogni colpo di obice a loro costa 1/4. Quindi una cosa è promettere un milione di colpi, altro è trovare due o tre miliardi per darglieli veramente.
Messaggi raccomandati