SuonoDivino Inviato 24 Marzo 2022 Inviato 24 Marzo 2022 1 ora fa, akla ha scritto: per quanto ne so i missili anticarro per sviluppare una forza tale da disintegrare un T 90 russo sono all uranio impoverito la contaminazione c'e gia di fatto diversamente tonnettate di acciaio non si fondono al solo impatto , in pratica le stanno di gia usando in modo relativo ma gia in uso. no. i missili Milan e Javelin non sono all'uranio impoverito. Si tratta di una massa metallica, solitamente Rame, che viene portata ad altissima temperatura e sparata ad altissima velocità dalla deflagrazione della carica cava, e che fora tranquillamente la corazza. . The Javelin missile's tandem warhead is a high explosive anti-tank (HEAT) type.[10] This round utilizes an explosive shaped charge to create a stream of superplastically deformed metal formed from trumpet-shaped metallic liners. The result is a narrow high velocity particle stream that can penetrate armor. . Quelli di cui parli sono i proiettili da 30 mm sparati dai cannoni gatling degli A-10 Thunderbolt americani. Sparano alternativamente proiettili perforanti, con ogiva in uranio 238, e successivamente un proiettile esplosivo che entra nel buco fatto dal precedente. 1
gianventu Inviato 24 Marzo 2022 Inviato 24 Marzo 2022 9 minuti fa, akla ha scritto: sara come dici mica lo dico io.
Cano Inviato 24 Marzo 2022 Inviato 24 Marzo 2022 5 ore fa, criMan ha scritto: mossa di Putin sul pagamento del gas russo in rubli è rivolta innanzitutto a Gazprom. È al colosso statale che Putin ha ordinato di rivedere i contratti con i «paesi ostili» accettando d’ora in poi soltanto rubli come pagamento. E a dimostrazione che non si tratta di un percorso semplice, ha dato una settimana di tempo al governo e al monopolista per adeguarsi. E questo perché la conversione dei contratti è pensata per dare forza alla moneta russa, nel frattempo crollata a seguito dell’invasione dell’Ucraina e delle sanzioni imposte da Unione Europea e Stati Uniti al paese. Infatti ieri dopo l’annuncio il cambio tra euro e rublo e quello con il dollaro si sono immediatamente mossi al ribasso (dal punto di vista di Mosca). E anche il prezzo del gas ha registrato un balzo del 34%. Una circostanza che ha fatto registrare subito la reazione del consigliere di Palazzo Chigi Francesco Giavazzi: «Farsi pagare in rubli sarebbe un modo per aggirare le sanzioni, quindi penso che continueremo a pagare in euro». Ma perché il cambio è decisivo nel sistema di sanzioni? Per capirlo bisogna entrare nel meccanismo di funzionamento dei contratti del gas. Attualmente, come spiega oggi Francesco Lenzi sul Fatto Quotidiano, per effettuare il pagamento delle forniture gli esportatori riportano in una banca russa il corrispettivo in valuta estera incassato. Entro tre giorni devono convertirne l’80% in rubli e quindi devono cedere la valuta sul mercato. Gli importatori la comprano addebitando il proprio conto in rubli. E infine utilizzano la valuta per acquistare all’estero i beni necessari (quando è possibile). Questo meccanismo funziona anche per il pagamento degli interessi sul debito pubblico. Qualche giorno fa la Banca Centrale russa ha onorato una cedola nonostante avesse tutti i conti in dollari all’estero bloccati per effetto delle sanzioni. Come ha fatto? Acquistando sul mercato interno la valuta necessaria. Però non può funzionare in eterno se non viene continuamente alimentato. Imporre ai “paesi ostili” di pagare il gas in rubli crea una domanda di valuta anche nei mercati esteri. Perché se il cliente deve pagare il combustibile in rubli, prima dovrà ottenerli. E per farlo dovrà rivolgersi a banche e istituzioni russe. Che poi potranno così aiutare nel reperimento della valuta estera necessaria per il servizio del debito. L’idea di Putin somiglia a quello che chiese di fare l’Iran pochi anni fa col suo petrolio, che pretendeva fosse pagato in euro anziché dollari, o alla recente richiesta cinese ai sauditi di pagare il petrolio in yuan Nin ho capito cosa ci sarebbe di diverso da quello che ho scritto io
criMan Inviato 24 Marzo 2022 Inviato 24 Marzo 2022 26 minuti fa, Cano ha scritto: Nin ho capito cosa ci sarebbe di diverso da quello che ho scritto io tu hai fatto una domanda , che io ho riportato attraverso un tuo post, e ho risposto.
criMan Inviato 24 Marzo 2022 Inviato 24 Marzo 2022 18 ore fa, Cano ha scritto: Ma cosa c'entrano i soldi che arrivano per le materie prime? Non sono soldi della banca centrale precisamente rispondevo a questo tuo dubbio.
Panurge Inviato 24 Marzo 2022 Inviato 24 Marzo 2022 1 ora fa, SuonoDivino ha scritto: e successivamente un proiettile esplosivo che entra nel buco fatto dal precedente. La vedo assai dura sparando da un mezzo che si muove a qualche centinaio di chilometri orari, anche con la cadenza altissima lo spostamento tra colpo e colpo è rilevante.
Gaetanoalberto Inviato 24 Marzo 2022 Inviato 24 Marzo 2022 5 ore fa, ferdydurke ha scritto: . In fondo Putin è vecchio e malato, probabilmente non durerà a lungo Mah, guarda il Berlusca...Pit Stop al San Raffaele e la revisione va di due anni per volta...
ClasseA Inviato 24 Marzo 2022 Inviato 24 Marzo 2022 Intanto lo scollamento tra politica e paese è sempre più evidente. Una bella testimonianza dai lavoratori del porto di Genova " Il prezzo del conflitto lo pagheranno i lavoratori con licenziamenti e carovita. Non un centesimo, un fucile o un soldato per la guerra. Blocchiamo i nostri porti al traffico di armi. È l'ora della variante operaia. Come lavoratori portuali non abbiano nessuna intenzione di restare indifferenti di fronte ai nuovi venti di guerra che tornano a soffiare in Europa. Questo conflitto, che ha una genesi che va ben oltre la ricostruzione di comodo dei nostri media nazionali e dei nostri politici, come ogni guerra nella storia, avrà delle pesanti conseguenze per tutti i noi. A pagarne le spese saranno proprio i lavoratori e le lavoratrici. In Ucraina e Russia ovviamente, ma anche nei paesi europei, attraverso l'aumento del costo dei beni energetici come gas e petrolio e delle spese militari. Tutto ciò porterà a contraccolpi devastanti per il nostro Paese. I licenziamenti di massa e le ristrutturazioni, che non si sono mai fermate, andranno avanti senza sosta. Milioni di lavoratori, già in difficoltà a seguito della crisi pandemica, si ritroveranno con aziende chiuse e stipendi più bassi. Con l'aumento del carovita e nessun adeguamento salariale complessivo a partire dai minimi tabellari, il potere di acquisto sarà ridotto drasticamente. Il prezzo della benzina che ha raggiunto cifre record (2,50€ per litro) e non accenna a fermarsi, inciderà anche sulla mobilità dei lavoratori e sul costo dei prodotti finali, a partire anche da quelli alimentari. Tutto ciò mentre il nostro Governo, utile servo della Nato e degli interessi americani, cerca di trascinarci ancora di più nel conflitto con l’invio di risorse economiche e l’adozione di sanzioni. Politiche che alimentano solo il conflitto. Perché è nostra convinzione che l'economia di guerra e i traffici d’armi che questa determina sono una delle principali cause dei conflitti e della loro deflagrazione quando le classi dirigenti li alimentano, operando in palese spregio delle leggi nazionali secondo cui l’Italia ripudia la guerra e si astiene da ogni fornitura e supporto militare alle parti belligeranti. Quello che dovrebbe essere un punto fermo della vita politica e civile del nostro Paese, da decenni ormai è stato completamente messo in soffitta in ossequio a interessi industriali e geopolitici del tutto estranei ai lavoratori. Il tema della guerra e quello del lavoro sono strettamente collegati. Tenerli separati sarebbe un errore, soprattutto per noi lavoratori portuali che lavoriamo a stretto contatto con le merci e non vogliamo essere complici della guerra movimentando armamenti di qualsiasi tipo e qualsiasi destinazione nei nostri scali. Per questi motivi il coordinamento nazionale dei portuali USB ha deciso di lanciare una giornata di mobilitazione a Genova in occasione dell'arrivo nel porto della nave saudita Bahri carica di armamenti statunitensi. In queste settimane i nostri lavoratori hanno effettuato un lavoro di monitoraggio negli scali in cui siamo presenti, denunciando qualsiasi movimento di armamenti, da Genova a Livorno, passando per Trieste e Civitavecchia. All’aeroporto di Pisa i lavoratori USB si sono già rifiutati di caricare armamenti su un aereo civile che, sulla carta, avrebbe dovuto trasportare aiuti umanitari. Abbiamo deciso di convergere su Genova il 31 marzo promuovendo anche un'assemblea nazionale dei lavoratori e delle lavoratrici impegnati su questi fronti. Un momento importante di lotta e confronto che servirà anche per confermare la nostra adesione alla mobilitazione del 22 aprile a Roma quando i lavoratori dell'industria, del commercio, della logistica, del trasporto e dei porti scenderanno in sciopero e porteranno direttamente di fronte ai palazzi del potere, la loro rabbia e la loro determinazione." 1
ClasseA Inviato 24 Marzo 2022 Inviato 24 Marzo 2022 Parole importanti e commoventi quelle del Papa. "Papa Francesco lancia un duro attacco contro il gruppo di Stati, compresa l'Italia, che ha annunciato di voler spendere il 2% del Pil per l'acquisto di armi in risposta al conflitto russo-ucraino. "È una pazzia, io mi sono vergognato", afferma Bergoglio. La "vera risposta non sono altre armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari, ma un'altra impostazione. Parlo di un modo diverso di governare il mondo, non facendo vedere i denti".
otaner Inviato 24 Marzo 2022 Inviato 24 Marzo 2022 https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2022/03/24/dl-ucrainaodg-fdi-chiede-impegno-a-spesa-difesa-fino-2-pil_c5620717-21ee-412b-9a5d-386c99f06927.html
ferdydurke Inviato 24 Marzo 2022 Inviato 24 Marzo 2022 @otaner però se spendi di più per le armi ti resterà meno per tutto il resto
Amministratori Admin Inviato 24 Marzo 2022 Amministratori Inviato 24 Marzo 2022 Il topic NATO è esaurito, grazie per la partecipazione.
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