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Rubli per gas [thread unico sul gas]


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Inviato

Un PIL al meno dieci per cento e una inflazione che tra poco devono camminare con le carriole di rubli strappati ingenerosamente agli esperti accaparratori di valuta pregiata occidentali che se li contendono, industrie ferme, auto vendute senza airbag e gli stessi esperti hanno sentenziato che le sanzioni sono inutili. 

Amen. 

Inviato

Grande accordo di Eni col Qatar.

Andreotti aveva ragione ad aver intrattenuto eccellenti rapporti col mondo arabo ricco. Su queste cose siamo avanti alla germania e ad altri paesi.

Molti anni fa scrissi che a mio avviso l’Italia se la caverebbe molto meglio da sola a patto di uscire da questa eu con i conti pubblici riordinati. 

  • Melius 1
Inviato
47 minuti fa, Cano ha scritto:

Abbiamo messo le sanzioni per svuotare i supermercati o per fare crollare il PIL della Russia dell'8 %???

Se hai ascoltato ciò che hanno riportato gli addetti ai lavori a partire dalla Nebulina il PIL Russo impiegherà 10 anni a ritornare al livello del 2019 ed il calo previsto è superiore a quello da te indicato per il 2023.

Ovviamente il calo del 10% tiene conto della crescita degli introiti della vendita degli energetici, senza i quali la situazione sarebbe di un’economia in ginocchio.

51 minuti fa, Cano ha scritto:

Lo scopo delle sanzioni sarebbe quello di non permettere a putin di finanziare la guerra 

Ma visto che paghiamo...ecco perché le sanzioni non funzionano 

Vero in buon parte e per ottenerlo bastava fare il passo successivo, bloccavi subito l’acquisto di gas e petrolio ed oggi la Russia sarebbe in default tecnico, non abbiamo avuto le palle di andare fino in fondo ed il risultato è questo, ci piaccia o meno la cosa.

Ad ogni modo le sanzioni rimarranno a lungo e il prossimo inverno, con il blocco completo delle forniture di gas e petrolio, la situazione evolverà in peggio per l’economia russa è così dovrà essere a lungo.

Inviato
2 minuti fa, mozarteum ha scritto:

Grande accordo di Eni col Qatar.

Andreotti aveva ragione ad aver intrattenuto eccellenti rapporti col mondo arabo ricco. Su queste cose siamo avanti alla germania e ad altri paesi.

Da applausi.

2 minuti fa, mozarteum ha scritto:

Molti anni fa scrissi che a mio avviso l’Italia se la caverebbe molto meglio da sola a patto di uscire da questa eu con i conti pubblici riordinati. 

Ok conti pubblici in ordine ma anche classe dirigente di livello, ho dovuto ricredermi sulla classe politica della prima repubblica, non c’è paragone con i Di Maio, i Di Battista, la Meloni, i Salvini, i Conte…lascio fuori il Pd solo perché almeno nel complesso della miriade di eletti, dei funzionari e dei dirigenti qualcuno si salva…ma decisamente nel passato, nella prima Repubblica, la situazione era molto diversa ed in meglio.

Inviato
23 minuti fa, wow ha scritto:

Un PIL al meno dieci per cento e una inflazione che tra poco devono camminare con le carriole di rubli strappati ingenerosamente agli esperti accaparratori di valuta pregiata occidentali che se li contendono, industrie ferme, auto vendute senza airbag e gli stessi esperti hanno sentenziato che le sanzioni sono inutili. 

Amen. 

E se al Pil togli l’export energetico cosa resta? Se le cose andranno come annunciato il prossimo inverno ce la raccontiamo, mi dispiace solo che l’Ucraina abbia pagato la nostra “paura” di andare fino in fondo. 

Inviato
3 minuti fa, maurodg65 ha scritto:

lascio fuori il Pd solo perché almeno nel complesso della miriade di eletti, dei funzionari e dei dirigenti qualcuno si salva

eh si certo come no

9 minuti fa, maurodg65 ha scritto:

il PIL Russo impiegherà 10 anni a ritornare al livello del 2019

noi invece siamo ancora che dobbiamo raggiungere il pre 2011

guarda caso in 10 anni su 11 c' stato il pd al governo, quello che ha qualche

dirigente che si salva ( figurati gli altri )

 

 

  • Haha 1
Inviato

 

UN BEL VAFFA AL GAS RUSSO

Chiudere i rubinetti della Russia prima che sia la Russia a farlo. Impossibile? Un asse trasversale chiede a Draghi di non farsi ricattare da Putin sul gas. Le parole di Letta e Meloni sull’embargo. Con chicche sul piano B del governo

Il Foglio Quotidiano

18 Jun 2022

La scelta di Vladimir Putin di chiudere gradualmente i rubinetti che portano il gas dalla Russia all’europa – ieri Gazprom, che ha già tagliato le forniture alla Germania, all’austria, alla Polonia, alla Bulgaria, alla Finlandia, ha comunicato all’eni che nella giornata di venerdì 17 giugno avrebbe fornito la metà del gas precedentemente preventivato – costringe i leader dei governi europei a chiedersi quale strada imboccare tra le due presenti oggi di fronte al percorso del sostegno all’ucraina. La prima strada coincide con la scelta di rimanere ostaggio delle scelte di Putin, seguendo la politica prudente della riduzione progressiva della dipendenza dall’energia russa. La seconda strada, più ambiziosa, coincide con una decisione più drastica, che suggerirebbe ai leader politici nazionali di abbandonare la strategia della progressività per afferrare quella della radicalità. Una forma di radicalità è quella che verrà discussa al Consiglio europeo del 23 e del 24 giugno, quando i leader dell’unione europea si confronteranno non solo sullo status di candidato dell’ucraina ma anche sul futuro della politica del price cap (obiettivo: portare il costo del gas da 100 euro per ogni megawattora a 80 euro). Ma una forma di radicalità ancora più forte, e politicamente più dirompente, è quella che vedrebbe i leader dei grandi paesi europei compiere una scelta già presa dai paesi baltici: chiudere i rubinetti del gas russo prima che sia la Russia a farlo per noi. E’ una scelta difficile. Ma è una scelta che in Italia incontra meno veti politici rispetto a quelli registrati in paesi come la Germania (la Francia, come è noto, non ha questi problemi, avendo come principale fonte di approvvigionamento la terribile energia nucleare). E rispetto alla decisione russa di socchiudere i rubinetti che arrivano fino all’italia (nei primi cinque mesi del 2022, la quota delle importazioni di gas dalla Russia sul totale è scesa in media sotto il 24 per cento rispetto a circa il 40 per cento nello stesso periodo del 2021, superata anche dalla quota del gas algerino, al 31 per cento) si può individuare nel nostro paese un asse trasversale non ostile alla scelta di non farsi più ricattare energeticamente dalla Russia. Ed è quello che pensa ancora il segretario del Pd, Enrico Letta, che interpellato dal Foglio conferma la sua idea, già espressa in altre circostanze.

“Andare nella direzione di un embargo del gas russo non può essere un tabù e chiudere i rubinetti del gas russo permetterebbe al nostro paese di togliere risorse alla Russia, di fare i conti con la realtà, di accelerare la transizione, di non farci trovare impreparati nel caso in cui i russi dovessero trascinarci per loro volontà in un disastro economico”. E’ quello che pensa Letta. Ed è quello che pensa buona parte del governo Draghi, all’interno del quale in varie occasioni diversi ministri hanno mostrato la propria disponibilità a lavorare a un embargo totale del gas russo (al Foglio lo hanno detto Lorenzo Guerini, Dario Franceschini, Mara Carfagna, Stefano Patuanelli, Andrea Orlando, e ieri lo ha confermato al Foglio anche il ministro Luigi Di Maio). Ed è quello che, in modo per qualcuno sorprendente, sostiene anche l’unico partito d'opposizione, Fratelli d’italia, il cui leader, Giorgia Meloni, ha sintetizzato così con il Foglio la sua posizione: “L’embargo del gas è in assoluto sul piano del conflitto l’arma più efficace di cui dispone la comunità internazionale per fermare il conflitto. Ma quando sei in guerra devi trovare armi che colpiscano i tuoi avversari più di quanto rischino di colpire te stesso. Quindi il punto non è gas sì gas no, ma quali siano gli strumenti di compensazione per le nazioni colpite dall’eventuale no al gas. Se non si parte da questo è impossibile risolvere il dilemma”. Adolfo Urso, senatore di Fratelli d’italia, presidente del Copasir, sul punto la pensa come il suo leader, aggiungendo un elemento in più: “L’embargo del gas è in assoluto sul piano del conflitto la cosa più efficace che noi possiamo fare. Efficace perché interrompe il finanziamento alla guerra, ovviamente occorre attrezzarsi accelerando lo stoccaggio, realizzando il price cap, e la diversificazione delle fonti. Negli Stati Uniti, dove sono stato in questi giorni, abbiamo fatto presente le nostre necessità, sia per quanto riguarda l’aumento della produzione di gas americano, fondamentale per compensare il prima possibile il gas russo, sia per ciò che riguarda le misure compensative necessarie per ripartire in modo equo il costo delle sanzioni”. Già, ma se dovesse esserci un taglio improvviso, voluto dall’italia o voluto dalla Russia, il piano B dell’italia esiste o no? E il problema come si risolve? Sul lungo termine le strade sono molte e sono variegate e tra queste vi è anche la possibilità che una parte importante del gas importato venga sostituito anche dall’energia creata con le fonti rinnovabili (secondo Agostino Re Rebaudengo, presidente di Elettricità Futura, l’autorizzazione di 60 gigawatt di nuovi impianti rinnovabili nei prossimi tre anni potrebbe far risparmiare 15 miliardi di metri cubi di gas ogni anno). Ma sul breve termine, invece, il problema come si risolve? Si risolve, è la posizione del Mite, il ministero della Transizione ecologica, mettendo in campo tutti gli strumenti necessari che vi sono per diversificare i consumi. Dalla Russia, lo abbiamo detto, oggi arrivano 28-30 miliardi di metri cubi all’anno. E nel caso in cui a luglio dovesse essere tagliato il gas russo, considerando da qui alla fine dell’anno l’obiettivo di riempire gli stoccaggi fino al 90 per cento, la compensazione potrebbe funzionare così. Entro la fine dell’anno, l’eni sarà in grado di coprire fino al 50 per cento dei flussi di gas russo eventualmente mancanti, per poi passare al 75 per cento nell’inverno successivo e per poi passare al 100 per cento nell’inverno ancora successivo. Nel dettaglio, 5-10 miliardi di metri cubi, da qui al marzo 2023 arriverebbero da maggiori importazioni dal Nordafrica. Cinque miliardi dalle importazioni di gas liquefatto, che avrebbe bisogno oltre che dell’hub di Livorno anche almeno di una nave da rigassificazione, che arriverà solo nel primo semestre 2023. Tre miliardi arriverebbero dal risparmio energetico. Tre-quattro miliardi arriverebbero dall’interruzione volontaria di alcuni consumi industriali per un periodo di tempo non superiore ai dieci giorni. E almeno cinque miliardi dall’attivazione delle centrali a carbone. La strada è chiara. Il piano c’è. La strategia pure. Il vaffa al gas russo non è un tabù, è trasversale e forse non sarebbe neppure una cattiva idea.

 

Inviato

Meno male che non ho voce in capitolo, perché io, vero pacifista e non violento, progressista, ottimista e di sinistra, a quest'ora un colpettino nucleare educativo a 'sti mafiosi glielo avrei mollato. Per non gettare nella disperazione i pacifisti, al limite avrei optato per una serie di attentati stile ndrangheta a impianti e raffinerie russe (della serie ha stato autocombustione).

Stesso trattamento per il transatlantico del capo ancorato in Versilia ...   

  • Melius 2
Inviato
2 ore fa, mozarteum ha scritto:

Andreotti aveva ragione ad aver intrattenuto eccellenti rapporti col mondo arabo ricco

Pensa chi ci tocca rimpiangere 

Non lo avrei mai pensato di arrivare a questa conclusione 

Inviato
2 ore fa, maurodg65 ha scritto:

Se hai ascoltato ciò che hanno riportato gli addetti ai lavori a partire dalla Nebulina il PIL Russo impiegherà 10 anni a ritornare al livello del 2019

E a noi che ci frega?

Cosa ce ne viene in tasca? 

 

Inviato
2 ore fa, maurodg65 ha scritto:

Vero in buon parte e per ottenerlo bastava fare il passo successivo, bloccavi subito l’acquisto di gas e petrolio

Così fallivamo tutti 

Zero a zero e palla al centro 

Con gli usa che se la ridevano oltreoceano 

  • Melius 1
Inviato
9 minuti fa, Cano ha scritto:

E a noi che ci frega?

Cosa ce ne viene in tasca? 

Più la Russia verrà ridimensionata politicamente e soprattutto militarmente e più tranquilli staremo, forse questo non ti è ancora chiaro.

Inviato
8 minuti fa, Cano ha scritto:

Così fallivamo tutti 

Zero a zero e palla al centro 

Con gli usa che se la ridevano oltreoceano 

Tu dici, io non ne sono convinto per nulla, ma non avremo mai la

controprova, sappiamo cosa è accaduto a non farlo però.

Inviato
2 ore fa, audio2 ha scritto:

eh si certo come no

Certo, qualcuno c’è quantomeno di “normale”.

2 ore fa, audio2 ha scritto:

noi invece siamo ancora che dobbiamo raggiungere il pre 2011

guarda caso in 10 anni su 11 c' stato il pd al governo, quello che ha qualche

dirigente che si salva ( figurati gli altri )

A parte il fatto che non capisco cosa c’entriamo noi nelle logiche espresse nel post, perché noi non ci siamo arrivati è chiarissimo come pure perché non ci arriveremo se non cambieremo e molto.

Inviato

c'entra perchè stai a guardare gli altri quando noi dal punto di vista economico

stiamo messi ancora più da cūlus

Inviato
2 ore fa, wow ha scritto:

Andare nella direzione di un embargo del gas russo non può essere un tabù e chiudere i rubinetti del gas russo permetterebbe al nostro paese di togliere risorse alla Russia, di fare i conti con la realtà, di accelerare la transizione, di non farci trovare impreparati nel caso in cui i russi dovessero trascinarci per loro volontà in un disastro economico”. E’ quello che pensa Letta. Ed è quello che pensa buona parte del governo Draghi, all’interno del quale in varie occasioni diversi ministri hanno mostrato la propria disponibilità a lavorare a un embargo totale del gas russo (al Foglio lo hanno detto Lorenzo Guerini, Dario Franceschini, Mara Carfagna, Stefano Patuanelli, Andrea Orlando, e ieri lo ha confermato al Foglio anche il ministro Luigi Di Maio). Ed è quello che, in modo per qualcuno sorprendente, sostiene anche l’unico partito d'opposizione, Fratelli d’italia, il cui leader, Giorgia Meloni, ha sintetizzato così con il Foglio la sua posizione: “L’embargo del gas è in assoluto sul piano del conflitto l’arma più efficace di cui dispone la comunità internazionale per fermare il conflitto. Ma quando sei in guerra devi trovare armi che colpiscano i tuoi avversari più di quanto rischino di colpire te stesso. Quindi il punto non è gas sì gas no, ma quali siano gli strumenti di compensazione per le nazioni colpite dall’eventuale no al gas. Se non si parte da questo è impossibile risolvere il dilemma”. Adolfo Urso, senatore di Fratelli d’italia, presidente del Copasir, sul punto la pensa come il suo leader, aggiungendo un elemento in più: “L’embargo del gas è in assoluto sul piano del conflitto la cosa più efficace che noi possiamo fare. Efficace perché interrompe il finanziamento alla guerra, ovviamente occorre attrezzarsi accelerando lo stoccaggio, realizzando il price cap, e la diversificazione delle fonti.

Ecco appunto, non bastasse i presunti ed autodichiarati “pacifisti” avrebbero dovuto spingere su questa opzione dal primo giorno di Guerra proprio perché avrebbe tolto ossigeno alla Russia privandola di miliardi di euro in valuta pregiata e rendendo difficolto gestire, insieme alla sanzione, il crollo del Pil che a quel punto avrebbe assunto dimensioni incredibili, un dimezzamento non sarebbe stato impossibile ma probabile, ed avrebbe privato la Banca Centrale Russa dei miliardi di euro e dollari, valuta pregiata necessaria per far fronte al pagamento del debito pubblico in scadenza.

L’avessimo fatto allora oggi racconteremmo un’altra storia.

Inviato
33 minuti fa, maurodg65 ha scritto:

Più la Russia verrà ridimensionata politicamente e soprattutto militarmente e più tranquilli staremo, forse questo non ti è ancora chiaro.

La Russia???

La Russia è lì da secoli e a noi non ha mai rotto i maroni 

Inviato
32 minuti fa, maurodg65 ha scritto:

non avremo mai la

controprova

Insomma 

Dopo 3 giorni di riduzione dei flussi e dopo 4 mesi di tempo per prepararci si parla comunque di razionamento e chiusura delle imprese non essenziali 

Pensa se lo avessimo fatto 4 mesi fa 


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