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Melius Club

Rubli per gas [thread unico sul gas]


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Inviato
9 ore fa, wow ha scritto:

Certo che hai postato un articolo fresco di stampa... 

E soprattutto di un giornale putiniano che ha la stessa credibilita’ di Topolino !

Contrario alle sanzioni ed ad inviare le armi in ucraina, e poi i putiniani sarebbero gli altri, roba da matti.

Inviato
13 ore fa, Gaetanoalberto ha scritto:

. Hai ragione tu. 

Tardi cantasti.

Inviato
13 ore fa, Revenant ha scritto:

Un’articolo del 05 maggio il 13 luglio, nel frattempo la russia ha fatto default “tecnico” ed il rublo ha perso quello che aveva guadagnato nei mesi precedenti con i giochetti della Banca Centrale, mentre la bilancia commerciale cresce solo perché la Russia sta incassando di più dal gas, l’economia è sottoterra, piu di quando gia non fosse prima del conflitto, e Putin si arrabatta come può sul mercato interno con espedienti come questo:

https://www.open.online/2022/07/08/russia-sanzioni-putin-import-parallelo/

Giusto per darla da bere ai russi ovviamente che finiranno inondati da prodotti cinesi.

Gaetanoalberto
Inviato
1 ora fa, nixie ha scritto:

Tardi cantasti.

Ci mancassi. S'abbenirica! 

Inviato
1 ora fa, maurodg65 ha scritto:

russi ovviamente che finiranno inondati da prodotti cinesi

eh si perchè noi invece

  • Melius 1
Inviato
17 ore fa, criMan ha scritto:

Scaroni dice che e' in corso un accordo per pompare gas verso l'Europa e' molto ottimista.

Scaroni chi, quello che ha permesso/aiutato/spinto a Putin di "statalizzarsi" il petrolio e gas russi?

Di sicuro se ne intende

Inviato
17 ore fa, criMan ha scritto:

Scaroni dice che e' in corso un accordo per pompare gas verso l'Europa e' molto ottimista

Noi dare a voi turbina General Electric riparata, voi dare noi gas.

Chiedo scusa, ma questo è tutto il russo che conosco

Inviato
44 minuti fa, audio2 ha scritto:

eh si perchè noi invece

È si certo come no…proprio uguale uguale, la stessa cosa. 😄 

Inviato
2 ore fa, maurodg65 ha scritto:

mentre la bilancia commerciale cresce solo perché la Russia sta incassando di più dal gas

😆

Inviato
17 ore fa, Simo ha scritto:

Con le bollette a tre zeri

Speriamo

Inviato

@Jack perché tu affermi che l’economia russa stia crescendo? Che stia andando bene come non mai? 😄 

Inviato

@maurodg65 io affermo che magari! avessimo da bilanciare in attivo solo col gas… la Norvegia che bilancia solo col petrolio in pochi decenni ha costituito un fondo sovrano da 1.2 trilioni di dollari. Forse più che ho perso il conto. Per 5 milioni di abitanti. 
Vabbeh… in Italia saremmo capaci di mangiarci tutto prima di averlo venduto il gas…

(Se cresce la Russia sinceramente… io vedo come siamo riusciti a girare un boom in decrescita in 6 mesi andando dietro a cazzate)

Inviato

 

https://www.wired.it/article/russia-dati-economici-sanzioni-disastro/

I dati sull'economia della Russia sono un disastro

Le sanzioni non stanno riuscendo a fermare la macchina da guerra del Cremlino, ma stanno avendo un impatto sulla società

Paolo Mossetti

05.07.2022

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Il presidente russo Vladimir Putin il 10 marzo 2022 Mikhail Klimentyev/Getty Images


Giovedì 30 giugno in Russia la polizia ha arrestato, con l'accusa di corruzione, Vladimir Mau, uno degli economisti che da decenni cerca senza successo di riformare il Paese dall'interno. È solo l'ultimo esempio di una serie di sconvolgimenti tra le élite economiche della Russia che stanno avvenendo dall'inizio dell'attacco su larga scala in Ucraina. 

Quattro mesi dopo che la coalizione occidentale ha imposto sanzioni senza precedenti sulla Russia, l’economia del Paese impegnato nell’invasione sembra reggere meglio del previsto. La Banca centrale, guidata dalla leggendaria Elvira Nabiullina, è riuscita a stabilizzare il sistema finanziario russo e le autorità stanno cercando di proiettare il loro ottimismo sul futuro. Tuttavia, si tratta di un ottimismo effimero. Le sanzioni iniziano a mordere: i problemi nelle catene di approvvigionamento si stanno intensificando è stato stravolto l'equilibrio tra privilegi economici e potere politico.

Che la Russia vada incontro a tempi turbolenti è quanto emerge dall'ultimo rapporto dell'Istituto ufficiale di statistica Rosstat. Uno dei settori più connessi all'economia globale, quello automobilistico, è vicino alla paralisi. Due fabbriche su 20 rimaste aperte, con un crollo del 97% nel numero di vetture prodotte (appena 3.700 vetture prodotte nel mese di maggio, contro le più di 108mila in febbraio). Le vendite della mitica Lada sono crollate dell'84%, i camion usciti dalle catene di montaggio sono diminuiti del 40%, del 60% i frigoriferi, le lavatrici, le locomotive. Si tratta finalmente di dati ufficiali, non voci sfuggite a qualche blogger dissidente, e quindi probabilmente nascondono una realtà a tinte ancor più fosche.

A causa dell'inflazione in salita del 14%, di salari reali e pensioni erosi del 7% in un anno, il russo medio può permettersi di spendere sempre meno. Così la Russia importa sempre meno dall'estero: l'import è calato del 9% dalla Cina, del 60% da Taiwan, Corea del Sud e Giappone, del  30% dalla Turchia. Secondo il rapporto di Rosstat, il Pil di maggio andrà giù del 4,3%. Le previsioni per la fine dell'anno molto peggio: dal -7,8% della banca centrale russa al -15% dell'Institute of International Finance.

Il mito del "rublo forte"

Nonostante ciò, complice l'impennata di prezzi delle materie prime e l'incapacità dell'Europa di sganciarsi dai combustibili fossili russi in pochi mesi, si è venuta a creare una situazione unica: in Russia la merce scarseggia ma, a causa del surplus nella bilancia commerciale, il mercato finanziario "affoga" in valuta estera (dollari e euro). E il rublo, che non trova un mercato all'estero, si è rafforzato al punto tale da essere nominato come “la più forte valuta del mondo” del 2022: in un anno ha guadagnato oltre il 40% sul dollaro statunitense. 

Ma è tutto oro ciò che luccica? Secondo i dati forniti dal ministro delle Finanze (Anton Siluanov), il rafforzamento del corso della valuta di 1 rublo costa al bilancio russo, secondo diverse valutazioni, dai 130 ai 200 miliardi di rubli. Per questo il ministro non esclude interventi "correttivi". Il dilemma della valuta russa è tutto qui: grande surplus commerciale, certo, ma tra due, tre anni si rischia un deficit insostenibile con la contrazione delle esportazioni non energetiche e la possibile fluttuazione del prezzo del petrolio. La forza del rublo di oggi è la peggiore preparazione economica per la debolezza di domani.

Meno chiara è la situazione relativa al “default tecnico” della Russia, dichiarato da Moody's e altre agenzie straniere. Secondo l'economista Khazbi Budunov, del blog Politeconomics, nella coscienza di massa in Russia la parola "default" è diventata sinonimo di una crisi economica particolarmente profonda come lo fu quella del 1998, o come la Grande depressione per gli statunitensi. Adesso però non ci sono segnali di panico finanziario, dice Budunov: “Nel caso russo si può parlare del ‘default di Schrödinger’: tecnicamente il ministero delle Finanze ha effettuato il pagamento, ma l'European Financial Clearing Center lo ha bloccato, e gli investitori occidentali non hanno ricevuto nulla… Non vi sono conseguenze particolari per l'economia russa: gli unici a perderci dal default sono stati gli investitori stranieri, che non hanno ricevuto i propri soldi.”

Intanto giovedì 30 giugno per la Borsa di Mosca è stato un giorno nero. Gazprom ha annunciato che non distribuirà dividendi per il 2021, e il colosso del gas ha perso il 30% del suo valore. Il futuro di Gazprom è incerto. Non può sopravvivere nella forma attuale senza il mercato redditizio dell'Ue. Sono in gioco affari lucrosi per i subappaltatori amici di Putin e l'energia sovvenzionata per la popolazione. Uno dei dati più preoccupanti emersi dal rapporto di Rosstat è quello demografico: per la prima volta dopo molti anni il bilancio migratorio è negativo, e unito alla strage provocata dal Covid nei due anni precedenti la Russia si ritrova ad aver perso quasi un milione di abitanti negli ultimi 12 mesi: un record dalla fine dell'Urss.

La grande sostituzione 

Nel lungo periodo, scrive l'economista tedesco Janis Kluge, del German Institute for International and Security Affairs, l’economia russa diventerà più primitiva e si “disaccoppierà" dal commercio internazionale. Per evitare tensioni sociali, il governo dovrà dunque fare una scelta di campo radicale: intervenire per sostenere le imprese russe, optare per un maggiore protezionismo e un maggiore intervento statale nell’economia. Solo così la Russia riuscirà a “sostituire” le mancate importazioni dai Paesi occidentali.

Una fetta più grande della spesa statale pubblica, aggiunge Kluge, finirà in sussidi verso settori improduttivi e in clientelismi politici in ub Paese sempre più vecchio, dove la borghesia ambiziosa e i giovani istruiti cercheranno di emigrare. Infine, l’economia russa diventerà meno trasparente: il governo avrà meno interesse a far emergere i dati reali, la corruzione aumenterà e crescerà l'economia commercia. Le statistiche sul commercio, la produzione e la spesa diventeranno più opache, e sarà più difficile misurare gli effetti delle sanzioni. Soprattutto, queste ultime creeranno incentivi per rimpiazzare l’import con prodotti di minore qualità, cambiando abitudini e gusti della classe media.

Quali saranno le conseguenze nel consenso per il regime? Il problema se l'è posto, nel corso del recente summit economico di San Pietroburgo, Margarita Simonyan, direttrice di Rt (ex Russia Today) tra le più note e brillanti propagandiste putiniane, ha mostrato al presidente russo una confezione di succo di frutta dal look vintage, chiedendo: “Mancano l'inchiostro per la stampa e le macchine per renderla più moderna. Riusciremo a farcela?”. Putin ha tagliato corto dicendo che l'identità russa non è fatta da questi dettagli e che la sofferenza del presente sarà ripagata da un ritrovato ruolo storico nel mondo. 

Molto dipenderà dalle importazioni parallele attraverso accomodanti Paesi terzi, e altri economisti hanno dubbi: come Andrey Klishas, senatore e presidente del Comitato per la legislazione costituzionale, vicino al governo, che dice: “Il programma di sostituzione delle importazioni è un completo fallimento”. Una docente di geografia economica dell'Università statale di Mosca, Natalya Zubarevich, è molto più drastica: una volta che finiranno le scorte, già nei prossimi mesi, le sanzioni paralizzeranno l'economia reale. 

Addio dunque l'impostazione liberista e austeritaria che ha caratterizzato la Russia putiniana negli ultimi anni? Come al solito anche questo dipenderà dall'esito della guerra sul campo. Un tracollo del fronte anti-Putin o del governo di Volodymyr Zelensky a Kyiv, con una partita negoziale tutta sbilanciata a favore di Mosca, potrebbe far ottenere al Cremlino un ritiro di una parte sostanziale delle sanzioni e un ritorno allo status quo precedente. Sempre che la dipendenza tecnologica dalle importazioni non faccia qualche brutto scherzo a Putin secondo un report del Cepa di Washington, perfino i missili russi Iskander, hanno usato fino al 2017 componenti elettronici fabbricati in America. E le difficoltà nel produrre autarchicamente  le parti hi-tech in quantità significative potrebbe inguaiare l'esercito russo. Tutto ancora da vedere, da dimostrare. Per ora entrambi i fronti in lotta mostrano segni di notevole sofferenza.

 

Inviato
1 minuto fa, Jack ha scritto:

la Norvegia che bilancia solo col petrolio in pochi decenni ha costituito un fondo sovrano da 1.2 trilioni di dollari. Forse più che ho perso il conto. Per 5 milioni di abitanti. 

Peccato che la Russia non sia la Norvegia, che sia stata emarginata economicamente e politicamente dai consessi occidentali e che nel prossimo futuro anche la rendita del gas venduto in Europa finirà, considera anche che ad oggi i miliardi del gas e delle materie prime se li sono imboscati gli oligarchi e non sono in un fondo sovrano, mentre oggi i miliardi del gas stanno fingendo in spese belliche, direi che il quadro d’insieme è molto diverso da quello norvegese.

È vero solo che la Russia avrebbe potuto diventare, se non avesse avuto un residuato bellico della guerra fredda alla sua guida, il Paese guida europeo grazie alla ricchezza di materie prime, sarebbe potuto entrare nella UE ed invece che arricchire solo gli oligarchi sullo stampo “sovietico”, avrebbe potuto diventare la Cina in Europa, con tutti i vantaggi di essere nel continente, oggi i paesi europei sarebbero dipendenti dalla Russia, sia per l’energia sia per l’economia, Russia che sarebbe legata a doppio filo ai paesi europei Germania in primis, la NATO e gli USA avrebbero le mani legate è in prospettiva avrebbe potuto guidare un’Europa che per forza economica e bellica avrebbe potuto sostituire gli USA come riferimento mondiale. 

Inviato
53 minuti fa, Paperinik2021 ha scritto:

Noi dare a voi turbina General Electric riparata

E noi non diamo, così loro il gas se lo fumano e campocavallo che la turbina glie la costruiscono i cinesi.

Si taglia il gas per il riscaldamento e l’aria condizionata, si spengono i lampioni, per tutto il resto usiamo il gas degli altri fornitori e amen.

Inviato
2 minuti fa, Roberto M ha scritto:

E noi non diamo

Diamo, diamo. L'hanno deciso i tedeschi in primis, e noi con loro


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