ferdydurke Inviato 27 Marzo 2022 Inviato 27 Marzo 2022 @maurodg65 insomma, generali morti, soldati ladri di polli, perdite ingenti, carri armati scassati…ma dove vogliono andare questi Russi, manco hanno gli occhi per piangere…Zelensky arriverà a Mosca di questo passo 2
Revenant Inviato 27 Marzo 2022 Inviato 27 Marzo 2022 @ferdydurke Certo che la situazione è veramente strana......faccio fatica a capire perchè mai la Russia si sia esposta in questo modo consentendo a tutti di vedere che ha un esercito da Armata Brancaleone, almeno stando alle informazioni che ci vengono somministrate.
ferdydurke Inviato 27 Marzo 2022 Inviato 27 Marzo 2022 @Revenant magari pure le bombe atomiche faranno solo il botto stile festa del patrono…o magari non è vero nulla e quello che ci propone Mauro è solo propaganda…
pino Inviato 27 Marzo 2022 Inviato 27 Marzo 2022 La situazione è seria il ministro Russo ha riportato quanto deciso dallo stato maggiore Sovietico. Potrebbe essere un bluff,e me lo auguro,ma l'invasione della Polonia che è nella Nato,porterebbe automaticamente alla terza guerra mondiale,e se parte un solo missile nucleare noi Italiani saremo i primi a farne le spese.. Confido nelle abilità diplomatiche di Macron,Draghi mi spiace dirlo ma ulrimamente mi ha profondamente deluso. In questa situazione sarebbe servita la lungimiranza e la pacante fermezza di Sassoli.
ascoltoebasta Inviato 27 Marzo 2022 Inviato 27 Marzo 2022 15 minuti fa, ferdydurke ha scritto: e quello che ci propone è solo propaganda Ma è scontato che ci sia una guerra anche a livello di propaganda, anche le tv Ucraine sono da giorni sotto il controllo del governo, nulla di più normale in guerra, poi c'è da sperare che le notizie riportate siano reali, quantomeno per aver la certezza che non potra riuscire a invadere altri Paesi.
wow Inviato 27 Marzo 2022 Inviato 27 Marzo 2022 13 minuti fa, pino ha scritto: Draghi mi spiace dirlo ma ulrimamente mi ha profondamente deluso. Un misto di basso profilo e ricalco delle posizioni usa.
pino Inviato 28 Marzo 2022 Inviato 28 Marzo 2022 @wow Da quando non è stato considerato eleggibile per il ruolo di P.d.R. ha cambiato pelle.
audio2 Inviato 28 Marzo 2022 Inviato 28 Marzo 2022 c'è anche da dire che come paese contiamo zero quindi draghi o chiunque altro pdc di riflesso non è che può brillare più di tanto.
Questo è un messaggio popolare. P.Bateman Inviato 28 Marzo 2022 Questo è un messaggio popolare. Inviato 28 Marzo 2022 Un pregevole articolo di Marino Sinibaldi [https://www.ilpost.it/2022/03/28/sinibaldi-resistenza-ucraina/] che condivido in pieno. 4
pino Inviato 28 Marzo 2022 Inviato 28 Marzo 2022 @meliddo Condivido anche io,ma son preoccupato di un eventuale allargamento del conflitto,vi son già gli schieramenti,e i tre paesi principali che appoggiano i Russi hanno armi nucleari. Il Papa vede molto lontano
P.Bateman Inviato 28 Marzo 2022 Inviato 28 Marzo 2022 11 minuti fa, pino ha scritto: son preoccupato di un eventuale allargamento del conflitto,vi son già gli schieramenti,e i tre paesi principali che appoggiano i Russi hanno armi nucleari. Lo stallo attuale, che è una sostanziale sconfitta, scoraggia altre avventure: poi India Pakistan hanno sempre combattuto fra loro, mai insieme.
Martin Inviato 28 Marzo 2022 Inviato 28 Marzo 2022 24 minuti fa, meliddo ha scritto: Un pregevole articolo di Marino Sinibaldi Ottimo articolo, grazie per il link.
Questo è un messaggio popolare. wow Inviato 28 Marzo 2022 Questo è un messaggio popolare. Inviato 28 Marzo 2022 Gli Amministratori mi scuseranno se occupo spazio, ma l'articolo dell'Huff Post di M. Sinibaldi (di cui sono un fan e che mi ha citato in una sua trasmissione, ma questa è un'altra storia) suggerito da @meliddo è troppo bello per restare confinato in un semplice link. Lo voglio condividere (scusate la parolaccia) come se fosse una birra fresca in una calda giornata estiva. ... La pace è la resistenza ucraina . . Se davvero la strategia militare russa cambiasse e si limitasse a rivendicare poco più dei territori che Putin controlla già (esito ancora difficile da prevedere, vista la sproporzione delle forze in campo) si realizzerebbe quello che ci si poteva solo augurare, e cioè che la resistenza ucraina vanificasse le ragioni della guerra, ne mostrasse la sostanziale inutilità. Se i risultati che Putin raggiungerà fossero infatti sproporzionati rispetto alle modalità dell’aggressione e al sangue (russo e ucraino) che ha sparso, sarebbe una lezione per tutti i guerrafondai. Ne uscirebbero rafforzate le ragioni della pace, anche se gran parte del mondo pacifista fatica ad accettare questa evidenza. Molte cose congiurano contro questo che sarebbe non l’esito migliore ma il male minore di una guerra terribile. Anzitutto lo scacco dell’aggressore: accanto a trasparenti ragioni geopolitiche, Putin pare davvero animato da un intento palingenetico e panrusso e potrebbe non accettare di accontentarsi di così poco. Pagando per di più il prezzo di aver trasformato l’Ucraina (una nazione che la sua manipolazione della storia ritiene inesistente, una semplice invenzione di Lenin o degli occidentali) in un faro di democrazia ammirato in mezzo mondo. E una democrazia (più o meno completa, in verità) insediata ai confini della sua autocrazia finirebbe per costituire una sorta di permanente provocazione: c’è il rischio davvero che alle porte sfilino i gay pride (secondo gli incubi ricorrenti del patriarca Kirill, che non si capisce se usi l’argomento per pure ragioni propagandistiche o creda davvero che valga la pena di sacrificare migliaia di morti in guerra per fermare le parate con i carri, le borchie e le bandiere arcobaleno: nel qual caso dovremmo con qualche tremore riconoscere che c’è un serio disturbo mentale al vertice della chiesa ortodossa. Eh sì, lo so che anche noi abbiamo i nostri piccoli Kirill nei senatori che nell’aula del Parlamento hanno salutato con sghignazzi e balletti la bocciatura della legge Zan; ma almeno usciti di lì non hanno sparato a famiglie in fuga, per togliersi il pensiero). Ci sono poi le esitazioni (per usare un eufemismo) di una parte del nostro pacifismo e le argomentazioni di chi, arrampicandosi sugli specchi della “complessità”, mette più o meno sullo stesso piano aggrediti e aggressori. La Storia è sempre complessa (specie dalle parti dell’ex Impero russo ed ex Unione Sovietica: nulla è mai semplice con troppi ex in giro) e merita conoscenza, attenzione e rispetto. Ma nel controverso dibattito in corso sulla secolare vicenda ucraino-russa prevale il ricorso strumentale a qualche precedente storico-politico che è funzionale solo a consolidare i propri pregiudizi. E poi: a che punto queste estenuate ricostruzioni dovrebbero fermarsi? Fino a dove risalire in questa ricerca di colpe e responsabilità reciproche? A quando avvenne l’allargamento della Nato, o alla dissoluzione dell’Urss? Perché trascurare l’Holodomor e i suoi milioni (due? cinque? sette?) di morti per fame (solo per fame, poi?) o rimuovere il valore della Grande guerra Patriottica e della sconfitta del nazismo? Ancora prima, l’anarchico Machno combatteva contro la degenerazione della Rivoluzione d’ottobre o favoriva la restaurazione zarista? E ancora altre domande, fino alla Rus’ originaria o perfino oltre, nelle nebbie vichinghe. Tutto giusto e utile, per carità (sempre le guerre hanno questo paradossale effetto di costringerci a riscoprire storia e geografie) ma, come ha detto con precisione Nicola Lagioia, c’è una complessità che aiuta a capire e una che confonde torti e ragioni. E c’è il sospetto che alla fine tutta questa ricerca di profondità e complessità (non sempre applicata in altri casi) assomigli al tentativo di attribuire alla stuprata qualche responsabilità che assolva lo stupratore. Se qualcosa fonda tutte le culture della pace è la scelta di porsi accanto alle vittime: quali siano in questa guerra è del tutto evidente, almeno a noi spettatori occidentali cui non sono sequestrate le immagini delle città distrutte (né disgustosamente manipolate al punto di presentare le macerie di Mariupol come frutto degli ucraini in ritirata). Riconoscere il valore della resistenza ucraina è il primo passo necessario. Non c’è bisogno di usare le maiuscole o di approfondire paragoni impossibili. Ogni popolo ha resistito a dittatori e invasori come ha potuto, con i suoi limiti e le sue ambiguità (che, come dicono i nostri libri migliori, non sono mancate nemmeno alla nostra Resistenza, senza sminuirne di un millimetro il valore e la gloriosa necessità). Il fatto che l’attuale presidente dell’Anpi (non l’ex, né – per fortuna e per quel che conta – quello del mio circolo) fatichi a riconoscerlo è un po’ come se il Papa si affacciasse in Vaticano per proclamare l’inesistenza di Dio. La realtà è che a questo punto solo la resistenza ucraina può salvare le ragioni della pace e per questo merita tutti gli aiuti possibili. È enormemente importante il ruolo di una opinione pubblica mondiale che mostra di non accettare gli effetti più sanguinosi della guerra (e forse contribuisce perfino – insieme a evidenti difficoltà militari e, oso dire, morali delle sue truppe – a impedire a Putin di adottare la sua consueta strategia di distruzione totale, come in Cecenia o ad Aleppo) e manifesta verso i profughi ucraini quella solidarietà totale e incondizionata che non dovrebbe mancare a nessun uomo, donna, bambino che sfugga guerre e fame.Se l’Ucraina avesse ceduto subito, come molti profetizzavano (e qualcuno auspicava) avrebbe reso vere le farneticazioni di Putin sul Russkiy Mir, il grande mondo russo da riunificare: un paese che non resiste è un paese che non esiste. E avrebbe chiuso definitivamente la bocca a quel poco di dissenso democratico che la terrorizzata società russa è in grado di generare. Ma gli ucraini da un mese resistono. Alla resistenza ucraina in queste ore è affidata la possibilità di dimostrare che la guerra è uno strumento inaccettabile, inadatto al nostro mondo e perfino inefficace. Proprio quello che una seria cultura della pace non può stancarsi di proclamare, specie dopo la caduta dei muri, in un mondo interconnesso ma ancora colmo di armi nucleari. La pace che chiediamo non può perciò che passare per una almeno parziale sconfitta dell’aggressione russa. Non c’è bisogno di revisionare l’intero apparato politico-culturale del pacifismo contemporaneo (anche se può essere l’occasione per ribadire che le guerre in Iraq e in Afghanistan erano sbagliate ed è stato giusto opporvisi, ma che trent’anni fa sarebbe stato bene permettere agli aerei della Nato di alzarsi in volo prima piuttosto che lasciare Sarajevo assediata per più di tre lunghi anni; e che ai curdi contro l’Isis le armi occidentali sono servite eccome; e che comunque in questo caso tutte le antiche e nobili discussioni sulla guerra giusta non c’entrano molto, trattandosi di una invasione). Bisogna intanto riconoscere che, come diceva Aldo Capitini, il fondatore del pacifismo italiano, la nonviolenza comincia dalla nonmenzogna. E dal non lasciare solo e disarmato – vittima, oltre che della violenza, della nostra indifferenza o equidistanza – chi nel mondo combatte contro la sopraffazione dei potenti e rischi di esserne travolto. Perché, come nel caso dei resistenti ucraini, difendendo la propria vita sta lottando per il futuro della pace. A cosa serve, il Post? Ok, cerchiamo di mantenere il senso della misura: nel suo piccolo, il Post, fa funzionare meglio la democrazia e l’Italia. Una democrazia funziona se le persone che vanno a votare sono bene informate: se hanno letto sciocchezze, bugie, veleni, votano male e poi va a finire come va a finire. Già ora non è che vada benissimo. Invece, è importante che qualcuno spieghi le cose bene. Il Post fa del suo meglio. 3 2
audio2 Inviato 28 Marzo 2022 Inviato 28 Marzo 2022 Ucraina, donne transgender in fuga respinte al confine: «Sono uomini, devono tornare a combattere»- Corriere.it
ferdydurke Inviato 28 Marzo 2022 Inviato 28 Marzo 2022 @wow si l'articolo è molto bello e espone molto bene le ragioni e la necessità della resistenza, ho sempre apprezzato Sinibaldi e i suoi programmi si Rai Tre. Riconosco che invita a riflessioni importanti 1
31canzoni Inviato 28 Marzo 2022 Autore Inviato 28 Marzo 2022 @wow Marino Sinibaldi è bravissimo, lo è sempre stato, quanto mi sarebbe piaciuto che mai se ne fosse andato da Fahrenhedt e Radio 3. 1
Membro_0021 Inviato 28 Marzo 2022 Inviato 28 Marzo 2022 Quando c'è una guerra il popolo si divide sempre tra Interventisti e Neutralisti non ci vedo nulla di anormale (successe così anche prima della Grande Guerra; partecipammo poi soltanto perché volevamo annettere Trento e Trieste...per poi chiedere anche altri territori sottoscrivendo il famoso Patto di Londra). Quello che disgusta è l'ipocrisia di una certa classe politica che diventa neutralista o interventista a seconda della bandiera. Ieri sera per TV un esponente del PD ha detto che bisogna intervenire SEMPRE quando un popolo si autodetermina; quindi bisogna essere sempre a favore dell'autodeterminazione dei popoli....eppure qualche anno fa quando ci furono venti di secessione in Catalogna tutti condannarono Puigdemont: in primis la UE e la NATO riconsegnandolo alla Spagna. Da ciò si deduce che l'autodeterminazione vale solo per quei popoli che la richiedono in un contesto dove posso indebolire un mio nemico storico (in questo caso la Russia).
appecundria Inviato 28 Marzo 2022 Inviato 28 Marzo 2022 3 ore fa, wow ha scritto: Nicola Lagioia, c’è una complessità che aiuta a capire Ecco.
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