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I giovani e il posto fisso (si o no? Decidetevi)


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Inviato

https://www.ilfoglio.it/societa/2022/06/23/news/-il-posto-fisso-non-fa-per-me-storie-di-giovani-e-dimissioni-4151428/

 

Questo articolo merita una lettura e spinge ad una riflessione: fino a ieri era tutto un lamento sulla precarietà, sui contratti a termine, sul fatto che ai giovani non veniva data fin da subito l'opportunità di un contratto a tempo indeterminato, non facevano figli perchè non avevano la sicurezza ecc ecc ecc

Oggi è l'esatto contrario: i giovani si lamentano di essere eccessivamente legati al posto di lavoro e vogliono cambiare ogni tot mesi (ieri un articolo su Milano raccontava questo).

In tutto ciò ovviamente lo stipendio che prima era il dramma, ora non c'entra più.

Io ho un terzo punto di vista, ovvero penso che chi si lamenta oggi è perchè fa un lavoro scelto a caso, senza passione, senza ricavarne altro che uno stipendio a fine mese.

Così ne cambia 50 cercando di capire cosa vuole fare da grande. Forse.

Nulla di male in questo, ma forse l'errore è di base: non capire quali sono le proprie inclinazioni, passioni, affinità. Ed avere uno sguardo rivolto prevalentemente all' ego, raramente rivolto verso ciò che circonda..

(PS la summa del concetto è il tal Matteo citato nell'articolo il quale ha recentemente scoperto che stare sdraiati 3 settimane in Grecia è meglio che lavorare in centro a Monaco. E fin là ci arrivavamo tutti anche senza un master....)

 

  • Melius 1
Inviato
24 minuti fa, Velvet ha scritto:

senza passione, senza ricavarne altro che uno stipendio a fine mese.

Se l'approccio è questo, e temo che lo sia, la vedo dura. Sono convinto che anche per spostare sacchetti da qui a li ci voglia passione.

Inviato

Tutto bello e anche condivisibile. Mi rimane una domanda: come campano? Come pagano i viaggi che li fanno sentire tanto bene? La vita rilassante piena delle cose che contano, senza avere un lavoro?

Ah aspetta non dirmi che si metteranno a fare gli startupper? Il cui unico scopo è fare qualcosa di già visto e già fatto contando su qualche genio del marketing di qualche grande azienda che rilevi l'illuminata startup. 

Inviato

Parliamo tanto di una UE che non esisterebbe, ma quella “non esistenza” è forse più un problema nostro, di noi che siamo “vecchi”, quei giovani dell’articolo sembrano non vedere l’Italia come teatro della loro vita lavorativa e personale, ma guardano più all’Europa se non proprio al mondo, vedono tante opportunità ma vogliono orientarsi per capire in che direzione muoversi, non si pongono il problema del posto fisso perché pensano ed orientano la loro vita su un modello di tipo americano, non sanno dove scegliere di vivere e quindi, prima di farlo, pensano a cosa dovranno andare a fare…

Certo che se si dimostrerà essere realmente così abbiamo od avremo anche il problema dell’emigrazione di giovani che abbiamo educato e formato dal punto di vista scolastico che lasceranno il nostro paese per intraprendere strade diverse ad alla denatalità dovremmo aggiungere anche questo, con tutto quello che, come conseguenza economica sul welfare, ci toccherà sopportare. 

Inviato

@Guru non semplificherei troppo, quei giovani non sono cazzoni sul modello “giovani comunisti degli anni ‘70” dello spezzone di film postato.

Inviato
9 minuti fa, maurodg65 ha scritto:

quei giovani non sono cazzoni

No, semplicemente "non hanno voglia di lavorare" 🤣

briandinazareth
Inviato

parlavo proprio di questo qualche settimana fa con i miei cugini giovani (tra i 20 e i 30), tutti laureati con magistrale ecc. e appassionati di quello che fanno) quindi forse non i giovani medi, 

sono emersi alcuni punti:

uno stipendio normale è sufficiente per tutte le loro esigenze, viaggi compresi. chi sta mettendo su famiglia ne ha due.


dell'auto se ne sbattono, ovvero viaggiare in panda usata va benissimo e gli altri sembrano soldi sprecati (e una buona parte di ragione la hanno...)

l'europa è il loro orizzonte, per quanto amino l'italia, quindi non è strano lavorare 3 anni a monaco, poi a valencia e adesso a roma. 

vogliono cambiare spesso lavoro, la noia di fare sempre la stessa cosa non è contemplata (questo lo capisco benissimo...)

per questi motivi si sentono molto meno ricattabili dai datori di lavoro o dai clienti di quando, ad esempio, avevo io la loro età.

quindi, semplicemente, se vengono trattati male o non sono contenti di quello che fanno, cercano un altro lavoro.

se la prospettiva non è più il paesino, la propria città o il loro paese è estremamente facile cambiare anche radicalmente.

 

  • Melius 2
Inviato
1 minuto fa, tomminno ha scritto:

No, semplicemente "non hanno voglia di lavorare" 🤣

Non generalizzerei, sicuramente per qualcuno sarà così, ma se come riportato nell‘articolo è un problema anche degli USA nella stessa fascia di età direi che nelle riflessioni si dovrebbe andare oltre.

Inviato
17 minuti fa, maurodg65 ha scritto:

Parliamo tanto di una UE che non esisterebbe, ma quella “non esistenza” è forse più un problema nostro, di noi che siamo “vecchi”, quei giovani dell’articolo sembrano non vedere l’Italia come teatro della loro vita lavorativa e personale, ma guardano più all’Europa se non proprio al mondo

Forse non hai letto l'articolo con attenzione, perché non parla di "fuga dei cervelli" ma del fatto che il nuovo trend del lavoro è cambiare lavoro (ogni tot mesi).

L'esempio citato di tale Matteo era quello di uno che lavorava a Monaco di Baviera (non a Brescia), salvo poi rendersi conto che stare sdraiati in Grecia è meglio che lavorare. E fin qui siamo tutti d'accordo.

 

Oltre a ciò qualcuno mi deve spiegare come fino a ieri la lamentazione riguardava l'assenza di contratti a lungo termine, oggi è l'esatto opposto.

Inviato

Difficile far coincidere lavoro con passione.

Se ad esempio -ammesso che ne abbia le capacita’- viaggiassi per musica per conto di un giornale la cosa sarebbe molto meno attraente. Dovrei scrivere un articolo gustoso, dire e non dire per non offendere, aspettarmi un richiamo del direttore o un deludente sondaggio di lettura.

La verita’ e’ che la stragrande maggioranza dei lavori anche cd nobili esige impegno, genera stress, richiede indole competitiva.

Alcuni sono cosi’ proprio di carattere, hanno bisogno di affermazione e il lavoro puo’ essere strumento di realizzazione e di benessere per se’ e per la propria famiglia (sperando che questa lo meriti….).

Per altri il lavoro e’ sbarcare il lunario. A botte e perete e pernacchie come si dice a Napoli. Mi sono molto simpatici.

Per altri ancora e mi ci metto io e’ una fase necessaria della vita per conseguire un benessere da spendere altrove. Una fase che pero’ deve tendere nel tempo progressivamente al disimpegno (imho).

Non appena si ha contezza di non essere uno che lascia il segno, ma di far parte  del miliardo di molecole che compongono il fungibilissimo e irrilevante connettivo della Storia, bisogna studiare il modo di liberarsi da tutte le giaculatorie che girano (ma non in tutto il mondo) intorno al mito del lavoro.

Se ci pensate cosa e’ il lavoro se non spendita di tempo irripetibile messo al servizio del modesto consesso sociale di cui facciamo parte, il valore dei cui componenti - dal condomino al politico all’azionista della nostra azienda-  possiamo valutare di giorno in giorno? E io dovrei perdere il mio tempo per costoro?

Pero’ quando intervistano alcuni che si vantano di lavorare moltissimo me ne compiaccio. Grazie a costoro e’ consentito ad altri di bisbocciare.

 

  • Melius 1
  • Thanks 1
briandinazareth
Inviato
1 minuto fa, Velvet ha scritto:

Oltre a ciò qualcuno mi deve spiegare come fino a ieri la lamentazione riguardava l'assenza di contratti a lungo termine, oggi è l'esatto opposto.

 

un cambio generazionale abbastanza vistoso direi... non che non ci sia chi anela al posto fisso, ovviamente, ma quelli che conosco e frequento io non hanno una visione del lavoro come quella dei meno giovani. 

con tutto che ti parlo di ragazzi con molta voglia, con studi molto brillanti... insomma non fancazzisti,

Inviato
6 minuti fa, Velvet ha scritto:

Forse non hai letto l'articolo con attenzione, perché non parla di "fuga dei cervelli" ma del fatto che il nuovo trend del lavoro è cambiare lavoro (ogni tot mesi).

No, ho letto, ma tu ti sei focalizzato sul cambio di lavoro come problema, io su quello che hanno affermato i giovani intervistati che fa il paio con il trend che nell’articolo, aveva postato un link al riguardo anche @appecundria qualche giorno fa in un altro thread sul lavoro, viene indicato come esistente anche negli USA post Covid

  • Thanks 1
Inviato

Si vivere light è meraviglioso così come bearsi del clima greco stando sdraiati sotto un'eucalipto...ma il risultato dal punto di vista della società italiana è il medesimo: denatalità e disgregazione del tessuto sociale.

Voglio vedere come sta in piedi la baracca fra un po'.

Perché un paese non campa di case del nonno in eredità né di mance di mamma.

  • Melius 1
Inviato
11 minuti fa, Velvet ha scritto:

Forse non hai letto l'articolo con attenzione, perché non parla di "fuga dei cervelli" ma del fatto che il nuovo trend del lavoro è cambiare lavoro (ogni tot mesi).

No, ho letto, ma tu ti sei focalizzato sul cambio di lavoro come problema, io su quello che hanno affermato i giovani intervistati che fa il paio con il trend che nell’articolo, aveva postato un link al riguardo anche @appecundria qualche giorno fa in un altro thread sul lavoro, viene indicato come esistente anche negli USA post Covid

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