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Melius Club

I giovani e il posto fisso (si o no? Decidetevi)


Messaggi raccomandati

Inviato
1 minuto fa, Velvet ha scritto:

denatalità e disgregazione del tessuto sociale.

Infatti io a questo pensavo, ma permettimi la colpa non la farei ai giovani, loro giustamente fanno le loro scelte, sono le nostre scelta ad aver rovinato il paese, noi che ci preoccupiamo più del welfare e delle pensioni, perché siamo vecchi, che delle scelte di mercato per rendere l’Italia un posto “appetibile” per le aziende in modo che possa essere un paese in cui le opportunità valide vengono offerte anche ai giovani.

Inviato
6 minuti fa, mozarteum ha scritto:

La tendenza segnalata credo non abbia tanto a che fare col reddito o col carattere noioso del lavoro, quanto con la riscoperta di quanto e’ bello vivere light.

Questo e’ il privilegio delle societa’ mature dove l’obiettivo non e’ piu’ la conquista dei beni materiali, di cui tutti trabocchiamo, ma la piacevolezza del vivere. Questa e’ un freno anche alla costituzione delle famiglie che sono trappole di obbligazioni per chi non ha predisposizione naturale a gioirne

Appunto. Ho finito le reazioni per oggi. 

Inviato
6 minuti fa, Velvet ha scritto:

Voglio vedere come sta in piedi la baracca fra un po'.

Se ne occuperanno i medesimi giovani

Inviato
5 minuti fa, maurodg65 ha scritto:

loro giustamente fanno le loro scelte

Tutti fanno o hanno fatto le loro scelte con lo stesso diritto di farle. Giovani di oggi, giovani di ieri e dell'altro ieri.

Quanto ai posti appetibili è un falso problema oggi come lo era ieri quello del posto fisso. Si cambia musica della lagna ma la sostanza è quella. 

A fronte della lagna fortunatamente esiste ancora (per quanto?) una buona fetta della popolazione, giovane e meno giovane, che porta avanti la carretta per tutti quanti. Anche per quelli stesi sotto all'eucalipto.

Quanto alla pensione essendo purtroppo lontana (se mai esisterà ancora)  non fa parte delle mie preoccupazioni attuali. 

Inviato
Adesso, Velvet ha scritto:

Tutti fanno o hanno fatto le loro scelte conto stesso diritto di farle. Giovani di oggi, giovani di ieri e dell'altro ieri.

Quanto ai posti appetibili è un falso problema oggi come lo era ieri quello del posto fisso. Si cambia musica della lagna ma la sostanza è quella. 

A fronte della lagna fortunatamente esiste ancora (per quanto?) una buona fetta della popolazione, giovane e meno giovane, che porta avanti la carretta per tutti quanti. Anche per quelli stesi sotto all'eucalipto.

Quanto alla pensione essendo purtroppo lontana (se mai esisterà ancora)  non fa parte delle mie preoccupazioni attuali. 

Velvet, chiaramente e ognuno sceglie per se, per noi quando eravamo giovani l’opportunità era spostarsi a Milano o in una grande città dove una grande azienda aveva sede, oggi i confini entro i quali fare quella scelta sono più ampi e, aggiunto a questo, c’è anche una predisposizione ed una scala di valori diversi per i giovani, non sarei così caustico nel giudizio, è cambiato il mondo ed ancora cambierà.

Il punto è che in Italia pensiamo ancora a come fare a ritornare agli anni ‘80 ed alla lira, ah quanto si stava bene allora. 😄😉 

Inviato
Adesso, maurodg65 ha scritto:

Il punto è che in Italia pensiamo ancora a come fare a ritornare agli anni ‘80 ed alla lira, ah quanto si stava bene allora

Non io di certo. 😉 

E fossi in te non sottovaluterei la capacità innovativa del comparto aziendale italiano, ci sono realtà che nonostante i bastoni fra le ruote hanno primati incredibili in tal senso.

briandinazareth
Inviato

però non fatevi l'idea che non abbiano voglia di lavorare, perché mediamente non è così

Inviato

C'è il disagio e ce n'è tanto, e la politica non lo rappresenta. C'è di tutto in questa pioggia di dimissioni. C'è soprattutto però la rappresentazione di una parte dei giovani altamente istruiti e non spinti da bisogni economici. La realtà è molto più dura e ingiusta, ma fa piacere rappresentarne uno spicchio che sperimenta la libertà a spalle ben coperte. Fanno bene comunque fin che possono e avrebbero pure la mia ammirazione sconfinata se lo facessero non potendo permetterselo, ma sono pochi quelli che lo fanno non potendo permetterselo.

50 anni dopo questo articolo mi sembra la nemesi di quanto scrisse Pasolini dopo gli scontri di valle Giulia:

"Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte
coi poliziotti,
io simpatizzavo coi poliziotti!
Perché i poliziotti sono figli di poveri."

Inviato

Mah, è proprio cambiata la mentalità. Io ogni volta che cambiavo lavoro non vedevo l'ora di apprendere abbastanza per andare col "pilota automatico" e riuscire a pensare ai c.miei lavorando, e una volta raggiunta questa condizione mi sono abbarbicato il più possibile al ruolo. Il tutto, sia chiaro, essendo estremamente produttivo. L'imboscamento e il disimpegno non sono cose che mi riguardano e in genere non le tollero da chi lavora con me. 

Per me e credo per molti della mia generazione il lavoro doveva essere sopratutto solidità. Pensare di arrivare a 30 -35 anni senza essere "padrone" in modo netto di qualche professionalità ben definita era impensabile. 

Inviato

@Velvet invidio il tuo ottimismo, nel senso che credi che oggi si possa scegliere un lavoro in base alle proprie passioni, aspettative ecc...se non hai le spalle coperte e devi pagare bollette, mutui e mandare avanti la baracca da solo, cerchi di lavorare comunque...

  • Melius 1
Inviato
11 minuti fa, Velvet ha scritto:

Non io di certo. 😉 

Si lo so. 😄😉 

Inviato

Negli anni dal 50 al 70 il miraggio era, per una generazione cresciuta a pane e cipolle e uscita dalla guerra, potersi permettere la lambretta, un giorno al mare, la Fiat 600, il frigorifero. E allora dacci dentro, cercare un lavoro, 10 ore di fabbrica al giorno che poi la domenica si faceva la scampagnata. Piaceva? Non tanto, ci si faceva un cul@ cosí, ma si doveva. Ora le spalle son ben coperte, genitori con case di proprietá, nonni a disposizione, benessere diffuso. Non hai mica la necessitá di sbatterti tanto, provo questo e se non mi piace cambio. Mi faccio un anno in Australia, tanto a casa il nido é sempre pronto, curato da mamme amorevoli e papá premurosi: "Eh, son giovani, devono fare le loro esperienze, troveranno la strada". Figli? No, sono troppo impegnativi, abbiamo un cane. Intanto il panificio sotto casa mia chiude per due settimane perché non hanno personale per sostituire la commessa, che dovrá pure andare in ferie. Le ultime tre che hanno cominciato dopo una settimana se ne sono rimaste a casa da oggi a domani, senza nemmeno avvertire.

Inviato
24 minuti fa, Velvet ha scritto:

E fossi in te non sottovaluterei la capacità innovativa del comparto aziendale italiano, ci sono realtà che nonostante i bastoni fra le ruote hanno primati incredibili in tal senso.

Certo, non sottovaluto nulla, solo che eccellere in un quadro generale negativo è molto più difficile e complesso che farlo in una situazione più fluida e dinamica, nella valutazione complessiva poi tutto si annacqua e le poche eccellenze non bastano a fronte di tanto altro che di eccellente ha ben poco.

briandinazareth
Inviato
4 minuti fa, Martin ha scritto:

Io ogni volta che cambiavo lavoro non vedevo l'ora di apprendere abbastanza per andare col "pilota automatico" e riuscire a pensare ai c.miei lavorando, e una volta raggiunta questa condizione mi sono abbarbicato il più possibile al ruolo. Il tutto, sia chiaro, essendo estremamente produttivo. L'imboscamento e il disimpegno non sono cose che mi riguardano e in genere non le tollero da chi lavora con me. 

 

per me è il contrario, quando sono con il pilota automatico la noia arriva immediata e devo cambiare, anche se con il lavoro in remoto questo parametro si è molto spostato.

 

4 minuti fa, Martin ha scritto:

Per me e credo per molti della mia generazione il lavoro doveva essere sopratutto solidità. Pensare di arrivare a 30 -35 anni senza essere "padrone" in modo netto di qualche professionalità ben definita era impensabile. 

 

probabilmente era anche un riconoscimento sociale che adesso sembra meno legato al lavoro

Inviato
1 minuto fa, appecundria ha scritto:

Per capirlo bisogna mettere vie tutte le sovrastrutture mentali che avete accumulato nella vostra lunghissima vita.

Per capire, si capisce pure. E' nel condividere e applicare che le sovrastrutture di una vita si mettono di mezzo... 😁


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