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Il Movimento 5 stelle e l'adolescenza


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Gaetanoalberto
Inviato
41 minuti fa, nullo ha scritto:

anche qui le responsabilità dei politici sono gravi e presenti.

Dunque, io suono l'altra campana solo perché, se leggi e ti guardi intorno, essendo più facile prendersela con entità astratte tipo lo Stato ed i partiti, è un lamentificio continuo ed un parlarne male. 

Se parlassero male di te ti difenderei, sono fatto così. Anche da ragazzino me le andavo a cercare, quando un gruppo si accaniva contro uno. 

Ed infatti (vabbè, forse pure perché giocavo malissimo), nelle conte per fare le squadre di pallone venivo scelto per penultimo, prima del disabile. 

Ehm, che c'entra? Niente! 

Passando oltre, io a sta cosa di "noi" da una parte e "loro" dall'altra non ci credo. 

Non c'è separazione, politica e società sono tutt'uno. 

Loro litigano perché noi litighiamo, loro perculano perché noi perculiamo o godiamo a farci perculare, loro hanno poche idee perché molti di noi ne hanno poche, loro sono inconcludenti perché spesso lo siamo anche noi. 

Dopodiché, chiaramente, dovrebbero invece far bene il loro mestiere. 

Nelle amministrazioni locali vedi molto meglio chi sa fare, ma non perché Roma è lontana e ladrona, ma perché la riforma degli Enti locali e del sistema elettorale degli EE. LL. è stata fatta miracolosamente benino. Le amministrazioni durano perché la legge è costruita per farle durare. 

E quindi vedi sempre risultati migliori, da parte degli stessi partiti. 

Come mai? 

Pensa al sistema elettorale dei comuni! 

È un fatto tecnico.

Ma chi tocca i fili muore.

In Italia se provi a riformare questi aspetti ti tacciano in due secondi di renzismo, papismo, stalinismo, fascioleghismo etc. 

Perché fa comodo a tutti usare l'arma del ricatto, e nascondere l'insipienza dietro la litigiosità. 

Quindi colpa dei politici? Certo! 

Il cittadino che si fa Stato risolve? I 5 stelle sono la prova provata del NO. 

Quando vai al governo cominci ad accorgerti della complessità, e le panzane che hai detto si trasformano in ciò che sempre si fa. 

Perché non puoi toccare nessuna categoria, togliere nessun privilegio, tagliare nessuna spesa: sarebbe sempre meglio "benaltro", che poi è il vero programma elettorale adatto a questa società. 

@audio2 prima non mi ha risposto. 

Penso provocatoriamente, essendo antimontiano oltre che antimoltealtrecose, parlava di riduzione delle pensioni. 

Non mi sottraggo al martirio: se il sistema pensionistico a ripartizione ha sempre determinato, per tutti coloro che stavano lavorando al 31.12.95 o avessero maturato a quella data 18 anni di contribuzione, pensioni superiori al montante contributivo (anche moltissimissimo superiorissimo), trattandosi di trasferimento di ricchezza, nei limiti che vanno oltre la salvaguardia dal bisogno, certo che si potrebbero toccare. 

Ma vallo a dire alla Lega, che tutela appunto tutto il sistema di trasferimenti a sostegno dei c.d. "lavoratori".

Cassa integrazione, mobilità, pensioni: un fiume di denaro girato da una parte all'altra. 

Ma ancora oggi la Fornero, che ha messo qualche piccolo freno, viene oltraggiata peggio di Saddam, che le armi chimiche non le aveva! 

 

Inviato

Da una parte i 5 stelle eterni adolescenti, dall'altra gli altri politici che fanno gli ometti ma sono dei ragazzini adolescenti supponenti che giocano a fare gli adulti, poi Draghi caricatura della figura paterna normativa e quasi ottocentesca nella sua antichità e archetipicita', e poi uno psicoanalista che propone sempre la medesima spiegazione buona per tutti i casi e tutte le stagioni e quindi il risultato di un'analisi di realtà tanto falsa quanto rassicurante. Per il pubblico cioè noi ormai non più individui né cittadini, la consolazione di credere di  aver capito l'ovvio e ciò che altri non hanno capito, il tutto certificato dalla psicobanalisi del recalcrozza.

  • Haha 1
Inviato

La classe politica,  normalmente composta da cittadini italiani e non da abitanti di Alpha Centauri , è eletta da cittadini italiani e rispecchia i cittadini italiani. 

 

  • Melius 1
Inviato

@Gaetanoalberto una piccola digressione sul borsello nell'universo melius, visto che sei da poco nel forum non puoi conoscere come si è giunti, per stratificazione ed evoluzione, a fare dell'oggetto comune un topos così gravido.  Inizialmente fu una intuizione metafisica di mozarteum ad associare al borsello un certo tipo umano. Non rileva la fede politica o il censo o la cultura, ma un certo modo di rappresentare sé e il mondo. Lascerei a @mozarteuml'interpretazione autentica del concetto,  che ha a che fare piu con l'estetica (e quindi con l'etica) che con la politica. Ben presto, come qui spesso accade,  avviene la polarizzazione: borsellati e bonvivant furono subito guelfi e  ghibellini, i primi trovano maggiore simpatia nell'area dem ed extraparlamentare  di sx, il bonvivant ha i suoi campioni tra i provocatori più di cdx o di area che gli altri definiscono reazionaria. Però vi erano anche borsellisti benestanti con ville d'epoca e bonvivant ex pci di scarse risorse finanziarie.  Ne nacque un filone di reciproche prese per i fondelli che talvolta diventò tanto caustico da costringere i moderatori all'intervento sanzionatorio e addirittura per un periodo fu proibito l'uso dei due termini. Oggi grazie alla buona condotta possiamo ogni tanto usare i termini, senza esagerare. Il tuo outing è stato come un sasso nello stagno.😀

  • Haha 2
Inviato
3 minuti fa, melos62 ha scritto:

Il tuo outing

 

In tanti anni non me ne sono mai accorto, certo l'amore assoluto  per l'opera avrebbe dovuto farmi sospettare.

Inviato
5 minuti fa, Panurge ha scritto:

per l'opera avrebbe dovuto farmi sospettare.

Il balletto specialmente 

Inviato

@Velvet

Perdonami (perdonatemi) i particolari biografici.

Ho lavorato dal 1988 al 1998 in una associazione di categoria di artigiani, un'esperienza che mi ha consentito di conoscere migliaia di persone e di come frammentati e contradditori siano gli interessi dei singoli e delle categorie. Ne ho conosciuti tanti che per il fisco avevano un reddito che non li avrebbe consentito di mettere insieme pranzo e cena e che tuttavia possedevano più immobili e non ereditati. Dei migliaia che ho conosciuto posso dire che solo una frazione avevano capacità imprenditoriali e nel ricostruire la storia dell'associzione mi resi conto che la pletora di autonomi era conseguenza di una costruzione politica; negli anni Cinquanta e Sessanta gli artigiani (ma anche le altre categorie di autonomi) rischiavano di diventare elettori del Pci e che le misure prese, comprese la miopia o meglio la cecità del fisco, erano finalizzate a farli diventare, come erano, elettori della Dc. Un particolare, all'epoca per i prestiti di esercizio delle cooperative artigiane di garanzia si beneficiava di un contributo sugli interessi, per cui il prestito era a tassi di un terzo rispetto a quelli di mercato. Tutti chiedevano il prestito e non pochi poi acquistavano con il prestito titoli di Stato BOT, che all'epoca avevano rendimenti particolarmente elevati. Il mio dubbio di allora era che significato questo avesse e quale futuro potesse avere questa costruzione politica dopo il crollo del muro di Berlino.

Ricordo bene quando un esperto di previdenza disse a chiare lettere che il nostro previdenziale degli anni Ottanta e Novanta era tanto assurdo che in circa otto anni il pensionato aveva bruciato l'intero capitale versato, per cui chi andava in pensione con 35 anni di contributi a poco più di 50 anni di età (e non erano pochi) dopo i 60 anni era interamente a carico della collettività. Aggiunse che a suo parere era una manovra del Psi e della Dc con l'intento di scavalcare a sinistra il Pci, addossando i costi di questa manovra politica alle generazioni successive. Aggiungo io che molti di costoro beneficiavano della pensione e continuavano a lavorare in nero. Siamo giunti nel 1992 vicinissimi al default, con oltre il 12% della spesa pubblica per interessi (oggi siamo a circa il 4%), ma pare che quasi nessuno se ne ricordi.

La gran parte di coloro con cui mi confrontavo li vedevo chiusi in un individualismo ottuso, incapace di considerare le conseguenze sulla collettività e sulle generazioni future dei loro comportamenti e dei loro assurdi privilegi.

Ora devo tornare al lavoro, poi dirò della mia esperienza come insegnante.

  • Melius 1
Inviato
1 ora fa, Gaetanoalberto ha scritto:

vallo a dire alla Lega

Torniamo li, anche altri, quelli seri, hanno portato in piazza un paio di milioni di persone contro la riforma che avrebbe toccato diritti ritenuti acquisiti.

La Fornero ed il genio mossero riforme dopo aver messo al sicuro le loro pensioni, i politici in genere fecero pure peggio con pensioni proprie e stipendi.

Che dire di un altro genio che guida l'INPS, che festeggia come attivo (la differenza fra il dare e l'avere di oggi degli immigrati )un debito contratto oggi e che andrà sanato nel futuro.

Come se una banca potesse mettere fra gli utili i depositi.

Mai pensato di potere affidare il futuro mio e dei miei famigliari all'INPS.

Gaetanoalberto
Inviato

@melos62 Grazie molte dell'excursus.  Nel vederlo ogni tanto citato, immaginavo l'oggetto avesse un passato nel forum!

Comincio a capire meglio... 

Spero proprio che  i miei pessimi versi e la più gustosa foto, possano rinverdire gli antichi spiriti vichinghi. 😆

P. S. Mi permetto di allegare una foto evocativa! 

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Inviato
38 minuti fa, Savgal ha scritto:

Ricordo bene quando un esperto di previdenza disse a chiare lettere che il nostro previdenziale degli anni Ottanta e Novanta era tanto assurdo che in circa otto anni il pensionato aveva bruciato l'intero capitale versato, per cui chi andava in pensione con 35 anni di contributi a poco più di 50 anni di età (e non erano pochi) dopo i 60 anni era interamente a carico della collettività. Aggiunse che a suo parere era una manovra del Psi e della Dc con l'intento di scavalcare a sinistra il Pci, addossando i costi di questa manovra politica alle generazioni successive. Aggiungo io che molti di costoro beneficiavano della pensione e continuavano a lavorare in nero. Siamo giunti nel 1992 vicinissimi al default, con oltre il 12% della spesa pubblica per interessi (oggi siamo a circa il 4%), ma pare che quasi nessuno se ne ricordi.

La gran parte di coloro con cui mi confrontavo li vedevo chiusi in un individualismo ottuso, incapace di considerare le conseguenze sulla collettività e sulle generazioni future dei loro comportamenti e dei loro assurdi privilegi.

 

Che dagli anni 50 agli anni 90 si sia fatta una marea di nero a livello industriale non ci piove (infatti quella generazione s'è magnato il passato, il presente ed il futuro del paese).

Chi gode di una lauta pensione oggi non si rende conto di tante cose, compreso il fatto di aver versato probabilmente la metà dei contributi necessari al proprio mantenimento vita natural durante (sia come dipendente che come autonomo). Basterebbe fare i conti della serva, ma è meglio lavarsi la coscienza gridando "io ho un diritto acquisito!!"

Le riforme dagli anni 90 in poi hanno fortemente cambiato la situazione, tanto che chi lavora o entra nel mercato del lavoro oggi ha forti dubbi sul fatto di poter percepire un giorno una pensione dallo stato, considerato che i cospicui versamenti che effettua servono a tenere in piedi la baracca attuale (baby pensioni comprese e varie casse di previdenza fallite ed accorpate all'Inps).

 

38 minuti fa, Savgal ha scritto:

Dei migliaia che ho conosciuto posso dire che solo una frazione avevano capacità imprenditoriali e nel ricostruire la storia dell'associzione mi resi conto che la pletora di autonomi era conseguenza di una costruzione politica;

Qualsiasi nazione avanzata che non appartenga ad un regime totalitario e/o comunista ha "una pletora di autonomi". La libera iniziativa fa parte del mondo capitalista in cui volente o nolente viviamo da un pezzo. Perciò trovo priva di fondamento questa osservazione. 

 

 

 

  • Thanks 1
Inviato
8 ore fa, Gaetanoalberto ha scritto:

Eh, io saró fesso, ma non ci ho mai, ma proprio mai creduto.

Neanche i primi tempi, quando uno va a votare con la credulonaggine dei suoi 18-19 anni ?

 

Inviato
1 minuto fa, lufranz ha scritto:

quando uno va a votare con la credulonaggine dei suoi 18-19 anni ?

Da quel punto di vista i radicali non mi hanno deluso: le canne libere per cui li ho votati a 18 anni hanno continuato a sostenerle fino ad oggi 😄 

Inviato

@Velvet

 

Italia, record di lavoratori autonomi. Solo la Grecia ci batte in Europa

di Alberto Magnani

 

6 settembre 2017

 

L'Italia è il Paese che registra il secondo tasso più alto di self-employed (lavoratori autonomi) in Europa: il 21% degli occupati, dietro solo alla Grecia (29%) e sei punti percentuali sopra una media Ue del 14 per cento. Lo rivelano gli ultimi dati Eurostat, calcolati su un totale di 30,6 milioni di persone auto-impiegate in Europa tra i 15 e i 64 anni di età. All'estremo opposto dell'accoppiata Italia-Grecia, emergono paesi come Germania, Estonia, Lussemburgo, Svezia (9%) e Danimarca (8%). Un confronto che non gioca a favore della Penisola, se si considera che economie come quella danese e tedesca godono di tassi di disoccupazione schiacciati rispettivamente al 4,3% e al 3,7% contro il circa 11% dell'Italia.

 

Come spiega Stefano Liebman, ordinario di Diritto del lavoro alla Bocconi, l'etichetta di self-employed nasconde spesso condizioni diverse: dalla disoccupazione ai rapporti di lavoro classificati come autonomi pur essendo, nei fatti, subordinati. «Non dimentichiamo che buona parte di questi self-employed sono “finti” – dice - perché si parla di rapporti di subordinazione mascherati o di persone che ripiegano sull'autoimpiego».

 

Self-employed di nome, instabili di fatto

Il quadro offerto da Liebman trova riscontri sia nell'identikit medio dei lavoratori auto-impiegati sia nei settori principali di attività che emergono su scala europea. Secondo la fotografia scattata da Eurostat, il self-employed medio viaggia sopra i 45 anni di età nel 55% dei casi e svolge un'attività lavorativa senza dipendenti (l'equivalente di un freelance) nel 71% delle situazioni. I settori che attirano più lavoratori autonomi sono vendita al dettaglio e riparazione di veicoli a motore (4,8 milioni, il 16% del totale europeo), agricoltura e pesca (4,4 milioni, il 14%), costruzioni (3,9 milioni, 13%).

Le attività professionali, scientifiche e tecniche incidono in maniera minore, il 12%, per un totale di 3,7 milioni di individui coinvolti. Su questo sfondo, il record italiano sembra gonfiato da due fattori: «Da un lato c'è l'uso improprio che si è fatto a lungo di formule come i co.co.co (collaborazioni coordinate continuative), dove si facevano passare per autonomi dei dipendenti – spiega Liebman – Dall'altro c'è una forma di ripiego che parte dagli stessi lavoratori: con un accesso al mercato del lavoro così fragile molti pur di lavorare fingono di essere autonomi». Insomma: in questo caso la suggestione della carriera indipendente e del freelancing sembrano avere poco a che spartire con la realtà di un lavoro che è “autonomo” perché è, soprattutto, instabile: «Non sono le oltre 7mila startup italiane a creare i lavoratori “autonomi” – spiega Liebman - Ma la situazione di instabilità che riguarda chi cerca lavoro».

 

Un popolo di giovani freelance (involontari)

Tra le categorie sensibili al fenomeno, sempre in Italia, ci sono i giovani. La definizione di self-employed ricorre nell'ampia quota di popolazione under 35 che lavora al di fuori del perimetro tradizionale dei contratti. Sempre secondo fonti Eurostat, il 35% degli occupati che si qualifica come freelance (lavoratori autonomi senza dipendenti) ha meno di 40 anni, sopra alla media continentale del 33%. «Si sono abituati all'idea – spiega Liebman – A furia si sostenere che il lavoro stabile non esiste, diventa più facile qualificarsi come self employed». E qui, secondo Liebman, pesa il «fallimento» delle politiche attive attuate in Italia. Secondo dati Ocse riferiti al 2015, l'Italia spende per misure di inserimento attivo nel lavoro lo 0,5% del Pil contro il 2,05% della Danimarca, l'1,27% della Svezia e l'1% della Francia. La Germania viaggia poco sopra i nostri standard, con lo 0,63%, ma la percentuale va bilanciata alle differenze nel Pil. «Per far funzionare politiche attive servono soldi e personale qualificato, due fattori carenti in Italia – dice Liebman – In Germania, il personale preparato è pari a 10 volte quello presente in Italia».

 

Inviato
9 ore fa, melos62 ha scritto:

Metro: terzine di endecasillabi in terza rima.

Nello foro di cui facciamo parte

Vi è, non scritto, un comandamento

Che zòtico dall'uom divide e sparte

Si tratta, ormai lo sai, d'abbigliamento 

Che non s'addice a chi fa il pedagògo

Se brama  d'evitar suo fallimento.

Di mozartèum comprenderai lo sfogo:

Se oggi sei munito di borselli

Provvedi immantinente al loro rogo

Che non conviene agli òmini più belli

Portar peripatètica borsetta

Per cianfrusaglie degne degli imbelli

Altra categoria mastro melos

Chapeau!

  • Thanks 1
Gaetanoalberto
Inviato
46 minuti fa, lufranz ha scritto:

Neanche i primi tempi, quando uno va a votare con la credulonaggine dei suoi 18-19 anni ?

OK. Questa viene, per magnanimità, concessa... Forse ai tempi ero più credulone.

Però considera che avevo fatto parte del Movimento Giovanile della DC proprio a quell'età, quando sono riuscito a stupire tutti i delegati comunali, alzandomi in piedi ad un tavolo per far notare la falsità di alcune affermazioni in vista dell'elezione di un Presidente della Provincia. 

Tutti mi guardarono torvo, tranne l'anziano politico che presiedeva la riunione, che con sguardo secondo me pieno di affetto, forse rivedendosi da giovane, mi disse: hai ragione, ma è così.. 

Cosí è, se vi pare! 

 

Inviato
1 ora fa, nullo ha scritto:

Torniamo li, anche altri, quelli seri, hanno portato in piazza un paio di milioni di persone contro la riforma che avrebbe toccato diritti ritenuti acquisiti.

La Fornero ed il genio mossero riforme dopo aver messo al sicuro le loro pensioni, i politici in genere fecero pure peggio con pensioni proprie e stipendi.

Che dire di un altro genio che guida l'INPS, che festeggia come attivo (la differenza fra il dare e l'avere di oggi degli immigrati )un debito contratto oggi e che andrà sanato nel futuro.

Come se una banca potesse mettere fra gli utili i depositi.

Mai pensato di potere affidare il futuro mio e dei miei famigliari all'INPS.

Questo succede quando si sceglie un sistema pensionistico basato intrinsecamente su valutazioni politiche opportunistiche - oltretutto lasciate in mano alla politicanza -.

Un sistema a ripartizione - che sia basato sul primato della contribuzione come ora o su quello della prestazione come fino alla riforma Dini - cambia nulla. Resta sempre in balía del rapporto tra pensionati e attivi ma con un gap temporale enorme di 35-40 anni e più ormai. Per cui vuole un meccanismo di “retroazione” pesantissimo, quasi irrealizzabile.

Per chi non capisse: le decisioni su come ripartire tra attivi di oggi e pensionati di oggi determineranno la situazione tra 40 anni e tra 40 anni si scoprirà che “si sarebbe dovuto fare diversamente ma 40 anni prima” perché la chiave di ripartizione di allora non funziona più oggi… questo per ogni giorno trascorso. E soprattutto senza nessuna logica finanziaria e senza accumulo di capitali che, investiti, producono un bel monte pensionistico aggiuntivo.

Con la capitalizzazione dei contributi invece ogni contribuente accumula il suo proprio capitale e, investendolo, lo mette al servizio del miglior rendimento sia per sè sia per la nazione in cui il contributo viene pagato perché si forma un montante pazzesco a disposizione dell’economia della nazione stessa. 

Certo vanno messi in atto sistemi adeguati di policy e di controllo sul risparmio pensionistico e ancora una volta le cacatine fatte in materia in iTalia non depongono a favore (vedi es il fondo espero della scuola) 

Siam sempre lí, mala amministrazione. Da un lato ripartizione ormai anacronistica e giocata come un terno al lotto e dall’altro fondi integrativi miseri nella dimensione e assolutamente opachi nelle regole e nel reporting.

Ma questo ancora una volta non è colpa della politicanza che queste cose sarebbe deputata ad organizzarle… no eh

  • Melius 1
Gaetanoalberto
Inviato
51 minuti fa, Velvet ha scritto:

Qualsiasi nazione avanzata che non appartenga ad un regime totalitario e/o comunista ha "una pletora di autonomi".

Da ex lavoratore autonomo, credo @Savgal si riferisse per esempio all'anomalia del meccanismo delle partite Iva, più di una volta utilizzate per aggirare le norme sul lavoro subordinato.

Il modello italiano di sviluppo, legato al terzismo ed alla piccola impresa è poi un caso studiato dagli economisti a livello mondiale. 

Ad ogni modo, gente che indubbiamente lavora. 

Però il sistema può portare ad un alto numero di partite Iva, che sono comunque sintomo della voglia di fare. 

Inviato
36 minuti fa, Savgal ha scritto:

Italia, record di lavoratori autonomi. Solo la Grecia ci batte in Europa

Stai mescolando imprese, freelance, autonomi, artigiani, commercianti, aziende ... 

Una bella insalata che però ha poco senso 

1 minuto fa, Gaetanoalberto ha scritto:

riferisse per esempio all'anomalia del meccanismo delle partite Iva,

Si appunto ma le sue premesse erano diverse 


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