Ivo Perelman Inviato 1 Maggio 2023 Inviato 1 Maggio 2023 9 ore fa, maurodg65 ha scritto: Ci hanno fatto un film in effetti su questa storia. https://it.wikipedia.org/wiki/Il_diritto_di_contare Molto interessante
maurodg65 Inviato 2 Maggio 2023 Inviato 2 Maggio 2023 4 ore fa, Ivo Perelman ha scritto: Se non è cessata vuol dire che non hanno funzionato. Forse funzioneranno in futuro. Le sanzioni hanno funzionato e lo stanno ancora facendo, sperare che servissero a far cessare la guerra immediatamente era ed è illusorio, possono aiutare a far desistere il paese che le subisce ma non possono ottenere alcun risultato in quella direzione fintanto che fa una parte deciderà quello che di fatto è un dittatore che può disporre liberamente nel paese di risorse economiche ed umane da mandare al macello e dall’altra ci sarà un paese che dopo un anno di guerra ha visto morire centinaia di migliaia di loro cittadini soprattutto civili, molti dei quali massacrati dopo aver subito violenze sessuali e torture per poi essere tumulati in fosse comuni, senza parlare delle distruzione del paese.
qzndq3 Inviato 2 Maggio 2023 Inviato 2 Maggio 2023 5 ore fa, Ivo Perelman ha scritto: Molto interessante É un bel film, da guardare.
Membro_0023 Inviato 2 Maggio 2023 Autore Inviato 2 Maggio 2023 36 minuti fa, maurodg65 ha scritto: Le sanzioni hanno funzionato e lo stanno ancora facendo Facciamo un riepilogo pratico? - non acquistiamo più materie prime da Putin, così da togliergli le possibilità di spendere in armi - sequestro e/o congelamento di tutti i beni all'estero degli oligarchi, così da convincerli a rovesciare Putin - bloccata vendita di chip per la produzione di armi, così Putin deve smontare le lavatrici - embargo su tutti i beni verso la Russia, così la popolazione allo stremo rovescerà Putin - congelamento di 300 miliardi di euro di attività della Banca Centrale russa all'estero. Sono solo le prime cose che mi vengono in mente, ma dopo 14 mesi di guerra Putin spara missili ogni giorno, come se niente fosse. Se riesci a farmi capire come stanno funzionando, te ne sono grato
maurodg65 Inviato 2 Maggio 2023 Inviato 2 Maggio 2023 1 ora fa, Paperinik2021 ha scritto: Sono solo le prime cose che mi vengono in mente, ma dopo 14 mesi di guerra Putin spara missili ogni giorno, come se niente fosse. Se riesci a farmi capire come stanno funzionando, te ne sono grato Sta funzionando perché i dati sull’economia russa dimostrano che sta soffrendo le sanzioni e sta funzionando perché ripristinare un arsenale che già possedeva ed a cui sta dando fondo risulta quantomeno più difficile se non impossibile senza la componentistica occidentale di cui la Russia faceva l’argomento uso. Poi come gia scritto le sanzioni non hanno effetto immediato sull’’arsenale bellico russo, come potrebbero, arsenale che per quanto vetusto era sicuramente molto vasto.
Membro_0023 Inviato 2 Maggio 2023 Autore Inviato 2 Maggio 2023 52 minuti fa, maurodg65 ha scritto: ripristinare un arsenale che già possedeva ed a cui sta dando fondo risulta quantomeno più difficile se non impossibile senza la componentistica occidentale di cui la Russia faceva l’argomento uso. Hai dei dati che confermino che stia dando fondo al suo arsenale? Io per ora vedo che droni e missili non gli mancano, anche grazie all'Iran (anch'esso sotto sanzioni ma se ne frega). E i MIG sono ancora tutti a terra, da ciò che mi risulta. L'unica cosa che sta funzionando è il sacrosanto invio di armi agli ucraini. Le sanzioni mi sembrano più un danno per noi che per la Russia, ad oggi.
Martin Inviato 2 Maggio 2023 Inviato 2 Maggio 2023 Continuo a non vedere come, in merito all'aggressione russa in corso, come possano avere una qualche efficacia le sanzioni, e questo dal pdv puramente teorico. Non siamo di fronte ad un paese che campava solo di economia fortemente anabolizzata dalla finanza, questo strato c'era (e rimane nonostante le sanzioni), ma si appoggia su solide fondamenta costituiti da risorse materiali e immateriali. E su una determinazione popolare difficilmente comprensibile in occidente. Il non-detto (a parte pochissimi opinionisti) è infatti che il leader russo gode tuttora di vastissimo e rafforzato consenso. Questo fa passare in secondo piano eventuali (ridicoli) ffetti delle sanzioni: Non ci saranno più mcdonald e i flagship-store di vuitton, ma in Russia il morbo non infuria e il pane non manca per il momento (ma è passato un anno, e qualche milione di metri cubi di macerie di case ucraine...) A cosa servono, da sole, sanzioni che rischiano di avere effetto nella migliore delle ipotesi quando l'Ucraina, per la gioia dei molti che anche qui bagnano le mutandine al solo pensiero, sarà tabula rasa non una ma tre o quattro volte ? A dire che avevamo ragione e le sanzioni hanno funzionato ? E sai che se ne faranno gli ucraini di queste ragioni ? Serve un attacco in profondità su obiettivi civili in territorio russo, attacco che faccia assaggiare a quel governo di essere di di fronte a una controparte che possiede pari mezzi e pari determinazione. Ah già: A patto di averli.
Ivo Perelman Inviato 2 Maggio 2023 Inviato 2 Maggio 2023 1 ora fa, Paperinik2021 ha scritto: L'unica cosa che sta funzionando è il sacrosanto invio di armi agli ucraini. Per rottamare gli arsenali? In effetti sembra funzionare come per le automobili in offerta: una volta svuotate le rimanenze a magazzino seguono le prenotazioni per riempire di nuovo i portafogli altrui e dare nuovo lavoro alle maestranze.
audio2 Inviato 2 Maggio 2023 Inviato 2 Maggio 2023 un vero genio 'sto tiracche storte, robe che noi paesan freak dicevamo un anno fa. pronto per l' indifferenziata, assieme ai suoi degni compari servognino, il riotto in cūlus, gramoletta e via dicendo.
Membro_0023 Inviato 2 Maggio 2023 Autore Inviato 2 Maggio 2023 @Ivo Perelman Questo video è di 11 mesi fa 1
Martin Inviato 2 Maggio 2023 Inviato 2 Maggio 2023 48 minuti fa, audio2 ha scritto: che noi paesan freak dicevamo un anno fa. Anche lui. Il video è di Maggio 2022. Ad ogni modo diceva cose evidentissime ma falliva il punto fondamentale: Non è possibile fermare la russia con le sanzioni, o quantomeno non è possibile farlo in tempo utile a salvare l'Ucraina dal massacro. Non sarebbe possibile nemmeno se aderissero convintamente Cina, India e Brasile. Per un paesanfreak abituato a far legna è un'ovvietà, lo è molto meno per un intellettuale engagée di fovmazione economica, in tal senso Vampini è pevdonabile. 1
dariob Inviato 2 Maggio 2023 Inviato 2 Maggio 2023 1 ora fa, Martin ha scritto: su una determinazione popolare difficilmente comprensibile in occidente. Questa è la situazione purtroppo! 1 ora fa, Martin ha scritto: è infatti che il leader russo gode tuttora di vastissimo e rafforzato consenso. Vero, però essendo una dittatura e quindi contando infinitamente meno l'opinione pubblica rispetto all'occidente, si spera che le elites dirigenti sotto il peso di danni personali economici glielo tolgano, il consenso.
qzndq3 Inviato 2 Maggio 2023 Inviato 2 Maggio 2023 10 ore fa, Paperinik2021 ha scritto: Le sanzioni mi sembrano più un danno per noi che per la Russia, ad oggi. Immagina senza sanzioni cosa farebbe pootin...
qzndq3 Inviato 2 Maggio 2023 Inviato 2 Maggio 2023 9 ore fa, Martin ha scritto: Serve un attacco in profondità su obiettivi civili in territorio russo, attacco che faccia assaggiare a quel governo di essere di di fronte a una controparte che possiede pari mezzi e pari determinazione. Ah già: A patto di averli. Pari mezzi e forse anche di più, sono convinto che in Occidente ci siano, non la determinazione. E meno male, cosa succederebbe se qualcuno decidesse di spianare San Pietroburgo e Mosca? Non dico sarebbe sbagliato, ma sarebbe un vero disastro per tutta l'umanità
Martin Inviato 2 Maggio 2023 Inviato 2 Maggio 2023 9 minuti fa, qzndq3 ha scritto: Non dico sarebbe sbagliato, ma sarebbe un vero disastro per tutta l'umanità Infatti stiamo assistendo al massacro centellinato dell'Ucraina per il "quieto vivere" europantofolaio. Ma dico io, non vogliamo sferrare contro la russia il contrattacco sul territorio che si meriterebbe ? Almeno si diano armi vere all'Ucraina, loro saprebbero come usarle, e si ripuliscano il mar nero e il mediterraneo dalle navi russe.* * P.S. In preparazione della prossima campagna invernale, si intensifica da parte di navi spia russe l'attività di rilevamento delle risorse energetiche europee, in particolare i campi eolici offshore scandinavi, i porti rigassificatori tedeschi e i campi metaniferi norvegesi (ora maggior fornitore UE per quanto riguarda il gas naturale) Questi ci stanno preparando il pacco di natale mentre "l'occidente" è perso a orsinare in chiacchere inconcludenti.
maurodg65 Inviato 2 Maggio 2023 Inviato 2 Maggio 2023 https://www.linkiesta.it/2023/04/russia-putin-economia/ L’economia della Russia di Putin sta andando in rovina molto velocemente - Linkiesta.it La mancanza di diversificazione rende il Cremlino vulnerabile alle sanzioni occidentali, dice David Cay Johnston (Premio Pulitzer nel 2001): «Le casse sono già vuote e presto Mosca esaurirà le risorse per acquistare materiale bellico» «La Russia di Putin sta andando in rovina velocemente», perché «l’Europa ha smesso di comprare petrolio e gas russi». Su The Soapbox– spazio di dibattiti su The New Republic, dal nome metaforicamente ispirato alla «cassa dei saponi» vuota in cui nella tradizione anglosassone gli oratori si issavano per fare comizi in strada – è l’analisi portata avanti da David Cay Johnston: Premio Pulitzer specialista in temi economici e insegnante alla Syracuse University College of Law. «E ciò solo per iniziare. Senza sparare un colpo, la squadra del presidente Joe Biden e gli alleati degli Stati Uniti stanno conducendo con successo una guerra economica contro la Russia. Il muscolo economico di Vladimir Putin si sta rapidamente esaurendo anche per il fatto che i suoi generali inetti, i coscritti demoralizzati e i mercenari reclutati dal Gulag non riescono a guadagnare molto terreno contro gli irriducibili ucraini con le loro tattiche flessibili sul campo, la raccolta di informazioni superiore e l’espansione dell’arsenale di sofisticate armi americane ed europee». L’economia russa, mai vivace, è ora a brandelli, osserva David Cay Johnston. «Le esportazioni di combustibili fossili pagano le bollette. Oltre il settantacinque per cento delle esportazioni russe sono combustibili fossili, prodotti chimici e altri prodotti realizzati con combustibili fossili». È questa mancanza di diversificazione che rende la Russia vulnerabile alle sanzioni economiche occidentali, «se progettate in modo intelligente e rigorosamente applicate. Le sofisticate sanzioni elaborate dall’amministrazione Biden si stanno dimostrando molto più efficaci delle sanzioni imposte dalle precedenti amministrazioni contro vari Paesi che si comportano male, sanzioni che erano per lo più di facciata e facilmente aggirabili». Così il petrolio russo ora si vende a ben al di sotto del prezzo mondiale. L’Opec+ si agita, ma più che altro il su obiettivo è che la depressione del prezzi del petrolio non colpisca anche altri produttori. L’Unione europea ha tagliato le importazioni di petrolio russo da circa settecentocinquantamila barili al giorno a quasi zero. Il petrolio sostitutivo dell’Europa proviene in gran parte dal Medio Oriente: «Un vantaggio per i dittatori locali, ma un problema pressante il portafoglio del Cremlino. L’Europa si è anche svezzata dal gas naturale russo a buon mercato, che Putin pensava erroneamente gli desse un randello con cui costringere gli europei a chiudere gli occhi politici o almeno a guardare dall’altra parte la sua invasione dell’Ucraina. Alcuni esperti più cinici hanno affermato quando è iniziata la guerra che l’Europa non avrebbe mai fatto queste mosse, ma l’Europa ha dimostrato che si sbagliavano». Per illustrare il problema delle entrate di Putin, l’analisi confrontava l’andamento del mercato del greggio. Il West Texas Intermediate, un petrolio americano utilizzato per fissare i prezzi di riferimento, è crollato di oltre il quarantaquattro per cento, da un massimo di 123,68 dollari dello scorso anno a 69,20 dollari del 24 marzo. Il greggio Brent, petrolio proveniente da sotto l’Atlantico tra Scozia e Norvegia, viene venduto a settantatré dollari, in calo rispetto ai centoquattordici dollari dello scorso giugno. Il prezzo del petrolio russo è sceso da 92,20 dollari al barile di un anno fa a 49,50 dollari di marzo: un calo del quarantasei per cento, ammesso dalle cifre del ministero delle Finanze del Cremlino. Vero, osserva David Cay Johnston, che tali cifre sono confuse. «Dall’inizio della guerra, il ministero ha drasticamente ridotto il rilascio di informazioni. Tuttavia, i suoi rapporti statistici affermano che l’economia russa è in crescita». Ma «è difficile da credere, a causa di un calo del trenta per cento delle esportazioni nette russe, principalmente combustibili fossili, rispetto a un anno fa». Sua conclusione: «È molto più facile falsificare o addirittura mentire apertamente sui numeri economici interni rispetto a quelli per le importazioni e le esportazioni perché i dati di altri Paesi possono essere confrontati con i rapporti del ministero delle Finanze russo». A causa delle sanzioni, il petrolio russo trasportato via nave è limitato a sessanta dollari al barile, ben al di sotto dei due benchmark per il greggio. E il prezzo russo effettivo è inferiore di oltre dieci dollari al barile, in base al conto del Cremlino. L’Occidente può limitare il prezzo a sessanta dollari perché le petroliere marittime si affidano a compagnie di assicurazione marittima cui i governi occidentali possono imporre di far rispettare le loro sanzioni alla Russia. Vero che la Russia per aggirare il problema ha fatto incetta di petroliere obsolete, come hanno attestato ad esempio Bloomberg, Cnn e The Washington Post. Non a buon prezzo, peraltro. Alcuni clienti ancora interessati al petrolio russo sono soggetti generalmente squattrinati tipo Cuba, Egitto, Corea del Nord e Sri Lanka. È aumentato pure l’export verso Cina e India, a prezzi di liquidazione. La prospettiva è un aumento dell’export via terra verso l’Asia, ampliando gasdotti e oleodotti esistenti o realizzandone di nuovi. Presumibilmente, è un tema di cui Vladimir Putin ha parlato durante la visita di Xi Jinping a Mosca. Putin ha inoltre anche provocato una costosa fuga di cervelli che indebolirà ulteriormente le entrate del governo, forse ridurrà le entrate derivanti dai crimini informatici e danneggerà la crescita economica a lungo termine. Ma se ne sono andate anche le compagnie petrolifere occidentali con lcapacità tecnologica di estrarre petrolio dal rigido clima russo, tra cui BP, ExxonMobil e Shell. «Probabilmente significherà danni ai giacimenti petroliferi, agli oleodotti e alle raffinerie russi a causa della mancanza di competenza tecnica. La cattiva gestione dei giacimenti e delle attrezzature petrolifere è una vecchia storia in Russia, che in epoca sovietica faceva affidamento sulle spie aziendali in America per migliorare le proprie tecnologie petrolifere». Poiché poi le imprese occidentali non vendono pezzi più pezzi di ricambio alla Russia, «la sua rete di viaggi aerei interni si sta restringendo. Molti aerei di linea russi sono stati sequestrati all’estero. I jet Airbus e Boeing vengono cannibalizzati per le parti, il che rischia di compromettere la sicurezza del volo». Ma Putin è anche vulnerabile perché, nonostante la superficie terrestre quasi pari a quella di Stati Uniti e Cina messe insieme, l’economia russa è piccola. Nel 2021 il Pil della Russia era inferiore a milleottocento miliardi di dollari, rispetto ai 23,3 degli Stati Uniti. La sola California ha un’economia da tremilaquattrocento miliardi, quasi il doppio di quella russa, ma con solo circa un quarto delle persone. La capacità di importazione della Russia è anche indebolita dalla caduta del rublo: un calo del trenta per cento rispetto al dollaro dall’inizio della guerra contro l’Ucraina alla fine di febbraio 2022. Computer, macchinari e veicoli rappresentano oltre il quaranta per cento delle importazioni russe, e sono tutti elementi necessari per perseguire una guerra che ora costa molto di più. «La mia analisi dell’ultimo bilancio della Federazione Russa», conclude David Cay Johnston, «mostra che la spesa nei primi due mesi di quest’anno è stata superiore del cinquantanove rispetto allo stesso periodo nel 2022 e del novanta per cento in più rispetto al 2021. Ciò suggerisce quanto l’attività economica russa si sia spostata verso la guerra. Allo stesso tempo, le entrate del governo sono diminuite del ventotto per cento e le entrate petrolifere sono diminuite del quarantasei per cento. L’aumento della spesa e il calo delle entrate non sono sostenibili, soprattutto per un paese che a volte deve indebitarsi in valute estere, a differenza degli Stati Uniti, che non hanno problemi a rinnovare i propri debiti e assumerne altri. Ad un certo punto, la discrepanza fiscale della Federazione Russa, la caduta del rublo e le deboli entrate delle esportazioni, insieme alla repulsione per la guerra, hanno portato a manifestazioni sparse nonostante la cultura russa di far fronte a privazioni, code e oppressione del governo». Per finanziare la sua guerra, Putin ha rotto il salvadanaio nazionale. In un anno ha prelevato più di un quinto del fondo sovrano russo, che nel settembre 2021 era di quattordici miliardi di rubli, ma a marzo è sceso a undici miliardi di rubli, ovvero meno di centocinquanta miliardi di dollari. Per un paese delle dimensioni e della popolazione della Russia non è molto, anche senza una guerra. «Col tempo, Putin esaurirà i proiettili economici per acquistare materiale bellico: droni, missili e mercenari del gruppo Wagner. Ogni politica che costringe Putin a spendere il fondo sovrano della Russia, limita le sue entrate dalle esportazioni e rende difficile ottenere tecnologia e pezzi di ricambio è un modo intelligente per fermare le sue atrocità».
Ivo Perelman Inviato 2 Maggio 2023 Inviato 2 Maggio 2023 13 ore fa, Paperinik2021 ha scritto: Questo video è di 11 mesi fa Era quello che diceva che la Russia ha un PIL più o meno uguale a quello della Spagna. Di cose ne dice tante, è un bravissimo giornalista ma non le azzecca tutte.
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