Jack Inviato 10 Agosto 2023 Inviato 10 Agosto 2023 Il 2/8/2023 at 11:03, dax ha scritto: D'altronde qui da noi per testare l'economia reale basta andare al supermercato o fare rifornimento di carburante, dalle mie parti in vendita a circa €1,80 e in Russia a € 0,50 al litro. questo testa l’economia reale?! 😂😂
dax Inviato 10 Agosto 2023 Inviato 10 Agosto 2023 41 minuti fa, Jack ha scritto: questo testa l’economia reale?! 😂😂 Dalle mie parte un soggetto come te starebbe bene al baretto con i suoi simili. Aritornace, offro io.
Jack Inviato 10 Agosto 2023 Inviato 10 Agosto 2023 3 minuti fa, dax ha scritto: al baretto con i suoi simili vedo che conosci bene i baretti… tra un bicchiere e l’altro studia un po’ anche peró eh 1
dax Inviato 10 Agosto 2023 Inviato 10 Agosto 2023 18 minuti fa, Jack ha scritto: tra un bicchiere e l’altro studia un po’ anche peró eh Ripeto. Fatte nà bella bevuta insieme ai tuoi compagnucci di merende. Pure sta' ciofeca è aumentato...😬
Jack Inviato 10 Agosto 2023 Inviato 10 Agosto 2023 4 minuti fa, dax ha scritto: Fatte nà bella bevuta usa l’italiano che non siamo a Frascati
dax Inviato 10 Agosto 2023 Inviato 10 Agosto 2023 44 minuti fa, Jack ha scritto: usa l’italiano che non siamo a Frascati Sissignore, signorsi signore. Aripijate però...fatte un giretto, te farebbe bene. È una bella giornata a Frascati.👇🏻
luimas Inviato 10 Agosto 2023 Inviato 10 Agosto 2023 @dax Allora il Venezuela , dove la benzina non costa nulla o quasi , economicamente starà benissimo ... 1
dax Inviato 10 Agosto 2023 Inviato 10 Agosto 2023 1 ora fa, luimas ha scritto: Allora il Venezuela , dove la benzina non costa nulla o quasi , economicamente starà benissimo ... A parte che qui si stà parlando della Russia e non del Venezuela, dove, come te dovresti ben sapere, in qualità di esperto di economia del "globo terracqueo", il costo del carburante è calmierato dallo Stato.
luimas Inviato 10 Agosto 2023 Inviato 10 Agosto 2023 @dax Si sta parlando della Russia , ma hai preso ad esempio il costo della benzina, volevo dimostrarti che quello non indica granché , i fattori sono molteplici . in Svizzera la benzina costa più o meno come in Italia , mentre in Bielorussia molto meno , evidentemente anche in Bielorussia stanno benissimo mentre in Svizzera è bene che si preoccupino per la loro economia ... 1
UpTo11 Inviato 11 Agosto 2023 Inviato 11 Agosto 2023 Le sanzioni alla Russia sono una barzelletta (Filippo Santelli, Repubblica) Dall’Armenia al Kirghizistan, quel boom sospetto dell’export italiano verso i Paesi vicini alla Russia. Tra fine 2022 e inizio 2023 si è impennato il flusso di esportazioni verso stati che tradizionalmente non sono mai stati nostri grandi partner commerciali. Un traffico che svelerebbe le vie con cui Mosca riesce ad aggirare le sanzioni. Quello tra il 2022 e l’inizio del 2023 è stato un periodo d’oro per le esportazioni italiane. Il Made in Italy, complice anche i prezzi in aumento, ha fatto segnare flussi record verso quasi tutti i Paesi del mondo. Alcuni di questi movimenti però, dalle parti di Bruxelles e di Washington, stanno accendendo più di un campanello di allarme. Perché gli aumenti sono molto sopra la media. Perché coinvolgono Paesi che storicamente non sono tra i primi partner commerciali dell’Italia o dell’Europa. E soprattutto perché quei Paesi sono accomunati da una caratteristica sensibile: sono tutti vicini, geograficamente e politicamente, alla Russia sotto sanzioni. Il caso più eclatante è quello del piccolo Kirghizistan, verso cui le esportazioni italiane sono aumentate del 178% nel 2022 e dal 409% nel primo trimestre di quest’anno. E aumenti fuori scala, con massimi storici superati di slancio, sono anche verso il Kazakistan (+67% sia l’anno scorso che quest’anno), la Georgia (+57% tra gennaio e marzo) e l’Armenia (+80% lo scorso anno, e ancora raddoppio all’inizio del 2023). La spiegazione, avvalorata da un aumento paragonabile dei flussi da quei Paesi verso la Russia, è che attraverso queste rotte passino e poi arrivino a destinazione una parte dei container che prima venivano spediti direttamente a Mosca. E il sospetto di Bruxelles e Washington è che all’interno ci siano anche alcuni beni sottoposti a sanzioni, come l’elettronica avanzata o le tecnologie ad uso duale, civile e militare, o i beni di lusso. Sanzioni che quindi il regime di Mosca starebbe riuscendo ad aggirare, con la connivenza di governi amici e quella, più o meno consapevole ma certo interessata, delle aziende italiane ed europee. Non solo Made in Italy I dati mostrano infatti che il fenomeno non riguarda solo il Made in Italy, bensì tutte le imprese comunitarie. Prendiamo ancora il Kirghizistan: l’export Ue verso il Paese nel corso del 2022, primo anno del conflitto in Ucraina, si è impennato del 345%, sopra il miliardo di dollari. Quello tedesco, nel confronto tra i primi mesi di quest’anno e lo stesso periodo del 2019 è più che decuplicato. Sono dati che sui tavoli di Bruxelles e del governo americano circolano da qualche tempo e che spiegano perché il regime e i russi più facoltosi abbiano ancora accesso a prodotti internazionali che in teoria dovrebbero essere loro negati. Nei mesi scorsi l’Europa ha organizzato diverse missioni diplomatiche nelle capitali coinvolte, per mettere pressione ai governi e convincerli ad intensificare i controlli. Finora senza successo, raccontano gli ultimi dati disponibili: nessuno di quei Paesi vuole rompere con Mosca, principale partner commerciale e alleato, a cui li unisce una unione doganale con libera circolazione dei beni. Anche se ora sono gli Stati Uniti ad agitare il bastone, iniziando a sanzionare le imprese locali che aggirano i blocchi. La via alternativa Quanto è consistente questo fenomeno di aggiramento? Per capirlo bisogna passare dalle percentuali ai valori assoluti. Prendiamo solo i dati sull’export italiano: nel 2022 il commercio verso Mosca è sceso da 7,7 a 5,8 miliardi, cioè di un miliardo e 900 milioni di euro, mentre quello verso Armenia, Georgia, Kazakistan e Kirghizistan è salito in totale di mezzo miliardo di euro. Una sostituzione solo parziale quindi, per quanto consistente. Ma che, dato interessante, pare cresciuta nei primi mesi del 2023, come se sempre più aziende scoprissero la via alternativa: a fronte di 204 milioni “persi” verso la Russia, il Made in Italy ne ha guadagnati 260 milioni verso quei quattro Paesi. Più complesso è dire se lì dentro ci siano o meno beni sottoposti a sanzioni, e in che parte. E’ probabile infatti che una buona parte di quel commercio sia composto da prodotti leciti, ma deviati per necessità o precauzione, magari perché il cliente o l’importatore russo non possono più pagare in dollari e operano quindi attraverso un partner kirghiso o kazako. La prima voce, ed anche quella che aumenta di più, sono in tutti e quattro i Paesi i macchinari, fiore all’occhiello del Made in Italy nel mondo. Una grande famiglia che potrebbe contenere sia tecnologie lecite che altre sanzionate, perché utilizzate in industrie colpite dai blocchi come quella energetica o quella militare. Stesso discorso per la seconda grande voce, l’abbigliamento e la pelletteria, settore per cui la Russia è un mercato importante: è vietato l’export di abiti e scarpe di lusso, non degli altri. E un ragionamento analogo si può fare per altre voci ricche come elettronica, chimica e mezzi di trasporto, che per esempio per la Germania è la principale. Per le aziende europee e quelle italiane vendere a un compratore kirghiso, kazako o georgiano è ovviamente lecito. In teoria non sono tenute a sapere dove quei prodotti andranno a finire. Ma la situazione potrebbe cambiare se gli Stati Uniti e l’Europa inizieranno a sanzionare anche le imprese di quei Paesi. O se le loro minacce spingeranno i governi dei Paesi centroasiatici a tenere gli occhi più aperti, cosa che per esempio l’Armenia ha detto di voler fare. L’alternativa, per l’Occidente, è lasciare che buona parte del commercio verso la Russia continui ad arrivarci. Per vie traverse. . Non mi stupirebbe, storicamente siamo abbastanza bravi a fare arrivare cose, anche armi, là dove non potrebbero e non dovrebbero arrivare. 1 1
audio2 Inviato 11 Agosto 2023 Inviato 11 Agosto 2023 e finalmente ora che ve lo hanno scritto pure nei giornali state cominciando a capire come funziona
UpTo11 Inviato 11 Agosto 2023 Inviato 11 Agosto 2023 7 minuti fa, audio2 ha scritto: state cominciando a capire come funziona Già si sapeva, si è sempre saputo, se uno non è nato ieri. Le guerre sono tra le occasioni migliori per fare soldi. Due piccioni con una fava, contratti per la ricostruzione da una parte e export verso chi rade al suolo dall'altra.
maurodg65 Inviato 11 Agosto 2023 Inviato 11 Agosto 2023 Scusate, ma adesso perché dove ci sono sanzioni economiche ed esiste un mercato nero dobbiamo concludere che le sanzioni complessivamente non funzionano? Il fatto che una parte dei prodotti occidentali arrivino seguendo percorsi alla fine conosciuti non vuole dire che quelle sanzioni non facciano effetto e come chiaramente evidenziato nell’articolo tutti sanno, dagli USA a scendere, da quali paesi entrano le merci e da quali paesi e da quale aziende la merce probabilmente parte, ma con le stesse probabilità si prestarà una maggiore attenzione ai prodotti strategici e cioè a tutto ciò che è connesso con la tecnologia e che potrebbe avere impieghi nel conflitto, che verrà controllato con maggiore attenzione e bloccato nel caso, al contrario di quella parte di merce un po’ più “normale” sulla quale si chiude un occhio per evitare di “toccare” le aziende, anche italiane, che ne approfittano per lucrare. Le difficoltà della Russia oggi sono legate principalmente alle sanzioni sul petrolio e alla scelta della UE di svincolarsi dal gas russo ed alle sanzioni finanziarie, le conseguenze della mancanza di valuta pregiata si vede da quanto riportato pochi post più in alto ed è l’anticamera del fallimento russo. Oggi finiti i dollari e gli euro quanto accetteranno pagamento in rubli? 1
newton Inviato 11 Agosto 2023 Inviato 11 Agosto 2023 Di fatto il fenomeno si traduce in un passaggio in più, un intermediario remunerato che compra e rivende, quindi una tassa del 20, 30, 50% sui beni che la russia importa. Mi pare che la cosa funzioni quindi. Sulla tecnologia immagino ci stiano un po' più attenti 1
dax Inviato 11 Agosto 2023 Inviato 11 Agosto 2023 16 ore fa, luimas ha scritto: i fattori sono molteplici Ovviamente il raffronto era volutamente indicativo riguardo l'acquisto di un bene primario ed indispensabile per l'economia di qualsiasi paese. Dalla tabella che allego, dove viene monitorare il costo della benzina si può constatare che l'Italia, Paese sanzionante, è agli ultimi posti, con i prezzi alla pompa più elevati del mondo, l'opposto per la Russia. https://it.globalpetrolprices.com/gasoline_prices/
dax Inviato 11 Agosto 2023 Inviato 11 Agosto 2023 Circa le sanzioni verso la Russia, scriveva un anno fa il Centre for Economics and Business Research (Cebr): "L’economia russa era la nona più grande nel 2022. Resterà la nona anche nel 2023 con una perdita di Pil del 3%. (😳) Ma le conseguenze delle sanzioni a seguito dell’invasione dell’Ucraina significano che scenderà al quattordicesimo entro il 2037". 😂😂 https://www.infodata.ilsole24ore.com/2022/12/31/la-mondiale-del-pil-ecco-come-e-andato-il-2022-e-come-andra-il-2023/ Ed io che pensavo che farmi meno docce, così come consigliato dal quel personaggetto imbarazzante della Commissaria per la concorrenza Margarethe Vestager, avrebbe spaventato a morte il popolo russo.😂😂 https://www.liberoquotidiano.it/news/europa/31091595/ue-margarethe-vestager-contro-vladimir-putin-lavatevi-meno.html Sarebbe una commedia surreale se non fosse una immane tragedia. Ora vado ad accendere il climatizzatore, a dispetto di quanto asserito dal capoccia dei migliori, già vile affarista...socio della Goldman & Sachs, grande banca d’affari americana (cit.). Hai visto mai che funzionasse al contrario?👽
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