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JBL 4335 studio monitor perché sono così amate?


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Inviato

Contrariamente al pensiero comune che essendo le JBL in genere piuttosto efficienti queste siano facilmente pilotatili al meglio con amplificazioni non importanti in termini di potenza e capacità in corrente, posso testimoniare invece esattamente il contrario, parlo per esperienza con le 4367, due finali da 1250 w ciascuno in configurazione stereo le pilotano in multiamplificazione in modo notevole permettendo a queste grosse JBL di esprimersi con dinamica e raffinatezza  notevoli. Quindi prima di esprimere un giudizio sulla qualità sonora del marchio inviterei chiunque a tener conto  seriamente di quanto ho appena detto. Un woofer da 38 cm di questa qualità in "rilascio" è un bel generatore di corrente il suo perfetto pilotaggio e controllo non è una sola questione di spl, ma anche e soprattutto di timbro e piacevolezza di ascolto. Provare per credere, non dico che non suonino con meno di 2500W per canale, dico che la potenza non è mai troppa , neanche per le efficienti JBL.

  • Melius 1
Inviato
13 minuti fa, Montez ha scritto:

@Dufay sicuro che siano riferimenti più alti?

Abbastanza .

Diciamo più alti degli 88 cm delle 4350

  • Haha 1
Inviato
28 minuti fa, Montez ha scritto:

@Dufay @Dufayper esempio?

 

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Questo è un progetto by Dufay :classic_biggrin:

A parte tutto il resto, se i progettisti Giapponesi vedono un TAD TD2001 abbinato a un imbuto da cucina del genere muoiono d'infarto secco, mentre J.M. Le'Cleach si rigira nella tomba fino a resuscitare per andare a cercare il "progettista" e dirgliene quattro :classic_biggrin:.

Il bello è che il TD2001 è uno dei pochissimi driver a compressione di cui (grazie ai Jap e a Le'Cleach)  si conoscono i parametri di Thiele & Small, e anche tutti i dati ottimali di progettazione, per cui è praticamente impossibile sbagliare. Ma per Dufay nulla è impossibile, e poi siamo pazzi a progettare sulla base di misure ? Meglio fare a orecchio !! :classic_laugh:

Inviato
1 minuto fa, Bunker ha scritto:

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Questo è un progetto by Dufay :classic_biggrin:

A parte tutto il resto, se i progettisti Giapponesi vedono un TAD TD2001 abbinato a un imbuto da cucina del genere muoiono d'infarto secco, mentre J.M. Le'Cleach si rigira nella tomba fino a resuscitare per andare a cercare il "progettista" e dirgliene quattro :classic_biggrin:.

Il bello è che il TD2001 è uno dei pochissimi driver a compressione di cui (grazie ai Jap e a Le'Cleach)  si conoscono i parametri di Thiele & Small, e anche tutti i dati ottimali di progettazione, per cui è praticamente impossibile sbagliare. Ma per Dufay nulla è impossibile, e poi siamo pazzi a progettare sulla base di misure ? Meglio fare a orecchio !! :classic_laugh:

Io vorrei ascoltarla

Inviato
40 minuti fa, Dufay ha scritto:

Diciamo più alti degli 88 cm delle 4350

 

Saranno più alti solo in quello)) Comunque da come le giudichi, credo che tu non hai avuto la possibilità di ascoltare un esemplare in ordine e messo nelle giuste condizioni, personalmente credo, che prima di dare un giudizio attendibile, bisogna provare a lungo e possibilmente nel proprio impianto, un Diffusore o un’elettronica. I grossi monitor JBL di quella serie, sono apprezzati per le loro caratteristiche e prestazioni, in tutto il mondo, e sono diventate sempre più difficili da trovare, un motivo sicuramente ci sarà, JBL e sempre stata una delle aziende più innovative, serie ed apprezzate nella produzione di diffusori acustici, ha depositato una grande quantità di brevetti, non credo che esistano altre aziende del settore, che possono vantare l’innovazione, la storia, l’esperienza e la serietà di questo marchio.

 

  • Melius 1
Inviato
3 minuti fa, senna ha scritto:

Saranno più alti solo in quello)) Comunque da come le giudichi, credo che tu non hai avuto la possibilità di ascoltare un esemplare in ordine e messo nelle giuste condizioni, personalmente credo, che prima di dare un giudizio attendibile, bisogna provare a lungo e possibilmente nel proprio impianto, un Diffusore o un’elettronica. I grossi monitor JBL di quella serie, sono apprezzati per le loro caratteristiche e prestazioni, in tutto il mondo, e sono diventate sempre più difficili da trovare, un motivo sicuramente ci sarà, JBL e sempre stata una delle aziende più innovative, serie ed apprezzate nella produzione di diffusori acustici, ha depositato una grande quantità di brevetti, non credo che esistano altre aziende del settore, che possono vantare l’innovazione, la storia, l’esperienza e la serietà di questo marchio.

Ho ascoltato quelle di Angelo Jasparro, quelle di Queledsasiol e un paio di alte negli anni ricavandone sempre le stesse impressioni.

Si sente che i driver delle vie superiori sono di alta qualità ma il medio nelle voci non è esattamente il massimo, i bassi nemmeno (neanche tanto potenti viste le dimensioni dei wooder) e l'immagine meglio lasciare perdere.

 

 

Inviato

 

Dovremmo essere orgogliosi di questo storico marchio, forse non sapete che il fondatore di JBLè di origini Italiane, James Bullough Lansing (ecco perché JBL) nel 1946,  Il sig. Lansing (vero nome James Martini, 14/1/1902 - 24/9/1949) era un inventore e un fine progettista di diffusori che legò il suo nome e il suo destino a due marchi leggendari: Altec Lansing e JBL. Era di origini italiane (il cognome Martini lascia ben poco spazio a dubbi) James cambiò il suo cognome in Bullough, assumendo quello della famiglia col quale visse per qualche tempo  

 

  • Melius 1
Inviato

 

Giusto per capire di che azienda si tratta, altro che le meteore “audiofile” che assemblano diffusori comprando gli altoparlanti da terzi e facendoli pagare quanto un appartamento….“Per 75 anni, JBL si è dedicata allo sviluppo di prodotti che offrono un suono di qualità professionale, indipendentemente dal formato. Ma soprattutto si è ritagliata un ruolo da protagonista nel grande circus della musica dal vivo, portando le sue casse e i suoi amplificatori nei concerti che hanno fatto la storia”, Woodstock, il Grateful Dead Wall of Sound e Tomorrowland, nonché alcune delle tecnologie che fanno parte della lista degli oltre 300 brevetti detenuti, dai trasduttori VGC alla porta a bassa frequenza Slip Stream, dalle guide d'onda Progressive Transition (PT) alla tecnologia Plus One del woofer-cono. Che JBL rappresenti, forse più di ogni altra azienda, la storia della diffusione sonora, sia a livello consumer che professionale, lo si capisce dalle tappe che hanno contraddistinto il suo percorso fin dalle origini. Anzi da prima di esse. Sebbene il marchio nasca ufficialmente nel 1946, la sua storia inizia in realtà nel 1927 quando James Bullough Lansing e il suo socio Ken Decker fondano la Lansing Manufacturing Company, che produce altoparlanti da 16 e 20 cm per console e apparecchi radio, un mercato molto fiorente all’epoca.

Siamo nell’era che segna lo sviluppo del sonoro nel cinema e la conseguente domanda di altoparlanti ad alta efficienza da abbinare alla bassa potenza degli amplificatori a valvole dell’epoca, utilizzati in enormi sale di proiezione. Proprio in quegli anni la Metro Goldwing Mayer (la MGM della saga degli 007, per intenderci), insoddisfatta delle soluzioni proposte dalla RCA e dalla Western Electric, decide di sviluppare l’altoparlante a compressione Shearer Horn, dal nome del progettista Douglas Shearer, all’epoca responsabile della divisione sonora della major hollywoodiana.

Nasce così il primo tweeter a tromba (horn in inglese), abbinato al woofer 15XS da 38 cm, con la produzione dei nuovi altoparlanti che viene affidata proprio alla Lansing Manufacturing. Per soddisfare le crescenti richieste del mercato cinematografico, l’inedita soluzione viene concessa anche alla RCA e alla Western Electric, ma solo alla Lansing viene permesso di vendere i suoi diffusori da cinema “Iconic System” con la sigla Shearer Horn. Nel 1939 Decker muore in un incidente aereo, lasciando l’azienda in una profonda crisi (anche finanziaria) che sfocerà nella vendita alla Altec Service Corporation e alla creazione di un nuovo brand, quello della Altec Lansing, nel 1941. L’operazione si rivela però un insuccesso, tanto che dopo la scadenza del contratto, nel 1946, Lansing decide di lasciare la Altec Lansing per fondare la "James B. Lansing Sound", abbreviato in JBL Sound.

Nel 1946, JBL produce i suoi primi altoparlanti, i D101 da 38 cm e il leggendario tweeter a tromba D175 per le alte frequenze che rimane in produzione fino agli anni ’70. Poi il D130, a catalogo per 55 anni consecutivamente, che introduce alcuni principi innovativi, tra i quali una bobina mobile a nastro piatto da 10 centimetri e un magnete in alnico.

Le vicissitudini personali del fondatore portano però a una nuova svolta: il 4 settembre 1949 Lansing si suicida, lasciando l'azienda nelle mani di Bill Thomas, a quel tempo vicepresidente di JBL, che sfruttando la polizza sulla vita di 10.000 dollari che Lansing aveva stipulato (nominando l'azienda come beneficiario) rivitalizza il marchio guidandolo verso un periodo di forte crescita.

Sono gli anni di alcuni dei prodotti più innovativi dell'azienda, tra i quali il driver HF 375 e lo 075 per le altissime frequenze, ribattezzato "JBL Bullet" in virtù della sua forma a proiettile che caratterizzava molte produzioni dell’epoca. Ma il coronamento del successo di JBL avviene nel 1960, quando Leo Fender nomina il D130 quale miglior altoparlante da abbinare ai suoi amplificatori per chitarra.

Pochi anni dopo, nel 1969, Sidney Harman compra la JBL da William Thomas e investe ingenti capitali nella ricerca e sviluppo. JBL entra nel mondo degli studi di registrazione, con le 4310 prima e poi, nel 1970, con le 4311 control monitor. Lo stesso anno vede il debutto della versione “casalinga” L100, il diffusore più popolare al mondo, con 125.000 coppie vendute solo nel primo anno di produzione e che JBL continua a produrre ancora oggi in versione ammodernata L100 Classic. A suggellare il percorso dell’azienda l’exploit di Woodstock: il concerto simbolo di un’intera generazione viene “sonorizzato” proprio da prodotti JBL, che diviene in quegli anni “IL” produttore di diffusori acustici grazie a un’ampia gamma di soluzioni per le esigenze dei professionisti, del cinema, del palco e dell’Hi-Fi. Negli anni successivi il reparto di ricerca e sviluppo di JBL si concentra su quella che diventerà una rivoluzione nel mercato del professionale: il diaframma in titanio. Questa innovazione migliora notevolmente le prestazioni sulle alte frequenze tanto da diventare, nei primi anni '80, la soluzione adottata nei tweeter a cupola dei diffusori JBL più prestigiosi.

Sono gli anni dei premi assegnati dagli Academy of Motion Pictures, nonché della collaborazione con George Lucas e la sua Lucas Entertaniment che seleziona i sistemi cinema JBL per le sale certificate THX. E intanto le gamme di prodotti a cavallo tra il professionale e il consumer crescono, fino ad arrivare agli anni ’90, periodo in cui viene introdotto il primo altoparlante differenziale, una tecnologia che assicurerà – fino a i giorni nostri – un’escursione senza paragoni per un componente a sospensione rigida.

Le linee di diffusori Hi-Fi diventano numerose: vengono introdotte le TI a forma di mezza piramide, le TLX come “entry-level” e vengono aggiunti altri diffusori “cross-over” con il mercato pro, come la serie “44” dotata di un tweeter a tromba dalla forma molto originale, antesignano dei carichi esponenziali attuali. Per venire poi incontro alle crescenti esigenze del pubblico appassionato dell’alta efficienza JBL, nel 2006, debutta con la serie “Everest”, prima DD65000 e adesso DD67000 entrambe 3,5 vie con due driver da 38 cm e tromba per frequenze medio-alte e alte.

 

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Inviato

@senna parlando poi di vintage.. ci sono due diffusori delle serie …Gon.. che mi colpiscono ogni volta che li ascolto.. le paragon, con il loro straordinario driver 175 a mio avviso una vera icona stilistica degli opulenti anni 60, e le piccole minigon.. quasi da stand, ma assolutamente rimarchevoli come sound.. purtroppo rarissime.. mi mancano solo le metregon, che ancora non mi sono arrivate a tiro.

Quelle recenti purtroppo non son nelle mie corde, a mio avviso troppo caratterizzate.. e adatte più ad un certo tipo di musica. :-)

Inviato
1 ora fa, senna ha scritto:

Giusto per capire di che azienda si tratta, altro che le meteore “audiofile” che assemblano diffusori comprando gli altoparlanti da terzi e facendoli pagare quanto un appartamento….“Per 75 anni, JBL si è dedicata allo sviluppo di prodotti che offrono un suono di qualità professionale, indipendentemente dal formato. Ma soprattutto si è ritagliata un ruolo da protagonista nel grande circus della musica dal vivo, portando le sue casse e i suoi amplificatori nei concerti che hanno fatto la storia”, Woodstock, il Grateful Dead Wall of Sound e Tomorrowland, nonché alcune delle tecnologie che fanno parte della lista degli oltre 300 brevetti detenuti, dai trasduttori VGC alla porta a bassa frequenza Slip Stream, dalle guide d'onda Progressive Transition (PT) alla tecnologia Plus One del woofer-cono. Che JBL rappresenti, forse più di ogni altra azienda, la storia della diffusione sonora, sia a livello consumer che professionale, lo si capisce dalle tappe che hanno contraddistinto il suo percorso fin dalle origini. Anzi da prima di esse. Sebbene il marchio nasca ufficialmente nel 1946, la sua storia inizia in realtà nel 1927 quando James Bullough Lansing e il suo socio Ken Decker fondano la Lansing Manufacturing Company, che produce altoparlanti da 16 e 20 cm per console e apparecchi radio, un mercato molto fiorente all’epoca.

Siamo nell’era che segna lo sviluppo del sonoro nel cinema e la conseguente domanda di altoparlanti ad alta efficienza da abbinare alla bassa potenza degli amplificatori a valvole dell’epoca, utilizzati in enormi sale di proiezione. Proprio in quegli anni la Metro Goldwing Mayer (la MGM della saga degli 007, per intenderci), insoddisfatta delle soluzioni proposte dalla RCA e dalla Western Electric, decide di sviluppare l’altoparlante a compressione Shearer Horn, dal nome del progettista Douglas Shearer, all’epoca responsabile della divisione sonora della major hollywoodiana.

Nasce così il primo tweeter a tromba (horn in inglese), abbinato al woofer 15XS da 38 cm, con la produzione dei nuovi altoparlanti che viene affidata proprio alla Lansing Manufacturing. Per soddisfare le crescenti richieste del mercato cinematografico, l’inedita soluzione viene concessa anche alla RCA e alla Western Electric, ma solo alla Lansing viene permesso di vendere i suoi diffusori da cinema “Iconic System” con la sigla Shearer Horn. Nel 1939 Decker muore in un incidente aereo, lasciando l’azienda in una profonda crisi (anche finanziaria) che sfocerà nella vendita alla Altec Service Corporation e alla creazione di un nuovo brand, quello della Altec Lansing, nel 1941. L’operazione si rivela però un insuccesso, tanto che dopo la scadenza del contratto, nel 1946, Lansing decide di lasciare la Altec Lansing per fondare la "James B. Lansing Sound", abbreviato in JBL Sound.

Nel 1946, JBL produce i suoi primi altoparlanti, i D101 da 38 cm e il leggendario tweeter a tromba D175 per le alte frequenze che rimane in produzione fino agli anni ’70. Poi il D130, a catalogo per 55 anni consecutivamente, che introduce alcuni principi innovativi, tra i quali una bobina mobile a nastro piatto da 10 centimetri e un magnete in alnico.

Le vicissitudini personali del fondatore portano però a una nuova svolta: il 4 settembre 1949 Lansing si suicida, lasciando l'azienda nelle mani di Bill Thomas, a quel tempo vicepresidente di JBL, che sfruttando la polizza sulla vita di 10.000 dollari che Lansing aveva stipulato (nominando l'azienda come beneficiario) rivitalizza il marchio guidandolo verso un periodo di forte crescita.

Sono gli anni di alcuni dei prodotti più innovativi dell'azienda, tra i quali il driver HF 375 e lo 075 per le altissime frequenze, ribattezzato "JBL Bullet" in virtù della sua forma a proiettile che caratterizzava molte produzioni dell’epoca. Ma il coronamento del successo di JBL avviene nel 1960, quando Leo Fender nomina il D130 quale miglior altoparlante da abbinare ai suoi amplificatori per chitarra.

Pochi anni dopo, nel 1969, Sidney Harman compra la JBL da William Thomas e investe ingenti capitali nella ricerca e sviluppo. JBL entra nel mondo degli studi di registrazione, con le 4310 prima e poi, nel 1970, con le 4311 control monitor. Lo stesso anno vede il debutto della versione “casalinga” L100, il diffusore più popolare al mondo, con 125.000 coppie vendute solo nel primo anno di produzione e che JBL continua a produrre ancora oggi in versione ammodernata L100 Classic. A suggellare il percorso dell’azienda l’exploit di Woodstock: il concerto simbolo di un’intera generazione viene “sonorizzato” proprio da prodotti JBL, che diviene in quegli anni “IL” produttore di diffusori acustici grazie a un’ampia gamma di soluzioni per le esigenze dei professionisti, del cinema, del palco e dell’Hi-Fi. Negli anni successivi il reparto di ricerca e sviluppo di JBL si concentra su quella che diventerà una rivoluzione nel mercato del professionale: il diaframma in titanio. Questa innovazione migliora notevolmente le prestazioni sulle alte frequenze tanto da diventare, nei primi anni '80, la soluzione adottata nei tweeter a cupola dei diffusori JBL più prestigiosi.

Sono gli anni dei premi assegnati dagli Academy of Motion Pictures, nonché della collaborazione con George Lucas e la sua Lucas Entertaniment che seleziona i sistemi cinema JBL per le sale certificate THX. E intanto le gamme di prodotti a cavallo tra il professionale e il consumer crescono, fino ad arrivare agli anni ’90, periodo in cui viene introdotto il primo altoparlante differenziale, una tecnologia che assicurerà – fino a i giorni nostri – un’escursione senza paragoni per un componente a sospensione rigida.

Le linee di diffusori Hi-Fi diventano numerose: vengono introdotte le TI a forma di mezza piramide, le TLX come “entry-level” e vengono aggiunti altri diffusori “cross-over” con il mercato pro, come la serie “44” dotata di un tweeter a tromba dalla forma molto originale, antesignano dei carichi esponenziali attuali. Per venire poi incontro alle crescenti esigenze del pubblico appassionato dell’alta efficienza JBL, nel 2006, debutta con la serie “Everest”, prima DD65000 e adesso DD67000 entrambe 3,5 vie con due driver da 38 cm e tromba per frequenze medio-alte e alte.

Non trascurerei la lunga collaborazione, durante quello che si considera il "periodo d'oro" JBL, con il pluripremiato Don Keele,  inventore e progettista di moltissimi profili di tromba (tra cui le biradiali) ancora oggi altamente ricercate per le qualità che le rendono particolarmente adatte all'utilizzo in diffusori di qualità.

Purtroppo la produzione recente risente a mio avviso parecchio del ritiro (per raggiunti limiti di età) di quello che è stato un vero e proprio genio, autore di oltre 40 pubblicazioni AES, e che non sarà affatto facile rimpiazzare.  Questo è uno dei motivi per cui la produzione del periodo d'oro gode ancora (giustamente) di altissima fama in ambito audiofilo. Poi c'è chi la considera "vecchiume" e "cassoni", e va bene...

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Inviato
1 ora fa, alexis ha scritto:

le paragon, con il loro straordinario driver 175 a mio avviso una vera icona stilistica degli opulenti anni 60

JBL Paragon, meraviglioso...

 

Inviato

Cari Signori,

 

 

 

permettete che vi dia il mio personalissimo punto di vista su questo monitor.

Intanto bisogna distinguere tra le varie versioni che montano trasduttori diversi, hanno accordo diverso e filtro diverso:

 

4350A.  4350B e 4355

 

Io ne ho in questo momento due versioni:

la 4350A.

100% originale trasduttori in Alnico  filtri e cablaggi fatti a Northridge California, come usciti dalla fabbrica. (2231A. 2202A. 2440 e 2405H) 

in questa versione i tubi di accordo sono 6 e l'attenuatore sul pannello frontale attenua tutte le tre vie alte insieme. 

 

e una 4355

ultima versione dello stesso monitor con trasduttori in ferrite (2235H. 2202H. 2441 e 2405H)  accordo con due tubi di dimensioni più generose e crossover con attenuazione dei tre trasduttori vie alte, separati. Il Crossover è nuovo "charge coupled" con componentistica selezionata e di pregio oltre a cablaggi di qualità nuovi.

 

Naturalmente ho avuto anche la 4350B che differiva dalla A per i trasduttori in ferrite comunque diversi da quelli della 4355 ( 2231H vs 2235H.    2440. vs 2441)

 

 

Infine ho avuto anche   gli ultimi monitor da studio JBL M2 venduti in accoppiata a due  Crown I-Tech 5000 HD in biamplificazione digitale e DSP BSS al loro interno con file proprietario JBL di crossover ed Eq per la loro linearizzazione.

 

Le M2 le ho acquistate proprio per poter paragonare dal vivo e nelle stesse condizioni le tecnologie audio di oggi con quelle di 40 anni fa e capire l'evoluzione.

 

Mi piace sperimentare e ammetto di essere molto fortunato e di avere lo spazio e le risorse per poterle provare tutte nello stesso momento e nelle stesse condizioni.

 

Posso confermare senza ombra di dubbio che le nuove M2 soprattutto grazie alle tecnologie digitali di cui dispongono fanno sentire cosa è stata l'evoluzione tecnologica in campo audio.

 

Le M2 sono magnifiche sotto ogni punto di vista, trasparenti,  dinamiche, bassi controllati ma estesi, gamma media con voci reali, altissimi puliti ma non affaticanti, scena sonora.

Inoltre sono molto meno direttive delle "vecchie sorelle" e non necessitano di stand per essere rialzate.

 

 

Ebbene le M2 dopo averle provate e confrontate a lungo le ho passate ad un caro amico vicino a me e mi sono tenute le "vecchie sorelle"

Le M2 "Belle senz'anima!"

 

 

L'emozione della musica dal vivo, l'impatto e la dinamica delle 4355 o delle 4350 sono uniche.

I due 38 cm in parallelo delle 4350 (2231A) o meglio ancora i due 38 cm delle 4355 (2235H) sono imbattibili anche oggi da qualsiasi diffusore moderno home. È un basso inconfondibile, che regala emozioni vere.

È il vero basso JBL!

 

Il fascino e il carattere che mostrano è inconfondibile.

 

A qualsiasi livello sonoro suonano non compresse, sembra di poter continuare ad alzare il volume all'infinito e ti fermi ben prima che loro dicano stop!

 

 

E come dice Tom Cruise  all'ammiraglio 

quando gli dice che la razza dei piloti è in estinzione e che il futuro è dei droni senza pilota Tom  risponde:

 

"May be, but not today!"

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Inviato

Veramente non capisco, con tutto il rispetto per chi si costruisce le cose da solo e non sono qui a criticare il risultato ma dire che questi siano dei riferimenti più alti di diffusori che hanno fatto storia e scuola mi sembra fuori dal mondo 

  • Melius 1
Inviato
15 minuti fa, Montez ha scritto:

Veramente non capisco, con tutto il rispetto per chi si costruisce le cose da solo e non sono qui a criticare il risultato ma dire che questi siano dei riferimenti più alti di diffusori che hanno fatto storia e scuola mi sembra fuori dal mondo 

In effetti è un tantino sconcertante.

Sia che si tratti di inconsapevolezza della situazione (.........), sia che si tratti di meri interessi commerciali.

  • Melius 1

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