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Melius Club

Tutta (o quasi…) la discografia (immensa) di Miles Davis disponibile in HiRes…


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Inviato

@n.enrico Ma certo che mi ricordo, anche se non era uno dei miei negozi preferiti e di riferimento: atmosfera interna troppo rarefatta e “snob”, vetrine interne ed esterne così eleganti che sembravano quelle delle gioiellerie sul Ponte Vecchio, i “consigli” del proprietario dati come se fossero parole del Vangelo quindi inappellabili… 

No, i miei negozi preferiti erano il Nannucci ma anche Alberti, specie quello più grande in via Borgo San Lorenzo con la “mansardona” tutta dedicata alla classica e jazz..

Il negozio Ricordi in centro a Firenze..pur grandissimo, non mi ha mai “solleticato” più di tanto (al contrario di quelli di Milano e Roma..).
E a proposito di Ricordi… anzi ricordi (hehe): ma  quanti altri piccoli negozi di dischi e CD c’erano a quei tempi, oltre al negozio di mio zio Nardi Dischi in via Gioberti e a quelli che abbiamo citato? Io ricordo che il numero era più vicino a venti che a quindici.

Oggi come unico riferimento è rimasto il piccolo negozio La Fenice, con il personale appassionato e competente (spesso presente anche ai concerti dal vivo sia con banco vendita che anche solo come ascoltatori…).

Io ho smesso da tempo di comprare album in formato fisico ma se ho un rimpianto è proprio questo: non poter più uscire di casa e andare in centro “a caccia” delle ultime novità nei vari negozi e delle discussioni, anche accese come quelle fuori dal “chiosco dei tifosi” della Fiorentina in piazza Ottaviani, con i vari esperti e appassionati,  “omìni” e più raramente “donnine” (le signore hanno sempre preferito la musica dal vivo a quella riprodotta e bazzicano, da sempre, meno i negozi di dischi e assai poco i negozi di HiFi e le Mostre… ).

Peraltro dopo i viaggi, e a volte una lunga permanenza, a Londra, New York e sopratutto Parigi, i negozi italiani mi sembravano così “piccoli e poco forniti” che già ad inizio anni 2000 avevo parecchio diradato le mie visite nei negozi fisici…

Amarcord… io mi ricordo con grande nostalgia i miei “tour” nei negozi di dischi di Parigi, fornitissimi e immensi… non solo i Virgin al Carousel du Louvre o sui Campi Elisi, non solo i numerosi negozi Fnac (specie quello praticamente dentro il nuovo teatro Operá Bastille), ma i millanta piccoli negozietti sparsi ovunque, a decine e decine, e l’immenso negozio Gibert Joseph, davanti alla Sorbona… fatto addirittura a tipo labirinto…mi sono perso a intere giornate in quelle sale e corridoi e curve tutti stracolmi di scaffali di CD alle pareti e cestoni di CD usati posati sul pavimento…

Anche a Parigi tutto scomparso o quasi… così come a New York, chiusi del tutto igli immensi Virgin Mega Store… e delle decine che frequentavo è rimasto solo un piccolo negozio vicino a Times Square… quante discussioni appassionate col giovane commesso e il vecchio proprietario…e quanti acquisti col dollaro debole sull’euro inizio anni 2000…

Non li ho mai contati, ma almeno 1500/2000 CD della mia collezione sono stati acquistati a Parigi o New York.

Insomma, faccio “pipponi” sullo streaming, ma sono abbastanza “esperto” di musica in formato fisico e penso di avere in casa più CD e SACD io che i vari nostalgici di questo formato…

Adesso lo streaming ha finito di dare “ il colpo di grazia” e di quella ventina di negozi che c’erano a Firenze negli anni ‘90 ne sono rimasti si e no 3 o 4, piccoli e “di nicchia”. Un po’ come i cinema, che davanti allo streaming domestico…come fanno a non chiudere? Durante il Festival di Venezia con 5 euro ti potevi vedere, da casa tua e in qualità HD 4 k tutti i film in concorso quel giorno…. Giusto per dire di cosa si parla… oppure film appena usciti, come Animali Fantastici parte 3, che se vai in due al cinema non ti bastano venti euro, a Firenze almeno, e invece con poco più di quattro euro lo acquisti su Amazon…o con due euro lo affitti per un mese… in qualità 4K! 
Sì, il mondo è rapidamente cambiato, non sempre in meglio, ma è cambiato radicalmente in pochi anni e bisognerebbe cogliere questo cambiamento e vederne i lati positivi (in altri casi assenti, ma nel nostro caso ce ne sono molti di lati positivi). Se no si rimane Laudatores Temporis Acti, con la testa girata dietro al passato..

Fine della lunga OT … mi sono lasciato prendere la mano..chiedo scusa 🙏

Inviato
31 minuti fa, SimoTocca ha scritto:

oltre al negozio di mio zio Nardi Dischi in via Gioberti

Noooo, è quello a cui vendetti in blocco tutta la mia (piccola) collezione di LP 😂

Inviato

Per tornare a “bomba” al tema della discussione e cioè agli album di Miles Davis recentemente rimasterizzati, si riparte dai suoi degli anni ‘80, iniziando dal primo “The Man With The Horn”, primo ad essere registrato dopo gli oltre 5 anni di “silenzio”, tanti ne erano passati dal precedente “Get Up With It “ (Columbia Records, 1974).
Sebbene, in fondo, forse questo non sia uno degli album migliori di Davis, fu accolto con grande clamore e grande favore dal pubblico, che aspettava impazientemente un suo ritorno.

E seppure la qualità della musica creata da Davis sia discontinua si tratta pur sempre della creazione di un genio e sopratutto questo album “illumina” quale sarà il percorso ultimo di Miles Davis nei suoi ultimi dieci anni di vita.

 

Anni in cui è rimasto circondato, forse meglio ha continuato a circondarsi, dai migliori musicisti in circolazione come  Bill Evans al sassofono e Marcus Miller al basso, tanto per fare un esempio che riguarda questo album.

Alla luce di quanto si è detto all’inizio, e sul fatto che molti ascoltano Miles Davis per uno o due album, è pur vero che The Man With The Horn può giustamente essere considerato lavoro minore (e lo è) rispetto ai capolavori sulla stessa etichetta CBS dei decenni precedenti come appunto  Kind Of Blue (del 1959) or Bitches Brew (del 1970).

Ma è pur sempre un album piacevolissimo da ascoltare e nella piacevolezza si amplia così anche la nostra conoscenza sulla musica di Miles Davis.

Molto bella la qualità audio in questo nuovo formato appena rimasterizzato a 24/96.

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Qui più sotto i nomi dei componenti della band di Miles Davis (diversi suonano solo in poche tracce, non tutti in tutte!)

Miles Davis, trumpet, pedals
Bill Evans, tenor & soprano saxophone 
Barry Finnerty, electric guitar
Mike Stern, electric guitar (1)
Marcus Miller, bass
Al Foster, drums 
Sammy Figueroa, percussion 
Robert Irving III, Yamaha CS30 synthesizer, piano
Randy Hall, synthesizer, electric guitar, celeste, Moog synthesizer; lead and backing vocals (5)
Felton Crews, bass
Vince Wilburn, Jr., drums 

 

Inviato
4 ore fa, SimoTocca ha scritto:

Molto bella la qualità audio in questo nuovo formato appena rimasterizzato a 24/96.

Giusto per curiosità, ma a me risulta essere un 24-192. Sia su Amazon che su Qobuz.

Inviato

@one4seven Capita, a volte, che su HRA gli stessi album siano in formato lievemente diverso, specie 24/96 invece che 24/192.  Da qualche parte nel sito ne spiegano anche il motivo tecnico ..

Devo dire che ascoltando la versione di Qobuz a 24/192 non avverto significative differenza rispetto a quella a 24/96 su HRA….

Ma ho detto, spesso, che almeno a casa mia, sui miei DAC (adesso sto ascoltando con la cuffia RAAL e quindi col DAC Berkeley Reference III) non mi riesce un granché ad avvertire differenze fra questo due formati… Colpa dei miei DAC? Delle mie orecchie? Oppure davvero a parità di ,aster di origine oltre il formato 24/96 non ci sono migliorie? Boh?  Intanto mi godo adesso un suono meraviglioso… che cuffia è la RAAL SR1a! Un monitor da studio davanti alle orecchie!

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P.S. Sul mio impianto “grande” ho lasciato (per adesso) la vecchia App di Audirvāna, mentre sul Mac mini dell’impianto cuffia ho la nuova….

Ancora non ho capito se ci sono differenze di suono fra le due… Però ecco, sia come grafica che come semplicità di uso preferisco questa qui sopra, la vecchia! Vedi come comprare grande l’immagine dell’album, per esempio?

 

Inviato

@SimoTocca ah ok, capisco. Era solo curiosità. Anch'io penso non ci siano differenze udibili.

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