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Ammennicoli, pietre magiche e accessori vari nel mondo dell'hi-end


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Inviato
46 minuti fa, leonida ha scritto:

Del nulla se ti limiti a considerare l'eventuale fenomeno acustico esclusivamente in relazione a problematiche riguardanti la conduzione elettrica. 

Continui a credere che chi la pensa in modo diverso non abbia le orecchie e non provi sensazioni. Non riesco a capire cosa te lo fa credere. Da questo punto di vista non siamo tutti uguali? Io immagino che chi cerca di andare oltre abbia almeno un vantaggio, scegliere tra due opzioni. Non vero il contrario. Ti che dici in proposito?

Inviato
34 minuti fa, grisulea ha scritto:

Continui a credere che chi la pensa in modo diverso non abbia le orecchie e non provi sensazioni. Non riesco a capire cosa te lo fa credere. Da questo punto di vista non siamo tutti uguali? Io immagino che chi cerca di andare oltre abbia almeno un vantaggio, scegliere tra due opzioni. Non vero il contrario. Ti che dici in proposito?

Non ho capito a cosa ti riferisci.

Chi ha detto che non siamo tutti uguali e che ricerchiamo sostanzialmente le stesse cose?

C'è  chi utilizza una tecnica, c'è  chi un'altra, c'è  chi di affida totalmente alla fisica elettroacustica come nel tuo caso, c'è  chi l'ha abbandonata quasi totalmente per seguire un'altra strada come nel mio.

Un risultato realmente di alto o altissimo livello mette d'accordo tutti quanti e cancella ogni forma di soggettività. 

Dico quindi le stesse cose che tu dici.

Il limite sta nel non poter valutare i risultati  prodotti dal differente modo fi procedere; tu giuri che il tuo approccio sia l'unico in quanto ti fidi ciecamente  del responso strumentale ed a quello tu affidi.

Io invece zero misure.

Come si può procedere in una discussione senza verifica dei risultati ?

Se il procedimento sarà  scientificamente valido il risultato dovrà risultare invariante e la sua validità  risultare  costante, ripetibile, ed indipendente da apparecchiature, cablaggi,  ambiente, registrazione e tutto quanto si presume,  produca alterazioni sul segnale da dover tradurre  in musica.

Solo quanto dovesse  risultare macroscopicamente misurabile dovrá   appena incidere sulla prestazione musicale.

Cancellazione totale  invece,  dell'azione interferente di quanto allo stato attuale  venga identificata come variabile più o meno controllabile.

So già che per te quanto sopra non ti risulta "scientificamente " possibile, conosco perfettamente le motivazioni dell'impossibilità,  per cui è  inutile che me le elenchi per l'ennesima volta, le so già. 

Repetita,  nel mio caso, non iuvant.

Inviato
11 ore fa, grisulea ha scritto:

il mio gatto continua a ridere. Che abbia ragione?

Ha torto, ed il mio gatto, che ne è  consapevole, si limita a sorridere osservando il tuo che ride.

 

Inviato
10 ore fa, leonida ha scritto:

C'è  chi utilizza una tecnica, c'è  chi un'altra,

Ti ho appena dimostrato che la tua tecnica è fallace perché presenta un numero tale di variabili fuori controllo da non poter essere gestite. Ed anche quando fosse corretta su un impianto, su un'altro, stante la tecnica empirica, certemente sbagliata. Sei punto e a capo. L'acustica invece vale ovunque, le sue regole son scritte ed ampiamente attendibili.

Comunque hai sempre aperta la questione bassi, aspetto ancora come risolvere.

Il tuo gatto sorride perché non capisce il motivo delle risate del mio. Il mio sa perché, il tuo cosa vuoi che ne sappia? Il gatto audiofilo è uno solo. Purtroppo per te è il mio. Chiedi a chiunque, qua lo sanno tutti. 

Inviato
10 ore fa, leonida ha scritto:

Un risultato realmente di alto o altissimo livello mette d'accordo tutti quanti e cancella ogni forma di soggettività. 

Dico quindi le stesse cose che tu dici.

Peccato che io son certo di aver sentito roba eccellente per il tramite della tecnica, ancora nulla per il tramite di altro.

 

Inviato
11 ore fa, FedeZappa ha scritto:

Cioè, tirare a casaccio produrrà senz’altro variazioni, ma poi che conclusioni potremmo trarne? 

Perché tirare a casaccio?

Nel caso di un riscontro sensibile di un cambiamento dovrà sicuramente esistere una causa che l'abbia prodotto.

il voler procedere verso nuove conoscenze, implica passione,  curiosità,  illimitata disponibilità di tempo , stabili riferimenti  quantirativi e qualitativi, capacità  di analisi e sintesi, capacità  induttiva e deduttive, ma soprattutto volontà di procedere verso una reale comprensione dei fenomeni, in totale libertà da bias e dissonanze cognitive, in questo caso paradossalmente rappresentate dal condizionamento della misura a supporto, assunto che  la sensazione di un cambiamento  debba necessariamente aver origine da una variazione fisica del segnale elettrico, da cui una variazione dell'onda di pressione  emessa dal diffusore. 

Se possiedi solidi riferimenti ed un sistema ben conosciuto in ogni sua sfaccettatura,  potrei guidarti suggerendo degli esperimenti che potrai tranquillamente effettuare senza alcun condizionamento, i quali,   se condivisi,  potrebbero anche spostare del tutto il tuo punto di osservazione anche su ogni altro sedimentato aspetto della materia.

Assolutamente nulla che possa essere misurato,ma comunque,  procedimento con ogni presupposto di scientificità, sperimentazione empirica in primis,   verifica della ripetibilità del risultato,  invarianza dello stesso in differenti condizioni,  e riguardo la finalità  rappresentata dal piacere dell'ascolto, condivisione di una netta distinzione fra situazioni di semplice cambiamento  da quelle di un eventuale miglioramento o peggioramento della qualità  musicale. 

 

Inviato
35 minuti fa, grisulea ha scritto:
11 ore fa, leonida ha scritto:

C'è  chi utilizza una tecnica, c'è  chi un'altra,

Ti ho appena dimostrato che la tua tecnica è fallace perché presenta un numero tale di variabili fuori controllo da non poter essere gestite

Non hai dimostrato proprio nulla, hai solo presupposto assumendo ed aggiungo sbagliando,  che siano esclusivamente  la fisica elettroacustica e l'acustica ambientale a  governare  la qualita della produzione e della riproduzione del suono.

Giustamente conoscendo il numero infinito  di variabili,deduc che io non ne possa avere il controllo.

Ti sbagli ed anche  di grosso, le variabili alle quali alludi  siete voi cultori della misura acustica ed elettroacustica a non poterle controllare. Ne rilevate infatti  un numero sterminato presumendo che sia il controllo e la presunta soluzione limitante lla presunta influenza  negativa delle stesse a determinare la sensazione di una maggiore o minore qualità  musicale.

 

VI accanite maniacalmente nello spegnere ogni presunta fonte di presunta influenza negativa, ma ve ne potrebbe sfuggire una soltanto che non fa parte del vostro bagaglio culturale, e che se risolta,potrebbe ridimensionare drasticamente l'importanza di quanto riteniate fondamentale ed imprescindibile.

p.s

Il mio gatto ne sa ormai abbastanza da poter  valutare la reale consistenza di ogni tesi, e comprendendo quindi perfettamente il perché  il tuo continui a ridere,  sornione ed imperterrito continua infatti  a sorridere.

Inviato
6 ore fa, leonida ha scritto:

Se possiedi solidi riferimenti ed un sistema ben conosciuto in ogni sua sfaccettatura,  potrei guidarti suggerendo degli esperimenti che potrai tranquillamente effettuare senza alcun condizionamento, i quali,   se condivisi,  potrebbero anche spostare del tutto il tuo punto di osservazione anche su ogni altro sedimentato aspetto della materia.

Suggerisco, suggerisci Leonida. Io sono fondamentalmente un misurone, ma mi piace anche giocare con i cavi, e non do mai niente per scontato.

Inviato
7 ore fa, leonida ha scritto:

Ti sbagli ed anche  di grosso, le variabili alle quali alludi  siete voi cultori della misura acustica ed elettroacustica a non poterle controllare.

E' un parere, sbagliato ma pur sempre un parere. Le varibili negative sono due o tre e perfettamente individuabili. Risolte quelle suona bene tutto. Purtroppo non sempre, non tutti, possono o vogliono arrivare a tanto. Ed infatti si affidano ad ammennicoli vari. Impossibilitati a fare altro è l'unica strada. Porta a poco ma ci si prova, spesso ci si convince che microvariazioni siano la soluzione ai problemi di ascolto.

Aspettiamo impazienti.

Inviato
29 minuti fa, grisulea ha scritto:

varibili negative sono due o tre e perfettamente individuabili. Risolte quelle suona bene tutto.

Resta da valutare a quale modalità di riproduzione corrisponda il "tutto suona bene"

Quel tutto suona bene  poi, lascia pensare che si ottenga in ogni caso e condizione una più o meno  perfetta traduzione del contenuto  da riprodurre e non, come largamente probabile, illimitate versioni, ricreate artificialmente tramite equalizzazione  e tutte comunque ritenute "ben suonanti"

 

No, il tuo concetto di ben suonante non fa per me.

 

 

 

 

Inviato
8 minuti fa, leonida ha scritto:

No, il tuo concetto di ben suonante non fa per me.

Ok allora dicci, il tuo può fare per me e per altri? Non è la stessa cosa? Arrivati ad un risultato decente ognuno sceglierà il suo suono con piccole variazioni. Che significa equalizzare artificialmente? Tu non hai idea di cosa sia un diffusore e come si proceda per pensarlo, costruirlo ed ottenere il risultato desiderato. Da quel che scrivi appare chiaro. Non scriveresti quel che scrivi. Come mai i diffusori suonano in modo anche molto diverso tra loro?

Inviato
Il 31/10/2022 at 08:33, alexis ha scritto:

Si vede che Galileo era un audiofilo, perché dice le stesse cose che molti di noi continuano a ripetere da anno, concetti che andrebbero condivisi da tutti, non solo nella piccola cerchia degli appassionati di musica.

al punto 1) i fenomeni inspiegabili nell‘audio non possono essere spiegati con la sola elettrotecnica di base come (alcuni continuano a ribadire con stolida pervicacia), non sufficientemente esaustiva, ma con un apparato di ricerca più vasto e differenziato, che tocca un campo di indagine più vasto. Sarebbe come andare a leggere i cromatismi degli affreschi del Tiepolo in palazzo ducale a Venezia, oppure andare a ricostruire la gamma cromatica di un fogliate autunnale nell‘ Ontario con la sola tabella RAL da imbianchìni in mano (autocitandomi per l‘efficacia della similitudine 😎)

al punto 2) pur essendo i fenomeni descritti attualmente non ancora valutabili dalla scienza attuale, confidiamo che essi vengano studiati nei tempi futuri, nessuno qui di noi desidera un ritorno all‘oscurantismo medievale… anzi.

A parte il fatto che: 1) Galileo parla di scienza tout court mentre qui discutiamo di un sottoinsieme piccolo piccolo della disciplina; 2) Galileo esprime pensieri adatti al suo tempo, XVI° - XVII° secolo, da cui ci separano quasi 400 anni;

tu affermi che nell'audio esistono fenomeni che la scienza contemporanea (nel suo attuale stato dell'arte) non riesce a spiegare. E' corretto?

Affermi inoltre che per studiare i "fenomeni inspiegabili nell'audio" servirebbe un apparato di ricerca più ampio e differenziato che tocchi un campo d'indagine più vasto. Quale campo d'indagine? Quali sono i "fenomeni inspiegabili dell'audio"? E quali dovrebbero essere i campi d'indagine adatti per comprenderli e spiegarli?

  • Melius 1
Inviato

@Bruce Wayne  mi pare di essere stato chiaro. il campo di indagine deve essere piu vasto e soprattutto intersettoriale, esteso a discipline che esulano dalla mera elettroacustica.  Un giorno qualcuno ( non certo il sottoscritto che fa tutt'altro nella vita) ci arriverá, ma, ad oggi, possiamo al massimo registrarne e documentarne la fenomenologia, accettando i limiti di una disciplina teorica a mio avviso, ad oggi, ancora incompleta.

Inviato
21 ore fa, leonida ha scritto:

C'è  chi utilizza una tecnica, c'è  chi un'altra, c'è  chi di affida totalmente alla fisica elettroacustica come nel tuo caso, c'è  chi l'ha abbandonata quasi totalmente per seguire un'altra strada come nel mio.

Un risultato realmente di alto o altissimo livello mette d'accordo tutti quanti e cancella ogni forma di soggettività. 

Dico quindi le stesse cose che tu dici.

Sto cercando di seguire il tuo ragionamento ma faccio fatica a trovare una linea logica che vada oltre la sensazione soggettiva. In assenza di misure oggettive che escludano l'intervento della psicoacustica (quale disciplina che studia la percezione soggettiva umana dei suoni) è impossibile descrivere un risultato di altissimo livello che metta d'accordo tutti e che cancelli ogni forma di soggettività. Ad esclusione di situazioni nelle quali le differenze tra un setup e l'altro siano macroscopiche, è difficilissimo giudicare il setup maggiormente "bensuonante" senza parametri di misura oggettivi, perchè si cade inevitabilmente nella soggettività della percezione personale. 

 

21 ore fa, leonida ha scritto:

Se il procedimento sarà  scientificamente valido il risultato dovrà risultare invariante e la sua validità  risultare  costante, ripetibile, ed indipendente da apparecchiature, cablaggi,  ambiente, registrazione e tutto quanto si presume,  produca alterazioni sul segnale da dover tradurre  in musica.

Solo quanto dovesse  risultare macroscopicamente misurabile dovrá   appena incidere sulla prestazione musicale.

Cancellazione totale  invece,  dell'azione interferente di quanto allo stato attuale  venga identificata come variabile più o meno controllabile.

Hai parlato di "zero misure". Senza un parametro di misura oggettivo e scientificamente riconosciuto come fai a definire un procedimento scientificamente valido? Potresti considerare un "esperimento", cioè un procedimento che viene impiegato nella ricerca in Behavioral economics: una survey in condizioni controllate che consideri un campione sufficientemente ampio e rappresentativo di soggetti che, posti all'ascolto di un setup audio, diano risposte che poi vengano aggregate ed analizzate dal proponente l'esperimento. Sostanzialmente irrealizzabile nelle condizioni nelle quali ciascuno di noi si trova nella vita di ogni giorno. Chi fa trattamento acustico ambientale (ad esempio Oudimmo), un must tra gli audiofili più incalliti, si avvale di team composti da ingegneri del suono, tecnici competenti in acustica, tecnici del suono che fanno analisi strumentale in loco. Il concetto di bass trap si fonda sulla RF, banalmente. Pur non volendo scomodare gli Ohm di un cavo, ma una RF e una waterfall sono il minimo sindacale per parlare di alta fedeltà. 

Inviato
1 ora fa, grisulea ha scritto:

non hai idea di cosa sia un diffusore e come si proceda per pensarlo, costruirlo ed ottenere il risultato desiderato. Da quel che scrivi appare chiaro. Non scriveresti quel che scrivi. Come mai i diffusori suonano in modo anche molto diverso tra loro?

Lo chiedo a te, come mai i diffusori suonano in modo anche molto diverso fra loro?

Riguardo il presunto risultato desiderato che presumi sia ricercato ed ottenuto da un costruttore, la tua affermazione mi lascia pensare che sia proprio tu quello che non abbia alcuna idea del perché un diffusore "suoni" in un modo o in un altro.

Gia il ricorrere all'espressione " diffusore che suona" per me la dice lunga sul tuo concetto di suono  e sulla tua convinzione di poter agire sullo stesso per manipolarlo  in modalità che presumi invariante.

Continuo ad affermare che le tue teorie, saranno anche valide per te e per altri, ma non fanno  assolutamente per me.

Inviato
26 minuti fa, alexis ha scritto:

mi pare di essere stato chiaro. il campo di indagine deve essere piu vasto e soprattutto intersettoriale, esteso a discipline che esulano dalla mera elettroacustica.  Un giorno qualcuno ( non certo il sottoscritto che fa tutt'altro nella vita) ci arriverá, ma, ad oggi, possiamo al massimo registrarne e documentarne la fenomenologia, accettando i limiti di una disciplina teorica a mio avviso, ad oggi, ancora incompleta.

continuo a non seguire, e non credo per limiti miei. 

Ho capito che il campo di indagine dovrebbe essere più vasto, ma continui a non definire le "discipline che esulano dalla mera elettroacustica". E non definisci la fenomenologia: quali sono i fenomeni inspiegabili?

Inviato
4 minuti fa, Bruce Wayne ha scritto:

Senza un parametro di misura oggettivo e scientificamente riconosciuto come fai a definire un procedimento scientificamente valido

Le conclusioni di tutte le ricerche basate su esperimenti che prevedono un gruppo più o meno ampio di volontari sui quali operare hanno o no validità scientifica, quantomeno a livello statistico?

Se si, la questione è  la seguente:

Esiste, o può esistere una modalità  d'ascolto alla quali tutti  indistintamente  i soggetti ascoltatori reagiscano univocamente oggettivizzando quindi una qualità sonora di livello superiore?

In materia di qualità  video sembrerebbe di sì, perché non dovrebbe essere possibile in materia audio?

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