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Ho ascoltato Maurizio Pollini…


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Inviato

Ooops! Il tedesco... come si chiamava? Al ...Al.. è qualcosa come alza...

ah, ecco... Alzheimer!

Volevo scrivere il concerto 27, il KV 595, l’ultimo scritto da Mozart insomma! E nel rileggere non mi sono accorto che avevo scritto 26 ! No, volevo appunto scrivere il concerto numero 27!

Inviato

Io ho avuto il piacere di ascoltare la Argerich proprio con Schumann esattamente un anno fa. Memorabile.

Grande performance della Zilberstein venerdì scorso con il Secondo di Rachmaninov. E dire che è venuta come sostituta della Buniatisvili ammalata...

Inviato

Ascoltando Pollini ho sempre la nettissima impressione che stia suonando rigorosamente come avrebbe desiderato il compositore, la qual cosa dona alla musica una straordinaria bellezza.

Inviato

@hfasci Non avrei saputo esprimere meglio il mio pensiero….

Inviato

Una due serate  Pollini- Argerich è roba da leccarsi le orecchie, anche (anzi, soprattutto ) a ottant'anni suonati.

Fortunati voi (so che c'era anche l'immancabile @mozarteum di cui sarebbe bello sentire l'opinione recensoria).

L'emozione si coglie palpabile dalle parole di @SimoTocca e non ho dubbi che sia andata proprio così.

Inviato

@SimoTocca Grzie davvero Simo di aver condiviso con noi le tue belle sensazioni, di averci fatto immaginificamente quasi assistere a momenti di grande storia musicale che vive ancora nel presente. 😉

Io penso che dove la tecnica potrebbe risentire del tempo che passa, per motivi fisiologici naturali, la musicalità sempre presente anche  nei "geriatrici" concerti, il grande musicista la porterà con se immutata, perfino più matura e intensa che pria, fino alla fine dei suoi giorni terreni.

Inviato

Il post iniziale di @SimoTocca fa percepire cosa può dare un ascolto live, negato a una registrazione: certi artisti hanno un aura, un carisma, qualcosa di impalpabile e di inspiegabile che riescono a trasmettere al pubblico, che percepisce solo chi c'era, chi ha vissuto l'hic et nunc del concerto. Questa virtù è dono che ha qualcosa di divino. Meglio un concerto con 10 minuti di brividi lungo la schiena, con la mente che comincia ad abbandonarsi a sogni, a dare corso alla fantasia, essere toccati da emozioni inattese, che recital perfettissimi, precisissimi, levigatissimi, ma che alla fine si pensa sono alla metro da prendere, o ad andare a prendere la macchina al parcheggio.

Leggendo il post mi è venuto in mente l'incontro tra due grandi vecchi del passato, Michelangeli e Celibidache nel 1992 a Monaco di Baviera: ABM settantaduenne, un po' malconcio (sarebbe morto tre anni dopo), Celibidache ottuagenario. Ci sono le registrazioni: il Concerto di Ravel è una bella esecuzione, ma non certo quello che ABM ha dato in passato. Il Concerto di Schumann, con i suoi tempi larghi, tende allo statuario e monumentale (stacchi così lenti, e certo tipo di fraseggio li ho sentiti 20 anni dopo...). In sé nessuna delle due esecuzioni è un riferimento...eppure ho sentito testimonianze da chi c'era, che è stato un concerto memorabile, di quelli che restano scolpiti nel cuore di chi c'era, per il magnetismo che i due giganti hanno saputo trasmettere.

Un saluto a tutti,

Angelo  

  • Melius 2

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