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Falstaff alla Fenice


mozarteum

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Inviato

Questo autunno ha riservato spettacoli di notevole livello qua e la’ in giro per l’Italia.

L’Alcina di Haendel a Firenze con la funambolica Bartoli e la sapiente direzione di Capuano con la regia di Michieletto; il Don Giovanni a Torino diretto da Muti con una qualita’ del canto e dei recitativi e una raffinatezza di concertazione di cui nella prescite filologica corrente avevamo perso memoria. The Tempest alla Scala di Ades opera contemporanea diretta dall’autore americano eclettica tra Ligeti e Richard Strauss (per dirla alla spiccia). Ma meritano di essere ricordati anche i due allestimenti wagneriani del San Carlo (Tristano e Isotta) e del Comunale di Bologna (Lohengrin) anche se si sarebbero preferiti due tenori piu’ performanti.

Del San Carlo vorrei ricordare anche la soprendente esecuzione del Samson et Dalila di Saint Sans, grazie ad una eccellente compagnia di canto e alla direzione soprattutto di Dan Ettinger, nuovo direttore stabile e felicissima scelta del grande Sovrintendente Lissner.

Ma in mezzo a tutto questo vorrei soffermarmi sul Falstaff di ieri alla Fenice.

  • Melius 2
Inviato

Falstaff e la mia opera verdiana preferita è tra le prime tre in assoluto. Sublime

Inviato
11 ore fa, mozarteum ha scritto:

’ dunque una “summa” di un uomo realizzato che con la collaborazione dello scapigliato Boito (autore di un libretto pirotecnico dove sono utilizzati almeno una trentina di lemmi per i quali e’ necessario consultare il Battaglia) si toglie lo sfizio di rappresentare l’umanita’ in una commedia dove difetti, slanci, cialtroneria e poesia sono fusi in un incastro mirabile. Il merito ovviamente va anche a Shakespeare perche’ l’opera si richiama all’Enrico IV e alle Allegre comari di Windsor

 

 

Complimenti per l'interessante recensione del Fastaff verdiano molto celebrato, annoverato mi sembra tra i primi capolavori del maestro di Busseto e della storia del "gen ere" musicale di appartenenza. MI hai tintinato la curiosità e la voglia di approfondire le mie basilari e insufficienti conoscenze di tale Opera.

 

Tanto più che la tua acuta osservazione - "una commedia dove difetti, slanci, cialtroneria e poesia sono fusi in un incastro mirabile. Il merito ovviamente va anche a Shakespeare perche’ l’opera si richiama all’Enrico IV e alle Allegre comari di Windsor" - mi fa tornare in mente la versione cinematografica di Orson Welles che realizza pur'egli  il suo "soggetto" ispirandosi al grande Bardo, a un mix di Enrico IV, Enrico V, Le allegre comari di Windsor e Riccardo II.
E non a caso il Falstaff cinematografico finisce a sua volta per rappresenta un vertice della cinematografia wellesiana e universale. Lo stesso regista considerava il film come la sua opera più riuscita, la sua preferita, fors'anche per via della feconda vena letterarie originaria che, ovviamente riadattata, con tutte le trasformazioni nel caso, nelle diverse forme di linguaggio, si fa solida base portante di ogni rifacimento.

Non si discute ovviamente la genialità dei due "riadattatori" di scespiriana ispirazione, ma il brande musicista bussetiano e il grande regista winsconsiano avranno certamente eletto il grande drammaturgo inglese a loro nume tutelare.

Sono battute.., ma è bello vedere come tre diversi linguaggi dell'arte - meravigliose correlazioni - pur con le naturali differenze, e procedimenti formali, riescano a consegnare allo spettatore uno stesso stupore poetico, come se a "recitarlo" fosse una sola voce che possiede musica e possiede immagini... 🙂

  • Thanks 1
Inviato
12 ore fa, mozarteum ha scritto:

L’Alcina di Haendel a Firenze con la funambolica Bartoli ...

Don Giovanni a Torino  ... una raffinatezza di concertazione di cui nella prescite filologica corrente avevamo perso memoria

 

Funambolica? L'avranno data sul Ponte Vecchio? 😄

 

Non si faccia di tutta la filologia un flash... 🤷‍♂️ Circa la concertazione.., il senso delle più pura musicalità concertistica pre romantica, ed ancor più antica, è stata esattamente riscoperta dalla filologia che la ripropone a partire da mezzo secolo fa fino ad oggi a "tempo giusto" con gran gusto e varietà di frase, della dinamica e dell'agogica. 'Nze ne può più delle concertazioni antiche, barocche e classiche aroma(n)ti(ci)zzate che sotto sotto, e manco troppo, oramai  "copiano" dalle prassi filologiche...  😉 🙂

 

 

Inviato

L’edizione insuperata resta quella di Toscanini , con Valdengo protagonista. Il suono e’ buono e consente di seguire bene tutto. 
E’ impressionante la precisione della concertazione trattandosi di un live.

Bella anche la prima edizione di Karajan piu’ rilassata della giornata folle di Toscanini e quindi col massimo raggiunto nell’ultimo quadro.

Infine Abbado Dg.

Devo dire che delle due edizioni che ho visto di Abbado, una appunto coi Berliner a Slz che poi e’ il cast del disco e una con la Chamber europa a Ferrara, quest’ ultima aveva un brio e una vitalita‘ maggiore (ma e’ Abbado prima della malattia).

Ci sono poi anche altre buone edizioni, Solti anni 60 (fu bellissimo anche lo spettacolo di Slz inizio anni 90), Colin Davis e soprattutto Giulini (fu la sua ultima opera in teatro in una coproduzione con Los Angeles Firenze -dove la vidi- e Londra). Il Falstaff di Giulini e’ particolare, molto crepuscolare.

Nel mio ricordo in cima a tutto pero’ c’e’ questo, il mio debutto alla Scala a 18 anni, uno spettacolo grandioso che la Rai riprese e non si sa che fine abbia fatto

 

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  • Melius 1
  • Thanks 1
Inviato

@garmax1 un addendum al posto dell'ottimo @mozarteumche ha detto quasi tutto: trovo stupenda l'edizione di giulini con bruson protagonista. Un falstaff crepuscolare che fa tenerezza e rappresenta una delle tante facce della medaglia di questo grandissimo capolavoro. Suono non eccellete preso dal vivo al maggio musicale (esiste anche un DV in formato 4:3 con regia non memorabile).

La discografia e' tra le piu' fortunate di verdi : segnalo anche bernstein-fischer dieskau, molto vivace e teatrale

 

p.s. il citrato falstaff della scala (strhler maazel me lo gustai dal vivo pure io a suo tempo. Una grande riuscita di quel grande ma discontinuo direttore. Ricordo la riuscita ambientazione padana in un sole accecante tra granai e casolari

Inviato
12 ore fa, garmax1 ha scritto:

quindi se volessi iniziare a conoscere quest'opera quale versione scegliere da Qobuz? 

Mi raccomando testo davanti e se non hai il Battaglia wikipedia sotto mano per i numerosissimi lemmi sconosciuti. E’ scrittura eufuistica quella di Boito.

Sapete che significa arronciglio?

  • Thanks 1
Inviato
4 minuti fa, mozarteum ha scritto:

Mi raccomando testo davanti e se non hai il Battaglia wikipedia sotto mano per i numerosissimi lemmi sconosciuti.

Grazie per le indicazioni.

Sto ancora ascoltando le edizioni proposte (Abbado/Berliner poi Bernstein ora Toscanini) intanto che sto cuocendo le salsicce di maiale e dei peperoni con pomodoro🤣.

Mi perdonerete ma non ho molto tempo ora, la produzione di crocchette per cani e gatti tra poco mi aspettano.😉

 

Ps: comunque per ora la versione che mi sta coinvolgendo di più è quella di Toscanini, è semplicemente un lungo ascolto di musica e parole(spesso non comprese) che si fondono in una musica sublime.

E' un modo tutto mio di avvicinarmi alle opere che non conosco ma che riescono poi a diventarmi familiari e successivamente alla lettura del testo, ho fatto così anche alla tetralogia di Wagner.

Inviato

ottimo approccio. In Wagner il libretto confonde le idee ed e' non sempre di buona fattura

Inviato
15 minuti fa, mozarteum ha scritto:

Sapete che significa arronciglio?

Senza fare una ricerca forse significa preoccupato ?

Ho sbagliato 🤣

Devo dire che utilizzo dei roncigli ma non sapevo che si chiamassero così

Inviato
14 ore fa, mozarteum ha scritto:

el mio ricordo in cima a tutto pero’ c’e’ questo, il mio debutto alla Scala a 18 anni, uno spettacolo grandioso che la Rai riprese e non si sa che fine abbia fatto

 Evvai! Ho manifestato in altre discussioni sul Don Giovanni la mia particolare affezione e particolare gradimento critico personale per la registrazione di Lorin Maazel CBS con coro e orchestra de 'Opera de Paris, con un cast di cantanti stellare - Joseph Losey ne trarrà una versione cinematografica, un film davvero sontuoso ambientato negli scenari vicentini delle ville palladiane, ecc.
 

Condivido inoltri i pareri sulle direzioni oramai "storiche" che sono state già citate; mi piacque molto la versione live di Peter Maag per il Teatro dell'Opera di Roma, 1984, alla quale assistei per ben due volte. Per la prima rappresentazione staccai un assegno .. 😄 ... per una poltrona di platea situalla alla giusta distanza dal palcoscenico; alla seconda rappresentazione ero allocato, insiema agli amici del giro musicale, nella piccionaia, in cielo.., nel luogo in cui si riuniscono, detto alla francese,  "Les enfants du paradis"...  😇

Quella rappresentazione, avemmo modo, moz e il sottoscritto, di ricordarlo oramai "anticamente", vantava una regia d'eccezione, molto particolare, molto discussa sia per bene sia per male: sicuramente intigrante, di quelle che non si dimenticano facilmente, personalmente apprezzai molto e ne conservo tenace memoria.
Il regista Jerome Savary realizzò delle scenografie gotiche, mortuarie, rami d'alberi stecchiti contorti e... "arroncigliati" (cit) sugli scorci cimiteriali.
Il "casinetto" che l'impenitente "scellerato" mostrava a zerlina era una tomba. 💀
Allegoria della "petit mort" , come dicheno i francesi (che stanno sempre in mezzo...), dell'eros e thanatos.., di significazioni non troppo sottotestuali di cui effettivamente è pregna l'opera mozartina a scanso di prese di posizioni etico-morali bacchettone, nette ed univoche.

 

 

 

Inviato

qui il grande Ruggero Raimondi con Mehta. Credo sia lo spettacolo del Maggio con la regia di Ronconi meraviglioso

Inviato

Che peccato che Buazzelli non sapesse cantare, si sarebbe raggiunta la perfezione. 

Inviato

Per chi volesse iniziare a conoscere falstaff segnalo le due recenti lezioni di musica di Giovanni bietti reperibili su raiplay sound.

  • Thanks 1
Inviato

Si bellissime queste lezioni.

Grazie della segnalazione

Inviato

si e’molto discusso se l’ultimo Verdi guardi anche a Wagner.

Qua e la’ c’e’ qualche sprazzo in Falstaff e Otello ma nel complesso direi proprio di no.

Qui pero’ al minuto 1:05 i corni sono wagneriani e non poco

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