maurodg65 Inviato 9 Dicembre 2022 Inviato 9 Dicembre 2022 2 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto: Al contrario quel sistema chiede ossigeno attraverso la spesa pubblica: è come il cancro, che si alimenta delle energie sottraendole alla parte sana. Questa mi pare la metafora più azzeccata mai letta al riguardo. 😉
maurodg65 Inviato 9 Dicembre 2022 Inviato 9 Dicembre 2022 16 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto: Certo è che nel tempo le maglie del fisco sono diventate più strettine ed hanno reso più difficile l’evasione: in questo non hanno poca rilevanza i controlli sull’uso del contante, persltro rilevanti anche in materia di controllo della criminalità, che non a caso sono il primo intervento “liberista” del cdx. “Rifaccio il calcolo sull’IRPEF ho sbagliato la cifra di partenza.” L’evasione IVA peserebbe circa 28 miliardi su un importo complessivo incassato di circa 344 miliardi, percentualmente l’evasione IVA inciderebbe 8,1%. Ora sicuramente è giusto pagare le tasse e cercare di incassare il dovuto qualora non venga versato, ma forse è arrivato il momento di capire che il problema dell’economia italiana, vista l’incidenza percentuale dell’evasione, sta altrove.
Gaetanoalberto Inviato 9 Dicembre 2022 Inviato 9 Dicembre 2022 4 minuti fa, maurodg65 ha scritto: forse è arrivato il momento di capire che il problema dell’economia italiana, vista l’incidenza percentuale dell’evasione, sta altrov Insomma, per arrivarci c’è n’è anche voluto parecchio, quindi è legittimo vigilare, ed anche chiedere conto dei meccanismi di tassazione, laddove il reddito dell’imprenditore continua ad essere spesso pari a quello dei dipendenti. Certo, la microdimensione di molte imprese individuali lo rende forse più credibile, ma non è sempre così. Molti meccanismi forfettari, se si accompagnano ad una porzione di nero, possono determinare iniquità. Li trovi in agricoltura ed anche nel lavoro autonomo. Ad ogni modo non c’è dubbio che senza creare ricchezza non si va da nessuna parte, ed ə semmai su quello che dovrebbero concentrarsi tutte le agevolazioni fiscali ed i finanziamenti. P.S. Con questa roba mi ci divertivo coi ragazzi (Economia politica e Scienza delle Finanze), e sarebbe veramente necessario insegnarne i rudimenti in tutte le scuole, se non altro per non leggere le amenità che si leggono in certi adulti elettori.
audio2 Inviato 9 Dicembre 2022 Inviato 9 Dicembre 2022 l' iva qua è al 22 % in germania al 19 % alla fine i conti tornano sempre, anche se c'è sempre qualcuno che paga di più di un altro.
audio2 Inviato 9 Dicembre 2022 Inviato 9 Dicembre 2022 9 ore fa, Gaetanoalberto ha scritto: spesso ha consentito la formazione di capitali, peraltro non reinvestiti nell'attività per rimanere di piccola dimensione e dove venivano reinvestiti allora se non sempre qua in giro dove qualcosa hanno di sicuro combinato, molto più che se non fossero finiti dall' altra parte dell' oceano.
Gaetanoalberto Inviato 9 Dicembre 2022 Inviato 9 Dicembre 2022 9 minuti fa, audio2 ha scritto: qualcosa hanno di sicuro combinato, molto più che se non fossero finiti dall' altra parte Si, però c'è tutta una interessante teoria sul c.d. "principio del sacrificio" volta a distinguere le rendite dal reddito da lavoro. In genere, in un'economia di mercato ed al fine di facilitare la creazione di ricchezza, non dovresti creare un sistema che spinge a rimanere piccoli, imboscare e vivere di rendita, tra l'altro tassandola meno o forfettariamente e sottraendola alla progressività. Però si tratta di opinioni, per carità. Ovviamente peggio ancora, ed è avvenuto ed avviene anche questo, se si porta tutto fuori.
audio2 Inviato 9 Dicembre 2022 Inviato 9 Dicembre 2022 si ma intanto cerchiamo anche di capire cosa è una rendita e a cosa serve però. se i soldi li hai invetsiti da qualche parte te singolo magari percepisci, ma questi fanno girare l' economia tutta , non è che se ne stanno fermi li. sono le basi se vuoi costruire qualcosa di complesso. 1
maurodg65 Inviato 9 Dicembre 2022 Inviato 9 Dicembre 2022 https://www.itinerariprevidenziali.it/site/home/ilpunto/economia-societa/come-si-distribuisce-il-carico-irpef-tra-lavoratori-dipendenti-autonomi-e-pensionati.html Ma come si distribuisce il carico IRPEF tra le diverse tipologie di contribuenti? Nell’ultima edizione dell’Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate 2021 “Le dichiarazioni dei redditi 2019 ai fini IRPEF e l’analisi delle imposte dirette e indirette per importi, tipologia di contribuenti e territori negli ultimi 12 anni”, il Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali ha scomposto i dati per tipologia di contribuente sulla base del reddito prevalente (lavoratori dipendenti, autonomi, pensionati e altri). Di seguito, nel dettaglio, i principali risultati emersi da questa ripartizione che, per completezza d’informazione, tiene conto della sola IRPEF ordinaria in quanto per le addizionali non sono disponibili dati sulla base del reddito prevalente. Lavoratori dipendenti Su un totale di IRPEF versata netta di 155,18 miliardi (165,117 miliardi al lordo del bonus 80 euro), i lavoratori dipendenti ne pagano 92,212, che diventano però 82,275 al netto dell'effetto bonus: il versamento è in aumento rispetto allo scorso anno sia come importo (80,137 miliardi nel 2018) sia come percentuale rispetto al totale IRPEF ordinaria, in crescita dal 51,92% al 53,02%. Pur essendo poco meno di 19 milioni secondo i dati Istat, rappresentano più della metà dei contribuenti complessivi, pari a 21.464.818 su un totale di 41,526 milioni, e il 55,4% di quanti dichiarano redditi positivi (17,263 milioni su 31,161 milioni). Si può quindi affermare che la totalità dei lavoratori dipendenti contribuisce “fedelmente”. Scendendo nel dettaglio delle classi di reddito, i lavoratori con redditi da 0 a 15.000 euro (8,2 milioni pari al 38,4% del totale dipendenti) non versano alcuna imposta grazie all’effetto del bonus, mentre all’estremo opposto i 15.135 contribuenti oltre 300mila euro di reddito dichiarato pagano un’imposta pro capite di 289.460 euro l’anno. I dichiaranti redditi da 15 a 20mila euro (2,965 milioni di individui) versano in media 2.150 euro e un ammontare d’imposta totale pari a circa l’85,25% di quanto versano i soli 15mila lavoratori con redditi oltre i 300mila euro. In altre parole, questi ultimi lavoratori, pari allo 0,071% dei contribuenti, pagano tasse per il 5,32% dell’IRPEF totale da lavoro dipendente, mentre il 38,4% - ovvero coloro che dichiarano redditi fino a 15.000 euro - ha un’imposta negativa. In generale, l’12,44% dei contribuenti lavoratori dipendenti paga il 58,44% di tutta l’IRPEF, mentre il 38,4%, come anticipato, non paga nulla, con un’imposta media pro capite addirittura negativa. Lavoratori autonomi In questa categoria rientrano gli imprenditori, i lavoratori autonomi con partita IVA e partecipanti in società di persone e assimilate. Se ne stimano circa 6,4 milioni, ma i dichiaranti sono 2.466.820, di cui 1.840.830 presentano redditi positivi. Il totale IRPEF pagata da questi lavoratori è pari a 20,65 miliardi di euro, cioè l’11,97% del totale del gettito 2019, pur rappresentando il 5,94% dei contribuenti. Anche per questa tipologia di contribuenti è elevata la percentuale di chi dichiara redditi fino a 15.000 euro lordi l’anno (38,37% circa del totale) e paga un’IRPEF media di 460 euro, insufficiente per pagarsi la sola spesa sanitaria (nel 2019 pari a 1.930 euro pro capite). Il successivo 13,21% di autonomi con redditi tra 15.000 e 20.000 euro paga un’IRPEF media di 1.876, ancora insufficiente per coprire i costi della sanità per sé stessi e per la quota di persone a carico. In pratica soltanto il 48,42% degli autonomi, pari a 1.194.433 soggetti, paga imposte sufficienti a finanziarsi la sanità, mentre il restante 51,58% (non considerando i circa 2 milioni di irregolari che non risultano al fisco) è a carico di altri lavoratori. In questa categoria il livello di concentrazione delle imposte è il più elevato: il 48,42% dei contribuenti paga circa il 95% dell’IRPEF di categoria e addirittura il solo 32,92%, cioè quelli con redditi superiori a 29.000 euro, ne paga l’88,4% (contro il 37,2% dei pensionati e il 58,4% dei dipendenti). Pensionati Nel 2019 i pensionati sono circa 16 milioni, di cui oltre 8 milioni con prestazioni integrate o totalmente a carico della fiscalità e dunque non soggette a imposizione IRPEF. I pensionati che presentano la dichiarazione dei redditi sono 13,5 milioni e quelli che pagano almeno un euro di IRPEF sono 10,535 milioni; per gli effetti della “no tax area”, pari a 8.000 euro, i pensionati con redditi fino a 7.500 euro (2.659.368) pagano un’imposta media di soli 45 euro l’anno. Nel 2019 la categoria ha versato 46,87 miliardi di euro di IRPEF, pari al 28,4% del totale. Il 45,42% dei pensionati (contro il 43,68 della media relativa a tutte le persone fisiche) paga il 7,29% dell’IRPEF, mentre il 37,18% paga il 79,61% dell’intera IRPEF della categoria. La cifra più significativa è che il 54,58% dei cittadini pensionati dichiara ben il 92,71% di tutta l’IRPEF ed è anche autosufficiente in termini di spesa sanitaria con un’imposta media minima di 1.800 euro. I percettori di altri redditi Si intendono i contribuenti che dichiarano redditi diversi da quelli fin qui esaminati, ad esempio redditi da fabbricati, domenicali e/o agrari, da rendite e plusvalenze finanziarie, ecc.Pur riguardando un discreto numero di dichiaranti, 4.088.771 (pari al 9,8% del totale), la categoria contribuisce in maniera marginale al versamento delle imposte con 5,378 miliardi euro, vale a dire il 3,3% del totale. Rispetto al 2018, questi contribuenti sono aumentati di circa 400.000 unità a seguito dei provvedimenti fiscali che hanno esteso i regimi agevolati, misure che in realtà non hanno portato a un aumento dei lavoratori (il totale autonomi e altri è diminuito di circa 38.000 soggetti) ma solo a una riduzione delle imposte versate (-2,69 miliardi di euro). Significativa la ripartizione per classe di reddito dove l’89,2% dei contribuenti dichiara redditi fino a 15.000 euro lordi e versa una imposta media di 169 euro. Peraltro, i contribuenti con un reddito superiore ai 300.000 euro pagano un’imposta media di 283.851 euro, più alta sia del totale delle persone fisiche (254.399) sia delle altre tipologie di dichiaranti.
extermination Inviato 9 Dicembre 2022 Inviato 9 Dicembre 2022 @maurodg65 un quadro davvero confortante!
audio2 Inviato 9 Dicembre 2022 Inviato 9 Dicembre 2022 i pensionati si possono direttamente togliere, la loro irpef è solo una partita di giro io stato ti pago lordo e tu paghi le tasse io stato ti pago netto tu non paghi niente ma io ho speso meno alla fonte serve solo per tenere alti i numeri economici e non far sballare i conti ancora di più 1
Gaetanoalberto Inviato 9 Dicembre 2022 Inviato 9 Dicembre 2022 2 minuti fa, audio2 ha scritto: cerchiamo anche di capire cosa è una rendita Audio, guarda che io sono veramente asettico. Apprezzo le notevoli capacità di creare la rendita, cosa non facile e che a me purtroppo non riesce. Tuttavia questo alle volte, ad esempio, determina una gestione economica imprenditoriale, che non emerge come tale. D'altra parte, quello dell'edilizia ed immobiliare, è stato spesso il volano dell'economia. Oggi magari, l'uso attento del territorio e la necessità di investire nell'innovazione, dovrebbero essere guidate con opportuni provvedimenti. Stai tranquillo che sono totalmente contrario agli espropri proletari. Si tratta di creare un mix di giusto equilibrio, cosa non proprio facile nel guazzabuglio in cui siamo.
audio2 Inviato 9 Dicembre 2022 Inviato 9 Dicembre 2022 Adesso, Gaetanoalberto ha scritto: quello dell'edilizia ed immobiliare, è stato spesso il volano dell'economia. assieme all' auto. ammazzati questi adesso si va avanti a debiti e finanziamenti ue. per me era meglio prima.
maurodg65 Inviato 9 Dicembre 2022 Inviato 9 Dicembre 2022 1 ora fa, Gaetanoalberto ha scritto: Molti meccanismi forfettari, se si accompagnano ad una porzione di nero, Più che il meccanismo forfettario, che può essere una soglia psicologica per fermare la fatturazione soprattutto se B2B, la differenza la fa sempre il fatto di lavorare a contatto con il pubblico, ciò con una platea di consumatori che dello scontrino o della ricevuta fiscale non se ne fa nulla, qui si incastra il discorso legato all’evasione IVA che, ricordiamolo, è un’imposto che grava sul consumatore finale e può rappresentare il compromesso tra le due parti della transazione che porta a non chiedere la ricevuta o lo scontrino, una risparmierebbe il pagamento dell’imposta sul valore aggiunto è l’altra occulterebbe parte del proprio reddito al fisco, ovviamente le transazioni sarebbero prevalentemente riguardanti servizi o prestazioni di manodopera, i prodotti sono generalmente tracciati ed è più complesso eluderne la fatturazione.
maurodg65 Inviato 9 Dicembre 2022 Inviato 9 Dicembre 2022 7 minuti fa, extermination ha scritto: un quadro davvero confortante! 😄 …io ogni volta che leggo delle imposte dei pensionati vengo preso dallo sconforto, una cosa che per me è incomprensibile, non mi capacito.
maurodg65 Inviato 9 Dicembre 2022 Inviato 9 Dicembre 2022 5 minuti fa, audio2 ha scritto: assieme all' auto. ammazzati questi adesso si va avanti a debiti e finanziamenti ue. per me era meglio prima. Non puoi costruire all’infinito, non ha senso, andava strutturato il settore diversamente decenni fa, come negli USA con tutto “prefabbricato” e ogni tot anni abbattuto e ricostruito, prezzi più bassi per le abitazioni e maggiore mobilità…ma abbiamo un’altra cultura. Anche di auto il mercato è saturo ed i tempi inevitabilmente cambiano.
audio2 Inviato 9 Dicembre 2022 Inviato 9 Dicembre 2022 ma chi per lavoro suo parla di pensioni di solito è sempre un immane paraculo anche il tipo li, eh ma le pensioni alte non sono state rivalutate come la basse ( e di questi tempi che minchia volevi, va bene così ) eh ma anche le pensioni alte al tempo hanno pagato i loro contributi ( non è detto, non sempre e comunque i soldi sono finiti come per le altre )
maurodg65 Inviato 9 Dicembre 2022 Inviato 9 Dicembre 2022 Poi c’è anche da tenere conto che tra il totale dei dipendenti, poco più di 18 milioni lavorano nel privato e poco meno di 3,5 milioni nella PA.
Gaetanoalberto Inviato 9 Dicembre 2022 Inviato 9 Dicembre 2022 Comunque rimane centrale la necessità di comprendere che la società è un complesso di parti ognuna indispensabile all'altra. Non è lottando gli uni contro gli altri od avvalendosi solo di furbate che ottieni sviluppo, pace sociale e benessere.
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