bost Inviato 15 Dicembre 2022 Inviato 15 Dicembre 2022 ...forse sono i tempi che è tutto di corsa, ma ascolto il cd una volta e credo di giungere alla conclusione se mi piace o no. Un tempo erano necessari vari ascolti prima che quello che ascoltavi ti prendesse davvero. Non saprei dire quale delle due ipotesi sia quella giusta....
Questo è un messaggio popolare. OTREBLA Inviato 15 Dicembre 2022 Questo è un messaggio popolare. Inviato 15 Dicembre 2022 Dipende molto dal genere e dall'artista. Ci sono cose che so amerò ancora prima di scartare il disco, anche se non l'ho mai ascoltato in vita mia. In questo caso l'ascolto ripetuto è utile non per stabilire se il disco vale, ma per stabilire quanto vale sotto il profilo artistico, posto che per me vale a sufficienza da giustificarne l'acquisto. Il mio problema non è capire cosa mi piace (ci metto poco per quello) ma decidere in maniera definitiva cosa NON mi piace. Per raggiungere detta consapevolezza ho bisogno di ascoltare più e più volte prima di emettere un giudizio sfavorevole. Sono sicuro di ciò che mi piace (Prokofiev, Monk, i Creedence) ma non sono per niente certo di ciò che non mi piace. Alberto. 5
Bazza Inviato 16 Dicembre 2022 Inviato 16 Dicembre 2022 Dipende anche se siamo in quel momento propensi all'ascolto, certe volte mi fermo anche prima...
Armando Sanna Inviato 16 Dicembre 2022 Inviato 16 Dicembre 2022 Dipende se ascolti qualche lavoro complesso di un artista sconosciuto e di un genere musicale dove non conosci molto , ci impieghi più tempo per dare un giudizio non dico definitivo ma senz’altro molto certo . Se ascolti generi semplici generalmente dopo due i tre tracce sai come andrà a finire il lavoro e come sarà orientato il tuo giudizio … Per me si tratta di esperienza accumulata negli anni 😉
campaz Inviato 18 Dicembre 2022 Inviato 18 Dicembre 2022 C’è la musica “facile” perché immediata (a chi non piacciono le quattro stagioni di Vivaldi?). Ci sono dischi (artisti) che ho apprezzato dal primo ascolto pur essendo apparentemente poco orecchiabili (le dissonanze di Monk, l’avanguardia di Anthony Braxton). Ma c’è anche la musica ostica, quella che non ti piace ma sai che devi comunque approcciare per poter esprimere un giudizio (con tanto ascolto e un po’ di studio mi sono innamorato di Mahler, con Wagner non è andata altrettanto bene). Credo questa sia la differenza fra un appassionato e un ascoltatore casuale. Ieri su Radio 3 hanno trasmesso un (bel) concerto di musica lappone, credo di averlo potuto apprezzare immediatamente perché il mio orecchio è “allenato”. L’esperienza è lo strumento principale, in tutto, anche nell’analisi dell’ascolto. Per fare esperienza ci vuole tempo, costanza (e sopportazione: mica sempre è facile ascoltare un concerto di musica lappone alla radio, specie se nel frattempo stai preparando la zuppa di lenticchie e non abiti da solo). Ma poi, con gli anni, acquisisci la capacità di capire, misurare, mettere in relazione. E se un disco ti piace potresti capirlo più velocemente. Certo, a quel punto il rischio del pregiudizio culturale diventa sempre più probabile (Pollini non suonerà mai male, tutti i dischi di Davis sono belli, le canzoni di Sanremo fanno comunque schifo) ma lo sappiano: anche l’esperienza senza intelligenza (nel senso lato del termine) non vale niente…
mozarteum Inviato 18 Dicembre 2022 Inviato 18 Dicembre 2022 Quoto Alberto e Aggiungo e vale per me ovviamente che se un pezzo e’ considerato grande ed e’ passato alla storia della musica e io non lo capisco, e’ per me ragion di disonore e non di vanto 1
mozarteum Inviato 18 Dicembre 2022 Inviato 18 Dicembre 2022 Il 15/12/2022 at 18:04, spersanti276 ha scritto: succede, si chiama esperienza. Puo’ essere anche avvitamento sui propri gustarelli se cio’ che non piace e’ un pezzo di storia della musica. La conoscenza e’ esplorazione, pazienza, gusto del nuovo. Fatti non foste a sentir orietta berti ma a conseguir monk e shostakovich 1 1
analogico_09 Inviato 19 Dicembre 2022 Inviato 19 Dicembre 2022 Il 15/12/2022 at 17:51, bost ha scritto: Un tempo erano necessari vari ascolti prima che quello che ascoltavi ti prendesse davvero Non è cambiato nulla rispetto a prima, anche oggi per poter capire bisogna "soffire"...
rock56 Inviato 20 Dicembre 2022 Inviato 20 Dicembre 2022 20 ore fa, analogico_09 ha scritto: anche oggi per poter capire bisogna "soffire"... Ho parecchi album che al primo ascolto non mi sono piaciuti, ma ho insistito negli ascolti e alla fine mi sono piaciuti, uno su tutti sono state le sinfonie di Shostakovic: quante volte le ho ascoltate!😁 Solo ad uno ho rinunciato: dopo anni e anni l'ho regalato.... "Our Favorite Shop" che molti dicono sia bello, io non ci sono riuscito....☹
analogico_09 Inviato 20 Dicembre 2022 Inviato 20 Dicembre 2022 @rock56 Insistere va bene, ma non è detto che ci debba piacere tutto per forza, ogni lavoro o capolavoro musicale. Il segreto è cercare di approfondire senza pregiudizi le musiche che ci trovoiamo di fronte per caso o frutto di una nostra ricerca. Dopo se son rose fioriranno.., dopo aver provato e valutato il giusto: l'accanimento per farci piacere ciò che dopo l'attento e ripetuto esame" ci lascia indifferenti o annoiati, mi sembra una forzatura che fa pensare a una sorta di posa.., come se alla fine, dopo essersi messi in testa che una musica deve piacere per forza, si finisce per aderire ad essa per autosuggestione, non per una scelta convinta, schietta e naturale. L'approccio alla musica è un fatto intellettuale ed emotivo, di testa e di pancia, "speculativa" e prelogica, se la testa non risponde c'è la pancia.., se neppure la pancia risponde hai voglia di chiedere ai rognoncini se ce la fanno loro la grazia di farci piacere la musica che troviamo ostica o insulsa o incomprfensibile... Tra l'altro non possiamo avere la pretesa di mandare giù tutta la musica del mondo di ogni tempo e luogo, se di quella conosciuta dovesse piacercene una parte e una parte no, pazienza, tolta la prima ne resterebbe a isosa da ascoltare rendendoci più colti e goduriosi, mi sembra del tutto naturale... siamo mica dei bulimici o dei martiri votati alla "cura ludovico" fatta per via "orecchiale"... :D A proposito.., vado per associazioni di idee, riporto a memoria ciò che scrisse un critico cinematografico su "Rapina a mano armata" di Kubrick: il miglior modo di approcciare all'arte è attraverso l'intrattenimento (stimolante, non anestetizzqante...) lasciando che l'arte ci colga di sorpresa... E' un fatto di chimica, come l'amore masculin feminin.., se non avviene la reazione ai primi tentativi si cerca da qiualche qualche altra parte la sostanza più reattiva...
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