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Dietro la guerra all'automobile ci sono obiettivi ambientali o politici?


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Inviato

Dall' Istituto Bruno Leoni un articolo che condivido al 99% e che pone un interrogativo sul modo di comunicare delle organizzazioni governative.

Pareri e osservazioni?

 

"L'automobile è tornata protagonista del dibattito pubblico. Da un lato, la decisione europea di vietare l'immatricolazione di nuovi veicoli a combustione interna dal 2035 ha messo in crisi l'industria automotive europea. Dall'altro, la proposta di imporre un limite di 30 km all'ora nell'intera città di Milano ha suscitato una forte discussione sul rapporto tra l'auto e la città. Inoltre, non pochi rivelano tranquillamente che queste policy hanno in realtà un obiettivo più ambizioso: ridurre il numero di auto in circolazione. E' un proposito ragionevole? La risposta breve è: no, si tratta di un attacco alla libertà di ciascuno di organizzare la sua vita.

 

La risposta lunga è un poco più articolata e richiede, anzitutto, una premessa. Se il mondo di domani sarà caratterizzato da una maggiore o minore diffusione dei mezzi privati dipende da mille variabili, quali le preferenze individuali e ovviamente la disponibilità di alternative (trasporto pubblico, sistemi di car sharing o ride sharing, ecc.), che a sua volta influenza le preferenze individuali. Ciò che le persone cercano, quando acquistano un'auto, non è il possesso del veicolo in sé e per sé (anche se, per qualcuno, anche questo può essere un elemento importante). Ma, in generale, l'auto rappresenta la migliore garanzia di potersi spostare liberamente. Quanto più ci saranno alternative per garantire questa facoltà, tanto meno l'auto avrà un significato così profondo come ce l'ha adesso. Ma, finora, queste alternative non sono in grado di assicurare la medesima libertà.

 

Questo non significa che non possano esservi delle ragioni dietro le specifiche proposte. Ridurre gli impatti ambientali dell'utilizzo dell'auto è un obiettivo assolutamente condivisibile, così come lo è fluidificare la circolazione nelle aree urbane, ridurre la congestione e minimizzare gli incidenti. La domanda che dobbiamo porci è: esistono degli strumenti per perseguire tali risultati, tutti al medesimo tempo? Fortunatamente sì, ce ne sono molti. Alcuni vengono dal mercato: l'innovazione tecnologica tende a metterci a disposizione motori meno inquinanti e veicoli più sicuri. Anche le politiche pubbliche possono giocare un ruolo: un disegno razionale della tassazione ambientale, l'introduzione di forme di congestion charge, il rafforzamento delle infrastrutture nei nodi congestionati.

 

Il punto cruciale dell'intera discussione sta nell'ipocrisia che la sommerge. Se l'obiettivo è ridurre l'inquinamento o il traffico, allora ci sono molti modi che non richiedono necessariamente di mettere in discussione il diritto di ciascuno all'automobile. Se, viceversa, inquinamento e traffico sono dei meri pretesti dietro cui si nasconde un obiettivo politico di eliminazione del mezzo privato, allora bisogna essere onesti e parlare di questo, esplicitandone anche le implicazioni sulla libertà e le opportunità degli individui."

 

Inviato

mah… per me la si fa “troppo spessa” rispetto a quella che è. 

Ci sono luoghi resi invivibili dall’inquinamento ma anche dall’incredibile occupazione di suolo pubblico che auto usate in media per il 4% del loro tempo di esistenza producono.

Nelle città ben organizzate già ora è possibile vivere senza nessuna necessità di possedere auto che vanno ad intasare gli spazi di tutti. Ne ho esempi in famiglia, le mie figlie grandi, una a zurigo e l’altra a Basilea si muovono tranquillamente coi mezzi pubblici con consistente risparmio di tempo e di denaro. Con l’alptransit arrivano addirittura fino in lombardia in due tre ore, cosa impensabile con un’auto che deve attraversare il gottardo. 

Se si eliminano le auto dalla superficie delle città lasciando passare solo commerciale e mezzi pubblici questi possono essere così efficienti ed economici da far passare la voglia di usare le proprie auto. Hub esterni per chi arriva da fuori e navette continue con difussione capillare: un bus lungo 20 metri porta come 70 auto lunghe tutte insieme 400 metri

Diverso il discorso dove la popolazione è dispersa in borghi e piccoli centri, per loro la necessità di avere un’auto è ancora valida. Purtroppo i cittadini non comprendono che pagare un’auto intera per usarla il 4% del tempo è assurdo proprio per il loro portafoglio, basta fare due conti. 

Anche il car sharing dove passano troppe auto non riesce a funzionare. 

Secondo me bisogna fare un cut off drastico. Organizzare un volume di trasporto pubblico enorme e quando pronti mezzi e autisti chiudere in una notte al possesso di auto in città

Le auto inutili si possono vendere ai paesani che ne avrebbero ancora bisogno.

 

  • 2 settimane dopo...
Inviato

Vallo a dire a chi ha speso decine di migliaia di euro per quelle auto. Piuttosto si parcheggino sottoterra o in box privati.

Inviato

ieri il parlamento europeo ha votato la messa al bando dei nuovi veicoli a motore a scoppio dal 2035

cina e india si sono dati tempo fino al 2070.....

io non sono convinto che a strasburgo facciano gli interessi dell europa

Inviato
13 minuti fa, camaro71 ha scritto:

cina e india si sono dati tempo fino al 2070.....

Credo sia fin troppo facile comprendere, alla luce di questo, chi dominerà il mercato globale a breve.

Terre rare per la produzione di batterie ed elettronica, mega fonti energetiche, mercati-prateria in cui scorrazzare: noi (Europa) non abbiamo nulla di tutto ciò.

Siamo nel poco invidiabile ruolo del marito che per far dispetto alla moglie si taglia i pochi attributi che ha.

 

Inviato
3 ore fa, camaro71 ha scritto:

io non sono convinto che a strasburgo facciano gli interessi dell europa

@camaro71 eh, a pensar male...anche salvini ( di cui non sono fan) dice:le producono in italia?no, in europoa?no, le fanno in cina...ah, leggo oggi sulla gazza che il 78% degli italiani è favorevole all'auto elettrica...mmmmm io ho grandi dubbi....

Inviato

il 78% .............. avrà .............. simpatiche .................... e costose sorprese

Inviato
3 minuti fa, domenico80 ha scritto:

il 78%

percentuali bulgare... sospette

Inviato
19 ore fa, bost ha scritto:

il 78% degli italiani è favorevole all'auto elettrica

Sondaggio fatto da chi e su quale campione? :classic_laugh:

Inviato
5 ore fa, Velvet ha scritto:

Sondaggio fatto da chi e su quale campione? :classic_laugh:

@Velvet sull'articolo della Gazza non c'era scritto...

Inviato

Se un sondaggio che non riporta le fonti (istituto e campione) è come io facessi un sondaggio fra i miei 10 vicini di casa e proiettassi il risultato sul piano nazionale.

Ah...povero giornalismo.

Inviato
Il 2/2/2023 at 09:46, ninomau ha scritto:

ridurre il numero di auto in circolazione. E' un proposito ragionevole? La risposta breve è: no, si tratta di un attacco alla libertà di ciascuno di organizzare la sua vita.

La libertà del singolo in una società non è assoluta, ma il frutto di un compromesso che vada sempre nella direzione della ricerca del bene comune, si è liberi di organizzarsi liberamente la propria vita ma all’interno dell’insieme di regole che una società ha scelto di darsi per regolare la vita della stessa.

Inviato

@Jack

Non è il caso di usare l’espressione “paesani” quasi con disprezzo.

Abitaci tu in città, io non ne ho la minima intenzione.

Voglio solo essere libero di andare dove voglio, quando voglio.

Discorso lievemente diverso per le città: se mi imponessero di non entrare in città con l’auto me ne farei una ragione, non ci andrei quasi più … già ci vado solo quando sono obbligato o quasi

Inviato
4 minuti fa, gorillone ha scritto:

Non è il caso di usare l’espressione “paesani” quasi con disprezzo.

Abitaci tu in città, io non ne ho la minima intenzione.

Ma che abito in città?! 😆 

se sono il più feroce avversario dei cittadini?! 😆 abito in un paese di 2800 abitanti ed in casa singola. Ogni mia residenza è in un paese. Più di così che posso dirti

 

Temo tu ti confonda con qualcun altro

Inviato
13 minuti fa, gorillone ha scritto:

Non è il caso di usare l’espressione “paesani” quasi con disprezzo.

Ho capito adesso, ma non era di disprezzo, era per abitante di paese quale io sono. 
Qualcuno, sì con disprezzo, ci chiama paesan freak 

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