Jack Inviato 16 Marzo 2023 Inviato 16 Marzo 2023 28 minuti fa, Paperinik2021 ha scritto: Si, penso da tempo ad una cosa simile. un haircut in pratica. Ma a che scopo? i tassi si alzano e si abbassano, chi non sa navigarci in questo mare alle volte affonda ma spesso prima di affondare ci ha fatto sopra belle fortune... è meglio che ogni tanto le scorie che la finanza barbara produce vengano ripulite dalle dinamciche economiche. Anche le prodezze di singoli e di stati che vogliono vivere a debito senza pagare interessi a chi presta loro i soldi... negli ultimi dieci anni questo è successo. Chi ha sguazzato troppo sita preoccupato Secondo me.
extermination Inviato 16 Marzo 2023 Inviato 16 Marzo 2023 11 minuti fa, Jack ha scritto: appunto Che studi ha fatto la Lagarde ed i membri del board della BCE?!
andpi65 Inviato 16 Marzo 2023 Inviato 16 Marzo 2023 Un articolo interessante di MF riguardo a Credit Suisse ( la "seconda" banca svizzera): "Credit Suisse, da Lehman in poi il grande ventre molle delle Big Bank europee Tormentata a più riprese da scandali gestionali e da continue cause legali che sono costate miliardi di risarcimenti nel corso degli anni, Credit Suisse non ha più ritrovato una bussola dopo la Grande crisi finanziaria. I passaggi del declino La lunga coda post Lehman è costata 10 miliardi in un decennio Secondo i dati raccolti da S&P Global market intelligence sui bilanci del gruppo, l’istituto ha dovuto sborsare oltre 10 miliardi di franchi svizzeri dal 2009 in poi per ristorare clienti, Governi e altre banche per gli illeciti compiuti nelle vendite di subprime, cdo, clo e ogni altro tipo di diavoleria finanziaria, tanto in voga pre-crisi Lehman. Solo nel biennio 2020-2021 il peso delle multe e sanzioni e risarcimenti sulle cause perse nei Tribunali di tutto il mondo è stato di 2,5 miliardi. Non solo ma quella che era la banca per eccellenza, come del resto la rivale Ubs, nella gestione dei grandi patrimoni che sbarcavano in Svizzera, trasformatasi sempre più in un colosso dell’investment banking, ha dovuto fare spesso i conti con drastiche pulizie di bilancio. Continue svalutazioni e ristrutturazioni Tra oneri di ristrutturazioni e svalutazioni di goodwill per le sue campagne di shopping, la banca ha perso altri 6 miliardi nell’ultimo decennio. E così la banca ha abituato i suoi investitori da tempo alle sorprese inaspettate. Qualche anno buono per i profitti e poi strisce di rossi pesanti nei conti. Un percorso travagliato che non ha mai fatto sentire tranquillo il mercato. Scelte di investimento fallimentari che hanno distrutto valore. Basti citare i casi di Archegos e Greensill: l’avventura nel fondo Usa e in Greensill è costata quasi 6 miliardi di oneri che nel 2021 hanno mandato in rosso la banca per oltre 1,6 miliardi di franchi svizzeri. Senza contare le disavventure esotiche. Due bond da 1 miliardo che avrebbero dovuto finanziare il governo del Mozambico nello sviluppo della pesca del tonno, ma che sono finiti in un giro di tangenti e corruzione delle alte sfere dei burocrati governatici e che sono costati risarcimenti per quasi 500 milioni nella causa persa in Tribunale. Ma oltre alle spregiudicate avventure finanziarie, la seconda banca elvetica è stata al centro di scandali interni. Come quello che ha portato alle dimissioni di uno dei tanti amministratori delegati succedutisi alla guida del gruppo. Nel febbraio 2020, l’amministratore delegato Tidjane Thiam si è dovuto dimettere dalla carica, a seguito dello scandalo, scoppiato nel settembre 2019, relativo allo spionaggio da parte di investigatori privati incaricati dalla banca ai danni dell'ex capo della sezione Gestione Patrimoniale di Credit Suisse, Iqbal Khan, e dell’ex capo delle risorse umane Peter Goerke. Lenta perdita di credibilità Un campionario di passi falsi che ha reso Credit Suisse sempre meno credibile agli occhi del mercato. L’acme della crisi è recente. A corto di capitali, la banca ha dovuto lanciare alla fine dello scorso anno un aumento di capitale da 4 miliardi sottoscritto soprattutto da fondi arabi e mediorientali: dai sauditi oggi primi soci con il 9,9% della Saudi National Bank del principe ereditario saudita Mo?ammad bin Salman, poi il fondo del Qatar che ha arrotondato la sua quota sopra il 5%; l’asset manager Olayan Group che ha raggiunto il 4,9%. Un bisogno disperato di risorse per fronteggiare gli effetti sul patrimonio della perdita record dello scorso anno per 7,3 miliardi, che segue quella del 2021 per 1,6 miliardi. Il biennio più difficile per l’istituto elvetico dopo il triennio buio tra il 2015 e il 2017 con perdite cumulate per 6,6 miliardi. E ad accompagnare il maxi-aumento di capitale, che ora vede gli arabi a controllare il 20% della banca, l’ennesimo piano di ristrutturazione con una profonda riorganizzazione dell’investment banking, un taglio del personale di 9 mila unità, una riduzione del 40% degli asset ponderati per il rischio. La tempesta si è abbattuta sulla banca più fragile Nobili propositi ma che i venti di tempesta di questi giorni rischiano di vanificare. Il titolo ha lasciato sul campo solo nelle ultime 5 sedute il 35% del suo valore, facendo scendere la capitalizzazione a soli 6,8 miliardi. Tanto per dare un’idea della fuga degli investitori Credit Suisse vale solo poco meno di tre volte il valore di una piccola banca commerciale come l’italiana Mps. E tre volte meno Deutsche Bank, e un decimo di Bnp Paribas. Vale oggi solo il 15% del suo capitale netto, quando le maggiori banche europee stanno tra il 40 e il 50%, se non di più. E capitalizza poco più di un decimo della rivale Ubs. Già Ubs. Un confronto tra le due banche elvetiche la dice lunga sul declino angoscioso di Credit Suisse. Fanno lo stesso mestiere di fatto (gestioni patrimoniali, wealth management e investment banking) con Ubs che ha attivo per oltre mille miliardi, il doppio del rivale. Ma mentre Credit Suisse ha chiuso il 2022 con 7,3 miliardi di perdite, Ubs ha fatto utili per oltre 7 miliardi. Mondi capovolti. Con Ubs che ha ricavi per 32 miliardi in piccola flessione del 3% sul 2021, ma che ha prodotto utili cumulati per 28 miliardi dal 2018, mentre Credit Suisse con le perdite degli ultimi 2 anni ha più che azzerato i suoi utili cumulati dal 2018. Ma c’è un dato che più di altri dà conto della crisi di Credit Suisse a confronto con il competitor. Nel 2022 i ricavi di Credit Suisse sono crollati del 34%. In soli 12 mesi la banca è passata da oltre 22 miliardi di entrate a poco meno di 15 miliardi. Un dimagrimento che non ha paragoni in Europa. La macchina si è inceppata e l’aumento di capitale da 4 miliardi proposto lo scorso anno e chiuso a dicembre, deve aver messo sull’erta tutti quanti. La fuga dei depositi Non è un caso che la fuga dai depositi sia accelerata proprio sotto l’aumento di capitale. Se nell’ultimo trimestre del 2022 sono fuoriusciti depositi per 138 miliardi, la disaffezioni era arrivata ben prima. È la debolezza storica della banca di Zurigo a renderla fragile agli occhi del mercato e della clientela. L’emorragia totale nel 2022 è stata di ben 160 miliardi. E non è un caso che lato equity il fondo Usa Harris, azionista storico di Credit Suisse non abbia partecipato all’aumento e abbia colto l’occasione per uscire definitivamente dal capitale. Con una perdita secca dell’80%. E in fondo la ratio elementare dell’exit in forte perdita l’ha data proprio il Ceo di Harris che ha detto: «Perché restare in un istituto che brucia capitale, quando è pieno di banche che lo accrescono?» Anche le banche hanno preferito dirottare altrove i loro conti correnti. I depositi degli altri istituti sono scesi da 19 miliardi a 12 miliardi con un taglio secco di oltre un terzo della massa. Pesa davvero sulla crisi che ha investito Credit Suisse, e non altre grandi banche in Europa, la sua endemica fragilità. Nessuna grande banca in Europa ha distrutto più valore in borsa Anche qui il confronto con Ubs è illuminante. Credit Suisse negli ultimi 5 anni ha lasciato sul terreno il 90% del suo valore di mercato, mentre Ubs solo il 5%. Allargando il panorama il gigante francese Bnp ha perso nel quinquennio solo il 16%; Hsbc il 21%; l’ex malato per eccellenza tra le grandi banche d’affari europee, Deutsche Bank solo il 25%. Come si vede il declino di Credit Suisse non ha eguali. Certo da qui a pensare a un default per ora ce ne corre. L’indice di liquidità il cosiddetto Lcr era a fine 2022 al 144%, un livello più che buono. Ma che potrebbe essersi deteriorato nei primi mesi del 2023. La cassa disponibile è comunque scesa da 164 miliardi del 2021 a 68 miliardi e la liquidità di qualità elevata è scesa da 230 miliardi del 2021 a 118 miliardi alla fine dello scorso anno. E il capitale di base per la vigilanza, il cosiddetto Cet1 è al 14%. Che la tensione sia più che palpabile è però evidente, dato che la banca ha chiesto soccorso alla Banca nazionale svizzera e la Bce sta monitorando le esposizioni banca per banca in Europa verso l’istituto elvetico. E la BNS ha risposto con 50 miliardi di liquidità messa subito a disposizione per dare respiro all’istituto. Too big to fail potrebbe essere il viatico per evitare al Credit Suisse una fine ingloriosa. Anche perché un crac, al contrario delle piccole banche Usa, avrebbe un effetto domino disastroso sull’intero sistema bancario mondiale. La soluzione più praticabile è un qualche salvataggio pilotato da parte del sistema bancario. Uno spezzatino o un’acquisizione in blocco. In fondo con poco meno di 7 miliardi ci si porta a casa la seconda banca elvetica. Nella speranza che dentro alla pancia della banca non ci siano troppi scheletri negli armadi. 1
andpi65 Inviato 16 Marzo 2023 Inviato 16 Marzo 2023 Intanto da noi a fine mese si vedrà, forse, che sorte tocca ad Eurovita ed ai circa 400.000 che ne han sotto scritto le polizze vita.
Questo è un messaggio popolare. mozarteum Inviato 16 Marzo 2023 Questo è un messaggio popolare. Inviato 16 Marzo 2023 La polizza prevede che in caso di morte della compagnia l’assicurato debba corrispondere un indennizzo 5
max Inviato 16 Marzo 2023 Inviato 16 Marzo 2023 1 ora fa, extermination ha scritto: Che studi ha fatto la Lagarde ed i membri del board della BCE?! Si erano “spesi” troppo per questo rialzo… detto questo dalle dichiarazioni pare non abbiano ben percepito l’aria che tira… servirà forse qualche scricchiolio in una rabobank o simili 1
andpi65 Inviato 16 Marzo 2023 Inviato 16 Marzo 2023 55 minuti fa, mozarteum ha scritto: La polizza prevede che in caso di morte della compagnia l’assicurato debba corrispondere un indennizzo L'ho citata perché è un caso tipo per vedere come ci si muoverà da noi. Assicurazioni e banche che le vendono ne abbiamo un bel po' e non credo faccia benissimo a loro, per la loro credibilità, se Eurovita ( si parla di un 300 milioni di euro di "aumento capitale" se ho letto bene) fallisce e quei 400.000 " corrispondono l'indennizzo". 1 ora fa, mozarteum ha scritto: La polizza prevede che in caso di morte della compagnia l’assicurato debba corrispondere un indennizzo L'ho citata perché è un caso tipo per vedere come ci si muoverà da noi. Assicurazioni e banche che le vendono ne abbiamo un bel po' e non credo faccia benissimo a loro, per la loro credibilità, se Eurovita ( si parla di un 300 milioni di euro di "aumento capitale" se ho letto bene) fallisce e quei 400.000 " corrispondono l'indennizzo".
Akla Inviato 16 Marzo 2023 Inviato 16 Marzo 2023 @extermination skuola radio. Elettrice Torino x corrisponfenza
extermination Inviato 16 Marzo 2023 Inviato 16 Marzo 2023 @Akla mah! Io propendo per lauree umanistiche.
claravox Inviato 16 Marzo 2023 Inviato 16 Marzo 2023 https://www.fnlondon.com/articles/mistranslated-i-split-my-time-as-pippa-and-philip-20171002 Ma Pippa e Filippo che dicono? 😁
Akla Inviato 16 Marzo 2023 Inviato 16 Marzo 2023 @extermination si ma x corrispondenza prima vendevano melanzane e ortofrutticolo on line
andpi65 Inviato 16 Marzo 2023 Inviato 16 Marzo 2023 2 ore fa, max ha scritto: Si erano “spesi” troppo per questo rialzo… detto questo dalle dichiarazioni pare non abbiano ben percepito l’aria che tira… Son convinto della prima, ma molto meno della seconda. Certo è che con un'inflazione come abbiamo in Europa e con gli aumenti tassi fatti dalla Fed anche la BCE non è che può restare ferma.
senek65 Inviato 16 Marzo 2023 Inviato 16 Marzo 2023 Certo è che , per calmierare una inflazione dovuta principalmente al costo energetico , metti in serio rischio tutta una intera struttura economica. Vuoi far calare il costo dell'energia facendo diminuire la richiesta per fallimento dei richiedenti. Una buona pensata
andpi65 Inviato 16 Marzo 2023 Inviato 16 Marzo 2023 18 minuti fa, senek65 ha scritto: per calmierare una inflazione dovuta principalmente al costo energetico , metti in serio rischio tutta una intera struttura economica. Vuoi far calare il costo dell'energia facendo diminuire la richiesta per fallimento dei richiedenti. Una buona pensata Non credo sia così semplice. E te ne dico un paio: l'aumento costi energetici ha un riflesso diretto sull'aumento del costo dei beni, anche di quelli primari. Se la Fed aumenta i tassi, e la BCE no, di riflesso quell'energia la paghi, in euro, di più...e si ritorna alla prima che dicevo.
senek65 Inviato 16 Marzo 2023 Inviato 16 Marzo 2023 @andpi65 certo che non è così semplice. Però non è la prima volta che in Europa ci si avvita in spirali depressive per incroci demenziali di decisioni del parlamento europeo, politiche della BCE poco comprensibili, contrasti tra i paesi membri ecc.ecc. Tendiamo a dimenticare che siamo in competizione con paesi dove sono in vigore regimi dittatoriali, dove si batte moneta più o meno a piacimento, dove ci sono potenze militari che non invogliano allo scontro. Qui dobbiamo sorbirci i veti di paesi abitati da 4 gatti.
ferdydurke Inviato 16 Marzo 2023 Inviato 16 Marzo 2023 La stagione dei tassi negativi ha drogato il sistema, oggi ne paghiamo le conseguenze
mozarteum Inviato 16 Marzo 2023 Inviato 16 Marzo 2023 L’eccesso di denaro in circolazione e’ adipe. Occorre toglierlo e ritornare ai muscoli
senek65 Inviato 16 Marzo 2023 Inviato 16 Marzo 2023 @ferdydurke i tassi negativi sicuramente non sono una buona cosa. Ma manco passare da tassi negativi al 3,50 non dico in un batter d'occhio, ma quasi.@mozarteum bisogna stare attenti a non farsi venire un infarto con un allenamento troppo pesante.
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