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Melius Club

Il "vaccino" dell'Occidente


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Inviato

Il lavoro deve essere gestito in modo da mantenere allo stesso tempo:

A) l'engagement necessario a renderlo interessante, per non doverlo affrontare quotidianamente tra conati di vomito e bestemmie, oppure ammazzati dalla noia.

B) Un sano distacco che non ti faccia svegliare nel cuor della notte pensando alla telefonata che non hai fatto o a quella che dovrai fare, che lasci Sacro Tempo per l'ozio, gli interessi e le relazioni personali, e sopratutto che le transizioni lavoro-vita quotidiana siano ripidissime, da 0 a 100% senza rispettivi strascichi o anticipazioni. 

Quanto sopra dovrebbe  far parte degli insegnamenti della scuola dell'obbligo, perché il punto di equilibrio è strettissimo e quando realizzi di solito è troppo tardi.  (e molti non realizzano mai)

Membro_0022
Inviato
1 ora fa, Jack ha scritto:

non ti accorgeresti mai che è straricca.

Era troppo tempo fa.

Compagna di scuola, carina, timida, aspetto assolutamente "normale", niente di diverso da qualsiasi altra ragazzina quindicenne dell'epoca. 

La prima volta che mi trovai di fronte a casa sua rimasi di sasso: una villa antica immensa, con un parco altrettanto immenso con tanto di dependance e cappella privata nascosta nel bosco. Qualcosa - se non ricordo male - come una settantina di stanze affrescate, con scalinate, corridoi, passaggi segreti che andavano nelle cantine, etc etc.. una roba vista solo nei film. La sua "cameretta" era più grande di tutto l'appartamento dove vivevo io. Ci volle una giornata intera per il tour.

Probabilmente era la mia migliore amica, purtroppo. E prima di fare domande su quel "purtroppo" pensate a cosa dice la regola dell'amico.

 

Membro_0022
Inviato
1 ora fa, Jack ha scritto:

Il lavoro è una dura necessità e ce lo facciamo piacere obtorto collo inventandoci persino sciocchi valori morali. O meglio li hanno inventati quelli che non fanno un caiser per coglionare chi ha bisogno del lavoro. 

Dopo i 50, 60 spesso è più per poter avere un ruolo nella società o un po’ do compagnia 😄

Applauso.

Faccio mia una frase di Moz: (cito a memoria) ogni fattura che emettiamo è la richiesta di risarcimento per il danno che abbiamo fatto alla nostra vita dedicandone una parte ad occuparci di problemi altrui di cui non ci frega un k-zz.

In realtà non è vero al 100%: più di una volta mi sono occupato di cose che in realtà mi hanno divertito parecchio, e sono stato pure pagato :classic_laugh:

 

Inviato

Mecojoni.

Meriti ben un busto ad arsizio 

  • Haha 1
Inviato

In realta’ molto dipende dall’eta’, dal tipo di lavoro, dal carattere e dalla consapevolezza che si ha del tempo -risorsa limitata e non replicabile- nonche’ dalla disposizione a godere delle cose che si possono fare a mente libera dalle incombenze del lavoro.

ovviamente necessita’ economiche a parte.

il mio avvocato da cui ho appreso il mestiere ha lavorato tutta la vita con notevoli successi professionali (negli anni 60 e 70 chi faceva urbanistica ed edilizia ha fatto faville a Roma).

Ora giace in pace. 
Ha visto poco, fatto poco d’altro pero’ il suo motto era: il miglior diritto e’ quello di poter fare in pace il proprio dovere.

Quando per l’ennesima volta se ne usci’ co sta catzata, gli dissi: avvocato mi scusi ma cosa e’ uno scioglilngua? Si mise a ridere di gusto mi voleva molto bene

Inviato

 

22 minuti fa, mozarteum ha scritto:

Meriti ben un busto ad arsizio 

ehilà, moz…le tue battute cominciano a preoccuparmi… non è che il sole ti ha fatto qualche brutto scherzo? 😂  😵🤪

Inviato
1 ora fa, extermination ha scritto:

Bisogna approcciarsi al lavoro con entusiasmo ed anche con un pizzico di ambizione sennò si campa male.

A 30 anni si. Poi conosciuto il presepe e i mattoni che lo compongono tutto si ridimensiona.

  • Melius 1
Inviato

Piu’ che il sole ho visto come esistano modi di vivere lontanissimi dal nostro e per noi in un certo senso disastrati (ma le cose stanno cambiando anche in Arabia)  dove pero’ si ride lo stesso, si gode della semplicita’ e anche d’ una certa ingenuita’ (direi da italia del dopoguerra).

Poi oggi sono a Milano per les Contes e vedo pubblicita’ di profumi con modella dallo sguardo sfidante e scuro (il solito cliche‘ di queste cose insomma): arcivisto.

Insomma il mio atteggiamento e’: mai perdere di vista la relativita’ delle cose e stare attenti al

cosi’ fan tutti (anche come scala valoriale dell’esistenza) 

 

Inviato
1 ora fa, lufranz ha scritto:

Era troppo tempo fa.

Compagna di scuola, carina, timida, aspetto assolutamente "normale", niente di diverso da qualsiasi altra ragazzina quindicenne dell'epoca. 

La prima volta che mi trovai di fronte a casa sua rimasi di sasso: una villa antica immensa, con un parco altrettanto immenso con tanto di dependance e cappella privata nascosta nel bosco. Qualcosa - se non ricordo male - come una settantina di stanze affrescate, con scalinate, corridoi, passaggi segreti che andavano nelle cantine, etc etc.. una roba vista solo nei film. La sua "cameretta" era più grande di tutto l'appartamento dove vivevo io. Ci volle una giornata intera per il tour.

Ho ricordi analoghi. Mio padre ha lavorato per una famiglia di nobili che aveva tenute e palazzi nella mia zona ( uno l'ha comprato Nerio Alessandri della Technogym) così come in altre città ( ricordo una via intera a Ferrara) e diversi a Roma (di quelli che ho visto direttamente).

Da quel rapporto di lavoro è nata un'amicizia, soprattutto con i figli degli anziani nobili.

Persone davvero di grande cultura oltre che di enormi risorse economiche eppure estremamente alla mano (a vederli in giro, per come si rapportavano e presentavano non avresti mai sospettato chi fossero) oltre che piacevoli.

Mi ci perdevo a giocare in quei palazzi e tenute, quando da bambino mio padre mi portava con se non sapendo a chi lasciarmi.

Viceversa, da quello che ho avuto modo di vedere negli anni, i più arroganti e cafoni sono i villani arricchiti.

 

  • Melius 1
Inviato

Oggi per esempio ho passato il tempo in treno a leggere alcuni documenti per un certo ricorso che dovro’ fare appena saro’ libero da impegni ricreativi.

li per li’ pure interessante, poi io ho un po’ un senso d’orgoglio per cui se devo fare una cosa di lavoro non accetto di farla men che bene come tutti penso. Pero’ sono passate tre ore cosi’ ad cazzum.

Ma scusate non era meglio leggersi la Montagna incantata?

briandinazareth
Inviato

ci sono persone per le quali una parte importante della vita è fare le cose, imparare a farle, usare questa conoscenza per risolvere problemi o creare qualcosa. 

altre persone non provano quella gioia la prima volta che si riesce a suonare un pezzo difficile al piano, risolvere un problema complicato sul lavoro o avere hobby e attività fisiche molto impegnativi. 


per questo mi pare un po' forzato stabilire una regola, oppure derubricare chi è fatto in maniera diversa come qualcuno che non ha capito la vita o il presepe. 

 

Inviato

Esistono pero’ anche persone di successo di umili origini educate alla vita dalle difficolta’ incontrate che sviluppano una volta arrivate una simpatia e mitezza autentica e consapevole per i meno fortunati memori della propria vicenda.

sono le migliori anche perche’ vivere molto bene non per meriti ereditari ma per risultati propri e’ tutt’altra storia almeno per me

Inviato
10 minuti fa, briandinazareth ha scritto:

per questo mi pare un po' forzato stabilire una regola,

Non c’e’ una regola infatti. Ma nell’arco della stessa vita le visuali cambiano per l’eta’ per il sopravvenire di imprevisti ristadianti, perche’ la soddisfazione d’aver risolto un problema la prima volta, la seconda e’ meno avvincente e la terza abbiamo capito (il plauso occasionale di chi ha beneficiato della soluzione, il bonifico, la ritenuta d’acconto ecc.)

tutto bello aronne piperno bravo bello bravo mo te ne poi anna’: ricordate il mitico marchese del grillo?

briandinazareth
Inviato
Adesso, mozarteum ha scritto:

Non c’e’ una regola infatti. Ma nell’arco della stessa vita le visuali cambiano per l’eta’ per il sopravvenire di imprevisti ristadianti ecc.

 

sicuramente la vita cambia le prospettive, ma da quello che vedo le persone che tendono al fare lo mantengono finché riescono. 

non mi riferisco necessariamente al lavoro, anzi, penso più in generale il fare cose impegnative che richiedono tempo, intelligenza, fatica e a volte pure rischi.

Inviato
6 minuti fa, mozarteum ha scritto:

Esistono pero’ anche persone di successo di umili origini educate alla vita dalle difficolta’ incontrate che sviluppano una volta arrivate una simpatia e mitezza autentica per i meno fortunati memori della propria vicenda.

sono le migliori anche perche’ vivere molto bene non per meriti ereditari ma per risultati propri e’ tutt’altra storia almeno per me

Certo, per carità non intendevo fare una distinzione netta tra bianco e nero. Ma per quella che è la mia esperienza in maggioranza è come dicevo.

  • Melius 1
briandinazareth
Inviato
8 minuti fa, mozarteum ha scritto:

perche’ la soddisfazione d’aver risolto un problema la prima volta, la seconda e’ meno avvincente e la terza abbiamo capito

 

infatti si può fare solo con problemi diversi o di difficoltà crescente. 

 

Inviato

Bene la soddisfazione nel fare cose difficili ma (imho) in generale nella vita e nel lavoro per mantenere un bon equilibrio o comunque la capacità di risollevamento post-cadute è importante mantenere un minimo del 30% di issue risolte e in particolare almeno un 10% di risoluzioni deve avvenire "in prima lettura".  Diversamente si va incontro allo stato detto di "impotenza appresa" che spegne oltremodo le capacità stesse di risoluzione e la voglia di affrontare imprevisti, portando a far di tutto per evitare di incapparvi: Una sorta di compressore dinamico della soddisfazione. 


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