Roberto M Inviato 28 Marzo 2023 Inviato 28 Marzo 2023 Israele, l’unica minaccia alla democrazia è il tentativo di sovvertire il voto Non perdonano a Netanyahu di essere risorto e aver rivinto le elezioni. Ecco come stanno le cose sulla riforma giudiziaria e una Corte Suprema fuori controllo Dopo mesi di accese proteste popolari – spesso sfociate in scontri con le forze dell’ordine intorno ai palazzi istituzionali, inclusa la residenza del premier – Benjamin Netanyahu ha annunciato il rinvio della seconda e terza lettura della discussa riforma giudiziaria alla sessione estiva della Knesset. Un rinvio, dunque, per “favorire il dialogo”, non un ritiro. Larga parte delle accuse delle opposizioni e di parte dell’opinione pubblica contraria alla riforma si basa sulla volontà del premier israeliano di limitare il potere decisionale della Corte Suprema israeliana, imponendole il rispetto delle scelte della Knesset, di fatto l’impossibilità di sovvertire le scelte politiche della maggioranza di governo pro tempore, democraticamente eletta. E ovviamente immancabile l’accusa di voler sottomettere il potere giudiziario per evitare il processo e una eventuale condanna, che metterebbe fine alla sua lunga carriera politica. La “rivoluzione giudiziaria” di Barak Va detto che attualmente il potere della Corte Suprema israeliana è pressoché senza limiti, i suoi margini di manovra sono indefiniti, non essendo fissati da una Costituzione (che Israele non ha), né da una legge. La Corte si è auto-attribuita tale potere, motu proprio, all’inizio degli anni ’90, quando l’allora presidente Aharon Barak annunciò che anche in assenza di una Costituzione formale, la Corte avrebbe potuto invalidare le leggi e bloccare le iniziative del governo, in quella che definì lui stesso “rivoluzione giudiziaria”. Segue
Roberto M Inviato 28 Marzo 2023 Inviato 28 Marzo 2023 La Corte si è anche attribuita il potere di porre il veto alle iniziative del governo ritenute semplicemente “irragionevoli” e ha dichiarato che qualsiasi direttiva emanata dall’Attorney General è giuridicamente vincolante per l’Esecutivo, facendo di tale figura un capo di governo de facto e non solo il suo consulente legale. Anche le modalità di selezione dei giudici nei tribunali soffrono di squilibri, essendo selezionati da una commissione in cui giudici della Corte Suprema e rappresentanti dell’ordine degli avvocati sono la maggioranza. Il governo dei giudici Questa è la situazione attuale in Israele. Una Corte Suprema fuori controllo, una sorta di Consiglio dei Guardiani che ha l’ultima parola su tutte le decisioni politiche del Paese. E qualcuno teorizza addirittura che rientrerebbe nei suoi poteri deporre il premier. La riforma del governo Netanyahu prova a correggere questa anomalia, sia pure con modalità che è legittimo discutere e contestare. Ma le legittime preoccupazioni su alcuni aspetti della riforma non possono essere una scusa per mantenere un sistema, de facto, di “governo dei giudici”, che non è mai stato votato né dal popolo né dalla Knesset. Questo il tema. La sinistra vede nella Corte e nel potere giudiziario un baluardo a difesa della propria agenda e un’arma politica contro le destre. Ma ricorrere a mezzi non elettorali, a pressioni esterne al sistema, per fare opposizione e abbattere i governi, porta ad una perdita di fiducia nella democrazia da parte degli elettori, come dovremmo ben sapere in Italia. Doppio standard In democrazia la legittimità dei governi deriva dal voto, non dai giudici o dalle piazze. Ma sembra che per qualcuno il concetto valga a intermittenza. Sembra valere, per esempio, per il presidente francese Emmanuel Macron, in questi giorni alle prese con le proteste violente contro la riforma delle pensioni. Ma non sembra valere altrettanto per Netanyahu, la cui principale “colpa” pare essere quella di essere riuscito a risorgere dopo la caduta del suo ultimo governo nel 2021, che aveva comportato la celebrazione (evidentemente precoce) del suo funerale politico. Il solito doppio standard dei nostri media mainstream, a seconda del grado di simpatia verso esecutivi e leader sotto attacco. Nel caso di Netanyahu, uno dei leader più odiati dell’intero Occidente, insieme a Trump e Johnson, la solidarietà lascia spazio al linciaggio mediatico ed il premier israeliano viene equiparato ad autocrati come Vladimir Putin o Nicolas Maduro, quasi fosse necessario o comunque in fondo tollerabile deporlo tramite mezzi non elettorali. l’articolo completo qui https://www.nicolaporro.it/atlanticoquotidiano/quotidiano/esteri/israele-lunica-minaccia-alla-democrazia-e-il-tentativo-di-sovvertire-il-voto/
mom Inviato 28 Marzo 2023 Inviato 28 Marzo 2023 A mio modesto avviso, Netanyahu è alle strette e cerca di salvarsi la pelle causa i vari scheletri che ha nell’armadio che lo condannerebbero pesantemente. 1
Jack Inviato 28 Marzo 2023 Inviato 28 Marzo 2023 @Roberto M ottimo avvocato. Sempre un baluardo di chiarezza e verità.
senek65 Inviato 28 Marzo 2023 Inviato 28 Marzo 2023 1 ora fa, otaner ha scritto: Porro, che fonte Porro, al massimo, va bene nel minestrone 1
briandinazareth Inviato 28 Marzo 2023 Autore Inviato 28 Marzo 2023 7 minuti fa, Jack ha scritto: ottimo avvocato. Sempre un baluardo di chiarezza e verità. ma come mai si accorre sempre quando qualcuno è condannato per reati gravi e cerca di svignarsela cambiando il sistema giudiziario? è un fenomeno da studiare.
otaner Inviato 29 Marzo 2023 Inviato 29 Marzo 2023 Ho letto tanta gente entusiasta del twitter di Marattin; saranno tutti estremisti comunisti?
briandinazareth Inviato 29 Marzo 2023 Autore Inviato 29 Marzo 2023 certo che se occorre tirare dentro la teocrazia dell'iran per difendere israele siamo messi parecchio male...
UpTo11 Inviato 29 Marzo 2023 Inviato 29 Marzo 2023 Bella gente, non c'è che dire.... . "Poco prima di rivolgersi alla nazione annunciando di essere disposto a congelare le leggi sulla revisione legale fino alla sessione estiva della Knesset per amore del “dialogo”, il premier Benjamin Netanyahu ha firmato un impegno a istituire una Guardia Nazionale che sarà subordinata al ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben- Gvir. Ben-Gvir, un discepolo del rabbino razzista Meir Kahane, è un criminale aggressivo, estremista e più volte condannato. Formare una milizia che sarà subordinata a lui invece che alla polizia è una mossa che rischia di mettere in pericolo gli israeliani che non hanno commesso alcun crimine. “Un leader politico che non è interessato a una guerra civile – ha scritto il quotidiano Haaretz – non crea e finanzia una forza di polizia privata armata per il membro più estremista del suo gabinetto. Questa mossa dimostra efficacemente che Netanyahu si sta preparando alla guerra civile”. Il primo ministro, intanto, ha guadagnato tempo fino all’estate per reprimere le proteste e fingere di impegnarsi in un “dialogo”. Ma è evidente che intende utilizzare questo tempo principalmente per essere meglio preparato alla prossima ondata di manifestazioni. E lui e il suo partner kahanista affronteranno quell’ondata con una forza di polizia privata a loro disposizione e fuori dal controllo del comandante della polizia Kobi Shabtai. È facile indovinare chi si unirà ai ranghi della milizia. I teppisti della “Familia”, i famigerati fan del Beitar Jerusalem, i razzisti di “Lehava”, gli “Hilltop Boys”, i ragazzi delle colline che vivono negli insediamenti in Cisgiordania, come i protagonisti dei recenti pogrom contro il villaggio palestinese di Huwara. Mentre parlava i diretta tv, il premier Netanyahu ha volutamente omesso di annunciare la formazione di questa sedicente “Guardia Nazionale”. Ci ha pensato Itamar Ben Gvir a dare l’annuncio via Twitter: “Ringrazio il primo ministro per aver accettato la mia richiesta per una istituzione della Guardia Nazionale”. Come d’abitudine, il premier omette, nasconde. I denari per finanziare la milizia di Ben Gvir sono già pronti. Il gabinetto ha approvato in gennaio il Bilancio dello Stato – che in Israele è biennale – e per il 2023/2024 sono previsti 9 miliardi di shekel (quasi 3 miliardi di euro) per il ministero della Sicurezza nazionale, quello di Ben Gvir. Secondo il fumoso piano del leader dell’ultradestra, la Guardia Nazionale volontaria affiancherà esercito e polizia di frontiera nei momenti caldi, soprattutto nelle città miste, come Lod, Gerusalemme, Haifa, Bersheeva. E naturalmente in Cisgiordania per proteggere gli insediamenti. I 400mila coloni che vivono nei 167 insediamenti della West Bank si sono già dotati di un’organizzazione paramilitare. Le armi furono distribuite a piene mani dalle Forze di Difesa israeliane (Idf) durante la seconda Intifada, all’inizio degli anni Duemila, e non sono mai state ritirate. Stando alle indiscrezioni, l’idea di Ben Gvir sarebbe quella di reclutare circa 10mila volontari. I suoi sodali di partito (Potere Ebraico) sono già al lavoro nelle amministrazioni locali dove sono presenti fondando gruppi di autodifesa ebraica che contano un migliaio di aderenti e che verranno poi integrati nei ranghi della Guardia Nazionale. La città mista arabo-ebraica di Lod – nel centro di Israele – si è già dotata di una milizia volontaria armata. Un’altra milizia è stata formata a Bat Yam, un sobborgo misto arabo-israeliano alle porte di Tel Aviv, per “difendere le nostre case”. A Beersheva, il capoluogo del sud di Israele, il comune ha deciso di distribuire borse di studio di 10mila shekel per gli studenti che si uniranno volontariamente alla Pattuglia del Negev, fondata l’anno scorso dal deputato locale di Potere Ebraico, Almog Cohen. Sul suo sito web della Pattuglia – soprannominata Sayeret Barel – la promessa di aiutare a ristabilire legge e ordine è falsa, dato che il fondatore invita ripetutamente i soldati a giustiziare i palestinesi e definisce la polizia in divisa “cane da attacco del post nazismo”. Sayeret Barel riflette lo spirito del tempo. Il suo vero obiettivo è mostrare ai beduini, agli arabi, “chi è il capo” e far passare una visione del mondo con una netta supremazia ebraica. Presto questi miliziani saranno integrati nella nuova Guardia Nazionale. Questa settimana si sono poi moltiplicasti i messaggi sui social pro-Netanyahu che chiedono alle “persone di buona volontà” di allenarsi nei poligoni di tiro e rinfrescare le proprie abilità di combattimento in preparazione del giorno in cui sarà necessario. I pasdaran di Netanyahu si stanno preparando per l’estate."
Roberto M Inviato 29 Marzo 2023 Inviato 29 Marzo 2023 12 minuti fa, briandinazareth ha scritto: certo che se occorre tirare dentro la teocrazia dell'iran per difendere israele siamo messi parecchio male... Guarda che quel tweet e di Marattin, che e’ di sinistra certificata, prima PD e poi Terzo Polo. Non tutta la sinistra e’ estrema, per fortuna. A fare gli odiatori di Israele c’è rimasta solo l’estrema sinistra e Forza Nuova, cioè i pochi fascisti che si contano nelle dita di una mano. Pero’ hanno con loro pure Roger Waters, vuoi mettere ?
briandinazareth Inviato 29 Marzo 2023 Autore Inviato 29 Marzo 2023 @Roberto M e chissenefrega se è marattin? sei tu che "ragioni" di politica da tifoso acritico. comunque il thread è su quello che sta accadendo in israele, l'iran non c'entra nulla. fa impressione sapere chein israele stanno creando una milizia alternativa alla polizia direttamente dipendente da un integralista religioso dei peggiori... si stanno costruendo i prodromi per una guerra civile in nome dell'integralismo ebraico. una cosa orribile che dimostra che le democrazie, anche quelle che riteniamo più solide, non sono mai al sicuro se non si sta vigili e attivi.
briandinazareth Inviato 30 Marzo 2023 Autore Inviato 30 Marzo 2023 Il 29/3/2023 at 15:32, UpTo11 ha scritto: “Un leader politico che non è interessato a una guerra civile – ha scritto il quotidiano Haaretz – non crea e finanzia una forza di polizia privata armata per il membro più estremista del suo gabinetto. Questa mossa dimostra efficacemente che Netanyahu si sta preparando alla guerra civile”. gente pericolosa...
Panurge Inviato 30 Marzo 2023 Inviato 30 Marzo 2023 Fra i manifestanti israeliani la percentuale di persone in grado di difendersi è abbastanza alta.
briandinazareth Inviato 3 Aprile 2023 Autore Inviato 3 Aprile 2023 prove tecniche di guerra civile: Il Consiglio dei Ministri israeliano ha approvato la costituzione di una nuova “guardia nazionale” come richiesto dal leader del partito di estrema destra Otzmah Yehudit (“Potere Ebraico”) e Ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben-Gvir. Per finanziare il nuovo corpo di polizia per un totale di un miliardo di shekel (circa 260 milioni di euro) è stato richiesto a tutti gli altri ministeri di tagliare i propri bilanci dell’1,5%. un corpo nuovo direttamente alle dipedenze del fanatico integralista religioso... brutta questione. 1
UpTo11 Inviato 3 Aprile 2023 Inviato 3 Aprile 2023 @briandinazareth Stavolta mi hai anticipato tu. Pur di tenersi stretto il potere Bibi concede a questi folli la possibilità di formarsi una para-milizia di fanatici. Roba da matti.
Panurge Inviato 3 Aprile 2023 Inviato 3 Aprile 2023 1 ora fa, briandinazareth ha scritto: brutta questione. Molto, ma molti in Israele si sono fatti tre anni di militare su serio, intimidirli non è semplicissimo.
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