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Il suffragio universale è un dogma della democrazia?


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Gaetanoalberto
21 minuti fa, appecundria ha scritto:

passato / futuro.

Il tema è molto interessante. La risposta passa, presumibilmente, attraverso la scuola e i mezzi di comunicazione. 

Nella prima si fa moltissima fatica (mi spiace dirlo ma a causa della totale impreparazione e/o superficialità di chi dovrebbe farli approfondire) a trattare in modo appropriato la delicatezza dei temi costituzionali legati alla comprensione di meccanismi e contrappesi, della partecipazione informata, della demagogia, della disinformazione organizzata. 

I mezzi di comunicazione sono nelle mani di gruppi di pressione molto di parte. 

Probabilmente il mondo è sempre stato così ma, nelle varie epoche, il rigore morale di chi si occupa di istruzione e comunicazione varia. 

In questo momento, ed in altri della storia, le qualità umane, il rigore della formazione dei formatori, e la deontologia di chi si occupa di informazione, sono per vari motivi molto basse, in corrispondenza delle capacità critiche e di interpretazione degli adulti. 

La causa si perde in 20/30 anni di partitocrazia e clientelismo, che hanno inquinato i pozzi. 

Per rimuovere questo inquinamento possono prospettarsi o crisi gravi di sistema, oppure lunghissimi tempi di decantazione inversa. 

Voto si o voto  no? 

Beh, certo che per chi si oppone, il sorteggio darebbe qualche possibilità in più 🙂

12 ore fa, appecundria ha scritto:

restando tutte le vere garanzie che fanno una moderna democrazia, qual è il valore aggiunto di una massa di ciucci che elegge a suoi rappresentanti un consesso di somari?

Tanto, nel mondo post ideologico le cose da fare quelle sono, i margini di manovra sono minimi, l'azione di governo nel 90% obbligatoria e nel 10% marchette. Si potrebbero assegnare le marchette per sorteggio e il resto farlo fare a chi sa

L'hai detta talmente bene che mi hai convinto😀

  • Haha 1
23 minuti fa, mozarteum ha scritto:

Pero’ va detto anche che i pesi e contrappesi, essenziali alla democrazia (il voto non basta) sono costituiti da persone in carne ed ossa (giudici costituzionali, autorita’ indipendenti, magistratura, addetti alla comunicazione ecc) che non di rado finiscono per costituire anch’essi un sistema non immune da autoreferenzialita’.

Il punto e’ che quando un ordinamento si fa complesso per la stratificazione di leggi emanate in momenti e con sensibilita’ diverse, ma che nell’applicazione vanno ricondotte ad unita’ sistematica, le caste che officiano questi riti diventano in un certo senso arbitre del vivere comune.

Ecco che la centralita’ del Parlamento flette in favore di enclavi d’esperti.

Questo e’ un rischio dei pesi e contrappesi.

Ma di meglio finora non si trova

 

Voglio mozarteum ministro dell'istruzione. 

Sarà pure un po' destro (fossero tutti così porca l'oca) ma almeno porta Bruckner nelle scuole italiane. 

Gaetanoalberto

Probabilmente di fondo ci sono riflessioni comuni. Parlare di enclavi, partitocrazia, gruppi di pressione, potrebbe non essere molto diverso, e neppure molto distante dalla verità. 

Forse, tuttavia, l'attuale continua tendenza alla delegittimazione, per le più disparate motivazioni, delle istituzioni e delle persone, è un pericolo maggiore. 

  • Melius 2
5 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto:

, l'attuale continua tendenza alla delegittimazione

Forse chi comanda non sa bene quanto è il caso di tirare la corda. Basta ascoltare radio24 qualche  mezzora al giorno, anche solo in macchina come faccio io.

Poi, mai dimenticare la lezione di Marx.

“Non è la coscienza degli uomini che determina il loro essere, ma è, al contrario, il loro essere sociale che determina la loro coscienza”. (Marx, Prefazione a “Per la critica dell’economica politica”)

  • Melius 1

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